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[[File:AnnaClemente.jpg|thumb|right|140px|Anna Clemente]]
[[File:MarchesedeCurtis.jpg|thumb|right|140px|Giuseppe De Curtis]]
Totò nasce il 15 febbraio [[1898]] nel [[rione Sanità]], un quartiere considerato il centro della “guapperia” napoletana, al civico 109 di [[via Santa Maria Antesaecula]], frutto di una relazione clandestina tra sua madre, Anna Clemente, col [[marchese]] Giuseppe De Curtis.<ref>{{cita|Liliana De Curtis, Totò a prescindere|Pag. 29. Quando si conoscono hanno 33 anni il De Curtis e 16 anni la Clemente, la stessa differenza d'età che intercorrerà tra Totò e la sua prima moglie.}}</ref> Non riconosciuto dal padre, che intende mantenere segreto il legame per evitare uno scandalo, viene registrato all'anagrafe come Antonio Vincenzo Stefano Clemente, figlio di Anna e di [[Nomen nescio|N.N.]]. Solitario e di indole malinconica cresce in condizioni estremamente disagiate, con la madre che pensa più all'amante che al figlio, affidatoed quasiaffidato perennemente allaa sua nonna Teresa. MentreIl suapadre, madreche sipure godeha iqualche principeschioccasione regaliper delvederlo Dedi Curtispersona, infatti,ricopre ildi giovaneregali Totòcostosi vivel'amante nellama miseria,non consi pasticura frugaliminimamente edel abiti ricavati dalle gonnefiglio, che Anna,vive ila cuisua gustiinfanzia sonoin vistosi, ha decisocondizioni di smettere.estrema Suo padrepovertà, checon lapasti copre di regali, non si cura del figliofrugali e nonabiti provvedericavati nemmenodalle aivistose suoigonne bisognidismesse essenziali.da <ref>{{cita|Liliana De Curtis, Totò a prescindere|PagAnna. 30,31.}}</ref>
 
Ricco di fantasia fin da bambino dimostra una precoce vocazione artistica. Le sue prime recite avvengono in casa, paludato negli abiti della madre trasformati in improvvisati costumi di scena, sorridendo di se stesso davanti allo specchio. Se non è da escludersi che i travestimenti fossero un inconscia voglia di avere accanto sua madre, è indubbio che al piccolo Totò recitare piace davvero e lo fa a danno dello studio, tanto che giunto in quarta elementare viene retrocesso in terza per scarso profitto. I suoi spettacoli casalinghi, che hanno sua nonna come unico spettatore, riempono i vuoti affettivi, sfogano una vocazione artistica che emerge prepotente, ma servono soprattutto al bambino per dimenticare la povertà autocompiacendosi.
 
== Teatrografia ==