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=== Età contemporanea ===
==== La chiusura dei conventi. L'impoverimento e il degrado del quartiere ====
Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 e le campagne napoleoniche che ebbero ripercussioni negative sulla città e sul territorio,
Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 e le campagne napoleoniche che ebbero ripercussioni negative sulla città e sul territorio, vi fu un lento ma progressivo declino dell'economia cittadina, determinato soprattutto dalla diminuzione, e poi dalla scomparsa, del lavoro e quindi del tessuto sociale collegati alla produzione della seta. A differenza di quanto avvenne nell'[[Alto Vicentino]], la gravissima crisi investì particolarmente il capoluogo dove, in seguito all'introduzione del telaio meccanico, ne risentirono quelli che erano stati fino ad allora i fiorenti [[seta|setifici]], i cui imprenditori non seppero far fronte alle nuove esigenze del mercato internazionale e persero i mercati<ref>Adriana Chemello, Giovanni Luigi Fontana, Renato Zironda e Il giornale di Ottavia Negri Velo, a cura di Mirto Sardo, con la revisione di Maria Letizia Peronato, ''L'aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento, 1797-1814'', Vicenza, Accademia Olimpica, 1999, pp. 93-678</ref>. L'impoverimento - che durò per quasi tutto il XIX secolo - si fece sentire particolarmente nei quartieri dove viveva la popolazione più umile, come quelli di San Felice e di San Pietro.
 
==== Le istituzioni assistenziali ====
Durante le epidemie di colera del 1836, del 1849, del 1855 e del 1867, il morbo e i decessi si ebbero soprattutto nei quartieri più poveri che, per la scadente e insalubre struttura delle case e per la troppo alta densità della gente che abitava in spazi ristretti, ne erano più soggetti; questo accadde regolarmente in contrà San Pietro e nella Corte dei Roda.
* San Rocco
* Checozzi
* Istituto Novello
 
==== Le istituzioni sannitarie ====
[[File:Contrà SLucia-5.jpg|thumb|left|Targa con il livello raggiunto dalla piena del 1882, circa 180 cm.]]
* Centro antitubercolare
Il ripetersi ogni pochi anni delle alluvioni - la più importante fu quella del 1882 - a discapito delle zone più basse della città, come quelle d'oltre Bacchiglione, le più penalizzate dalle piene disastrose del fiume (contrà Torretti, Santa Lucia, la Corte dei Roda) con la conseguenza di aumentarne il degrado. In quegli anni, però, si intensificarono importanti segnali di solidarietà e di aggregazione popolare delle contrade<ref>{{cita|Franzina, 2003|p. 90}}</ref>.
* Servizio psichiatrico
 
Anche dopo l'annessione del Veneto al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], cioè dopo il 1866, continuò il degrado del quartiere (''"Un borgo desfortunà"'') in tutte le sue contrade: San Pietro con la Corte dei Roda<ref>''Tra tute le strade che se distingue per indecenza, ghe xe anca quella del S.Piero. No parlemo dei porteghi, che un momento o l'altro speremo che i vada zò, né della pelateria l'odor che parte da la quale dimostra a ciare note … che se dovaria mandarla fora da una porta distante''</ref>, Porta Padova<ref>''Quell'indegno ciotolato che da la chiesa de S.Giulian conduse fin zo dal borgo''</ref> e Santa Lucia; lo sottolineano diversi articoli dei giornali locali, che accusano i ''siori del Comune'' di non volersene interessare<ref>I brani sono riportati da {{cita|Franzina, 2003|pp. 88-89}}</ref>.
 
Nella seconda metà del secolo, soprattutto in questo quartiere, vi fu un aumento graduale anche se non vistoso della popolazione cittadina, dovuto non solo al maggior numero di nati rispetto a quello dei morti, ma principalmente all'immigrazione dalle campagne in città, determinata da operai in cerca di lavoro e da poveri che i comuni della provincia spingevano verso la città per diminuire i costi del loro mantenimento.
 
==== La nascita di Istituti assistenziali e religiosi ====