Enore Zaffiri: differenze tra le versioni

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Biografia: Padre
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==Le poetiche==
===Lo [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] ===
Le composizioni "[[Strutturalismo (filosofia)|strutturaliste"]] rappresentano la produzione elettronica degli anni Sessanta, la prima a diventare di dominio pubblico nell'attività già decennale del compositore. La strumentazione era composta da grandi oscillatori a valvole, generatori d'eco, generatori d'impulsi, filtri, modulatori ad anello, generatori di rumore bianco e da registratori professionali a bobina; l'insieme costituiva la dotazione tipica di uno studio di fonologia acustica, ed era alla base di tutta la produzione musicale elettronica d'avanguardia europea (Stockhausen, Berio).
 
Il principio unificante del linguaggio strutturalista zaffiriano era il rapporto tra "testo" musicale – l'opera sonora vera e propria – e quello che il critico Antonio Cirignano chiama il "metatesto" numerico, ovvero il progetto "geometrico" strutturale: una vera e propria partitura dalla quale qualunque esecutore dotato delle stesse apparecchiature di riferimento avrebbe potuto ricavare la composizione sonora pensata dal compositore. Il "metatesto" non era altro che una struttura combinatoria di valori numerici che davano forma a rapporti geometrici piani (e a volte anche tridimensionali) indicanti: la frequenza acustica del suono di partenza (in Hertz), la sua durata, e la frequenza raggiunta dal medesimo suono alla fine del suo incremento o decremento oscillatorio; nonché la dinamica (f, mf, ff, p). I suoni, ovvero le altezze generate dall'oscillatore, potevano essere svariate decine, e nel loro movimento temporale davano luogo a varie combinazioni armoniche, incontrandosi e allontanandosi l'uno dall'altro con effetti di grande suggestione sonora; essi inoltre potevano essere continui o discreti, vale a dire ridotti a impulsi successivi, e variamente elaborati.