Uranami: differenze tra le versioni

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=== 1944 e l'affondamento ===
Il 3 gennaio 1944 lo ''Uranami'', di nuovo in efficienza, partì assieme all'incrociatore leggero {{nave||Kuma|incrociatore|2}}, che fece scalo a Mergui e [[Penang]] per l'approdo di truppe; l'11 l'incrociatore fu però vittima di un [[sommergibile]] nemico e lo ''Uranami'' trasse in salvo i superstiti, che scesero quattro giorni dopo a Singapore. Il 30 e 31 gennaio lo ''Uranami'' prestò assistenza al ''Kinu'', che stava trainando l'incrociatore leggero {{nave||Kitakami|incrociatore|2}}, a sua volta colpito da un battello avversario. Rimase quindi ormeggiato a Singapore, in manutenzione, per buona parte del mese di febbraio. Il 27 salpò e scortò sino all'Oceano Indiano gli incrociatori ''Aoba'', {{nave||ChikumaTone|incrociatore 19381937|2}} e ''Kinu''{{nave||Chikuma|incrociatore 1938|2}}, attendendoli presso l'isola di Bangka sino al 16 marzo: si riunì loro a [[Giacarta|Batavia]] ed entro il 25 tutte le unità rientrarono a Singapore. Il 2 aprile partì assieme al ''Kinu'' e giunse l'8 a Davao, dove prese in consegna un convoglio diretto alle isole Palau: il viaggio fu inframmezzato da una tappa a [[Saipan]], dove il 15 aprile il comandante Tanaka cedette il posto al capitano di corvetta Masuhide Sako, e i trasporti giunsero a destinazione il 26 aprile. Lo stesso giorno lo ''Uranami'' ripartì a difesa del ''Kinu'', che fece sbarcare truppe sull'isola di [[Hatohobei|Tokobe]] prima di fare rotta per [[Tarakan]]: le due unità toccarono il porto il 1º maggio. Dal 5 maggio il cacciatorpediniere fu impegnato nella scorta di alcuni convogli di petroliere che da Tarakan facevano rotta sino alle isole Palau, passando per l'ancoraggio di [[Provincia di Tawi-Tawi|Tawi Tawi]]; il 31 lasciò l'arcipelago e diresse a tutta forza su Davao (raggiunta il giorno seguente) per partecipare all'[[operazione Kon]], il tentativo di rifornire la guarnigione dell'isola di [[Biak]] sotto attacco: le sortite del 2 e dell'8 giugno, però, fallirono a causa della troppo intensa sorveglianza statunitense. Portatosi l'11 a [[Bacan|Batjan]], lo ''Uranami'' salpò il 14 di scorta allo ''Aoba'' e al ''Kinu'', che giunsero il 2 luglio a Singapore; qui rimase ormeggiato per il mese successivo e fu revisionato.<ref name=combinedfleet.com/> Furono poi aggiunti otto impianti singoli di cannoni Type 96 contraerei e un numero imprecisato di mitragliatrici pesanti Type 93, comunque non superiore a sei.<ref name=kgbudge.com/>
 
Tornato operativo il 4 agosto, dal 7 all'11 accompagnò il ''Kinu'' in una missione trasporto truppe sino a Manila, dove a sua volta caricò truppe che depositò il 16 a [[Cebu]]; tre giorni dopo lasciò urgentemente il porto per recare soccorso all'incrociatore leggero {{nave||Natori|incrociatore|2}}, colpito da un sommergibile, ma non riuscì a ritrovarlo e il 21 tornò a Cebu. Il 24 partì e rientrò a Singapore, da dove condusse pattugliamenti e servizio di scorta dalla fine del mese.<ref name=combinedfleet.com/> Periodicamente controllato, sembra che lo ''Uranami'' fu dotato di almeno un [[radar]] Type 13 per l'individuazione di bersagli aerei.<ref name=kgbudge.com/> Il 21 ottobre salpò assieme agli incrociatori gregari e si fermò il 23 a Manila; il giorno successivo la rada fu bersaglio di un'intensa incursione di apparecchi imbarcati statunitensi e lo ''Uranami'', mancato di misura da alcune bombe, fu mitragliato più volte: si ebbero quattro morti, nove feriti e alcune deformazioni alla carena che non permisero di superare i 28 nodi. La sera stessa lo ''Uranami'' e il ''Kinu'' presero a bordo alcuni reparti di fanteria e partirono per [[Mindanao]], dove si unì a diversi trasporti militari prima di navigare sino a [[Ormoc]] sull'isola di [[Leyte (isola)|Leyte]]. Il 26 ottobre, al largo delle coste dell'isola di [[Panay]], il gruppo giapponese fu individuato e attaccato da velivoli americani, lanciati dal Task Group 77.4; lo ''Uranami'' fu presto centrato da due bombe e vari razzi, affondando 70 miglia a nord-nord-est della città di [[Iloilo]] ({{coord|11|50|N|123|0|E}}) con 103 morti, tra i quali figurava il comandante Sako. I 94 naufraghi, così come quelli del ''Kinu'', furono tratti in salvo dai trasporti.<ref name=combinedfleet.com/>