Utente:BlackPanther2013/Sandbox/1.0: differenze tra le versioni
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Le dimensioni e l'aspetto del tarpan possono essere ricostruiti in modo abbastanza accurato grazie ai resoconti storici, anche se le misurazioni assolute documentate sono poche e provengono principalmente da esemplari vissuti nel XIX o all'inizio del XX secolo. Ad esempio, l'ultimo esemplare, morto nel 1918 a Dubrovka presso [[Poltava]], aveva un'altezza al garrese compresa tra 140 e 145 cm.<ref name="Heptner 1955"/> Per confronto, il [[Konik|konik]], considerato da alcuni un possibile discendente diretto del tarpan, presenta un'altezza media al garrese di 129,4 cm nei maschi e 128 cm nelle femmine (valori basati su 119 individui analizzati). Questo indica che il tarpan era un cavallo di taglia medio-piccola, come confermato da numerosi resoconti storici. [[Samuel Gottlieb Gmelin]] osservò i tarpan nel 1770 a [[Voronež]] e li descrisse simili ai piccoli cavalli domestici russi, ma con alcune differenze. Gli animali avevano una testa grande, orecchie lunghe e appuntite (simili a quelle di un asino), una criniera corta e arruffata e un mantello grigio sul dorso che diventava più chiaro sul ventre. Le zampe erano scure nella parte inferiore.<ref name="Gmelin 1770"/> [[Peter Simon Pallas]], nelle sue descrizioni del 1771 e 1776 basate su osservazioni lungo il fiume [[Volga]], conferma molte delle caratteristiche descritte da Gmelin. Descrive i tarpan come simili a piccoli cavalli russi, con testa grande e robusta, orecchie appuntite, criniera e coda corte e arruffate. La maggior parte degli individui osservati era di colore marrone pallido, con arti più chiari rispetto a quanto descritto da Gmelin. Pallas nota anche che gli individui scuri (marrone scuro o nero) o grigi erano rari e non esistevano esemplari pezzati.<ref name="Pallas 1771"/> [[Belsazar Hacquet]], intorno al 1760, osservò cavalli simili nel parco naturale di [[Zamość]], descrivendoli come piccoli e di colore nero-brunastro, con testa grande, criniera e coda scure e a pelo corto. Notò inoltre che i maschi presentavano una sorta di «barba».<ref name="Hacquet 1794"/> [[Charles Hamilton Smith]], nel 1841, riportò che il tarpan non fosse più grande di un [[Equus africanus asinus|asino domestico]]. Confermò il mantello grigio, ma aggiunse la presenza di individui di colore marrone chiaro o [[Isabella (cavallo)|isabella]]. Smith notò inoltre che le orecchie, corte o lunghe, erano posizionate in alto sul cranio, gli occhi erano piccoli e il tarpan subiva un cambio di pelliccia stagionale, con un mantello estivo corto e uno invernale lungo e folto.<ref name="Smith 1841"/><ref name="Groves 1986"/><ref name="Heptner 1988"/><ref name="Jezierski et al. 2008"/>
Secondo alcuni studiosi, c'erano differenze regionali nella colorazione del mantello del tarpan. Nel suo areale di distribuzione a ovest del fiume [[Volga]], il tarpan aveva una tonalità prevalentemente grigio topo. Per gli esemplari a est del Volga fino agli [[Urali]], si suppone una colorazione mista tra grigio e marrone giallastro. Più a est degli Urali, erano diffusi principalmente animali con mantelli giallastri o marrone rossiccio. Tuttavia, non è chiaro se i resoconti storici sui cavalli selvatici dell'area a est degli Ural si riferiscano effettivamente al tarpan. È possibile una sovrapposizione o una confusione con il cavallo di Pržewalski (''[[Equus ferus przewalskii|Equus przewalskii]]''), come suggerito dalle affermazioni di Hamilton Smith nel 1841. Hamilton Smith raffigurò nella sua pubblicazione un tarpan che, secondo lui, rappresentava una versione più primitiva di questi animali.<ref name="Smith 1841"/> Per quanto riguarda il tarpan del territorio della [[foresta di Białowieża]], Julius von den Brinken sottolinea la colorazione prevalentemente grigia e menziona la presenza di una striscia scura lungo la schiena.<ref name="Brincken 1828"/> Descrizioni di cavalli selvatici simili – con mantelli grigi, una striscia dorsale scura, criniera e coda scure – risalgono al [[Medioevo]] e si trovano, ad esempio, negli scritti di [[Alberto Magno]] del XII secolo, che descrive animali presenti in quella che oggi è la Germania, o in quelli di Anton Schneeberger del XVI secolo, che parla di cavalli selvatici della [[Prussia]]. Tuttavia, non è chiaro se queste testimonianze si riferiscano effettivamente al tarpan. Un'altra questione ancora irrisolta riguarda il tipo di criniera del tarpan: non si sa se fosse eretta o pendente, poiché i numerosi resoconti forniscono descrizioni discordanti. Le [[Zebra|zebre]] e gli asini selvatici possiedono una criniera eretta, così come il cavallo di Pržewalski. Quest'ultimo, però, può mostrare una criniera parzialmente pendente durante il passaggio dal mantello estivo a quello invernale. Una criniera pendente è stata documentata in un tarpan catturato nel 1866 nelle steppe di Zagradov, presso [[Cherson]], nella penisola di [[Crimea]] (il cosiddetto tarpan di Cherson o di Shatilov). Una criniera simile, sebbene meno pronunciata, è stata osservata anche nell'esemplare di Dubrovka.<ref name="Groves 1986"/><ref name="Heptner 1988"/><ref name="Jezierski et al. 2008"/>
I resoconti e le descrizioni storiche indicano che il tarpan europeo aveva frequentemente un mantello «grigiastro», sebbene in alcuni casi non sia chiaro se si trattasse di un grigio topo o di un marrone topo. Finora non sono disponibili studi [[Genetica|genetici]] specifici sul tarpan storicamente documentato. Tuttavia, la colorazione del mantello di alcuni cavalli selvatici del tardo [[Pleistocene]] e dell'[[Olocene]] inferiore, distribuiti tra la [[Penisola Iberica]] e la [[Siberia]], è stata determinata geograficamente. Questi studi hanno rivelato una vasta gamma di variazioni di colore, con il [[Baio (cavallo)|marrone]] come tonalità più comune, mentre il colore [[Morello (cavallo)|nero]], pur geneticamente rilevabile, era meno frequente. Inoltre, erano presenti cavalli con mantelli «leopardati» o [[Mantello (cavallo)#Macchiati|macchiati]]. Tutte queste variazioni cromatiche si ritrovano anche nelle rappresentazioni figurative di cavalli selvatici nelle [[Pittura rupestre|pitture rupestri]] dell'Europa occidentale risalenti al [[Paleolitico superiore]].<ref name="Ludwig et al. 2009"/><ref name="Pruvost et al. 2011"/><ref name="Ludwig et al. 2015"/> Gli stessi colori del mantello caratterizzavano i primi cavalli domestici dell'Olocene medio, con l'emergere relativamente precoce di forme di colore [[Sauro (cavallo)|fulvo]], mentre cavalli dal mantello [[falbo]] (ossia con una tonalità di base schiarita) sembrano essere apparsi in epoca successiva.<ref name="Ludwig et al. 2009"/><ref name="Wutke et al. 2016"/> Tuttavia, è probabile che tonalità più chiare fossero già presenti nei cavalli selvatici, come dimostrato anche dagli asini selvatici, che possono avere mantelli chiari. Questa caratteristica può essere interpretata come un adattamento agli ambienti: tonalità più chiare sarebbero risultate vantaggiose in habitat di steppa, mentre colori più scuri avrebbero offerto una protezione migliore nei territori boschivi.<ref name="Baker 2008"/><ref name="Pruvost et al. 2011"/>
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