Competenza sociale: differenze tra le versioni

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== L'origine della competenza sociale ==
 
L'acquisizione delle competenze sociali ha inizio nei primi anni di vita attraverso il legame di attaccamento alla madre ed è collegata alla capacità di gestione ed espressione delle proprie emozioni. Questo collegamento, accettato dagli psicologi dell'età evolutiva, è stato documentato per la prima volta nei [[Pan paniscus|bonobo]]. I '''bonobo''' sono primati non umani solitamente chiamati "scimpanzé nano"; è stato dimostrato, attraverso una ricerca sul campo, che in questi primati vi è un collegamento tra le competenze emotive relative all'infanzia e il comportamento sociale.
 
La connessione tra competenze emotive e competenze sociali si struttura durante il '''periodo dello sviluppo''': già nella prima infanzia i bambini con una migliore regolazione emotiva mostrano un minor grado di stress in risposta al pianto di altri bambini. Una volta formata, questa connessione resta anche nell'età adulta: chi possiede una maggiore regolazione emotiva dimostra anche una maggiore empatia verso gli altri, che a sua volta si manifesta con un comportamento di cura e accudimento.
È stato dimostrato che i più inclini a rispondere alla sofferenza psicologica di altri individui offrendo consolazione erano i ''cuccioli'' di bonobo con più competenze emotive e sociali. Questo comportamento era meno frequente nei bonobo ''adottati'' dal centro di recupero e molto più rilevante negli esemplari ''allevati'' dalle proprie madri. Anche nei primati non umani è stata quindi dimostrata la forte correlazione tra competenza emotiva e competenza sociale, come anche l'importanza di un buon legame con la madre per lo sviluppo di queste competenze.<ref>I bonobo e lo sviluppo della competenza sociale di Le Scienze, edizione italiana di Scientific American [http://www.lescienze.it/news/2013/10/17/news/bonobo_competenza_sociale_emotiva-1851316/]</ref>
 
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== Valutare la competenza sociale ==
Quando il ricercatore è in procinto di analizzare la competenza sociale dei bambini durante l'interazione con i coetanei deve definire precisamente il suo disegno di ricerca e le '''variabili''' che vuole governare; il costrutto presenta infatti grande variabilità secondo la ''durata'' delle interazioni, la ''tonalità'' delle stesse (positiva/negativa/neutra), il ''setting'' (casa/scuola), le ''caratteristiche'' degli interlocutori (maschi/femmine), l'''età'' degli interlocutori e il ''livello di analisi'' (macro/micro).
Le informazioni possono essere rilevate attraverso '''fonti''', quali ad esempio le figure vicine al bambino (genitori, nonni,...) e la disponibilità di contesti differenti. I genitori sono capaci di catturare al meglio soltanto alcune caratteristiche dei figli, infatti l'attendibilità dei dati che raccolgono è minata dal loro coinvolgimento emotivo. La valutazione può risentire anche di norme e valori della cultura di appartenenza. Per l'osservatore esterno il rischio è quello di maggiore compimento nella valutazione.
 
'''Metodi''' di osservazione: l'''osservazione diretta'' delle interazioni tra pari consente di ottenere una valutazione scrupolosa ed esauriente dei comportamenti interessati e della loro variabilità.
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Osservando le interazioni tra i bambini, il valutatore, perseguendo i propri obiettivi, può prestare attenzione al singolo, ad una diade, al gruppo.
L'osservatore deve decidere qual è il '''soggetto''' che intende osservare e in base a questo si può parlare di:
* ''focal sampling'': l'attenzione è su un soggetto target individuato in un primo momento; si rilevano i comportamenti interessati manifestati da quel specifico bambino durante l'osservazione. Tale scelta permette un'analisi dettagliata dei comportamenti, ma richiede tempi molto lunghi in presenza di gruppi numerosi.
* ''scan sampling'': l'attenzione qui è su tutti i bambini presenti nella situazione osservata, mediante una rilevazione veloce dei comportamenti frequenti, in base alla loro presenza o assenza, non alle loro caratteristiche;
* ''rilevazione per eventi'': l'attenzione è sul bambino che manifesta il comportamento che si sta studiando; è indicata per la rilevazione di comportamenti con frequenza irregolare.
 
Quando si vuole avere una visione più articolata delle relazioni tra i bambini che interagiscono, occorre focalizzarsi sull'osservazione di una '''diade''' o di un '''gruppo''': il ricercatore rileva comportamenti del soggetto target considerando che i bambini interagendo si influenzano e questa interazione è flusso continuo di risposte (analisi individuale). Vengono utilizzate delle categorie che codificano comportamenti della diade considerandoli simultaneamente, ottenendo indicazioni sul contributo di ciascun bambino e cogliendo aspetti globali dell'interazione stessa (livello interattivo).
 
== Strumenti per la valutazione ==