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Nel 1602 fu fondato per questi motivi il Pio Monte della Misericordia, che trovò in un primo momento la sua sede in una chiesa costruita da [[Giovan Giacomo di Conforto]] a pochi metri dalla scala che conduceva alla navata destra del [[Cattedrale di Napoli|Duomo]], e che dal 1658 al 1678 fu riorganizzato in uno complesso più grande grazie anche all'acquisto di costruzioni limitrofi, in quanto quello precedente divenne insufficiente per le cresciute esigenze dell'ente. Lavorò al nuovo progetto l'architetto [[Francesco Antonio Picchiatti]],touring219 col quale l'edificio assumerà l'aspetto che ancora oggi ha.
Il complesso fu sottoposto a restauri nel 1763 e
==Attività istituzionali==
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===Interno===
A pianta ottagonale con alta cupola e ornata da sette cappelle, anch'essa è opera del Picchiatti e richiama con le tele custodite al suo interno il tema delle sette [[opere di misericordia]] corporali.
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*''[[Liberazione di San Pietro (Caracciolo)|Liberazione di san Pietro]]'' di [[Battistello Caracciolo]] (1615)
*''[[Cristo e l'adultera (Giordano)|Cristo e l'adultera]]'' di [[Luca Giordano]] (1660 ca)
== Quadreria ==
Dal portale a sinistra del portico
==Quadreria==
▲Dal portale a sinistra del portico del palazzo, si accede salendo al primo piano alla quadreria del Pio Monte di Misericordia, considerata una delle più importanti raccolte private italiane aperte al pubblico.
=== Storia e descrizione ===
Gli ambienti della quadreria espongono altresì importanti documenti dell'archivio storico del complesso, fra i quali vi sono una copia dell'atto costitutivo del [[1602]], il documento di approvazione della prima capitolazione del re [[Filippo III di Spagna|Filippo III]] firmato del Viceré [[Giovanni Alfonso Pimentel de Herrera]] del [[1604]] e la copia ''Breve di [[Papa Paolo V]] del [[1605]] con il quale veniva concesso l'avallo alla costituzione del Pio Monte.▼
La collezione di pitture è formata per gran parte da dipinti dei secoli XVI e XVII, frutto di donazioni fatte a beneficio del Pio Monte, tra cui spicca
Nelle sale sono conservati anche paramenti sacri dei secoli XVII e XVIII ed il tavolo a sette lati usato per le riunioni dei governatori dell'ente.▼
Altri documenti importanti sono i contratti stipulati con gli autori che hanno eseguito le tele per l'istituto. Vi è uno firmato dal [[Caravaggio]] con il quale si impegnava a eseguire le ''[[Sette opere di Misericordia]]'' dietro compenso di 470 ducati<ref>Renato Mazzoli, ''Caravaggio: un genio in fuga'', 2010</ref>. Un altro è quello di [[Luca Giordano]] che, in cambio di 200 ducati, eseguì la ''[[Deposizione di Cristo (Luca Giordano)|Deposizione di Cristo]]''<ref>''Luca Giordano'', Editrice Electa, 2001</ref>. Ancora, vi è quello della ''[[Liberazione di San Pietro (Caracciolo)|Liberazione di san Pietro]]'' del [[Battistello Caracciolo]], il quale, ottenne in cambio un compenso di 100 ducati.<ref>''Pio Monte della Misericordia'', Editrice Electa 2006</ref>▼
▲Gli ambienti della quadreria espongono
Infine vi è il testamento del [[Francesco De Mura|De Mura]] che rilascia all'ente in eredità tutti i suoi dipinti, a patto che gli stessi venissero venduti con lo scopo di utilizzare i guadagni per fini benefici. I suddetti dipinti vennero effettivamente venduti ed alcuni di questi (oggi in quadreria) furono ricomprati dagli stessi associati del Pio Monte.▼
▲Altri documenti importanti sono i contratti stipulati con gli autori che hanno eseguito le tele per l'istituto. Vi è uno firmato dal [[Caravaggio]] con il quale si impegnava a eseguire le ''[[Sette opere di Misericordia]]'' dietro compenso di 470 ducati<ref>Renato Mazzoli, ''Caravaggio: un genio in fuga'', 2010</ref>. Un altro è quello di [[Luca Giordano]] che, in cambio di 200 ducati, eseguì la ''[[Deposizione di Cristo (Luca Giordano)|Deposizione di Cristo]]''<ref>''Luca Giordano'', Editrice Electa, 2001</ref>. Ancora, vi è quello della ''[[Liberazione di San Pietro (Caracciolo)|Liberazione di san Pietro]]'' del [[Battistello Caracciolo]], il quale, ottenne in cambio un compenso di 100 ducati.<ref>''Pio Monte della Misericordia'', Editrice Electa 2006</ref>
▲La collezione di pitture è formata per gran parte da dipinti dei secoli XVI e XVII, frutto di donazioni fatte a beneficio del Pio Monte, tra cui spicca senz'altro la cospicua collezione lasciata dal pittore [[Francesco De Mura]]. Originariamente ([[1782]]) il maestro donò in eredità all'istituzione 180 dipinti, in parte venduti secondo il suo volere per far fronte alle opere assistenziali; di questa collezione, oggi restano in quadreria 43 dipinti. Altro importante nucleo di opere d'arte riguarda la donazione proveniente dal patrimonio della nobildonna Maria Sofia Capece Galeota, avvenuta nel [[1933]].
▲Infine vi è il testamento del [[Francesco De Mura|De Mura]] che rilascia all'ente in eredità tutti i suoi dipinti, a patto che gli stessi venissero venduti con lo scopo di utilizzare i guadagni per fini benefici. I suddetti dipinti vennero effettivamente venduti ed alcuni di questi (oggi in quadreria) furono ricomprati dagli stessi associati del Pio Monte.
▲Nelle sale sono conservati anche paramenti sacri dei secoli XVII e XVIII ed il tavolo a sette lati usato per le riunioni dei governatori dell'ente.
Di seguito l'elenco completo dei dipinti presenti nella quadreria divisi per le sale che la compongono.
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