Giosuè Carducci: differenze tra le versioni

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Frattanto il Granduca [[Leopoldo II di Toscana|Leopoldo II]] era stato cacciato il 27 aprile, segnando l'avvento del governo provvisorio di [[Bettino Ricasoli]], e Carducci si dedicò alla composizione della canzone a lode di [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele]], pubblicata anni dopo ma già circolante manoscritta. Ebbe grande successo, come la coeva ode ''Alla Croce di Savoia'', che Silvio Giannini volle a tutti i costi mettere in musica. Malgrado l'opposizione del diretto interessato, l'opera fu musicata da [[Carlo Romani]] e cantata alla ''Pergola'' da [[Marietta Piccolomini]]. Presentato in quella circostanza al Ministro del culto [[Vincenzo Salvagnoli]], si vide nuovamente offrire un posto al liceo aretino, ma rifiutò. Accettò invece la nomina a professore di greco del liceo Niccolò Forteguerri di [[Pistoia]].<ref>{{Cita|Chiarini|p. 124}}.</ref>
 
Carducci indicò quindi chiaramente la propria appartenenza ideologica alla fazione che voleva l'Italia unita e il ricongiungimento con il Piemonte, in opposizione agli obiettivi dei filo-granducali e a quelli del circolo facente capo a [[Gino Capponi]] (il cosiddetto circolo di san Bastiano), propugnatore di un ritorno alla libertà municipale.<ref>P. Bargellini, pp. 120-122; cfr. M. Gioli Bartolomei, ''Il rivolgimento toscano e l'azione popolare'', Firenze, Barbera, 1905</ref>
[[File:Louisa Grace Bartolini.jpg|thumb|upright=0.8|Louisa Grace Bartolini]]
Il 12 dicembre, settimina, nacque Beatrice (Bice), la prima figlia, e la famiglia si trasferì a Pistoia tra il 7 e l'8 gennaio [[1860]]. Al fine di trovare prima una sistemazione, Carducci non portò subito con sé la famiglia, ma lo fece solo dopo aver preso dimora in un appartamento di proprietà del professor Giovanni Procacci.<ref>M. Saponaro, p. 84</ref> La legge sui licei toscani del 10 marzo gli mutò l'insegnamento del greco in quello dell'italiano e del latino - la cattedra di greco fu affidata a [[Raffaello Fornaciari]] - ma infine, essendo l'anno scolastico già nella seconda parte, Carducci si risolse, in accordo col direttore della scuola, a fare solo lezioni cattedratiche.
 
In città frequentò la casa della poetessa di lingua [[inglesi|inglese]] d'origine e sentimenti indipendentisti irlandesi [[Louisa Grace Bartolini]] (1818-1865), nativa di [[Bristol]] e sposa dell'architetto toscano [[Francesco Bartolini]]. Convenivano abitualmente nel salotto Giovanni Procacci e Fornaciari, e talvolta vi si univano Gargani e Chiarini, che non avevano perso l'abitudine di andare a trovare l'amico ovunque si trovasse. Per Louisa Grace Carducci nutriva una notevole ammirazione, come dimostrano le parole che antepose all'ode che le dedicò in ''Levia Gravia'': «Quelli che solo abbian visto di lei le versioni dei canti di T.B. Macaulay e E.W. Longfellow e le ''Rime'' e ''Prose'' ... non potrebbero ancora farsi un'idea giusta del suo ingegno, della dottrina in più lingue e letterature e dell'ancor più grande gentilezza e generosità dell'animo suo».<ref>''Poesie di Giosue Carducci'', Bologna, Zanichelli, 1901, p. 370</ref>
 
Appena iniziate le lezioni Carducci venne a sapere della [[Spedizione dei Mille|spedizione di Garibaldi]] in [[Sicilia]], e pensando che il Targioni e il Gargani erano partiti a combattere per la patria gli si strinse il cuore. Lui era rimasto ad accudire la madre sofferente per le recenti perdite del figlio e del marito. La passione si profuse quindi nell'ode in [[decasillabo|decasillabi]] manzoniani ''Sicilia e la Rivoluzione'', e venne apposta a Firenze per recitarla agli amici entusiasti in casa di Luigi Billi, mentre nel comune obiettivo si dimenticavano le "imperfezioni romantiche" del testo:<ref>{{Cita|Chiarini|p. 130}}.</ref>
 
{{Citazione|In quell'uno che tutti ci fiede,<br />che si pasce del sangue di tutti,<br />di giustizia d'amore di fede<br />tutti armati leviamoci su.<br />E tu, fine de gli odii e de i lutti,<br />ardi, o face di guerra, ogni lido!<br />Uno il cuore, uno il patto, uno il grido:<br />né stranier né oppressori mai più.|''Sicilia e la Rivoluzione'', vv. 125-132}}
 
=== L'arrivo a Bologna ===