Fontaneto d'Agogna: differenze tra le versioni
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| Riga 45: Il primo documento che attesti la fondazione di un ''castrum'' nel territorio che oggi corrisponde a Fontaneto d'Agogna risale al [[908]] ad opera di [[Berengario I]]. A fronte della diffusione della [[patarini|pataria]], il movimento che si opponeva alla dilagante corruzione negli ambienti del clero, nel novembre del [[1057]] a Fontaneto fu indetto un [[sinodo]] per la sua condanna, ad opera dell'arcivescovo [[Guido da Velate]]<ref>Giorgio Otranto e Gaetano Dammacco, ''Profili giuridici e storia dei santuari cristiani in Italia'', Edipuglia, Bari 2004, pp. 156-157.</ref>. Il ''castrum'' fortificato di Fontaneto, così come quelli di altri paesi del novarese, fu demolito nel [[1362]] per volere di [[Galeazzo II Visconti]] che in quegli anni era in guerra con il Marchese del Monferrato [[Giovanni II del Monferrato|Giovanni II]]; la decisione fu presa per evitare che il ''castrum'' cadesse in mano nemica. Risale al Quattrocento un intervento di recupero del ''castrum'' tramite la costruzione al suo interno di una torre per volontà del consigliere del duca Gian Galeazzo Visconti, Manfredo Barbavara. Nonostante la torre di guardia, Fontaneto fu saccheggiata da [[Facino Cane]], nemico dei Barbavara, e riuscì a risollevarsi solo nel [[1456]], dopo la costruzione di un nuovo grande castello sui resti di antichi edifici abbaziali<ref>{{cita|Andenna, 1982||Andenna1982}}.</ref>. Nel XVI secolo la popolazione fu decimata a causa delle epidemie di tifo e peste, in seguito alle quali si costituirono delle confraternite caritative. Nel corso della dominazione spagnola nel novarese, il castello di Fontaneto fu fulcro di numerosi scontri tra le truppe spagnole e francesi che si risolsero con la distruzione del castello (che venne poi ricostruito sotto le vesti di palazzo signorile) e di numerose chiese e abitazioni. | |||