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Durante la seconda guerra mondiale, le popolazioni di bisonti subirono un forte declino. A Białowieża, centro cruciale per la conservazione della specie, i bisonti furono protetti dalla caccia di frodo grazie a una strategia adottata nel luglio 1944: con l'avvicinarsi delle truppe sovietiche, i cancelli dei recinti furono aperti, permettendo ai bisonti di rifugiarsi nella vasta foresta.<ref>Mohr, p. 58.</ref> Dopo la guerra, le autorità polacche adottarono rapidamente misure per proteggere la specie. Già nel 1946, alcuni bisonti furono trasferiti dal lato polacco a quello bielorusso della foresta di Białowieża per avviare un nuovo programma di allevamento.<ref>Gottschalk, p. 96 e p. 97.</ref> Nel 1949, la popolazione globale di bisonti puri contava 69 individui, distribuiti in quattro centri di allevamento in Polonia e due in Unione Sovietica.<ref>Gottschalk, p. 97.</ref>
 
Il registro genealogico del bisonte europeo è il più antico al mondo per una specie selvatica e ha documentato fin dall'inizio le tre principali linee genetiche principali: la linea delle Pianure, la linea di Montagna e la linea dekkedelle Pianure-Caucaso.<ref>Sambraus, p. 16.</ref> Fino al 1940, il registro fu curato dal direttore dello zoo Goerd von der Groeben e, successivamente, da Erna Mohr, che aveva già contribuito alla conservazione del [[Equus ferus przewalskii|cavallo di Przewalski]].<ref>Merian, 1953. Volume 11, pp. 56-57.</ref> Dopo la guerra, il registro fu gestito da Jan Żabiński, direttore dello zoo di Varsavia, in collaborazione con Erna Mohr, con l'obiettivo iniziale di verificare la genealogia degli esemplari sopravvissuti.<ref>Krasińska ''et al.'', p. 25.</ref> Oggi, il registro è mantenuto a Białowieża.
 
=== Aktueller Bestand und Ziele der Bestandsentwicklung ===