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Così sulla famiglie nobili filotedesche ebbe maggior presa la [[Luteranesimo|confessione luterana]], mentre la borghesia cittadina fu più sensibile al [[calvinismo]] [[Zwinglianesimo|zwingliano]]. Per un certo tempo però queste due componenti si ritrovarono assieme, partecipando a compagnie - o accademie private - che si riunivano spesso in [[casa Pigafetta]] o nella [[Villa Trissino (Cricoli)|villa dei Trissino a Cricoli]]<ref>{{Cita|Stella, 1988| p. 204}}</ref>. Più volte venne segnalato a Venezia e a Roma che le adesioni al protestantesimo erano in continua crescita - si parlava di centinaia di aderenti - durante l'episcopato di [[Niccolò Ridolfi]], peraltro sempre assente dalla città.
Fra le varie congregazioni che si erano venute a formare alla fine degli anni venti, una delle più importanti fu quella guidata da Giulio Thiene nel 1530. Essa riuniva Giulio Trissino, Davide Loschi, Giulio Capra, Federico Valmarana, Piero e Pasqualin Tornieri, Giovanni Battista Tinto¬re, Antonio da Finale, Paolo Gorgo e molti altri. La stessa era in collegamento con i Da Porto e riuniva non solo nobili, ma pure commercianti, tintori, ''taiacalce'', ''caligher'', lavoratori del cuoio. Di tutti questi si raccontava che «sono luterani el se ne parla pubblicamente per la terra, che non vanno a ressa, né si confessano, né si comunicano (...)"<ref>{{Cita|Dalla Pozza, 2017|pp. 29-30}}</ref>
Le congregazioni si espansero a partire dal 1535; nel 1548 la diffusione era tale che, dal processo contro di lui, il Colombina dichiarò: "ognuno dei capi deli altri riunisce circa sessanta persone, le quali leggono i salmi, la Bibbia, discutono sul purgatorio e la grazia. I più preparati nell'interpretazione dell'Evangelo crearono altre congregazioni aprendole non solo ai zentilhomini quanto et poveri hominii"<ref>{{Cita|Olivieri, 1992|p. 297}}</ref>.
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