Debba: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Medioevo ed età moderna: aggiunta testo e nota
Riga 49:
Il territorio, in parte pianeggiante e coltivato prevalentemente a cereali e canapa, in parte collinare e ricoperto da frutteti, olivi, viti e castagni, rispecchiava la tipica economia rurale della regione. Nel Cinquecento esisteva sul lato destro del fiume un mulino azionato da quattro ruote, affittato a un certo "Bastian de Deba, molinaro"; altri atti notarili parlano di case, terreni arativi, orti e molini della zona<ref>Archivio di Stato di Vicenza, ''Registro dell'estimo n. 16'', Balanzon Barbaran n. 25, anno 1544, citato daGaldino Pendin in {{cita|Debba, 1992|pp. 20-21}}</ref>.
 
Agli inizi del Cinquecento la famiglia Squarzi, che possedeva buona parte della zona, cedette le sue proprietà alla famiglia Mora, che a sua volta le cedette al veneziano Marc'Antonio Bonrizzo; suo figlio Alessandro, proprietario di centinaia di campi coltivati sui quali, sorgevano case coloniche, e anche le quattro ruote idrauliche di Debba, dopo la richiesta dei barcaioli di Vicenza al governo di Venezia finanziò nel 1583 la costruzione della conca di navigazione, di cui divenne proprietario esclusivo<ref>{{cita|Porte di Debba, 2018|ppp. 32, 73-84}}</ref>.
 
Il nome Debba viene citato dal viaggiatore e letterato [[Filippo Pigafetta]] nella sua ''Descrizione del territorio e del contado di Vicenza'' (1602-1603): "''… la valle di Fimon, co'l suo lago et la Fontega lo stagno della Fontega, accomunanti l'acque loro nella Debeta … più oltre stà Deba, con molini et ponti sul tragitto del Bachiglione …''"<ref>{{cita|Porte di Debba, 2018|p. 24}}</ref>.