Utente:Mr-Shadow/sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 72:
Riunitosi alla famiglia Totò, nuovamente contro la volontà dei genitori, ottiene un ingaggio come straordinario - cioè un elemento da utilizzare occasionalmente e senza nessun compenso - nella compagnia dell'impresario Umberto Capece. E' una compagine caratterizzata da attori di bassa qualità e per di più negligenti, che lavora in un baraccone di legno sistemato a piazza Risorgimento, pomposamente chiamato "Salone Sant'Elena", dove si varia lo spettacolo ogni giorno e si prova solo due ore prima di andare in scena. Si rappresenta di tutto, dai copioni impegnati alle macchiette napoletane, ma sulla base di un canovaccio che gli attori riempono con lazzi e improvvisazioni. Per recarsi al lavoro, perennemente a corto di soldi, è costretto a farsi a piedi ogni giorno la strada tra la stazione Termini e la zona delle mura vaticane. La fatica quotidiana lo spinge a chiedere a Capece qualche moneta per poter almeno usare il tram, ma l'impresario gliele nega e lo licenzia su due piedi. Dopo una breve esperienza nella compagnia di Francesco De Marco, che si esibisce al teatro Diocleziano e che dura solo due settimane per l'antipatia di un primo attore che teme di essere scalzato, rimane del tutto disoccupato.
 
Sfiduciato e depresso continua a coltivare i suoi sogni frequentando abitualmente i Caffé Canavera di piazza San Silvestro e Vesuvio di piazza San Claudio, dove si ritrovano soprattutto gli attori senza lavoro. Nonostante si trovi nel suo ambiente la mancanza di un ingaggio e il pessimismo per il futuro aggravano la sua depressione. Secondo alcuni biografi tenta addirittura il suicidio con l'[[etere]], sventato da sua madre che, trovatolo disteso sul letto incosciente, lo rianima mettendogli la testa sotto il rubinetto. {{cita|Caldiron|Pag. 9 Questo gesto estremo è anche dettato da un attricetta calabrese che si esibisce in un numero esotico spacciandosi per indiana. Totò l'ha piantata in asso dopo che nella sua camera, prossimi ad abbandonarsi ad un rapporto, la giovane si fa avvolgere da un pitone terrorizzando il giovane attore. Per vendicarsi ha sparso la diceria che Totò è impotente arrecandogli una grave offesa, dato che le donne sono la seconda grande passione della sua vita dopo il teatro.}}
 
{{doppia immagine verticale|right|Teatro Iovinelli (esterno).jpg|Giuseppe-Jovinelli.JPG|220|Il [[Teatro Ambra Jovinelli]]|L'impresario [[Giuseppe Jovinelli]], il primo a credere nel talento comico di Totò}}