Mario Giaccone: differenze tra le versioni
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Ha sempre affrontato le corse in modo combattivo e spericolato, rimediando numerose cadute e fratture<ref name=LaStampa20141029 />. Nel 1967 il giornalista Gino Sala lo descrisse combattivo e aggressivo<ref name=Sala19670902 />.
Nei primi tempi correva impetuosamente, guidato soprattutto dall'istinto e dal temperamento impulsivo, giocando ogni volta il tutto e per tutto, giungendo sovente esausto al finale e mancando quindi della necessaria convinzione in volata. Col tempo, tuttavia, maturò un approccio più ragionato alle competizioni: essendosi affermato come corridore e sottoposto di conseguenza a marcamenti più stretti, iniziò a pianificare lo svolgimento delle gare e il relativo dispendio di energie<ref name=LAzione19701205 /><ref name=LAzione19680610 />.
Relativamente al [[doping]] ha espresso un'opinione netta: chi ne fa uso merita la [[squalifica]] a vita<ref name=LaStampa20141029 />.
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