Umberto Agnelli: differenze tra le versioni

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Dal 1970 al 1976 fu amministratore delegato della [[FIAT]], per poi cedere il testimone a [[Cesare Romiti]] e diventare vicepresidente fino al 1993. Negli [[Anni 1980|anni Ottanta]], assunse anche la presidenza di Fiat Auto, contribuendo alla strategia di espansione internazionale.<ref>{{Cita web|url=https://www.referenceforbusiness.com/biography/A-E/Agnelli-Umberto-1934-2004.html|titolo=Umberto Agnelli - Biography|editore=Reference for Business|accesso=27 agosto 2025}}</ref>
 
Alla morte del fratello Gianni, il 24 gennaio 2003, Umberto Agnelli assunse la presidenza della FIAT. Fu ufficialmente nominato il 28 febbraio 2003, in un momento critico per l'azienda, caratterizzato da un debito superiore ai quattro miliardi di euro e dal calo dei titoli azionari.<ref name="Corriere della Sera - Umberto Agnelli: la vita, lo sport, la politica">{{Cita web|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/05_Maggio/28/agnelli_vita.shtml|titolo=Umberto Agnelli: la vita, lo sport, la politica|editore=Corriere della Sera|data=28 maggio 2004|accesso=27 agosto 2025}}</ref> Scelse di concentrare le risorse sul comparto automobilistico, affidando la gestione operativa a [[Giuseppe Morchio]]. Determinante fu il suo contributo per l’arrivo in FIAT di [[Sergio Marchionne]], il quale prima comeassunse la carica di consigliere d’amministrazione e poi comequella di amministratore delegato dopoa laseguito della morte didello stesso Umberto Agnelli.<ref>{{Cita|Mazzuca e Mazzuca|pp. 261-262}}</ref>
 
=== Gli ultimi anni e la morte ===