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Nel Duecento la struttura urbanistica della città era simile a quella di altre città venete. Al centro dell'insediamento più antico – vicino a dove si presume fosse il Foro romano – il Palatium vetus, prima sede del Comune nella seconda metà del XII secolo, il Salone dei Quattrocento sostenuto da archivolti sotto il quale passava l'antico cardo maximus e dove si riuniva il Consiglio di Credenza e, più ad est, il Palazzo del Podestà, affiancato a nord dalla Torre dei Bissari e a sud da quella del Tormento, rappresentavano la sede del potere pubblico.
Al mancato riconoscimento delle sue prerogative, Federico II ordinò, il giorno di Ognissanti, l'assalto della città da parte delle sue truppe, che la saccheggiarono e incendiarono i palazzi comunali e molte case-torri, risparmiando solo gli edifici religiosi.Castello san pietro – palazzo territorio –
===Seconda cinta: mura scaligere di Borgo San Pietro===
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Il borgo orientale già densamente abitato, al di là del Bacchiglione, fu racchiuso dal nuovo tratto in cui si aprivano le porte di S. Lucia, di Padova e di Camarzo - posta alla fine di contrà S. Pietro e successivamente chiusa[46] – e consentivano l'accesso alle strade provenienti rispettivamente da Treviso, Padova e Casale per confluire al ponte (ora degli Angeli), dall'epoca romana unico passaggio disponibile per valicare il fiume.
A ovest, invece, la nuova cinta si inserì nella struttura fortificata di Porta Castello per dirigersi verso nord, creare l'avamposto della Rocchetta, aprirsi nelle porte Nuova e S. Croce, per poi seguire il corso del Bacchiglione e innestarsi nuovamente nei pressi del ponte Pusterla. Il nuovo tratto racchiudeva così un'area non ancora abitata che, per volontà di Antonio della Scala, fu dotata di un tracciato viario ad assi ortogonali, con isolati regolari di notevoli dimensioni. La costruzione delle mura, che comportò alcune modifiche al percorso del Bacchiglione e della roggia Seriola per diventare i fossati di completamento, rispettò l'integrità della vecchia cinta. Questo fatto mantenne integra l'identità del nucleo storico cittadino, al punto che le nuove inclusioni furono ancora sempre chiamati, dagli storici locali come nel linguaggio corrente, i borghi della città.
[[File:Mure Santa Lucia-1.jpg|thumb|Vicenza - Mura scaligere est - Santa Kucia]]
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