[[Qutayba ibn Muslim]] (669-716), governatore del [[Grande Khorasan]] sotto il [[califfato omayyade]] (661-750), iniziò la conquista musulmana della Sogdiana all'inizio dell'VIII secolo, ricevendo aiuto dal sovrano locale di [[Balkh]], che si schierò dalla parte degli Omayyadi.<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=457-58}}</ref> Tuttavia, quando il suo successore al-Jarrah ibn Abdallah governò il Khorasan (717-719), molti Sogdiani autoctoni convertiti all'Islam iniziarono a ribellarsi, in quanto non più esentati dal pagamento della tassa sui non-musulmani, la ''[[jizya]]'', a causa di una nuova legge che imponeva ai convertiti la prova della [[circoncisione]] e della capacità di leggere il [[Corano]].<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref name="litvinski et al 1999 p459">{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | p=459}}</ref> Con l'aiuto dei Turchi [[Turgesh]], i Sogdiani riuscirono a espellere la guarnigione araba omayyade da Samarcanda, respingendo i tentativi omayyadi di riconquista fino all'arrivo di [[Sa'id ibn Amr al-Harashi]] (fl. 720-735). [[Gurak]], il sovrano sogdiano (''ikhshid'') di Samarcanda, che aveva precedentemente rovesciato nel 710 il sovrano filoomayyade Tarkhun, decise che la resistenza contro la vasta armata araba di al-Harashi era inutile, e convinse i suoi seguaci a sottomettersi agli Omayyadi.<ref name="litvinski et al 1999 p459"/> Divashtich (r. 706-722), sovrano sogdiano di [[Pendžikent]], guidò le sue forze verso la catena montuosa dello [[Monti Zeravshan|Zeravšan]] (vicino all'odierna Zeravšan, in Tagikistan), mentre i Sogdiani guidati da Karzanj, sovrano di Pai (odierna [[Kattakurgan]], Uzbekistan), fuggirono verso il principato di Fergana, dove il loro sovrano at-Tar (o Alutar) promise loro sicurezza e rifugio dagli Omayyadi. Tuttavia, at-Tar informò segretamente al-Harashi dei Sogdiani nascosti a [[Khujand|Chudžand]], che furono quindi massacrati dalle forze di al-Harashi dopo il loro arrivo.<ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=459-60}}</ref>
Dal 722, in seguito all'invasione musulmana, nuovi gruppi di Sogdiani, molti dei quali [[cristiani nestoriani]], emigrarono verso est, dove i Turchi erano stati più tolleranti verso la loro religione già dai tempi delle persecuzioni religiose sasanidi. Crearono in particolare colonie nell'area del [[Semirechye|Semireč'e]], dove continuarono a prosperare fino al X secolo con l'ascesa dei [[Qarluq|Karluk]] e del [[Karakhanidi|Khanato dei Kara-Khanidi]]. Questi Sogdiani sono noti per la produzione di splendidi piatti d'argento con iconografia cristiana orientale, come il celebre ''piatto di Anikova''.<ref name="ES">{{cita libro | autore=Eleanor Sims | titolo=Peerless images: Persian painting and its sources | anno=2002 | editore=New Haven: Yale University Press | isbn=978-0-300-09038-3 | pp=293-294 | url=https://archive.org/details/peerlessimagespe0000sims/page/294/mode/1up}}</ref><ref name="SEDU">{{cita web | titolo=Anikova Plate The Sogdians | url=https://sogdians.si.edu/anikova-plate/ | sito=sogdians.si.edu}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Briton O'Daly | titolo=An Israel of the Seven Rivers | rivista=Sino-Platonic Papers | anno=2021 | pp=10-12 | url=https://sino-platonic.org/complete/spp308_Zhetysu_Karluk_Turks_Sogdians.pdf | citazione=I popoli turchi, sia indirettamente che direttamente, contribuirono a portare il cristianesimo nello [[Semireč'e|Zhetysu]] dopo che il Khaganato Göktürk conquistò la regione nel VI secolo. In seguito a quella conquista, i Sogdiani, un popolo iranico storicamente noto per la sua influenza commerciale lungo le reti della Via della Seta, colonizzarono l'area con l'incoraggiamento dei governanti turchi desiderosi di sviluppo economico. Tra questi primi coloni sogdiani vi erano probabilmente anche cristiani siriaci, e le persecuzioni religiose nell'impero sasanide spinsero anch'esse cristiani a rifugiarsi nello Zhetysu, dove i Turchi al potere offrivano una maggiore tolleranza religiosa. La regione visse uno sviluppo religioso-politico significativo quando i [[Qarluq|Turchi Karluk]] conquistarono lo Zhetysu nel 766 e poi, molto probabilmente, si convertirono al cristianesimo siriaco alla fine dell'VIII secolo.}}</ref>
==== Califfato abbaside (750-819) ====
[[File:Decorated niche, 750-825 CE, Afrasiab, Samarkand.jpg|thumb|Nicchia decorata della maschea abbaside di [[Afrasiab]], Samarcanda, 750-825 d.C.<ref>{{cita libro | autore=Viola Allegranzi e Sandra Aube | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | p=181}}</ref>]]
Gli Omayyadi [[Rivoluzione abbaside|caddero]] nel 750 sotto il [[califfato abbaside]], che rapidamente affermò la propria presenza in Asia centrale dopo la vittoria nella [[battaglia del Talas]] (presso il [[Talas (fiume)|fiume Talas]], odierno Kirghizistan) nel 751 contro la dinastia cinese Tang. Questo conflitto, incidentalmente, introdusse la tecnica cinese della fabbricazione della carta nel [[mondo islamico]].<ref name="hanks 2010 p4">{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | p=4}}</ref> Le conseguenze culturali e le ramificazioni politiche di questa battaglia determinarono il ritiro dell'imperoImpero cinese dall'Asia centrale. Inoltre, consentirono l'ascesa dell'[[imperoImpero samanide]] (819-999), uno stato persiano centrato a BukharaBuchara (nell'attuale [[Uzbekistan]]), che formalmente riconosceva gli Abbasidi come sovrani supremi, pur mantenendo una notevole autonomia e portando avanti la tradizione commerciale dei Sogdiani.<ref name="hanks 2010 p4"/> Tuttavia, la [[lingua sogdiana]] cominciò gradualmente a declinare a favore del [[Lingua persiana|persiano]] dei Samanidi (antenato del moderno [[Lingua tagica|tagico]]), lingua parlata da poeti e intellettuali celebri come [[Firdusi]] (940-1020).<ref name="hanks 2010 p4"/> Anche le religioni originarie dei Sogdiani declinarono progressivamente: zoroastrismo, buddhismo, [[manicheismo]] e [[cristianesimo nestoriano]] scomparvero dalla regione entro la fine del periodo samanide.<ref name="hanks 2010 p4"/> I Samanidi furono anche responsabili della conversione delle [[popolazioni turche]] circostanti all'[[Islam]].
==== Periodo samanide (819-999) ====
I Samanidi occuparono la regione sogdiana dall'819 circa fino al 999, stabilendo inizialmente la loro capitale a [[Samarcanda]] (819-892), e successivamente a [[Bukhara|Buchara]] (892-999).
===Turkic conquests: Kara-Khanid Khanate (999–1212)===
[[File:Kara-Khanid ruler (sitting cross-legged on a throne), Afrasiab, circa 1200 CE.jpg|thumb|Dettaglio di un sovrano kara-khanide di Samarcanda (seduto a gambe incrociate su un trono nel rilievo completo ricostruito), [[Afrasiab]], [[Samarcanda]], 1200 d.C. circa<ref>{{cita libro | autore=Yury Karev | titolo=Turko-Mongol rulers, cities and city life | anno=2013 | editore=Brill | città=Leida | isbn=9789004257009 | pp=114-115 | citazione=I reperti ceramici e monetali rinvenuti nel padiglione possono essere datati non prima della seconda metà del XII secolo, e più probabilmente verso la fine di quel secolo. Questo è l'unico padiglione tra quelli scavati che era decorato con pitture, le quali non lasciano dubbi sull'identità del padrone del luogo. [...] L'intero progetto artistico mirava a esaltare la figura reale e la magnificenza della sua corte. [...] le scene principali della parete nord rappresentano il sovrano seduto a gambe incrociate su un trono (vedi Figg. 13, 14) [...] Si trattava senza dubbio di una residenza privata del sovrano qarakhanide e della sua famiglia, e non di un luogo destinato a solenni ricevimenti.}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Grenet Frantz | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | pp=221-222 | citazione=Pitture murali che ornavano [...] la residenza privata degli ultimi sovrani qarakhanidi di Samacanda (fine del XII - inizio del XIII secolo) [...] il sovrano seduto, con le gambe ripiegate sul trono, tiene una freccia, simbolo del potere (Fig. 171).}}</ref> Il rilievo fu probabilmente danneggiato nel 1212, quando lo scià [[Muhammad II di Corasmia|Muḥammad b. Tekish]] dell'[[impero corasmio]] conquistò Samarcanda.<ref>{{cita libro | autore=Yury Karev | titolo=Turko-Mongol rulers, cities and city life | anno=2013 | editore=Brill | città=Leida | isbn=9789004257009 | p=120 | citazione=Non si può escludere che questa azione fosse collegata ai drammatici eventi dell'anno 1212, quando Samarcanda fu conquistata dal khwarazmshah Muḥammad b. Tekish.}}</ref>]]
Nel 999 l'imperoImpero samanide fu conquistato da una potenza islamica turca, il [[khanatoKhanato kara-khanide]] (840-1212).<ref>{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | pp=4-5}}</ref>
A partire dal 1212, i Kara-Khanidi di Samarcanda furono conquistati dai [[Impero Corasmio|Corasmi]]. Poco dopo, tuttavia, la [[Invasione mongola della Corasmia|Corasmia fu invasa]] dal primo [[imperoImpero mongolo]], e il suo sovrano [[Gengis Khan]] distrusse le città un tempo fiorenti di BukharaBuchara e Samarcanda.<ref>{{cita libro | autore=Sophie Ibbotson e Max Lovell-Hoare | anno=2016 | titolo=Uzbekistan | edizione=2 | editore=Bradt Travel Guides Ltd | pp=12-13 | isbn=978-1-78477-017-4}}</ref> Tuttavia, nel 1370, Samarcanda vide una rinascita come capitale dell'[[imperoImpero timuride]]. Il sovrano turco-mongolo [[Tamerlano]] impose l'immigrazione forzata a Samarcanda di artigiani e intellettuali provenienti da tutta l'Asia, trasformandola non solo in un nodo commerciale, ma anche in una delle città più importanti del mondo islamico.<ref>{{cita libro | autore=Sophie Ibbotson e Max Lovell-Hoare | anno=2016 | titolo=Uzbekistan | edizione=2 | editore=Bradt Travel Guides Ltd | pp=14-15 | isbn=978-1-78477-017-4}}</ref>
== Economia e diplomazia ==
=== L'Asia centrale e la Via della Seta ===
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=Sogdian-fragment-ca. 700 AD.jpg | immagine2=Wine cup with elephant heads on ring handle, Sogdiana, probably Uzbekistan, early 7th century AD, hammered silver with mercury gilding - Freer Gallery of Art - DSC05588.JPG | sotto='''A sinistra:''' frammento di tessuto di [[seta]] [[Broccato|broccata]] sogdiana, 700 d.C. ca.<br/>'''A destra:''' coppa sogdiana in [[argento]] [[Doratura|dorato]] al [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]], VII secolo d.C.}}
La maggior parte dei mercanti non percorreva personalmente l'intera [[Via della Seta]], ma commerciava i beni attraverso intermediari stabiliti in città-oasi, come [[Khotan]] o [[Dunhuang]]. I Sogdiani, tuttavia, riuscirono a creare una rete commerciale che si estendeva per circa 2.400 chilometri dalla Sogdiana fino alla Cina. Anzi, i Sogdiani si dedicarono con tale intensità al commercio che i [[Saci|Saka]] del [[regno di Khotan]] chiamavano ''suli'' («sogdiano») ogni mercante, indipendentemente dalla cultura o dall'etnia.<ref name=wood>{{cita libro | autore=Francis Wood | anno=2002 | titolo=The Silk Road: Two Thousand Years in the Heart of Asia | url=https://archive.org/details/silkroadtwothous0000wood | editore=University of California Press | città=Berkeley, CA | pp=[https://archive.org/details/silkroadtwothous0000wood/page/65 65-68] | isbn=978-0-520-24340-8}}</ref> I Sogdiani avevano imparato l'arte del commercio dai Kushan, insieme ai quali inizialmente controllarono gli scambi nella [[valle di Fergana]] e nel [[Kangju]] agli albori della Via della Seta. Dopo il crollo dell'[[imperoImpero kushan]], divennero essi stessi i principali intermediari commerciali della regione.<ref>{{cita libro | autore=Riaz Dean | titolo=The Stone Tower: Ptolemy, the Silk Road, and a 2,000-Year-Old Riddle | editore=Penguin Viking | anno=2022 | isbn=978-0-670-09362-5 | città=Delhi | pp=94-102 | capitolo=Sogdian Traders}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de La Vaissière | titolo=Sogdian Traders: A History | editore=Brill | anno=2005 | isbn=90-04-14252-5 | città=Leida | pp=32, 84, 91 | traduttore=James Ward}}</ref>
A differenza degli imperi antichi, la regione sogdiana non fu mai un territorio racchiuso entro confini fissi, bensì una rete di [[città-stato]] che collegavano un'oasi all'altra, connettendo la Sogdiana a [[Storia dell'impero bizantino|Bisanzio]], [[Storia dell'India|India]], [[Indocina]] e [[Storia della Cina|Cina]].<ref>{{cita libro | autore=Svetlana Gorshenina e Claude Rapin | anno=2001 | titolo=De Kaboul à Samarcande: Les archéologues en Asie centrale | serie=[[Découvertes Gallimard]] | volume=411 | città=Parigi | editore=Éditions Gallimard | p=104 | capitolo=Chapitre 5: Des Kouchans à l'Islam – Les Sogdiens sur la route de la soie | lingua=fr | isbn=978-2-07-076166-1}}</ref> I contatti tra la Sogdiana e la Cina furono avviati dall'ambasceria dell'esploratore cinese [[Zhang Qian]] durante il regno dell'[[Han Wudi|imperatore Wu]] (r. 141-87 a.C.) della precedente [[dinastia Han]]. Zhang scrisse un resoconto dettagliato della sua visita alle [[Xiyu|Regioni Occidentali]] dell'Asia centrale e denominò la Sogdiana come «[[Kangju]]».<ref>{{cita libro | autore=Burton Watson | anno=1993 | titolo=Records of the Great Historian, Han Dynasty II | editore=Columbia University Press | p=234 | isbn=0-231-08167-7}}; vedi anche: {{cita libro | autore=Michael Loewe | anno=2000 | titolo=A Biographical Dictionary of the Qin, Former Han, and Xin Periods (221 BC – AD 24) | città=Leida, Boston, Colonia | editore=Koninklijke Brill NV | p=278 | isbn=90-04-10364-3}}</ref>
{{Immagine multipla | allinea=left | larghezza totale=353 | immagine1=Hommes au banquet, pigment sur plâtre, Penjikent, Tadjikistan.jpg | immagine2=Fregio rosso, palazzo di varakhsha, camera 11, pareti sud ed est (parz), VII-VIII sec, 03.JPG | sotto='''A sinistra:''' Sogdiani che banchettano, murale da [[Pendžikent]], Tagikistan, VII secolo d.C.<br/>'''A destra:''' dettaglio da un murale di [[Varahša|Varakhsha]], VI secolo d.C., raffigurante [[Elefante da guerra|cavalieri su elefanti]] in lotta con [[Panthera tigris|tigri]] e mostri}}
In seguito all'ambasceria di Zhang Qian, le relazioni commerciali cinesi con l'Asia centrale e la Sogdiana fiorirono rapidamente,<ref name="megalithic"/> con molte missioni inviate dalla Cina durante tutto il I secolo a.C. Nello ''[[Shiji]]'', pubblicato nel 94 a.C., lo storico cinese [[Sima Qian]] annotò che «la più grande di queste ambascerie verso stati stranieri comprendeva diverse centinaia di persone, mentre persino le più piccole superavano i cento membri [...] In un solo anno, venivano inviate dalle cinque o sei fino a più di dieci delegazioni».<ref>''[[Shiji]]'', traduzione di Burton Watson.</ref> Nel commercio della seta, i Sogdiani fungevano da intermediari fondamentali tra l'imperoImpero Han cinese e l'[[imperoImpero partico]] del Medio Oriente e dell'Asia occidentale.<ref name="howard 2012 p133"/> Essi continuarono ad avere un ruolo chiave nel commercio tra Cina e Asia centrale lungo la Via della Seta fino al X secolo, e la loro lingua servì da ''[[lingua franca]]'' commerciale fin dal IV secolo.<ref>{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | p=3}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=2003 | capitolo=Sogdian Language and Literature | curatore=Ehsan Yarshater | titolo=The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods | città=Cambridge | editore=Cambridge University Press | p=1219 | isbn=0-521-24699-7}}</ref>
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=The Sogdian An Jia (contoured).jpg | immagine2=ForeignMerchant at the silk road.jpg | sotto='''A sinistra:''' An Jia, mercante e ufficiale sogdiano in Cina, raffigurato sulla sua tomba (579 d.C.)<br/>'''A destra:''' [[Ceramica cinese|figurina in ceramica]] di un mercante sogdiano, Cina settentrionale, dinastia Tang, VII secolo d.C.}}
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=SogdianCoin6thCentury.JPG | immagine2=ChineseShapedSogdianCoinKelpin8thCenturyCE.jpg | sotto='''A sinistra:''' moneta sogdiana, VI secolo, [[British Museum]]<br/>'''A destra:''' meneta sogdiana con influenze cinesi, da [[Contea di Kalpin|Kelpin]], VIII secolo}}
Dopo essere stati dominati da Alessandro Magno, i Sogdiani della città di Marakanda ([[Samarcanda]]) acquisirono un ruolo preminente come mercanti itineranti, occupando una posizione strategica lungo l'antica Via della Seta.<ref>{{cita libro | autore=S. Z. Ahmed | anno=2004 | titolo=Chaghatai: the Fabulous Cities and People of the Silk Road | città=West Conshohocken | editore=Infinity Publishing | pp=61-65}}</ref> Furono attivamente coinvolti nella diffusione di fedi come il [[manicheismo]], lo [[zoroastrismo]] e il [[buddhismo]] lungo la Via della Seta. Il [[Storiografia cinese|testo cinese]] ''Sui Shu'' (''[[Libro dei Sui]]'') descrive i Sogdiani come «mercanti abili» che attiravano nella loro terra numerosi commercianti stranieri.<ref name="howard 2012 p134">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=134}}</ref> I Cinesi li consideravano mercanti nati, istruiti fin dall'infanzia all'attività commerciale. Documenti scoperti da Sir [[Aurel Stein]] ed altri indicano che già nel IV secolo essi monopolizzavano probabilmente il commercio tra India e Cina. Una lettera scritta da mercanti sogdiani, datata al 313 d.C., ritrovata in una torre di guardia in rovina nel [[Gansu]], era destinata ai mercanti di Samarcanda e li avvisava che, dopo che Liu Cong del regno Han-Zhao aveva saccheggiato [[Luoyang]] causando la fuga dell'[[Dinastia Jìn|imperatore jin]] dalla capitale, non c'era più alcuna opportunità commerciale nella zona per i mercanti indiani e sogdiani.<ref name="dresden 1981 p3"/><ref name="howard 2012 pp133-34">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | pp=133-34}}</ref> Nel 568 d.C., inoltre, una delegazione turco-sogdiana visitò l'imperatore romano a Costantinopoli per ottenere il permesso di commerciare, favorendo negli anni successivi la fioritura delle attività commerciali tra queste regioni.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=412}}</ref> Sintetizzando, i Sogdiani dominarono il commercio lungo la Via della Seta dal II secolo a.C. fino al X secolo.<ref name=wood/>
[[Suyab]] e [[Taraz|Talas]], nell'attuale [[Kirghizistan]], furono i principali centri sogdiani nel nord che dominarono le rotte carovaniere tra il VI e l'VIII secolo.<ref>{{cita libro | autore=Grégoire Frumkin | anno=1970 | titolo=Archaeology in Soviet Central Asia | città=Leida, Colonia | editore=E. J. Brill | pp=35-37}}</ref> I loro interessi commerciali erono protetti dalla rinnovata potenza militare dei [[Göktürk]], il cui impero era basato sul potere politico del clan [[Ashina]] e sull'influenza economica dei Sogdiani.<ref>{{cita libro | autore=André Wink | titolo=Al-Hind: The Making of the Indo-Islamic World | editore=Brill Academic Publishers | anno=2002 | isbn=0-391-04173-8}}</ref><ref name="Iranica">{{cita web | sito=Encyclopædia Iranica | autore=Étienne de la Vaissiere | url=http://www.iranicaonline.org/articles/sogdian-trade | titolo=Sogdian Trade | anno=2004 | accesso=4 novembre 2011}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Sören Stark | capitolo=Die Alttürkenzeit in Mittel- und Zentralasien | titolo=Archäologische und historische Studien (Nomaden und Sesshafte, vol. 6) | editore=Reichert | anno=2008 | isbn=3-89500-532-0 | lingua=de}}</ref> Il commercio sogdiano, con alcune interruzioni, proseguì fino al IX secolo. Ad esempio, cammelli, donne, ragazze, argento e oro furono sequestrati in Sogdiana durante una razzia di Qapaghan Qaghan (692-716), sovrano del [[secondo khaganato turco|Secondo Khaganato turco]].<ref>{{cita libro | autore=Jonathan Karam Skaff | anno=2012 | titolo=Sui-Tang China and Its Turko-Mongol Neighbors: Culture, Power, and Connections, 580–800 | serie=Oxford Studies in Early Empires | url=https://books.google.com/books?id=5OpoAgAAQBAJ&pg=PA245 | editore=Oxford University Press | p=245 | isbn=978-0-19-987590-0}}</ref> Nel X secolo, la Sogdiana fu incorporata nell'[[imperoImpero uiguro]], che fino all'840 comprendeva la parte settentrionale dell'Asia centrale. Questo [[khaganato]] riceveva enormi forniture di seta dalla Cina della dinastia Tang in cambio di cavalli, affidandosi ai Sogdiani per rivendere buona parte di questa seta più a occidente.<ref name="liu 2001 p169"/> Secondo Peter B. Golden, gli [[Uiguri]] non solo adottarono il [[Alfabeto sogdiano|sistema di scrittura]] e le religioni dei Sogdiani, come il manicheismo, il buddhismo e il cristianesimo, ma li considerarono anche come «mentori», sostituendoli gradualmente nel ruolo di mercanti e [[Grotte dei mille Buddha di Bezeklik|diffusori di cultura]] lungo la Via della Seta.<ref>{{cita libro | autore=Peter B. Golden | anno=2011 | titolo=Central Asia in World History | città=Oxford, New York | editore=Oxford University Press | p=47 | isbn=978-0-19-515947-9}}</ref> I geografi musulmani del X secolo fecero riferimento a documenti sogdiani risalenti al periodo 750-840. Dopo la fine dell'impero uiguro, il commercio sogdiano entrò in crisi. In seguito alla [[conquista musulmana della Transoxiana]] nell'VIII secolo, i [[Samanidi]] ripresero i traffici commerciali lungo la via nord-occidentale verso i [[Cazari]] e gli [[Urali]], e lungo quella nord-orientale verso le vicine tribù turche.<ref name="Iranica"/>
Durante il V e il VI secolo, molti Sogdiani si stabilirono nel [[Corridoio di Hexi]], in Cina, mantenendo l'autonomia amministrativa e avendo un funzionario ufficiale chiamato ''Sabaosabao'', il che indica la loro importanza nella struttura socioeconomica cinese. L'influenza sogdiana sul commercio cinese è evidente anche in un documento cinese che elenca le tasse pagate sulle carovane commerciali nella regione di [[Turfan]], mostrando che ventinove delle trentacinque transazioni commerciali coinvolgevano mercanti sogdiani, e in tredici casi sia l'acquirente sia il venditore erano sogdiani.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=416}}</ref> Le merci portate in Cina includevano [[uva]], [[Medicago sativa|erba medica]] e [[Impero sasanide|argenteria sasanide]], oltre a contenitori di vetro, corallo mediterraneo, immagini buddhiste in ottone, stoffe di lana romana e [[Via dell'ambra|ambra baltica]]. Questi beni erano scambiati con carta, rame e seta cinese.<ref name=wood/> Nel VII secolo, il pellegrino buddhista cinese [[Xuanzang]] annotò con approvazione che i bambini sogdiani venivano istruiti a leggere e scrivere fin dall'età di cinque anni, sebbene le loro capacità venissero poi indirizzate al commercio, fatto che deluse lo studioso Xuanzang. Egli registrò inoltre che i Sogdiani svolgevano altri mestieri quali agricoltori, tessitori di tappeti, vetrai e intagliatori di legno.<ref>{{cita|Wood, 2002|p. 66}}.</ref>
=== Commercio e diplomazia con l'impero bizantino ===
[[File:Tang Dynasty emissaries at the court of Varkhuman in Samarkand carrying silk and a string of silkworm cocoons, 648-651 CE, Afrasiyab murals, Samarkand.jpg|thumb|Seta cinese in Sogdiana: emissari della [[dinastia Tang]] alla corte di Varkhuman, ikhshid della Sogdiana, a [[Samarcanda]], portano seta filata e bozzoli di bachi da seta, 655 d.C. ca., affreschi di Afrasiab, Samarcanda.]]
Poco dopo il [[Introduzione delle uova di baco da seta nell'Impero bizantino|contrabbando di uova di baco da seta nell'imperoImpero bizantino]] dalla Cina da parte di monaci [[cristiani nestoriani]], lo storico bizantino del VI secolo [[Menandro Protettore]] riferisce come i Sogdiani avessero tentato di stabilire un commercio diretto della [[seta]] cinese con l'[[imperoImpero bizantino]]. Dopo aver stretto alleanza con il sovrano sasanide [[Cosroe I]] per sconfiggere l'imperoImpero eftalita, [[Istämi]], il sovrano [[Göktürkgöktürk]] del [[primoPrimo khaganatoKhaganato turco]], fu avvicinato da mercanti sogdiani che richiedevano il permesso di ottenere un'udienza con il re dei re sasanide, per il privilegio di attraversare i territori persiani e commerciare con i Bizantini.<ref name="howard 2012 p133">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel'' | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=133}}</ref> Istämi rifiutò la prima richiesta, ma quando approvò una seconda ambasceria sogdiana diretta al sovrano sasanide, quest'ultimo fece avvelenare i membri della delegazione.<ref name="howard 2012 p133"/> Maniakh, un diplomatico sogdiano, convinse allora Istämi a inviare un'ambasceria direttamente a [[Costantinopoli]], capitale bizantina, che arrivò nel 568 offrendo non solo seta in dono al sovrano bizantino [[Giustino II]], ma anche proponendo un'alleanza contro la Persia sasanide. Giustino II accettò e inviò a sua volta un'ambasceria al khaganatoKhaganato turco, assicurando così il commercio diretto della seta desiderato dai Sogdiani.<ref name="howard 2012 p133"/><ref name="liu 2001 p168"/><ref name="dresden 1981 p9"/>
[[File:Lions, soie polychrome sogdienne, Asie centrale.jpg|thumb|left|Motivo di un leone su [[seta]] [[Policromia|policroma]] sogdiana, VIII secolo d.C., probabilmente da [[Bukhara]]]]
Sembra, tuttavia, che il commercio diretto con i Sogdiani sia rimasto limitato, considerando la scarsa quantità di [[Monetazione romana|monete romane]] e [[Monetazione bizantina|bizantine]] trovate nei siti archeologici centroasiatici e cinesi di quest'epoca. Sebbene [[Relazioni diplomatiche sino-romane|ambascerie romane]] avessero apparentemente raggiunto la Cina Han già a partire dal 166 d.C.,<ref>{{cita libro | autore=Rafe de Crespigny | anno=2007 | titolo=A Biographical Dictionary of Later Han to the Three Kingdoms (23–220 AD) | città=Leida | editore=Koninklijke Brill | p=600 | isbn=978-90-04-15605-0}}</ref> e gli [[Civiltà romana|antichi Romani]] importassero seta cinese mentre i Cinesi della dinastia Han importavano oggetti in vetro romani (come dimostrato da ritrovamenti nelle loro tombe),<ref>{{cita libro | autore=Maria Brosius | anno=2006 | titolo=The Persians: An Introduction | città=Londra e New York | editore=Routledge | pp=122-123 | isbn=0-415-32089-5}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Jiayao An | anno=2002 | capitolo=When Glass Was Treasured in China | curatore=Annette L. Juliano e Judith A. Lerner | titolo=Silk Road Studies: Nomads, Traders, and Holy Men Along China's Silk Road, 7 | città=Turnhout | editore=Brepols Publishers | pp=79-94 | isbn=2-503-52178-9}}</ref> Valerie Hansen (2012) osserva che nessuna moneta romana del periodo della [[Repubblica romana]] (507-27 a.C.) o del [[Principato (storia romana)|Principato romano]] (27 a.C. - 330 d.C.) è stata rinvenuta in Cina.<ref name="hansen 2012 p97">{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | p=97 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref> Tuttavia, Warwick Ball (2016) ha rivisto tale concezione, indicando il ritrovamento di un tesoretto composto da sedici monete romane a [[Xi'an]], in Cina (anticamente [[Chang'an]]), risalenti ai regni di vari imperatori da [[Tiberio]] (14-37 d.C.) fino ad [[Aureliano]] (270-275 d.C.).<ref name="ball 2016 p154">{{cita libro | autore=Warwick Ball | anno=2016 | titolo=Rome in the East: Transformation of an Empire | edizione=2 | città=Londra e New York | editore=Routledge | isbn=978-0-415-72078-6 | p=154}}</ref> Le più antiche monete d'oro (''[[Solido (moneta)|solidi]]'') dell'imperoImpero romano d'Oriente ritrovate in Cina risalgono invece al regno dell'imperatore bizantino [[Teodosio II]] (r. 408-450) e, in totale, solo quarantotto di esse sono state trovate (contro circa milletrecento monete d'argento) nello [[Xinjiang]] e nel resto della Cina.<ref name="hansen 2012 p97"/> L'uso delle monete d'argento a [[Turfan]] continuò ben oltre la campagna Tang contro Karakhoja e la conquista cinese del 640, con un graduale passaggio alla monetazione cinese in bronzo nel corso del VII secolo.<ref name="hansen 2012 p97"/> Il fatto che queste monete romane orientali fossero quasi sempre rinvenute insieme a monete persiane sasanidi d'argento, e che le monete d'oro bizantine fossero utilizzate soprattutto come oggetti cerimoniali o [[Talismano|talismani]], conferma la centralità preminente dell'area della [[Grande Persia]] nel commercio cinese lungo la Via della Seta centroasiatica, rispetto all'Impero romano d'Oriente.<ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | pp=97-98 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref>
=== Mercanti sogdiani nel Bacino del Tarim ===
Oltre ai Sogdiani dell'Asia centrale che operarono come intermediari lungo la Via della Seta, molti altri Sogdiani si stabilirono permanentemente in Cina per diverse generazioni. Numerosi Sogdiani risiedevano a [[Luoyang]], capitale della [[Dinastia Jìn|dinastia Jin]] (266-420), ma furono costretti a fuggire in seguito al crollo della dinastia Jin nel nord della Cina nel 311 e all'ascesa delle tribù nomadi settentrionali.<ref name="howard 2012 pp133-34"/>
Nel 1907, [[Aurel Stein]] scoprì cinque lettere scritte in Sogdiano, note come «Lettere antiche», in una torre di guardia abbandonata nei pressi di Dunhuang. Una di queste lettere fu scritta da una donna sogdiana di nome Miwnay, madre di una bambina chiamata Shayn, indirizzata a sua madre Chatis in Sogdiana. Miwnay e sua figlia erano state abbandonate in Cina dal marito Nanai-dhat, anch'egli sogdiano. Dopo averle costrette a seguirlo fino a Dunhuang, Nanai-dhat le lasciò sole, sostenendo che avrebbero dovuto mettersi al servizio deglidei Han cinesiCinesi. Miwnay cercò aiuto da un parente di suo marito, Artivan, e poi da un altro sogdiano, Farnkhund, ma entrambi le abbandonarono a loro volta. Miwnay e sua figlia Shayn furono così costrette a diventare servitrici di famiglie cinesi dopo aver vissuto di carità da parte di un sacerdote. Miwnay maledisse il marito sogdiano per averla abbandonata, dichiarando che avrebbe preferito sposare un maiale o un cane.<ref>{{cita web | url=https://depts.washington.edu/silkroad/texts/sogdlet.html | titolo=The Sogdian Ancient Letters 1, 2, 3, and 5 | traduttore=Nicholas Sims-Williams | sito=Silk Road Seattle – University of Washington}}</ref><ref>{{cita web | url=https://www.historyofinformation.com/detail.php?id=5032 | titolo=Aurel Stein Discovers the Sogdian "Ancient Letters" 313 CE to 314 CE | autore=Jeremy Norman | sito=History of Information}}</ref><ref>{{cita libro | capitolo=Sogdian Ancient Letter No. 3 | curatore=Susan Whitfield | titolo=The Silk Road: Trade, Travel, War and Faith | anno=2004 | p=248}}</ref><ref>{{cita web | url=https://sogdians.si.edu/ancient-letters/ | titolo=Ancient Letters | sito=The Sogdians – Influencers on the Silk Roads | editore=Freer Gallery of Art and Arthur M. Sackler Gallery, Smithsonian Institution}}</ref><ref>{{cita web | url=https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/869 | titolo=Sogdian Ancient Letter III: Letter to Nanaidhat | autore=Kimon Keramidas | sito=NYU | editore=Telling the Sogdian Story: A Freer/Sackler Digital Exhibition Project | accesso=19 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231019174747/https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/869 | urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web | url=http://ringmar.net/irhistorynew/index.php/welcome/introduction-4/from-temujin-to-genghis-khan/5-2-a-nomadic-state/5-3-how-to-conquer-the-world/5-4-dividing-it-all-up/sogdian-letters/ | titolo=Sogdian letters | sito=ringmar.net | data=5 marzo 2021 | editore=History of International Relations}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de la Vaissière | anno=2005 | titolo=Sogdian Traders: A History | url=https://brill.com/downloadpdf/book/9789047406990/BP000005.xml | serie=Handbook of Oriental Studies. Section 8 Uralic & Central Asian Studies | volume=10 | editore=Brill | capitolo=Chapter Two About the Ancient Letters | pp=43-70 | isbn=978-90-47-40699-0 | doi=10.1163/9789047406990_005}}</ref><ref>{{cita libro | url=https://brill.com/display/book/9789047406990/BP000005.xml | doi=10.1163/9789047406990_005 | capitolo=About the Ancient Letters | titolo=Sogdian Traders | anno=2005 | pp=43-70 | editore=Brill | isbn=9789047406990 | autore=Étienne de la Vaissière}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Vladimir A. Livšic | curatore=Andrei Orlov e Basil Lourie| anno=2009 | titolo=Symbola Caelestis: Le symbolisme liturgique et paraliturgique dans le monde chrétien | url=https://brill.com/downloadpdf/journals/scri/5/1/article-p344_21.xml | città=Piscataway | editore=Gorgias Press | capitolo=Sogdian "Ancient Letters" (II, IV, V) | pp=344-352 | isbn=9781463222543}}</ref> Un'altra lettera della stessa collezione fu scritta dal sogdiano Nanai-vandak, indirizzata ai suoi connazionali rimasti a Samarcanda, in cui li informava di una rivolta di massa degli Xiongnu contro i dominatori Hancinesi della dinastia Jin occidentale. Egli riferì ai suoi compatrioti che tutti i membri della diaspora sogdiana e indiana nella capitale cinese della dinastia Jin occidentale, Luoyang, erano morti di fame a causa della rivolta degli Xiongnu, in precedenza sottomessi agliai HanCinesi. L'imperatore cinese Han aveva abbandonato Luoyang quando questa venne assediata dai ribelli Xiongnu e il suo palazzo fu incendiato. Nanai-vandak aggiunse anche che la città di Ye era ormai distrutta, e che la ribellione degli Xiongnu aveva avuto conseguenze disastrose per la diaspora sogdiana in Cina.<ref>{{cita web | titolo=Ancient Letters | sito=Encyclopædia Iranica | data=15 dicembre 1985 | autore=N. Sims-Williams | pp=7-9 | volume=II | url=https://www.iranicaonline.org/articles/ancient-letters}}</ref><ref>{{cita web | url=https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/851 | titolo=Sodgian Ancient Letter II | auore=Kimon Keramidas | sito=NYU | editore=Telling the Sogdian Story: A Freer/Sackler Digital Exhibition Project | accesso=19 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230925174224/https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/851 | urlmorto=sì}}</ref> Era inoltre frequente che uomini cinesi Han comprassero ragazze sogdiane come schiavischiave a scopi sessuali.<ref>{{cita libro | curatore=Eric Trombert, Étienne de la Vaissière | autore=Valerie Hansen | anno=2005 | titolo=Les sogdiens en Chine | url=https://books.google.com/books?id=O44MAQAAMAAJ&q=Chinese+male+master+and+a+Sogdian+female+slave. | capitolo=The Impact of the Silk Road Trade on a Local Community: The Turfan Oasis, 500–800 | editore=École française d'Extrême-Orient | pp=295-300 | isbn=9782855396538}}</ref>
[[File:Yingpan man (detail).jpg|thumb|upright|left|L'uomo di Yingpan, [[Xinjiang]], Cina, IV-V secolo. potrebbe essere stato un mercante sogdiano.<ref name="RFG">{{cita libro | autore=Sarah Cheang, Erica de Greef e Yoko Takagi | titolo=Rethinking Fashion Globalization | data=15 luglio 2021 | editore=Bloomsbury Publishing | isbn=978-1-350-18130-4 | p=101 | url=https://books.google.com/books?id=MostEAAAQBAJ&pg=PT101}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Tingting Wang, Benjamin T. Fuller, Hongen Jiang, Wenying Li, Dong Wei e Yaowu Hu | titolo=Revealing lost secrets about Yingpan Man and the Silk Road | rivista=Scientific Reports | data=13 gennaio 2022 | volume=12 | numero=1 | pp=669 | doi=10.1038/s41598-021-04383-5 | pmid=35027587 | pmc=8758759 | bibcode=2022NatSR..12..669W | issn=2045-2322}}</ref>]]
Tuttavia, alcuni Sogdiani continuarono a vivere nel Gansu.<ref name="howard 2012 pp133-34"/> Una comunità sogdiana rimase nella capitale della dinastia Liang settentrionaleSettentrionale, [[Wuwei]], ma quando i Liang Settentrionali vennero sconfitti dai [[Wei Settentrionali]] nel 439, molti Sogdiani furono forzatamente trasferiti nella capitale dei Wei Settentrionali, [[Datong]], favorendo così scambi e commercio nella nuova dinastia.<ref>{{cita libro | autore=Xiao Li | titolo=Studies on the History and Culture Along the Continental Silk Road | data=10 settembre 2020 | editore=Springer Nature | isbn=978-981-15-7602-7 | p=11 | url=https://books.google.com/books?id=DW78DwAAQBAJ&pg=PA11 | citazione=È evidente che, quando i Wei Settentrionali sconfissero i Liang Settentrionali e ne conquistarono la capitale (439), catturarono un gran numero di mercanti sogdiani che vivevano a Wuwei e li reinsediarono a Pingcheng (l'attuale Datong), capitale dei Wei Settentrionali.}}</ref> Numerosi [[:Commons:Category:Central Asian objects of Northern Wei tombs|oggetti di origine centroasiatica]] sono stati rinvenuti nelle tombe dei Wei settentrionaliSettentrionali, come ad esempio nella tomba di Feng Hetu.<ref>{{cita libro | autore=James C. Y. Watt | titolo=China: Dawn of a Golden Age, 200–750 AD | anno=2004 | editore=Metropolitan Museum of Art | isbn=978-1-58839-126-1 | pp=148-160 | url=https://books.google.com/books?id=JbdS-R3y72MC&pg=PA148}}</ref>
Altri Sogdiani giunsero dall'Occidente e ricoprirono incarichi nella società cinese. Il ''[[Storia delle dinastie settentrionali|Bei Shi]]''<ref>Capitolo 92, p. 3047.</ref> descrive un sogdiano giunto da Anxi (Sogdiana occidentale o [[Partia]]) in Cina, diventato un ''sabao'' (薩保, termine dal [[Lingua sanscrita|sanscrito]] ''sarthavaha'', ovvero «capo carovana»),<ref name="liu 2001 p168">{{cita libro | autore=Xinru Liu | capitolo=The Silk Road: Overland Trade and Cultural Interactions in Eurasia | titolo=Agricultural and Pastoral Societies in Ancient and Classical History | curatore=Michael Adas | città=Filadelfia | editore=Temple University Press | anno=2001 | p=168}}</ref> che risiedeva a Jiuquan durante il periodo dei [[Wei Settentrionali]] (386-535), e fu antenato di An Tugen, un uomo che, da semplice mercante, raggiunse l'alto grado di ministro durante la [[dinastia Qi Settentrionale]] (550-577).<ref name="howard 2012 p134"/><ref>{{cita web | autore=Étienne de la Vaissière | titolo=CHINESE-IRANIAN RELATIONS xiii. Eastern Iranian Migrations to China | url=https://iranicaonline.org/articles/chinese-iranian-xiii | sito=iranicaonline.org}}</ref> Valerie Hansen sostiene che in quel periodo, estendendosi fino alla [[dinastia Tang]] (618-907), i Sogdiani «divennero il gruppo non-cinese più influente residente in Cina». Due diversi tipi di Sogdiani arrivarono in Cina: ambasciatori e mercanti. Gli ambasciatori sogdiani si stabilirono definitivamente, sposarono donne cinesi, acquistarono terre, e i nuoviloro arrivatifigli si insediarono permanentemente invece di tornare nella loro terra natale in Sogdiana.<ref name="howard 2012 p134"/> Erano concentrati soprattutto intorno a Luoyang e Chang'an, ma anche a [[Xiangyang]], nell'attuale provincia dell'[[Hubei]], e costruivano [[Tempio del Fuoco|templi]] [[zoroastriani]] per servire le loro comunità una volta che esse raggiungevano la soglia di circa 100 famiglie.<ref name="howard 2012 p134"/> Dalla dinastia Qi Settentrionale fino al periodo Tang, i leader di queste comunità, chiamati ''sabao'', vennero integrati nella gerarchia ufficiale statale cinese.<ref name="howard 2012 p134"/>
Tra il VI e il VII secolo, le famiglie sogdiane residenti in Cina costruirono tombe di rilievo con [[Epitaffio|epitaffi]] funerari che illustravano la storia delle loro illustri famiglie. Le loro pratiche funerarie fondevano elementi cinesi, come i letti funerari intagliati, con sensibilità zoroastriane, come quella di separare il corpo dalla terra e dall'acqua.<ref>{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | pp=134-35}}</ref> Le tombe sogdiane in Cina figurano tra le più sontuose del periodo, inferiori soltanto a quelle imperiali, suggerendo così che i ''sabao'' sogdiani fossero tra i membri più ricchi della società.<ref name="FG">{{cita libro | autore=Frantz Grenet | titolo=Histoire et cultures de l'Asie centrale préislamique | anno=2020 | editore=Collège de France | città=Parigi | isbn=978-2-7226-0516-9 | url=https://journals.openedition.org/annuaire-cdf/pdf/15896 | p=320 | citazione=Si tratta delle decorazioni funerarie più ricche di quell'epoca, seconde solo a quelle della famiglia imperiale; è probabile che i ''sabao'' fossero tra gli elementi più facoltosi della popolazione.}}</ref>
[[File:Huteng dancer.jpg|thumb|Danzatrice [[Lingua sogdiana|sogdiana]] ''huteng'', [[:Commons:Category:Pagoda of Xiuding Temple|pagoda del tempio Xiuding]], [[Anyang]], [[Hunan]], Cina, [[dinastia Tang]], VII secolo.]]
Oltre al ruolo di mercanti, monaci e funzionari governativi, i Sogdiani prestarono servizio anche come soldati nell'esercito Tang.<ref name="howard 2012 p135">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=135}}</ref> [[An Lushan]], figlio di padre sogdiano e madre göktürk, ascese fino alla carica fdidi governatore militare (''jiedushi'') nel nord-est della Cina, prima di scatenare la [[ribellione di An Lushan]] (755-763), che divise profondamente le lealtà dei Sogdiani residenti in Cina.<ref name="howard 2012 p135"/> La ribellione fu appoggiata da numerosi Sogdiani e, una volta sconfitta, molti furono massacrati o cambiarono il proprio cognome per nascondere le origini sogdiane, facendo sì che da quel momento si sappia ben poco della presenza sogdiana nella Cina settentrionale.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=417}}</ref> Il generale ribelle Gao Juren, di origine [[Goguryeogoguryeo]] (Corea), ordinò un massacro di massa dei Sogdiani (definiti «Hu dell'Asia occidentale») a Fanyang (nota oggi come [[Jicheng (Pechino)|Jicheng]], l'attuale Pechino), nella regione di Youzhou, identificandoli dai loro «grandi nasi», e utilizzò delle lance per impalare i loro bambini durante la sua rivolta contro l'imperatore ribelle degli Yan, Shi Chaoyi, e [[Ribellione di An Lushan#La rivolta|contro le forze della dinastia Yan guidate dal comandante turco Ashina Chengqing]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=Valerie Hansen | anno=2003 | titolo=New Work on the Sogdians, the Most Important Traders on the Silk Road, A.D. 500–1000 | jstor=4528925 | rivista=T'oung Pao | volume=89 | numero=1/3 | p=158 | doi=10.1163/156853203322691347}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | titolo=The Silk Road: A New History | anno=2015 | editore=Oxford University Press | isbn=978-0-19-021842-3 | pp=157-158 | url=https://books.google.com/books?id=FDdRDAAAQBAJ&pg=PA157 | capitolo=Chapter 5 – The Cosmopolitan Terminus of the Silk Road}}</ref> I Sogdiani furono massacrati a Youzhou nel 761. Youzhou comprendeva anche Linzhou, una prefettura «protetta», dove i Sogdiani risiedevano in gran numero.<ref>{{cita tesi | autore=Kenneth T. Morrow | data=maggio 2019 | titolo=Negotiating Belonging: The Church of the East's Contested Identity in Tang China | editore=The University of Texas at Dallas | url=https://utd-ir.tdl.org/bitstream/handle/10735.1/6946/ETD-5608-017-MORROW-260204.19.pdf | pp=110, 111}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de la Vaissière | anno=2018 | titolo=Sogdian Traders: A History | serie=Handbook of Oriental Studies. Section 8 Uralic & Central Asian Studies | url=https://books.google.com/books?id=cqWODwAAQBAJ&pg=PA220 | editore=Brill | p=220 | isbn=978-90-474-0699-0}}</ref> Gao Juren, così come il generale ribelle Tian Shengong, intendeva defezionare 69lk0 wanted to defect to the Tang dynasty and wanted them to publicly recognize and acknowledge him as a regional warlord and offered the slaughter of the Central Asian Hu "barbarians" as a blood sacrifice for the Tang court to acknowledge his allegiance without him giving up territory. according to the book, "History of An Lushan" (安祿山史記).<ref>{{cite thesis |last= Chamney|first=Lee |date= |title=The An Shi Rebellion and Rejection of the Other in Tang China, 618–763 |type= A thesis submitted to the Faculty of Graduate Studies and Research in partial fulfillment of the requirements for the degree of Master of Arts Department of History and Classics|chapter= |publisher=University of Alberta Libraries |docket= |oclc= |pages=93, 94|citeseerx=10.1.1.978.1069 }}</ref><ref>History of An Lushan (An Lushan Shiji 安祿山史記) "唐鞠仁今城中殺胡者重賞﹐於是羯胡盡殪﹐小兒擲於中空以戈_之。高鼻類胡而濫死者甚眾"</ref> Another source says the slaughter of the Hu barbarians serving Ashina Chengqing was done by Gao Juren in Fanyang in order to deprive him of his support base, since the Tiele, Tongluo, Sogdians and Turks were all Hu and supported the Turk Ashina Chengqing against the Mohe, Xi, Khitan and Goguryeo origin soldiers led by Gao Juren. Gao Juren was later killed by Li Huaixian, who was loyal to Shi Chaoyi.<ref>[https://www.163.com/dy/article/F4S4NUB7052384UI.html "成德军的诞生:为什么说成德军继承了安史集团的主要遗产" in 时拾史事 2020-02-08]</ref><ref>[https://books.google.com/books?id=AdjzDwAAQBAJ&q=%E8%93%9F%E9%97%A8%E5%86%85%E4%B9%B1&pg=PT423 李碧妍, 《危机与重构:唐帝国及其地方诸侯》2015-08-01]</ref> A massacre of foreign Arab and Persian Muslim merchants by former Yan rebel general [[Tian Shengong]] happened during the An Lushan rebellion in the [[Yangzhou massacre (760)]],<ref>{{cite book |last1=Wan |first1=Lei |year=2017 |title=The earliest Muslim communities in China |series=Qiraat No. 8 (February – March 2017) |publisher=King Faisal Center For Research and Islamic Studies |isbn=978-603-8206-39-3 |page=11 |url=https://www.kfcris.com/pdf/6b438689cf0f36eb4ce727e76d747c3d5af140055feaf.pdf |archive-url=https://web.archive.org/web/20220210005920/https://www.kfcris.com/pdf/6b438689cf0f36eb4ce727e76d747c3d5af140055feaf.pdf |archive-date=10 February 2022 |url-status=live}}</ref>{{sfn|Qi|2010|p=221-227}} since Tian Shengong was defecting to the Tang dynasty and wanted them to publicly recognized and acknowledge him, and the Tang court portrayed the war as between rebel hu barbarians of the Yan against Han Chinese of the Tang dynasty, Tian Shengong slaughtered foreigners as a blood sacrifice to prove he was loyal to the Han Chinese Tang dynasty state and for them to recognize him as a regional warlord without him giving up territory, and he killed other foreign Hu barbarian ethnicities as well whose ethnic groups were not specified, not only Arabs and Persians since it was directed against all foreigners.<ref>{{cite thesis |last= Chamney|first=Lee |date= |title=The An Shi Rebellion and Rejection of the Other in Tang China, 618–763 |type= A thesis submitted to the Faculty of Graduate Studies and Research in partial fulfillment of the requirements for the degree of Master of Arts Department of History and Classics|chapter= |publisher=University of Alberta Libraries |docket= |oclc= |url= https://era.library.ualberta.ca/items/d0d042f4-42df-407d-add7-567543d720a1/view/ef1dbd57-a18a-4436-97a6-a6084c17a8d9/Lee-20Chamney-20Thesis-20final-20draft.pdf |archive-url=https://web.archive.org/web/20200218121905/https://era.library.ualberta.ca/items/d0d042f4-42df-407d-add7-567543d720a1/view/ef1dbd57-a18a-4436-97a6-a6084c17a8d9/Lee-20Chamney-20Thesis-20final-20draft.pdf |archive-date=18 February 2020 |url-status=live|pages=91, 92, 93|access-date=}}</ref><ref>[[Old Tang History]] "至揚州,大掠百姓商人資產,郡內比屋發掘略遍,商胡波斯被殺者數千人" "商胡大食, 波斯等商旅死者數千人波斯等商旅死者數千人."</ref>
Sogdians continued as active traders in China following the defeat of the rebellion, but many of them were compelled to hide their ethnic identity. A prominent case was An Chongzhang, Minister of War, and Duke of Liang who, in 756, asked [[Emperor Suzong of Tang]] to allow him to change his name to [[Li Baoyu]] because of his shame in sharing [[An (surname)|the same surname]] with the rebel leader.<ref name="howard 2012 p135" /> This change of surnames was enacted retroactively for all of his family members, so that his ancestors would also be bestowed the [[Li (surname)|surname Li]].<ref name="howard 2012 p135" />
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