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La '''Sogdiana''' era un'antica [[Iranici|civiltà iranica]] situata tra i fiumi [[Amu Darya]] e [[Syr Darya]], corrispondente agli attuali [[Uzbekistan]], [[Turkmenistan]], [[Tagikistan]], [[Kazakistan]] e [[Kirghizistan]]. Fu anche una provincia dell'[[Impero achemenide]] e viene menzionata nell'[[Iscrizioni di Bisotun|iscrizione di Behistun]] di [[Dario I di Persia|Dario il Grande]]. La Sogdiana fu conquistata per la prima volta da [[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]], fondatore dell'Impero achemenide, e successivamente annessa da [[Alessandro Magno]] nel 328 a.C. Nel corso dei secoli, passò sotto il controllo di diversi imperi: l'[[Impero seleucide]], il [[Regno greco-battriano]], l'[[Impero Kusana|Impero Kushan]], l'[[Impero sasanide]], l'[[Unni bianchi|Impero eftalita]], il [[Khaganato turco occidentale]], fino alla [[conquista islamica della Transoxiana]].
Le città-stato sogdiane, pur non essendo mai politicamente unite, avevano il loro fulcro nella città di [[Samarcanda]]. La [[lingua sogdiana]], un [[Lingue iraniche orientali|idioma iranico orientale]], non è più parlata oggi, ma un suo discendente, lo [[Lingua yaghnobī|
I Sogdiani furono presenti anche nella [[Storia della Cina#La Cina imperiale|Cina imperiale]], raggiungendo posizioni di rilievo nell'esercito e nell'amministrazione durante la [[dinastia Tang]] (618-907 d.C.). I mercanti e i diplomatici sogdiani si spinsero a ovest fino all'[[Impero bizantino]], svolgendo un ruolo cruciale come intermediari nelle rotte commerciali della [[Via della Seta]]. Inizialmente praticavano religioni come lo [[zoroastrismo]], il [[manicheismo]], il [[buddhismo]] e, in misura minore, il [[Chiesa d'Oriente|cristianesimo nestoriano]]. Tuttavia, la conversione all'[[Islam]] iniziò con la [[Conquista islamica della Transoxiana|conquista musulmana della Transoxiana]] nell'VIII secolo. Entro la fine dell'[[Impero samanide]], nel 999 d.C., la conversione era quasi completa, coincidendo con il declino della lingua sogdiana, gradualmente sostituita dal [[Lingua persiana|neopersiano]].
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Durante questo periodo di dominio persiano, la metà occidentale dell'[[Anatolia|Asia Minore]] faceva parte della civiltà greca. Quando gli Achemenidi conquistarono la regione, incontrarono una persistente resistenza e frequenti rivolte. Una delle soluzioni adottate fu quella di attuare una pulizia etnica delle regioni ribelli, deportando i sopravvissuti verso aree remote dell'impero. Così, la Sogdiana finì per ospitare una significativa popolazione greca.
[[File:Sogdian Tribute Bearers on the Apadana Staircase 16 (Best Viewed Size "Large") (4689076272).jpg|thumb|300px|Un [[Rilievo (scultura)|bassorilievo]] achemenide di [[Persepoli]], risalente al V secolo a.C., mostra dei sogdiani nell'atto di offrire doni tributari al re persiano [[Dario I di Persia|Dario I]]]]
Dato che non sono stati trovati riferimenti nei documenti storici a specifici [[Satrapo|satrapi]] (cioè governatori provinciali achemenidi) della Sogdiana, la ricerca moderna ha concluso che la regione fosse amministrata dalla vicina satrapia della [[Battriana]].<ref>{{cita libro | autore=Pierre Briant | anno=2002 | titolo=From Cyrus to Alexander: a History of the Persian Empire | traduttore=Peter T. Daniels e Winona Lake | editore=Eisenbrauns | p=746 | isbn=1-57506-120-1}}</ref> I satrapi erano spesso parenti dei sovrani persiani, specialmente figli che non erano stati designati come [[Erede al trono|eredi al trono]].<ref name="simonin 2012 sogdiana"/> La Sogdiana rimase probabilmente sotto il controllo persiano fino al 400 a.C. circa, durante il regno di [[Artaserse II di Persia|Artaserse II]].<ref name="baumer 2012 p207">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | anno=2012 | titolo=The History of Central Asia: the Age of the Steppe Warriors | città=Londra, New York | editore=I.B. Tauris | p=207 | isbn=978-1-78076-060-5}}</ref> Alcune regioni ribelli dell'impero persiano approfittarono della debolezza di Artaserse II e alcune, come l'[[XXVIII dinastia egizia|Egitto]], riuscirono a recuperare la loro indipendenza. La significativa perdita di territorio centroasiatico da parte della Persia viene generalmente attribuita alla debolezza del sovrano. Tuttavia, diversamente dall'Egitto, rapidamente riconquistato dall'
Durante il periodo achemenide (550-330 a.C.), i sogdiani vissero come popolazione [[Nomadismo|nomade]] simile ai vicini [[Yuezhi]], i quali parlavano la [[lingua battriana]], una [[Lingue indoiraniche|lingua indoiranica]] strettamente imparentata con il sogdiano,<ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | editore=Oxford University Press | p=72 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref> e già praticavano il commercio via terra. Alcuni di loro, inoltre, si erano progressivamente stabiliti praticando l'agricoltura.<ref name="liu 2010 p67">{{cita libro | autore=Xinru Liu | anno=2010 | titolo=The Silk Road in World History | città=Oxford e New York | editore=Oxford University Press | p=67}}</ref> Analogamente agli Yuezhi, che inviavano doni tributari di [[giada]] agli [[Imperatore della Cina|imperatori cinesi]], i sogdiani sono ricordati nei registri persiani per aver offerto preziosi regali di [[lapislazzuli]] e [[
=== Periodo ellenistico (327-145 a.C.)===
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| sotto = '''In alto:''' testa in argilla dipinta e [[alabastro]] di un [[Mōbadh|sacerdote zoroastriano]] che indossa un caratteristico copricapo in stile [[Battriana|battriano]], Takht-i Sangin, Tagikistan, III-II secolo a.C.<br/>'''In basso:''' una [[Barbaro|rozza]] imitazione di una moneta del re [[Regno greco-battriano|greco-battriano]] [[Eutidemo I]], proveniente dalla regione della Sogdiana; la legenda sul rovescio è in scrittura [[Lingua aramaica|aramaica]].
}}
Divenuta indipendente e bellicosa, la Sogdiana rappresentò una regione di confine che isolava i Persiani Achemenidi dagli [[Sciti]] nomadi a nord e a est.<ref>{{cita libro | autore=Robin Lane Fox | anno=1986 | annooriginale=1973 | citazione=La provincia della Sogdiana era per l'Asia ciò che la Macedonia era per la Grecia: un cuscinetto tra una fragile civiltà e gli inquieti barbari oltre confine, fossero gli Sciti dei tempi di Alessandro o più tardi gli [[Unni bianchi]], i Turchi o i Mongoli che si riversavano a sud per distruggere la sottile vernice della società iraniana. | p=301 | titolo=Alexander the Great}}</ref> Inizialmente fu guidata da [[Besso (satrapo)|Besso]], il [[satrapo]] achemenide della [[Battriana]]. Dopo aver assassinato [[Dario III di Persia|Dario III]] durante la fuga dall'esercito [[Regno di Macedonia|greco macedone]],<ref>John Prevas (2004), ''Envy of the Gods: Alexander the Great's Ill-Fated Journey across Asia'', Da Capo Press, pp 60–69.</ref><ref>Independent Sogdiana: Lane Fox (1973, 1986:533) notes [[Quintus Curtius]], vi.3.9: with no satrap to rule them, they were under the command of [[Bessus]] at [[Gaugamela]], according to [[Arrian]], iii.8.3.</ref> egli divenne pretendente al trono achemenide. La [[Rocca sogdiana]], detta anche Rocca di Arimaze, una fortezza situata in Sogdiana, fu conquistata nel 327 a.C. dalle forze di [[Alessandro Magno]], il ''[[basileus]]'' della Grecia
Dopo una lunga campagna per reprimere la resistenza sogdiana e aver fondato avamposti militari presidiati da veterani macedoni, Alessandro unificò la Sogdiana con la Battriana, formando un'unica satrapia. Il nobile e condottiero sogdiano [[Spitamene]] (370-328 a.C.), alleato con tribù scite, guidò una rivolta contro le forze di Alessandro. Questa rivolta venne repressa da Alessandro e dai suoi generali [[Aminta (ufficiale di Alessandro Magno)|Aminta]], [[Cratero]] e [[Ceno (generale)|Ceno]], con l'aiuto di truppe locali battriane e sogdiane.<ref name="holt 1989 pp64-65">{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen e Colonia | editore=E. J. Brill | pp=64-65 | isbn=90-04-08612-9}}.</ref> Sconfitti i ribelli sciti e sogdiani, Spitamene sarebbe stato tradito dalla moglie stessa e decapitato.<ref>{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen e Colonia | editore=E. J. Brill | p=65 | isbn=90-04-08612-9}}.</ref> In seguito al suo matrimonio con Roxane, Alessandro incoraggiò i suoi soldati a sposare donne sogdiane per scoraggiare ulteriori ribellioni.<ref name="ahmed 2004 p61"/><ref>{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen, Colonia | editore=E. J. Brill | pp=67-68 | isbn=90-04-08612-9}}</ref> Tra queste c'era [[Apama I|Apama]], figlia del ribelle Spitamene, che sposò [[Seleuco I Nicatore]] e gli diede un figlio, [[Antioco I|erede]] al [[Impero seleucide|trono seleucide]].<ref name="magill et al 1998 p1010">{{cita libro | autore=Frank N. Magill ''et al.'' | anno=1998 | titolo=The Ancient World: Dictionary of World Biography, Volume 1 | città=Pasadena, Chicago, Londra | editore=Fitzroy Dearborn Publishers, Salem Press | p=1010 | isbn=0-89356-313-7}}</ref> Secondo lo storico romano [[Appiano di Alessandria|Appiano]], Seleuco I diede il nome di Apama a tre nuove città ellenistiche in Asia (vedi ''[[Apamea (disambigua)|Apamea]]'').<ref name="magill et al 1998 p1010"/><ref>{{1911|source=Apamea}}</ref>
La potenza militare dei sogdiani non si riprese mai del tutto. In seguito, la Sogdiana fece parte per circa un secolo del [[Ellenismo|Regno ellenistico]] [[Regno greco-battriano|greco-battriano]], uno stato separatista dell'
=== Periodo saka e kushan (146 a.C.-260 d.C.) ===
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=== Epoca sasanide (260-479 d.C.) ===
La conoscenza storica riguardo alla Sogdiana risulta piuttosto lacunosa durante il periodo dell'[[Impero partico]] (247 a.C.
=== Epoca eftalita (479-557 d.C.) ===
[[File:Sogdiana. Samarkand (Pre-Ikhshid), Hephthalite tamgha S2 on the reverse.jpg|thumb|Monetazione locale di [[Samarcanda]], Sogdiana, con il ''tamgha'' degli [[Unni bianchi|Eftaliti]] [[File:Hephthalite tamgha.jpg|15px]] sul rovescio.<ref>{{cita|Alram, 2008}}.</ref>]]
Gli [[Unni bianchi|Eftaliti]] conquistarono il territorio della Sogdiana e lo incorporarono nel loro impero intorno al 479
Gli Eftaliti potrebbero aver costruito grandi città fortificate di tipo [[Ippodamo|ippodameo]] (con mura rettangolari e una rete ortogonale di strade) in Sogdiana, come [[Buchara]] e [[Panjakent|Pendžikent]], come avevano già fatto a [[Herat]], proseguendo l'opera urbanistica iniziata dai [[Kidariti]].<ref>{{cita|de la Vaissière, 2003|pp. 128-129}}.</ref> Gli Eftaliti probabilmente governavano attraverso una confederazione di governatori o sovrani locali legati da accordi di alleanza. Uno di questi vassalli potrebbe essere stato Asbar, sovrano di Vardanzi, che coniava anche una propria moneta durante quel periodo.<ref>{{cita|Adylov e Mirzaahmedov, 2006|pp. 34-36}}</ref>
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La ricchezza proveniente dai riscatti e tributi dei Sasanidi agli Eftaliti potrebbe essere stata reinvestita in Sogdiana, il che spiegherebbe la prosperità della regione a partire da quell'epoca.<ref>{{cita|de la Vaissière, 2003|pp. 128-129}}.</ref> La Sogdiana, situata al centro di una nuova [[Via della Seta]] tra la Cina, l'Impero sasanide e l'[[Impero bizantino]], divenne estremamente prospera sotto l'élite nomade eftalita.<ref>{{cita|de la Vaissière, 2012|pp. 144-160}} «La Sogdiana, sotto la guida delle sue élite nomadi, divenne il principale centro di ricchezza agricola e demografica dell'Asia centrale».</ref> Gli Eftaliti assunsero il ruolo di principali intermediari lungo la [[Via della Seta]], succedendo in questo ai [[Impero Kusana|Kushan]], e affidarono ai mercanti sogdiani locali il commercio della seta e di altri beni di lusso tra l'Impero cinese e quello sasanide.<ref name="JAM28">{{cita libro | autore=James A. Millward | titolo=The Silk Road: A Very Short Introduction | anno=2013 | editore=Oxford University Press US | isbn=978-0-19-978286-4 | p=28 | url=https://books.google.com/books?id=M0uMBi67IngC&pg=PA28}}</ref>
A causa dell'occupazione eftalita della Sogdiana, la monetazione locale originale fu sommersa da un grande afflusso di monete sasanidi, ricevute come tributo dagli Eftaliti. Questa monetazione si diffuse poi lungo la [[Via della Seta]].<ref name="CP">{{cita pubblicazione | autore=Chengguo Pei | titolo=The Silk Road and the economy of Gaochang: evidence on the Circulation of silver coins | rivista=Silk Road | anno=2017 | volume=15 | p=57 | url=https://religiondocbox.com/74666854-Islam/Volume-contents.html}}</ref> Il simbolo degli Eftaliti compare nella monetazione residua di [[Samarcanda]], probabilmente come risultato del controllo eftalita sulla Sogdiana, e diventa prominente nella monetazione sogdiana dal 500 al 700
=== Epoca turca (557-742 d.C.) ===
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I Turchi del [[Primo Khaganato turco]] e i Sasanidi sotto [[Cosroe I]] si allearono contro gli Eftaliti e li sconfissero dopo una battaglia durata otto giorni nei pressi di [[Karshi|Karši]], la [[battaglia di Bukhara]], forse nel 557.<ref>{{cita libro | autore=Michael Maas | titolo=The Cambridge Companion to the Age of Attila | data=29 settembre 2014 | editore=Cambridge University Press | isbn=978-1-316-06085-8 | p=284 | url=https://books.google.com/books?id=e0dcBAAAQBAJ&pg=PA284}}</ref> I Turchi mantennero il controllo dell'area a nord dell'Oxo, compresa tutta la Sogdiana, mentre i Sasanidi ottennero i territori a sud del fiume. I Turchi si frammentarono nel 581, e il [[Khaganato turco occidentale]] assunse il controllo della Sogdiana.
I resti archeologici suggeriscono che i [[Popolazioni turche|Turchi]] divennero probabilmente i principali partner commerciali dei Sogdiani, come sembra indicare la tomba del mercante sogdiano An Jia.<ref name="FG141">{{cita pubblicazione | autore=Frantz Grenet e Pénélope Riboud | titolo=A Reflection of the Hephthalite Empire: The Biographical Narrative in the Reliefs of the Tomb of the Sabao Wirkak (494–579) | rivista=Bulletin of the Asia Institute | anno=2003 | volume=17 | pp=141-142 | url=https://www.podgorski.com/main/assets/documents/A_reflection_of_the_Hephtalite_empire.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220531060342/https://www.podgorski.com/main/assets/documents/A_reflection_of_the_Hephtalite_empire.pdf | urlmorto=no}}</ref> I Turchi appaiono anche numerosi nei celebri affreschi di Afrasiab a [[Samarcanda]], dove sembrano essere raffigurati mentre assistono alla ricezione del sovrano sogdiano locale Varkhuman nel VII secolo
[[File:Afrasiab West Wall.jpg|thumb|center|upright=3|Ambasciatori di varie nazioni ([[Cina]], [[Corea]], principati iranici ed eftaliti...) rendono omaggio al re Varkhuman e forse al [[khagan]] dei [[Khaganato turco occidentale|Turchi occidentali]] Shekui, sotto l'imponente presenza di ufficiali e cortigiani turchi. Affreschi di Afrasiab, [[Samarcanda]], 648-651 d.C.<ref name="CB243"/>]]
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==== Periodo omayyade (fino al 750) ====
[[Qutayba ibn Muslim]] (669-716), governatore del [[Grande Khorasan]] sotto il [[califfato omayyade]] (661-750), iniziò la conquista musulmana della Sogdiana all'inizio dell'VIII secolo, ricevendo aiuto dal sovrano locale di [[Balkh]], che si schierò dalla parte degli Omayyadi.<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=457-58}}</ref> Tuttavia, quando il suo successore al-Jarrah ibn Abdallah governò il Khorasan (717-719), molti Sogdiani autoctoni convertiti all'Islam iniziarono a ribellarsi, in quanto non più esentati dal pagamento della tassa sui non-musulmani, la ''[[jizya]]'', a causa di una nuova legge che imponeva ai convertiti la prova della [[circoncisione]] e della capacità di leggere il [[Corano]].<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref name="litvinski et al 1999 p459">{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | p=459}}</ref> Con l'aiuto dei Turchi [[Turgesh]], i Sogdiani riuscirono a espellere la guarnigione araba omayyade da Samarcanda, respingendo i tentativi omayyadi di riconquista fino all'arrivo di [[Sa'id ibn Amr al-Harashi]] (fl. 720-735). [[Gurak]], il sovrano sogdiano (''ikhshid'') di Samarcanda, che aveva precedentemente rovesciato nel 710 il sovrano filoomayyade Tarkhun, decise che la resistenza contro la vasta armata araba di al-Harashi era inutile, e convinse i suoi seguaci a sottomettersi agli Omayyadi.<ref name="litvinski et al 1999 p459"/> Divashtich (r. 706-722), sovrano sogdiano di [[Pendžikent]], guidò le sue forze verso la catena montuosa dello [[Monti Zeravshan|Zeravšan]] (vicino all'odierna Zeravšan, in Tagikistan), mentre i Sogdiani guidati da Karzanj, sovrano di Pai (odierna [[Kattakurgan]], Uzbekistan), fuggirono verso il principato di Fergana, dove il loro sovrano at-Tar (o Alutar) promise loro sicurezza e rifugio dagli Omayyadi. Tuttavia, at-Tar informò segretamente al-Harashi dei Sogdiani nascosti a [[Khujand|Chudžand]], che furono quindi massacrati dalle forze di al-Harashi dopo il loro arrivo.<ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=459-60}}</ref>
Dal 722, in seguito all'invasione musulmana, nuovi gruppi di Sogdiani, molti dei quali [[cristiani nestoriani]], emigrarono verso est, dove i Turchi erano stati più tolleranti verso la loro religione già dai tempi delle persecuzioni religiose sasanidi. Crearono in particolare colonie nell'area del [[Semirechye]], dove continuarono a prosperare fino al X secolo con l'ascesa dei [[Qarluq|Karluk]] e del [[Karakhanidi|Khanato dei Kara-Khanidi]]. Questi Sogdiani sono noti per la produzione di splendidi piatti d'argento con iconografia cristiana orientale, come il celebre ''piatto di Anikova''.<ref name="ES">{{cita libro | autore=Eleanor Sims | titolo=Peerless images: Persian painting and its sources | anno=2002 | editore=New Haven: Yale University Press | isbn=978-0-300-09038-3 | pp=293-294 | url=https://archive.org/details/peerlessimagespe0000sims/page/294/mode/1up}}</ref><ref name="SEDU">{{cita web | titolo=Anikova Plate The Sogdians | url=https://sogdians.si.edu/anikova-plate/ | sito=sogdians.si.edu}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Briton O'Daly | titolo=An Israel of the Seven Rivers | rivista=Sino-Platonic Papers | anno=2021 | pp=10-12 | url=https://sino-platonic.org/complete/spp308_Zhetysu_Karluk_Turks_Sogdians.pdf | citazione=I popoli turchi, sia indirettamente che direttamente, contribuirono a portare il cristianesimo nello [[Semireč'e|Zhetysu]] dopo che il Khaganato Göktürk conquistò la regione nel VI secolo. In seguito a quella conquista, i Sogdiani, un popolo iranico storicamente noto per la sua influenza commerciale lungo le reti della Via della Seta, colonizzarono l'area con l'incoraggiamento dei governanti turchi desiderosi di sviluppo economico. Tra questi primi coloni sogdiani vi erano probabilmente anche cristiani siriaci, e le persecuzioni religiose nell'impero sasanide spinsero anch'esse cristiani a rifugiarsi nello Zhetysu, dove i Turchi al potere offrivano una maggiore tolleranza religiosa. La regione visse uno sviluppo religioso-politico significativo quando i [[Qarluq|Turchi Karluk]] conquistarono lo Zhetysu nel 766 e poi, molto probabilmente, si convertirono al cristianesimo siriaco alla fine dell'VIII secolo.}}</ref>
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