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Durante il V e il VI secolo, molti Sogdiani si stabilirono nel [[Corridoio di Hexi]], in Cina, mantenendo l'autonomia amministrativa e avendo un funzionario ufficiale chiamato ''Sabao'', il che indica la loro importanza nella struttura socioeconomica cinese. L'influenza sogdiana sul commercio cinese è evidente anche in un documento cinese che elenca le tasse pagate sulle carovane commerciali nella regione di [[Turfan]], mostrando che ventinove delle trentacinque transazioni commerciali coinvolgevano mercanti sogdiani, e in tredici casi sia l'acquirente sia il venditore erano sogdiani.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=416}}</ref> Le merci portate in Cina includevano [[uva]], [[Medicago sativa|erba medica]] e [[Impero sasanide|argenteria sasanide]], oltre a contenitori di vetro, corallo mediterraneo, immagini buddhiste in ottone, stoffe di lana romana e [[Via dell'ambra|ambra baltica]]. Questi beni erano scambiati con carta, rame e seta cinese.<ref name=wood/> Nel VII secolo, il pellegrino buddhista cinese [[Xuanzang]] annotò con approvazione che i bambini sogdiani venivano istruiti a leggere e scrivere fin dall'età di cinque anni, sebbene le loro capacità venissero poi indirizzate al commercio, fatto che deluse lo studioso Xuanzang. Egli registrò inoltre che i Sogdiani svolgevano altri mestieri quali agricoltori, tessitori di tappeti, vetrai e intagliatori di legno.<ref>{{cita|Wood, 2002|p. 66}}.</ref>
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[[File:Tang Dynasty emissaries at the court of Varkhuman in Samarkand carrying silk and a string of silkworm cocoons, 648-651 CE, Afrasiyab murals, Samarkand.jpg|thumb|
Poco dopo il [[Introduzione delle uova di baco da seta nell'Impero bizantino|contrabbando di uova di baco da seta nell'impero bizantino]] dalla Cina da parte di monaci [[cristiani nestoriani]], lo storico bizantino del VI secolo [[Menandro Protettore]] riferisce come i Sogdiani avessero tentato di stabilire un commercio diretto della [[seta]] cinese con l'[[impero bizantino]]. Dopo aver stretto alleanza con il sovrano sasanide [[Cosroe I]] per sconfiggere l'impero eftalita, [[Istämi]], il sovrano [[Göktürk]] del [[primo khaganato turco]], fu avvicinato da mercanti sogdiani che richiedevano il permesso di ottenere un'udienza con il re dei re sasanide, per il privilegio di attraversare i territori persiani e commerciare con i Bizantini.<ref name="howard 2012 p133">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel'' | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=133}}</ref> Istämi rifiutò la prima richiesta, ma quando approvò una seconda ambasceria sogdiana diretta al sovrano sasanide, quest'ultimo fece avvelenare i membri della delegazione.<ref name="howard 2012 p133"/> Maniakh, un diplomatico sogdiano, convinse allora Istämi a inviare un'ambasceria direttamente a [[Costantinopoli]], capitale bizantina, che arrivò nel 568 offrendo non solo seta in dono al sovrano bizantino [[Giustino II]], ma anche proponendo un'alleanza contro la Persia sasanide. Giustino II accettò e inviò a sua volta un'ambasceria al khaganato turco, assicurando così il commercio diretto della seta desiderato dai Sogdiani.<ref name="howard 2012 p133"/><ref name="liu 2001 p168"/><ref name="dresden 1981 p9"/>
▲[[File:Tang Dynasty emissaries at the court of Varkhuman in Samarkand carrying silk and a string of silkworm cocoons, 648-651 CE, Afrasiyab murals, Samarkand.jpg|thumb|Chinese silk in Sogdia: [[Tang dynasty]] emissaries at the court of the [[Ikhshids of Sogdia|Ikhshid of Sogdia]] [[Varkhuman]] in [[Samarkand]], carrying silk and a string of silkworm cocoons, circa 655 CE, [[Afrasiab murals]], Samarkand.]]
[[File:Lions, soie polychrome sogdienne, Asie centrale.jpg|thumb|left|
Sembra, tuttavia, che il commercio diretto con i Sogdiani sia rimasto limitato, considerando la scarsa quantità di [[Monetazione romana|monete romane]] e [[Monetazione bizantina|bizantine]] trovate nei siti archeologici centroasiatici e cinesi di quest'epoca. Sebbene [[Relazioni diplomatiche sino-romane|ambascerie romane]] avessero apparentemente raggiunto la Cina Han già a partire dal 166 d.C.,<ref>{{cita libro | autore=Rafe de Crespigny | anno=2007 | titolo=A Biographical Dictionary of Later Han to the Three Kingdoms (23–220 AD) | città=Leida | editore=Koninklijke Brill | p=600 | isbn=978-90-04-15605-0}}</ref> e gli [[Civiltà romana|antichi Romani]] importassero seta cinese mentre i Cinesi della dinastia Han importavano oggetti in vetro romani (come dimostrato da ritrovamenti nelle loro tombe),<ref>{{cita libro | autore=Maria Brosius | anno=2006 | titolo=The Persians: An Introduction | città=Londra e New York | editore=Routledge | pp=122-123 | isbn=0-415-32089-5}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Jiayao An | anno=2002 | capitolo=When Glass Was Treasured in China | curatore=Annette L. Juliano e Judith A. Lerner | titolo=Silk Road Studies: Nomads, Traders, and Holy Men Along China's Silk Road, 7 | città=Turnhout | editore=Brepols Publishers | pp=79-94 | isbn=2-503-52178-9}}</ref> Valerie Hansen (2012) osserva che nessuna moneta romana del periodo della [[Repubblica romana]] (507-27 a.C.) o del [[Principato (storia romana)|Principato romano]] (27 a.C. - 330 d.C.) è stata rinvenuta in Cina.<ref name="hansen 2012 p97">{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | p=97 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref> Tuttavia, Warwick Ball (2016) ha rivisto tale concezione, indicando il ritrovamento di un tesoretto composto da sedici monete romane a [[Xi'an]], in Cina (anticamente [[Chang'an]]), risalenti ai regni di vari imperatori da [[Tiberio]] (14-37 d.C.) fino ad [[Aureliano]] (270-275 d.C.).<ref name="ball 2016 p154">{{cita libro | autore=Warwick Ball | anno=2016 | titolo=Rome in the East: Transformation of an Empire | edizione=2 | città=Londra e New York | editore=Routledge | isbn=978-0-415-72078-6 | p=154}}</ref> Le più antiche monete d'oro (''[[Solido (moneta)|solidi]]'') dell'impero romano d'Oriente ritrovate in Cina risalgono invece al regno dell'imperatore bizantino [[Teodosio II]] (r. 408-450) e, in totale, solo quarantotto di esse sono state trovate (contro circa milletrecento monete d'argento) nello [[Xinjiang]] e nel resto della Cina.<ref name="hansen 2012 p97"/> L'uso delle monete d'argento a [[Turfan]] continuò ben oltre la campagna Tang contro Karakhoja e la conquista cinese del 640, con un graduale passaggio alla monetazione cinese in bronzo nel corso del VII secolo.<ref name="hansen 2012 p97"/> Il fatto che queste monete romane orientali fossero quasi sempre rinvenute insieme a monete persiane sasanidi d'argento, e che le monete d'oro bizantine fossero utilizzate soprattutto come oggetti cerimoniali o [[Talismano|talismani]], conferma la centralità preminente dell'area della [[Grande Persia]] nel commercio cinese lungo la Via della Seta centroasiatica, rispetto all'Impero romano d'Oriente.<ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | pp=97-98 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref>
▲[[File:Lions, soie polychrome sogdienne, Asie centrale.jpg|thumb|left|A lion [[Motif (textile arts)|motif]] on Sogdian [[polychrome]] [[silk]], 8th century AD, most likely from [[Bukhara]].]]
===Sogdian traders in the Tarim Basin===
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