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===Le fortificazioni===
{{vedi anche|Sistema difensivo di Verona}}
===Logistica e apparati militari===
==Aspetti
A causa della sua importanza strategica, Verona, divenne così una fondamentale ''piazza'' fortificata. Questo comportò sulla popolazioe civile il dover sottostare alla cosidettà ''servitù militare''. Questo comportava svariati aspetti che incidevano sulla vita di ogni giorno e sull'economia della zona. In particolare vigevano le seguenti restrizioni:
* Divieti per i civili di avvicinarsi alle struttura militari e transitare su particolari strade
* Severe regolamentazioni sulle costruzioni civili
* Restrinzioni alle attività agricole, in particolare vigeva il divieto di piantere alberi ad alto fusto nelle zone di tiro della [[artiglieria]] ed in particolare nella zona della 'spianata'', campo di esercitazione e di manovra. Le [[Vitis|viti]] non potevano superare il [[metro]] e venti [[centimetro|centimetri]] da terra.
* Permessi per costruzioni industriali, in determinate zone, venivano concessi soltanto con l'obbligo del proprietario di poter smantellare la struttura in meno di 24 ore, se ne fosse stato necessario. Le uniche costruzioni permesse furono così praticamente delle baracche di [[legno]] di natura temporanea.
Queste restrinzioni pesarono non poco sull'economia della città, ed in particolare sullo sviluppo [[urbanistica|urbano]] e [[industria|industriale]] date le precarie strutture che si potevano edificare.
Ad aggravare ciò non mancarono [[imposta|imposte]] aggiuntive per il mantenimento della [[guarnigione]] e numerosi espropri per requisire terre ove costruire fortezze.
Tutto ciò andò ad aggravarsi sempre di più, man mano che la città e dintorni andava fortificandosi. Se prima del [[1848]] il dominio austriaco non comportava grossi sacrifici alla popolazione, da quell'anno fino al 1866 i divieti e gli obblighi di servitù andarono ad aumentare quasi giornalmente e le tasse radoppiarono.
L'aspetto economicamente positivo di questa occupazione, fu che l'impeto nella costruzioni delle grandiose fortificazioni, portò ad una elevata richiesta di manodopera e di servizi associati. La disoccupazione fu praticamente azzerata fino a farne soffrire addirittura l'agricoltura che si ritrovò con pochi lavoratori in quanto la maggior parte dei braccianti si era spostata verso i [[cantiere|cantieri]] militari. Non mancarono ampi guadagni per alcuni commercianti e costruttori che riuscirono ad aggiudicarsi appalti con l'esercito occupante, ma sostanzialmente la città visse un periodo di stagnazione del suo naturale sviluppo.
Popolazione locale di Verona e militari austriaci non legarono mai particolarmente. Furono poche le famiglie veronesi che offrirono ospitalità agli [[ufficiale|ufficiali]] e i soldati della guarnigione, benchè presenti in ogni luogo della città, non furono mai en visti. Questo sentimento fu reciproco e anche gli austriaci limitarono i contatti con gli autoctoni allo stretto necessario, frequentado luoghi tacitamente riservati a loro.
Nonostante questo clima, nella città, non si verificarono mai particolari tumulti o manifestazioni contro l'occupazione. Va ricordato lo sbeffeggio all' imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] e alla principessa [[Elisabetta di Baviera|Elisabetta]] in visita alla città nel [[1857]], quando fu lanciato un pupazzo allusivo da un arcovolo dell'[[Arena di Verona|arena]].
C'è da dire che le numerose sentenze del tribunale militare e la cospicua presenza della polizia austriaca, sconsigliava qualsiasi manifestazione o atto di ribellione; le punizioni sarebbero stare durissime.
Un esempio eclatante della netta separazione tra veronesi e austriaci è che quest'ultimi edificarono anche dei propri cimiteri separati da quelli degli abitanti. Il cimitero austriaco destinato ai soldati deceduti in servizio a Verona era situato nei dintorni di [[Forte San Procolo]], mentre per gli ufficiali era stata predisposta un'ala vicino al cimitero monumentale, dove ora vengono inumate le salme dei bambini. Qui ad esempio possiamo trovare ancora la tomba di [[Franz von Scholl]], abile ingegnere che diresse le costruzioni delle prime fortificazioni della città.
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