Edipo re: differenze tra le versioni
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* Primo stasimo (vv. 463-511): il coro dapprima immagina la fuga del colpevole, braccato tanto dagli uomini quanto da [[Apollo]] e dalle [[Ker (mitologia)|Keres]] (dee simbolo del fato avverso), per poi decidere di non dare credito alle parole di Tiresia: nemmeno il grande indovino è infallibile.
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* Secondo episodio (vv. 512-862): Creonte chiede se sia vero che Edipo lo crede colpevole di cospirazione. Quest'ultimo lo accusa apertamente con toni sempre più accesi: Creonte non si trovava infatti a Tebe, insieme a Tiresia, quando Laio fu ucciso? Creonte gli risponde pacatamente di non avere interesse al trono e nel mentre interviene Giocasta, vedova di Laio e ora moglie di Edipo, per mettere pace tra i due. Ella invita il marito a non dare ascolto a nessun oracolo e a nessun indovino: anche a Laio era stata fatta una profezia secondo la quale sarebbe stato ucciso dal figlio, mentre ad ucciderlo erano stati alcuni banditi sulla strada per Delfi, là dove si incontrano tre strade. A sentire le parole di Giocasta, Edipo resta turbato e chiede di convocare il testimone di quell'omicidio. La regina chiede al marito il motivo del suo turbamento, così Edipo comincia a raccontare: da giovane era principe ereditario di [[Corinto]], figlio del re [[Polibo di Corinto|Polibo]], e un giorno l'oracolo di Delfi gli predisse che avrebbe ucciso il proprio padre e sposato la propria madre. Sconvolto da quella profezia, per evitare che essa potesse avverarsi Edipo aveva deciso di fuggire, ma sulla strada tra Delfi e Tebe, in un punto dove si uniscono tre strade, aveva avuto un alterco con un uomo e l'aveva ucciso. Se quell'uomo fosse stato Laio? Il coro tuttavia lo invita a non trarre conclusioni affrettate e a sentire prima il testimone dell'omicidio.
* Secondo stasimo (vv. 863-910): il coro è turbato dall'incredulità di Giocasta davanti agli oracoli e lancia un ammonimento contro chi pretende di violare le leggi eterne degli dei: quando gli uomini non riconoscono più la giustizia divina e procedono con superbia ("hybris"), lì si cela la tirannide<ref>Questo stasimo ha senza dubbio un significato che va al di là della mera storia di Edipo: tramite esso Sofocle intende ammonire i suoi concittadini ateniesi a non tenere comportamenti che potrebbero rischiare di compromettere la vita democratica della città.</ref>.
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* Quarto stasimo (vv. 1186-1222): gli anziani tebani che costituiscono il coro compiangono la sorte di Edipo, re stimato da tutti, che in breve si è scoperto autore involontario di atti orribili. I tebani vorrebbero non averlo mai conosciuto tanto è l'orrore e, al tempo stesso, la pietà che la sua vicenda suscita in loro.
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* Esodo (vv. 1223-1530): un messo esce dal palazzo di Edipo e annuncia disperato che Giocasta si è impiccata e che Edipo, appena l'ha vista, si è accecato con la fibbia della veste di lei. In quel momento appare Edipo accompagnato da un canto pietoso del coro, che afferma di aver compiuto quell'atto perché nulla ormai, a lui che è maledetto, può più essere dolce vedere. In quel momento arriva Creonte, che di fronte alla disperazione di Edipo lo esorta ad avere fiducia in Apollo. Edipo abbraccia quindi le sue figlie [[Antigone (figlia di Edipo)|Antigone]] e [[Ismene]] compiangendole perché esse, figlie di nozze incestuose, saranno sicuramente emarginate dalla vita sociale. Infine chiede a Creonte di essere esiliato in quanto uomo in odio agli dei.
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Questa sua caratteristica può però essere vista anche in negativo, come ''[[hýbris]]'', ossia come la tracotanza di chi non accetta i propri limiti e, nel voler indagare troppo oltre la propria natura umana, finisce per essere punito tramite la scoperta di una realtà così tremenda da risultare inaccettabile. È significativo che di fronte alla verità Edipo scelga di accecarsi, come estremo atto di rifiuto per ciò che ha visto o forse come una sorta di [[contrappasso]] per aver voluto guardare là dove non avrebbe dovuto. L'interpretazione di questo atto è riscontrabile già nel dialogo tra Tiresia e Edipo, il quale aveva rinfacciato all'indovino la sua cecità, ma laddove egli attraverso la cecità riesce a vedere il vero, Edipo attraverso gli occhi riesce solo a vedere una realtà illusoria e falsa.
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=== L'elogio di Aristotele ===
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=== L'interpretazione psicoanalitica ===
{{Vedi anche|Complesso di Edipo}}
L'''Edipo re'' viene citato a proposito di uno dei più importanti concetti elaborati dallo
== Note ==
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== Voci correlate ==
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=== Mitologia ===
* [[Edipo]]
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* {{collegamento interrotto|[http://www.letteratu.it/2012/08/16/edipo-re-di-sofocle-il-terrore-del-conoscersi/ “Edipo Re” di Sofocle: il terrore del conoscersi]}}, Giuseppe Salzano, letteratu.it.
* {{en}} {{collegamento interrotto|1=[http://www.temple.edu/classics/oedipus/index.html Study Guide for Sophocles' ''Oedipus the King''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, Robin Mitchell-Boyask, Department of Classics, Temple University
{{Tragedie greche}}
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