Curinga: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Età Neolitica: inserimento nota
Riga 5:
|Bandiera=Comune Curinga gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Curinga antico stemma università.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
Riga 83:
 
=== Età Classica ===
[[File:Curinga terina calabria colonne tempio greco dioscuri castore polluce magna grecia.jpg|miniatura|Curinga. Colonne del tempio di Castore e Polluce conservate nel giardino di Villa Cefaly ad Acconia]]
L'intero territorio curinghese fa parte del regno mitologico che [[Omero]] nell'Odissea descrisse come ''[[Feaci|"Terra dei Feaci"]]. Armin Wolf, docente di Storia medievale presso l'università di Heidelberg e ricercatore presso il Max Planck Institute di Francoforte, sostiene che Ulisse, prima del suo imbarco per ritornare a Itaca, abbia attraversato via terra l'Istmo calabrese di Sant'Eufemia (Cz) e ritiene che la terra dei Feaci sia da identificare con l'attuale territorio ricompreso tra il Golfo di Sant'Eufemia e quello di Squillace.''
 
Riga 105 ⟶ 106:
 
=== Periodo Angioino - Aragonese ===
[[File:Curinga acquedotto medievale normanno trappeto.jpg|miniatura|Curinga. Aquedotto medievale utilizzato per convogliare acqua nei trappeti dove si lavorava la canna da zucchero.]]
Con la caduta di [[Manfredi di Sicilia|re Manfredi]], gli Angioni si insediarono nel territorio. Nel 1269 Lacconia venne concessa a Giordano Sanfelice mentre il cenobio di San Nicola in Calavrici divenne base operativa e osservatorio di Gillotto Santoliceto nel suo tentativo di impadronirsi di Rocca [[Niceforo II Foca|Nicefora]] (Rocca Angitola), tentativo riuscito nel 1278. Ai Santoliceto, uomini di fiducia di [[Carlo I d'Angiò|Carlo I]], verranno riconosciuti i diritti su Lacconia, Curinga e Calavrici, oltre che su Maida ed il resto del feudo. Furono anni bui per la popolazione del luogo, costretta a subire prepotenze e angherie di ogni genere da parte dei nuovi signori. Durante il dominio angioino, i monasteri, che tanto si erano adoperati per il rifiorire della piana, versano in uno stato di abbandono. La popolazione insorge nel 1283 ([[Vespri siciliani|Guerra del Vespro]]), aggravando ulteriormente la situazione economica, politica, sociale e religiosa già al collasso a causa del fiscalismo degli Angioini, delle incursioni saracene e dalle truppe assoldate dalle parti in lizza. Il monastero di San Nicola viene devastato e, abbandonato dai monaci, non verrà più riedificato<ref>{{Cita libro|autore=AAVV / Sebastiano Augruso, Palma De Vita, Pietro Monteleone, Giovambattista Calvieri|titolo=Geografie Verticali|anno=2001|editore=Qualecultura / Jaca Book|città=Vibo Valentia|p=|pp=237 - 238|ISBN=}}</ref>. Nel 1331, morta l'ultima dei Santoliceto, la civitas di Lacconia con sede [[Protopapa|protopapale]] ed il casale di Curinga passano prima a [[Goffredo Marzano]] e nel 1409 alla potente famiglia [[Caracciolo]].