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|nome=GruidiDamigella di Numidia
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|statocons_ref=<ref name=IUCN>{{Cita web | url=https://www.iucnredlist.org/species/22692081/131927771 | titolo=Anthropoides virgo | sito=The IUCN Red List of Threatened Species | autore=BirdLife International 2018 | versione=vers.2019-1 | lingua=en | accesso=29 maggio 2019}}</ref>
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<!-- CLASSIFICAZIONE -->
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<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE -->
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<!-- ALTRO -->
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[[File:Demoiselle Crane 0034.jpg|thumb|Primo piano della testa.]]
[[File:Demoiselle crane anthropoides virgo.jpg|thumb|Un esemplare in cattività.]]
[[File:Gruses in Volgograd Region 001.jpg|thumb|Coppia nella regione di Volgograd.]]
La '''damigella di Numidia''' ('''''Grus virgo''''' <span style="font-variant: small-caps">[[Linneo|Linnaeus]], [[1758]]</span>) è il più piccolo rappresentante della famiglia dei [[Gruidae|Gruidi]]. È una specie boreale che si riproduce nella fascia delle steppe e zone desertiche che dall'Europa sud-orientale, attraverso l'Asia centrale, giunge fino alle regioni nord-occidentali della Mongolia e a quelle nord-orientali della Cina.
 
In Europa centrale la damigella di Numidia è una [[specie erratica]] molto rara. Tra le segnalazioni confermate più recenti, ad esempio, ricordiamo quelle provenienti dai Paesi Bassi negli anni '90<ref>Hans-Günther Bauer, Einhard Bezzel e Wolfgang Fiedler, ''Das Kompendium der Vögel Mitteleuropas: Alles über Biologie, Gefährdung und Schutz. Band 1: Nonpasseriformes – Nichtsperlingsvögel'', Aula-Verlag Wiebelsheim, Wiesbaden 2005, ISBN 3-89104-647-2, p. 377.</ref>.
I '''Gruidi''' ('''Gruidae''' <span style="font-variant: small-caps">[[Nicholas Aylward Vigors|Vigors]], [[1825]]</span>) sono una [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[Gruiformes|Gruiformi]] il cui unico rappresentante originario dell'Europa centrale e settentrionale è la [[Grus grus|gru cenerina]]. Con il loro collo lungo e le zampe lunghe, le gru ricordano nell'aspetto i [[Ciconiiformes|Ciconiiformi]], con i quali non sono affatto imparentate. Rappresentate con 15 specie, sono diffuse in tutto il mondo e mancano solo in Sudamerica e in Antartide. La maggiore diversità di specie si riscontra in Asia e in Africa.
 
Molte specie si riproducono solo a partire dal quarto o quinto anno di vita e il tasso di mortalità dei giovani è elevato. È quindi molto difficile per loro compensare le perdite degli effettivi. Molte specie sono pertanto molto vulnerabili. Tra queste ricordiamo la [[Grus americana|gru americana]], la [[Grus japonensis|gru della Manciuria]] e la [[Leucogeranus leucogeranus|gru siberiana]].
 
== Descrizione ==
=== Adulto ===
[[File:Grus grus 1 (Marek Szczepanek).jpg|thumb|[[Grus grus|Gru cenerina]] alla luce della sera.]]
La damigella di Numidia raggiunge un'altezza di 90-100 centimetri e pesa circa 2500 grammi<ref>Bergmann ''et al.'', p. 167.</ref>. Ha un'apertura alare di 165-185 cm.
[[File:Südafrika-Kronenkranich im Flug 2014.jpg|thumb|Gru coronata grigia in volo.]]
Le gru sono uccelli di dimensioni grandi o molto grandi che, con il loro collo lungo e le lunghe zampe, ricordano le [[Ciconiidae|cicogne]] e gli [[Ardeidae|aironi]]. Con una lunghezza del corpo compresa tra 90 e 150 cm, sono tra i più grandi uccelli del mondo. La gru antigone, che si erge verticalmente da terra fino a raggiungere i 176 cm di altezza alla sommità del capo, è più alta di qualsiasi altro uccello in grado di volare. Il peso può raggiungere i 12 kg (nella gru della Manciuria). I maschi sono leggermente più grandi e più pesanti delle femmine, ma per il resto non vi è [[dimorfismo sessuale]].
 
Non presenta un [[dimorfismo sessuale]] cospicuo e non vi è alcuna variazione stagionale nell'aspetto. La fronte, una piccola area sotto gli occhi, la parte posteriore della testa, il mento, il collo e le piume che si dipartono dalla parte anteriore di quest'ultimo sono neri. Dietro l'occhio si trova un ciuffo a forma di falce costituito da sottili piume bianche. Il piumaggio del corpo, le piccole copritrici superiori e inferiori e le penne ascellari sono di colore grigio-blu. Le penne timoniere e le grandi copritrici primarie sono grigio chiaro; al contrario, le remiganti primarie, le grandi copritrici primarie e l'[[Alula (zoologia)|alula]] sono di un grigio più scuro. Le remiganti secondarie sono nere, le penne del gomito, color grigio-fumo con le estremità scure, sono lunghe e appuntite<ref>Potapov e Flint, 1989, pgg. 250-51.</ref>.
Il piumaggio delle gru è dominato dai toni grigi e bianchi. In linea generale, le specie più settentrionali sono caratterizzate da piumaggi più chiari e da dimensioni maggiori, mentre procedendo verso sud le specie diventano più scure e più piccole. Piume nere si trovano soprattutto su collo, coda e remiganti, ma non in tutte le specie. Solamente la damigella di Numidia e la gru del paradiso hanno la testa interamente ricoperta di piume. In altre gru spicca una zona di pelle nuda di colore rosso brillante, più o meno pronunciata. La gru caruncolata presenta anche due cospicue caruncole che pendono dalla gola. Le gru coronate hanno una caruncola più piccola e una cresta di piume gialle sulla sommità del capo.
 
L'iride degli esemplari adulti è bruno-rossastra. Il becco è di colore verdognolo scuro alla base, per poi diventare verde oliva e di colore variabile dal rossastro al rosa all'estremità. Le zampe sono scure e variano nella colorazione dal verde oliva al nero sporco.
Come le cicogne, le gru volano con il collo teso, mentre gli aironi volano con il collo piegato a forma di S. Le zampe vengono allungate orizzontalmente all'indietro. Nelle gru coronate il piede è chiaramente [[Anisodattilia|anisodattilo]], cioè con tre dita rivolte in avanti e una all'indietro. Al contrario, nelle altre gru (sottofamiglia Gruinae) il dito posteriore è solo abbozzato.
 
=== Giovane ===
Dal punto di vista anatomico, nei rappresentanti della sottofamiglia Gruinae è degna di nota la trachea notevolmente ingrandita, i cui anelli ossei sono fusi con lo sterno. Questa caratteristica, assente nelle gru coronate, viene sfruttata per produrre forti richiami.
Appena usciti dall'uovo, i pulcini, interamente ricoperti di piumino, hanno la testa di colore brunastro sulla sommità e giallastro sui lati, sul mento e sulla gola. La parte superiore del corpo è grigio-marrone con strisce scure sulle ali, mentre quella inferiore è grigia o biancastra. Lo stadio di piumino successivo assomiglia al primo, ma è un po' più chiaro e più grigio nel complesso. L'iride è marrone scuro, il becco rosa con la punta grigia. Le zampe sono inizialmente rosa e diventano grigio-blu dopo alcuni giorni.
 
Nel piumaggio giovanile la testa, il collo, il corpo e le piccole copritrici sono di colore grigio fumo chiaro. Le piume ornamentali sulla testa iniziano a formarsi, ma sono ancora di colore grigio fumo chiaro anch'esse. Il collo è già di colore grigio scuro-ardesia. Nel piumaggio del primo autunno-inverno i giovani differiscono dagli adulti per il nero più opaco sulla testa e sul collo. Le penne del gomito e le lunghe penne che si dipartono dal collo e dalla sommità del capo sono ancora molto più corte che negli uccelli adulti<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 251.</ref>. I giovani hanno l'iride di colore variabile dal giallastro al bruno-rossastro e il becco grigio-olivastro alla base e giallastro-rossastro nella zona distale.
Di conseguenza, le vocalizzazioni delle gru coronate sono relativamente deboli, mentre le gru del genere ''Grus'' possono emettere richiami estremamente forti simili allo squillo di una tromba. Il tipico reportorio vocale delle gru include un richiamo di contatto, un richiamo di allerta, un richiamo emesso prima della partenza e un richiamo in duetto che accompagna l'accoppiamento. Quest'ultimo è di gran lunga il più forte.
 
=== Locomozione ===
[[File:Takeoff (8252943066).jpg|thumb|left|875px|Una [[Grus canadensis|gru canadese]] durante il volo.]]
Il volo è semplice e calmo, con ampi movimenti delle ali, come quello di altre specie di gru. Tuttavia, rispetto a quello di altre consimili, è più sicuro e più aggraziato. Prima di alzarsi in volo, le damigelle di Numidia hanno bisogno di una breve rincorsa. Quando sono in volo, gli stormi spesso procedono in una formazione a cuneo. Viste dal basso, la colorazione nera del collo e del petto consente di distinguerle da altre specie di gru.
<div style="clear:both;"></div>
 
Le damigelle di Numidia sono fondamentalmente degli uccelli diurni. Nelle aree di svernamento, di tanto in tanto si riuniscono in grandi folle per riposarsi e pernottare sulle sponde di un fiume o di un lago o sui banchi di sabbia nelle zone di acqua bassa. Occasionalmente possono socializzare con le [[Grus grus|gru cenerine]]. Lasciano questi dormitori poco prima dell'alba per farvi ritorno al tramonto. La cosiddetta «danza» non è così spettacolare come quella delle altre gru. Consiste in una corsa breve e veloce con le ali sollevate, in alcune piroette, in inchini e in lanci di ciuffi d'erba, piccoli ramoscelli e cose simili che vengono trovate sul terreno. I grandi salti, come quelli che effettuano altre gru, mancano del tutto. La danza non è legata ad una particolare stagione; tuttavia, si osserva più frequentemente durante la migrazione primaverile e la stagione riproduttiva<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 255.</ref>.
== Distribuzione e habitat ==
[[File:Erster Kranich 2017 EO5P0211-2.jpg|thumb|Gru di ritorno nel Meclemburgo.]]
Rappresentanti di questa famiglia si possono trovare in tutti i [[Continente|continenti]] del mondo ad eccezione dell'Antartide e del Sudamerica. La maggior parte delle specie della sottofamiglia Gruinae abitano le regioni [[Artide|artiche]] e temperate dell'emisfero settentrionale; fanno eccezione la gru caruncolata e la gru del paradiso dell'Africa subsahariana, la gru antigone dell'Asia meridionale e la gru brolga australiana. Le gru coronate sono esclusive delle regioni tropicali e subtropicali dell'Asia. Nelle isole britanniche le gru cenerine furono sterminate nel XVII secolo, ma dal 2010, sotto l'egida del ''Great Crane Project'', i conservazionisti stanno cercando di reintrodurre la specie nel sud dell'Inghilterra<ref>{{cita web | titolo=On patrol protecting the 'first crane egg in 400 years' | autore=John Maguire | url=http://www.bbc.co.uk/news/uk-22605767 | data=21 maggio 2013 | sito=BBC News}}</ref>.
 
Presumibilmente, trattandosi di una specie dalla territorialità debolmente definita, la damigella di Numidia non mette in mostra le manifestazioni di minaccia ritualizzate tipiche di altre specie di gru.
''Habitat'' preferiti delle gru sono i paesaggi aperti come la [[tundra]] o la [[savana]]. Molte specie sono legate all'acqua e pertanto si trovano principalmente in ambienti paludosi. La damigella di Numidia e la gru del paradiso si trovano anche nelle praterie aride e nei semi-deserti.
 
=== Voce ===
Mentre alcune specie di gru dei climi caldi sono [[Uccelli stanziali|stanziali]], quelle dei climi più freddi sono [[uccelli migratori]] che devono percorrere lunghe distanze di diverse migliaia di chilometri. La gru siberiana si sposta dall'estremo nord della Siberia verso l'Iran, l'India e la Cina meridionale; alcune popolazioni della gru canadese migrano dalle regioni artiche del Canada e dell'Alaska verso la Florida e il Messico. Le gru si muovono in [[formazione a V]] ad altitudini di circa 2000 m, eccezionalmente fino a 10.000 m. In un giorno possono coprire, generalmente, distanze di 300 km, a volte anche 800, procedendo ad una velocità compresa tra 60 e 80 km/h.
Il richiamo della damigella di Numidia è più forte, più duro e più rauco di quello della gru cenerina. I cosiddetti duetti all'unisono, nei quali i due ''partner'' emettono insieme i loro vocalizzi, sono più brevi che in altre specie di gru: si protraggono per soli tre o quattro secondi. Quando li eseguono i due uccelli si pongono uno di fronte all'altro con la testa piegata all'indietro e il becco tenuto verticalmente; le ali, tuttavia, non vengono sollevate come fanno altre specie di gru. I duetti all'unisono si possono udire soprattutto durante la stagione riproduttiva nei siti di nidificazione<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 255.</ref>
 
== BiologiaDistribuzione e habitat ==
[[File:Migratory Birds Demoiselle Cranes at Chhapar.jpg|thumb|centre|560px|Stormo di damigelle di Numidia nel Rajasthan (India). Sullo sfondo, delle [[Antilope cervicapra|antilopi cervicapra]].]]
=== Comportamento ===
La damigella di Numidia vive nelle steppe della [[Russia]] meridionale, tra l'[[Ucraina]] e la [[Siberia]] orientale, così come in alcune zone dell'[[Africa]] nord-occidentale, ed è quindi la specie di gru più strettamente correlata con l'ambiente della steppa. Fino agli anni '20 era possibile trovare popolazioni nidificanti anche nell'odierna Romania. Tuttavia, questa popolazione è attualmente scomparsa<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 252.</ref>.
[[File:Sandhill at Sunrise with Eggs - Flickr - Andrea Westmoreland.jpg|thumb|Gru canadese nel nido.]]
[[File:Mommy, where are you - Flickr - Andrea Westmoreland.jpg|thumb|Gru canadese alla ricerca del cibo con il piccolo.]]
Le gru sono uccelli diurni che mostrano i maggiori livelli di attività al mattino e alla sera. Di notte, riposano sugli alberi (le gru coronate) o sul terreno (i Gruinae). Anche se conducono un'esistenza solitaria durante la stagione riproduttiva, negli altri periodi dell'anno sono uccelli particolarmente socievoli che vivono in grandi stormi.
 
Le damigelle di Numidia svernano in Africa e in India e nei paesi confinanti, vale a dire Birmania, Bangladesh e Pakistan<ref>Salim Ali, ''The Book of Indian Birds'', 13th ed., Bombay Natural History Society, Oxford University Press, 2002, p. 124.</ref>. La principale area di svernamento in Africa si trova in Sudan, lungo il corso superiore e medio del Nilo Bianco e Azzurro<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 253.</ref>. Durante il viaggio di andata e ritorno dall'Africa, questi uccelli sorvolano il Mediterraneo orientale. Grazie agli inanellamenti, gli studiosi hanno potuto accertare che gli esemplari che nidificano in Ucraina trascorrono l'inverno in Sudan. Presumibilmente, questo vale per l'intera popolazione che si riproduce nel settore occidentale dell'areale della specie. Dall'altro lato, gli uccelli che nidificano nell'Altai e nel Kazakistan si recano a svernare in India e in Pakistan. In molte regioni la concentrazione di questi uccelli è così bassa da essere quasi impercettibile. Concentrazioni maggiori di damigelle di Numidia si incontrano principalmente sul confine occidentale della catena montuosa del [[Tien Shan]]<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 253.</ref>
Un comportamento per cui le gru sono ben note è la «danza». Le danze svolgono un ruolo particolare durante la formazione delle coppie e, nelle coppie già stabilite, servono a rafforzare i legami coniugali. Tuttavia, le danze sono state segnalate anche al di fuori della stagione degli amori e sono chiaramente polifunzionali presso un certo numero di specie. Esse riflettono il benessere degli uccelli e svolgono un certo ruolo nella coesione tra genitori e prole<ref>Potapov & Fling, 1989, S. 221</ref>. I più attivi in questo senso sono gli esemplari giovani e subadulti. Quando danzano, questi uccelli saltellano con le ali spiegate, si flettono sulle zampe, scalciano in aria, emettono forti richiami e lanciano in aria erba e altri oggetti con il becco. L'esatto andamento della danza varia da una specie all'altra.
 
Le damigelle di Numidia giungono nei loro territori di nidificazione alla fine di marzo. Tuttavia, in casi eccezionali, l'arrivo può protrarsi fino a metà maggio. Il ritorno verso le aree di svernamento inizia a metà agosto e dura fino alla fine di settembre<ref>Potapov e Flint, 1989, p. 253.</ref>.
Dal momento che la maggior parte delle specie di gru sono animali molto territoriali, almeno durante la stagione riproduttiva, le loro posture rituali comprendono anche segnali di minaccia. Anche questi differiscono nella loro forma dettagliata da specie a specie. La gru cenerina, ad esempio, abbassa rapidamente la testa a terra con le ali leggermente sollevate, quindi la risolleva e la ripiega sulla schiena. Allora le ali vengono abbassate e l'uccello emette un richiamo intimidatorio. Nel caso della gru siberiana, che è considerata una delle gru più territoriali e aggressive, le dimostrazioni intimidatorie costituiscono gran parte del comportamento ritualizzato. Tra le sue posture minacciose figura un approccio dimostrativo al rivale, in cui la gru solleva la zampa prima del passo successivo, solleva il collo verticalmente e preme il becco contro il collo<ref>Potapov & Fling, 1989, S. 249</ref>.
 
=== AlimentazioneHabitat ===
[[File:Grus virgo Tal Chhapar.jpg|thumb|Stormo di damigelle di Numidia in volo sul [[Rajasthan]].]]
Le gru sono uccelli onnivori che si nutrono di sostanze sia di origine vegetale (semi, radici, foglie, erba, noci, bacche) che animale (vermi, molluschi, insetti, crostacei, pesci, rane, lucertole, roditori). Quando vanno in cerca di cibo, le gru si spostano in continuazione, in quanto non tendono mai agguati alle prede restando ferme in un unico punto. La loro dieta può subire variazioni a seconda delle stagioni.
[[File:Vol de grues demoiselles.jpg|thumb|Damigelle della Numidia in Mongolia.]]
[[File:A group of Demoisille cranes.JPG|thumb|Damigelle di Numidia nel Rajasthan.]]
Le damigelle di Numidia nidificano in steppe pianeggianti o leggermente collinose Jungfernkraniche brüten in ebenen oder leicht hügeligen Steppen- und Halbsteppengebiete in der Ebene oder in den Vorgebirgen. In der Regel weisen ihre Lebensräume einen aus Wermutkräutern und ähnlichen Pflanzen bestehende Vegetation auf. Häufig sind ihre Brutareale von kahlen Salzstellen unterbrochen. Meist findet sich ein See oder ähnliches Gewässer nicht mehr als 1,5 Kilometer von ihrem Brutplatz entfernt. Sie brüten gelegentlich auch in sehr hoch gelegenen Steppen. Die maximale Höhenverbreitung reicht bis 2300 bis 2400 Metern.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 253.</ref> Sie nutzen zunehmend aber auch Agrarland. Dies ist unter anderem im Süden der Ukraine, im Siwaschgebiet, im Wolgagebiet sowie in weiten Teilen Kasachstans und im Altai zu beobachten.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 254.</ref>
 
Le gru pigmei si riproducono in steppe pianeggianti o leggermente collinose e aree semi-praterie in pianura o ai piedi delle colline. Di regola, i loro habitat hanno una vegetazione costituita da assenzio e piante simili. Spesso le loro aree di riproduzione sono interrotte da luoghi di sale spogli. Nella maggior parte dei casi, un lago o un corpo idrico simile non può essere trovato a più di 1,5 chilometri dal suo terreno di coltura. Occasionalmente si riproducono anche in steppe molto alte. L'intervallo di altitudine massimo è compreso tra 2300 e 2400 metri. Ma stanno anche usando sempre più terreno agricolo. Questo può essere visto, ad esempio, nel sud dell'Ucraina, nella regione di Siwash, nella regione del Volga e in gran parte del Kazakistan e in Altai.
Le specie a becco corto (gru cenerina, damigella di Numidia, gru coronata nera, ecc.) pascolano come le [[Anserinae|oche]], nutrendosi di quel che trovano in superficie. Al contrario, le specie a becco lungo (gru siberiana, gru antigone, brolga, ecc.) scavano nel terreno soffice e umido alla ricerca di radici e altri alimenti.
 
=== RiproduzioneNahrung ===
Jungfernkraniche ernähren sich überwiegend pflanzlich. Daneben fressen sie aber vor allem während der Brutzeit auch tierische Nahrung. Bei in Kasachstan brütenden Jungfernkranichen setzt sich die Nahrung aus Weizenkörner, Tulpensamen und in geringer Menge auch Käfer zusammen. Während des Frühjahr fressen sie außerdem die grünen Spitzen der aufgehenden Getreidekulturen. Im Herbst nutzen sie auch Weizenähren. Auch in den Überwinterungsgebieten spielt Weizen in ihrer Ernährung eine große Rolle. Sie fressen aber außerdem dort auch Hirse und Leguminosen.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 255 und S. 257.</ref>
Nelle regioni nord-temperate e polari, la stagione riproduttiva delle gru ha inizio tra aprile e giugno. Al contrario, è variabile ai tropici: alcune specie si riproducono durante la [[stagione delle piogge]], altre in qualsiasi momento dell'anno. Le gru sono [[Monogamia|monogame]]. Le coppie di solito rimangono insieme fino a quando uno dei due ''partner'' muore. Nel caso una coppia non riesca a riprodursi per più volte di seguito, tuttavia, i due membri si possono separare prematuramente.
 
== Fortpflanzung ==
All'inizio della stagione riproduttiva, le gru che si sono unite a formare una coppia eseguono le caratteristiche danze. Le coppie già formatesi in una stagione degli amori precedente non eseguono parate nuziali, ma procedono subito all'accoppiamento. Questo è seguito da una reciproca pulizia del piumaggio.
Jungfernkraniche werden in einem Alter von zwei bis drei Jahren geschlechtsreife. Es sind monogame Vögel, die eine Paarbindung eingehen, die über mehrere Fortpflanzungsperioden besteht.
 
=== Nest und Gelege ===
Entrambi i ''partner'' sono coinvolti nella costruzione del [[nido]]. Di solito, le gru nidificano sul terreno; solo le gru coronate costruiscono il nido sugli alberi, ma anche presso di loro questo rappresenta un'eccezione. Le damigelle di Numidia e le gru del paradiso di tanto in tanto non costruiscono nessun nido, ma depongono le uova sulla nuda terra. Normalmente, le gru che nidificano in terreni paludosi costruiscono un nido fatto di materiale vegetale accatastato. La covata è costituita da due uova in quasi tutte le specie. Le gru caruncolate a volte depongono un solo uovo, mentre le gru coronate di solito ne depongono tre o quattro. Il colore delle uova è bianco o bluastro nelle specie tropicali, più scuro nelle specie dei climi più freddi. Le uova scure assorbono la radiazione solare del nord, mentre le uova bianche la riflettono. Le uova della maggior parte delle specie di gru sono ricoperte da un motivo a macchie.
[[Datei:Anthropoides virgo MWNH 0033.JPG|miniatur|Ei, Sammlung [[Museum Wiesbaden]]]]
An ihren Brutplätzen treffen Jungfernkraniche zu einem Zeitpunkt ein, der mit dem Beginn der Vegetationsperiode zusammenfällt. Als Niststandort wählen sie gewöhnlich Stellen mit einem unregelmäßigen, nicht sehr hohen Pflanzenwuchs. Mitunter brüten sie auch auf Weizenfelder und Brachen oder auf Wiesen, die als Viehweiden dienen. Typisch ist ein Abstand von drei bis 4 Kilometern zu benachbarten Jungfernkranichpaaren. Da die Territorialität von Jungfernkranichen auch während der Brutzeit deutlich schwächer ausgeprägt ist als dies bei anderen Kranichen der Fall ist, kommt es vor, dass benachbarte Nester nicht weiter als 200 bis 300 Meter entfernt liegt.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 254.</ref> Die Nester befinden sich meist auch nicht weiter als 200 bis 300 von einer offenen Wasserstelle entfernt. In Ausnahmefällen kann der Abstand zum nächsten Gewässer jedoch 1 bis 1,5 Kilometer betragen.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 254.</ref>
 
Das Nest ist meist nicht mehr als eine flache Mulde, die nur sehr spärlich mit Steinchen, trockenem Pferde- oder Schafmist ausgelegt sind. Gelegentlich finden sich in der Nistmulde auch eine trockene Stängel von Kräutern wie beispielsweise Wermut. Auf Ackerflächen oder Brachen fehlt auch dieser spärlich Nestbau.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 254.</ref> Die Eiablage fällt in den Zeitraum von der ersten Aprildekade bis Mitte Mai. Das Vollgelege besteht in der Regel aus zwei, in Ausnahmefällen sogar drei Eiern. Der Legeabstand zwischen den Eiern beträgt zwischen 24 und 48 Stunden. Geht das Gelege verloren, kommt es zu Nachgelegen an einem neuen Niststandort.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 254.</ref>
La cova dura in media trenta giorni. Ad essa si dedicano entrambi i ''partner'', ma è la femmina a svolgere la maggior parte di questo compito. Pertanto la femmina cova per tutta la notte, mentre durante il giorno i due ''partner'' si alternano. Entrambi i genitori partecipano anche all'alimentazione dei piccoli. Questi, tuttavia, si allontanano dal nido dopo pochi giorni e saranno loro stessi ad andare in cerca del cibo di cui necessitano, pur continuando, comunque, a dipendere dalla protezione dei genitori per molto tempo. Le damigelle di Numidia diventano indipendenti dopo 55-60 giorni e le gru caruncolate dopo 90-130 giorni. Spesso solo uno dei giovani riesce a sopravvivere, in quanto il primo che esce dall'uovo è più forte e impedisce al fratello di accedere al cibo. Nella gru siberiana, i genitori con il primogenito lasciano sempre il nido primo che il secondo uovo si schiuda; di conseguenza, il pulcino, una volta nato, rimane da solo e muore di fame.
 
Die Eier wiegen durchschnittlich ca. 110 Gramm. Die Grundfarbe der Schale ist olivbraun, olivgrün oder olivgrau. Darauf befinden sich ein individuell in Form und Menge stark variierende Flecken, die gelblich braun, rostbraun oder kastanienbraun sind.
== Evoluzione ==
Il gruppo più antico di gru è quello delle gru coronate, di cui si conoscono resti fossili risalenti all'[[Eocene]], epoca nella quale vivevano anche in Europa e in Nordamerica. I più antichi fossili di «vere» gru (Gruinae), invece, risalgono al [[Miocene]]. Nel [[Wyoming]] è stato rinvenuto un osso della zampa appartenente ad una gru canadese del [[Pliocene]]. Nel [[Pleistocene]] medio-superiore, molte delle specie di gru odierne erano già presenti entro i confini del loro areale<ref>Matthiessen, S. 273 bis S. 275</ref>.
 
=== TassonomiaBrut ===
Beide Elternvögel sind an der Brut beteiligt. Der Hauptanteil fällt jedoch auf das Weibchen. Das Männchen hält sich gewöhnlich in einer Entfernung von 300 bis 400 Metern auf. Wird der brütende Kranich beunruhigt, erhebt er sich gewöhnlich und entfernt sich dann unauffällig vom Nest. Erst in einer Entfernung von etwa 30 bis 50 Meter fliegt er auf, wobei er einen Alarmruf von sich gibt. Der zweite Elternvogel fliegt gewöhnlich gleichfalls auf und beide kreisen einige Zeit in geringer Höhe über dem Neststandort. Erst wenn die Gefahr nicht mehr besteht, kehrt das Weibchen zum Nest zurück.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 253 und S. 254.</ref>
[[File:Kanadakraniche.jpg|thumb|[[Antigone canadensis|Gru canadesi]] nel [[parco nazionale di Yellowstone]] (19 giugno 2004).]]
[[File:Grus rubicunda.jpg|thumb|Due esemplari di [[Antigone rubicunda|brolga]].]]
Le gru sono state assegnate all'ordine che da esse prende il nome, quello dei [[Gruiformes|Gruiformi]]. All'interno di questo ordine, i loro parenti più stretti sono il [[Aramus guarauna|rallo gigante o serracura]] e i [[Psophia|trombettieri]].
 
Die Brutzeit beträgt 27 bis 29 Tage.
Tradizionalmente, le gru vengono suddivise in due sottofamiglie. Le [[Balearica|gru coronate]] (Balearicinae) sono prive della trachea assai lunga e serpentina propria delle [[Gruinae|vere gru]] (Gruinae). Al gruppo delle gru coronate sono ascritte solamente due specie; tutte le altre appartengono ai Gruinae. Tra questi ultimi, il genere ''Grus'' è di gran lunga il più ricco di specie. La classificazione seguente segue quella ufficiale dell'Unione Ornitologica Internazionale<ref>G.W. Archibald: ''Crane taxonomy as revealed by the unison call''. In: J.C. Lewis & H. Masatomi: ''Crane research around the world'', International Crane Foundation 1976</ref>, con le correzioni proposte da ''Handbook of the Birds of the World Alive''<ref name="krajewski">C. Krajewski: ''Phylogenetic relationships among cranes (Gruiformes: Gruidae) based on DNA hybridization''. In: ''Auk'' 1989, Nr. 106, S. 603–618</ref>.
 
=== Aufzucht der Jungvögel ===
Sottofamiglia '''Balearicini''' (Balearicinae)
[[Datei:Anthropoides virgo at Twycross Zoo-8.jpg|mini|Jungvogel]]
* ''[[Balearica]]'' <span style="font-variant: small-caps">Brisson, 1760</span>
Die Küken schlüpfen im Zeitraum von der zweiten Maihälfte bis Anfang Juni. Wie bei anderen Kranicharten verhalten sich die Küken aggressiv zueinander. Es können trotzdem pro Gelege zwei Jungvögel heranwachsen, weil sie in ihren ersten Lebenstagen jeweils von einem Elternvogel geführt werden.<ref> Potapov & Flint, 1989, S. 255.</ref>
** ''[[Balearica regulorum]]'' <span style="font-variant: small-caps">(E. T. Bennett, 1834)</span> - gru coronata grigia;
** ''[[Balearica pavonina]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> - gru coronata nera.
Sottofamiglia '''Gruini''' (Gruinae)
* ''[[Leucogeranus]]'' <span style="font-variant: small-caps">Bonaparte, 1855</span>
** ''[[Leucogeranus leucogeranus]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Pallas, 1773)</span> - gru siberiana.
* ''[[Antigone (genere)|Antigone]]'' <span style="font-variant: small-caps">Reichenbach, 1853</span>
** ''[[Antigone canadensis]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> - gru canadese;
** ''[[Antigone vipio]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Pallas, 1811)</span> - gru nucabianca;
** ''[[Antigone antigone]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> - gru antigone;
** ''[[Antigone rubicunda]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Perry, 1810)</span> - brolga.
* ''[[Grus]]'' <span style="font-variant: small-caps">Brisson, 1760</span>
** ''[[Grus carunculata]]'' <span style="font-variant: small-caps">(J. F. Gmelin, 1789)</span> o ''[[Bugeranus carunculatus]]'' - gru caruncolata;
** ''[[Grus paradisea]]'' <span style="font-variant: small-caps">(A. A. H. Lichtenstein, 1793)</span> o ''[[Anthropoides paradiseus]]'' - gru del paradiso;
** ''[[Grus virgo]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> o ''[[Anthropoides virgo]]'' - damigella di Numidia;
** ''[[Grus japonensis]]'' <span style="font-variant: small-caps">(P. L. Statius Müller, 1776)</span> - gru della Manciuria;
** ''[[Grus americana]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> - gru americana;
** ''[[Grus grus]]'' <span style="font-variant: small-caps">(Linnaeus, 1758)</span> - gru cenerina;
** ''[[Grus monacha]]'' <span style="font-variant: small-caps">Temminck, 1835</span> - gru monaca;
** ''[[Grus nigricollis]]'' <span style="font-variant: small-caps">Przewalski, 1876</span> - gru collonero.
 
Zu einer selbständigen Nahrungsaufnahme sind die Küken nach einer Woche fähig. Nach 55 bis 65 Tagen sind die Jungen flügge.
Grazie alle analisi genetiche molecolari è stato possibile studiare le relazioni che intercorrono tra le specie di gru. Le analisi effettuate attraverso l'[[Ibridazione (biologia molecolare)|ibridazione DNA-DNA]] da Krajewski<ref name="krajewski"/> e le analisi del [[Citocromo b|citocromo ''b'']] da Krajewski e Fetzner<ref>Carey Krajewski & James W. Fetzner: ''Phylogeny of cranes (Gruiformes: Gruidae) based on cytochrome-b DNA sequences''. In: ''Auk'' 1994, Nr. 111 (2), S. 351–365</ref> sono giunte a conclusioni simili. I raggruppamenti di specie a eccezione di ''Grus'' sono risultati [[Monofilia|monofiletici]], mentre quest'ultimo è risultato [[Parafilia (filogenesi)|parafiletico]] per quanto riguarda i generi ''Antigone'', ''Bugeranus'' e ''Anthropoides''. Il [[cladogramma]] realizzato da Krajewski e Fetzner si presenta così:
 
== Bestand und Gefährdung ==
{{clade
Die Populationsgröße wird auf 200.000 bis 240.000 Vögel geschätzt, nimmt aber stark ab. Vor allem die Zerstörung der Lebensräume und die Bedrohung durch Raubwild und verwilderte Hunde sind dafür verantwortlich. Zudem erbeuten indische und ostafrikanische Jäger pro Saison etwa ein Zehntel der Zugvögel auf ihrem Weg in die Hauptüberwinterungsgebiete. Die [[IUCN]] stuft den Jungfernkranich als „nicht gefährdet“ ein.
|label1=Gruidae&nbsp;
|1={{clade
|label1=&nbsp;N.N.&nbsp;
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|2=&nbsp;Gru coronate (''[[Balearica]]'')
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== RapportiJungfernkranich conund l'uomoMensch ==
Im Jahr 1758 gab [[Carl von Linné]] den Jungfernkranich den lateinischen Namen ''Ardea virgo''.
=== Cultura popolare ===
==== Etimologia e denominazione ====
Il nome «gru» deriva dal latino ''grus'', che a sua volta trae origine dal greco ''geranos''; la stessa etimologia hanno anche il francese ''grue'' e lo spagnolo ''grulla'', nonché il tedesco ''kranich'' e l'inglese ''crane'', termini strettamente correlati tra loro. Secondo [[Isidoro di Siviglia]] è possibile che ''grus'' derivi dal latino ''congruere'' («essere d'accordo»). Pertanto, tale nome si riferirebbe sia al richiamo simile allo squillo di una tromba di questi uccelli, sia alle posizioni sincrone che assumono durante le loro danze.
 
Als [[Ziergeflügel]] wurden Jungfernkraniche sowohl in [[China]] („Vogel ersten Ranges“) und in [[Indien]] („Vornehmster aller Gefiederten“) als auch im [[Altes Ägypten|Alten Ägypten]] gehalten. Davon berichten über 4000 Jahre alte Reliefs in ägyptischen Gräbern der [[Pharao]]nenzeit. Auch die Grabkammer des Ti weist darauf hin, dass diese Vögel sowie [[Kranich (Art)|Graukraniche]] in halbzahmen Herden als Opfertiere gehalten und gemästet wurden.
Inoltre, gli etimologi hanno anche riscontrato alcuni nomi che derivano da quello delle gru. Ad esempio, alcune bacche simili al mirtillo rosso che le gru amano mangiare (''Vaccinium oxycoccos'') vengono chiamate in inglese ''cranberries'' («bacche delle gru»). Il suo piede simboleggia il dipartirsi delle varie linee nell'albero genealogico tant'è vero che ha ispirato il [[Lingua francese antica|francese antico]] ''pied-de-grue'', indicante quel particolare disegno dove in cima vi era il capostipite, mentre i suoi discendenti erano via via collegati fra loro da tratti verticali verso il basso: in quegli schemi comparivano spesso dei segni composti di tre linee a forma di freccia aperta che designavano la successione e che furono considerati come l'orma del piede di questo uccello. Poi gli inglesi, ispirandosi a quell'espressione, forgiarono il vocabolo ''[[pedigree]]'', che venne a poco a poco a significare «discendenza». In Italia si è cominciato a usare la parola nella seconda metà del XIX secolo riservandola però ai cavalli di razza e poi agli animali domestici in genere.
 
Aus Schriften des Römers [[Marcus Terentius Varro|Varro]] lässt sich schließen, dass Jungfernkraniche auch später als Hausvögel gehalten wurden. Dabei wurden sie zur Bewachung von Haus und Hof eingesetzt, um mit ihrem lauten trompetenähnlichen Schreien zuverlässig vor [[Raubtiere]]n und [[Greifvögel]]n zu warnen. Als [[Karl der Große]] jedoch ein salisches Gesetz änderte, ging dieser Brauch verloren.
[[Gru (tecnologia)|Gru]] è stata battezzata a sua volta la macchina moderna che serve per sollevare carichi e trasportarli da un punto all'altro per la somiglianza del suo braccio mobile con il collo di questo uccello.
 
==Note==
==== Mitologia e culto ====
[[File:Jiayuguan-087.JPG|thumb|Statue di gru a Jiayuguan (Cina).]]
Siccome era un uccello migratore venne consacrato dai [[Mitologia greca|greco-romani]] a [[Ermes]]-[[Mercurio (mitologia)|Mercurio]], il dio che vegliava sui viaggiatori ed era stato anticamente il protettore dei poeti e degli artisti, prima che queste funzioni gli fossero usurpate da [[Apollo]]. Il suo volo veniva osservato attentamente dagli [[Augure|auguri]] antichi che ne traevano indicazioni per il futuro.
 
Nell'antichità si favoleggiava che fra questi uccelli e i [[Pigmei (mitologia)|Pigmei]], una popolazione situata più a sud delle sorgenti del Nilo, vigesse un'inimicizia eterna. «A quanto sento dire», scriveva [[Claudio Eliano|Eliano]], «anche il popolo dei Pigmei è retto a monarchia; ma essendo venuto meno il re, il comando sopra di loro fu assunto da una regina, di nome Gerana, che i Pigmei divinizzarono tributandole onori troppo grandi per un essere umano. A causa di quegli eccessi Gerana cominciò a dare segni di pazzia e a disprezzare le dee; diceva, riferendosi in particolare a Era, ad Atena, ad Artemide e Afrodite, che queste divinità non potevano minimamente competere con la sua bellezza. Non riuscì però a sottrarsi alle conseguenze di simili vaniloqui. Era infatti, sdegnata, la trasformò nel più brutto degli uccelli, cioè in una gru, e anche oggi essa continua a combattere contro i Pigmei, colpevoli di averla rovinata e resa pazza con le eccessive manifestazioni di ossequio»<ref>[[Claudio Eliano]], ''La natura degli animali'', XV, 29. [[Ovidio]] (''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'', VI, 90-92) ne dà una versione diversa: «La regina dei Pigmei avrebbe addirittura sfidato Giunone che l'aveva vinta e poi trasformata in quell'uccello che si azzuffava perennemente con i Pigmei».</ref>.
 
Al mitico episodio allude anche [[Omero]]:
{{Citazione|Quando poi furono in ordine, ognuno col suo comandante,<br/>
si mossero i Troiani con clamore e gridio, come uccelli,<br/>
come quando nel cielo si spande lo strepito delle gru,<br/>
che fuggite di fronte all'inverno e alle grandi piogge,<br/>
strepitando si levano a volo sulle correnti dell'Oceano,<br/>
per poi portare ai Pigmei la strage e la morte...<ref>[[Omero]], ''[[Iliade]]'', III, 1-6.</ref>}}
 
Fu sempre Omero a parlare per primo della «[[danza delle gru]]», quella che fu eseguita da [[Teseo]] all'uscita dal labirinto, poco prima che l'eroe ripartisse con [[Arianna (mitologia)|Arianna]]; tale danza era collegata al labirinto: [[Károly Kerényi]] spiega la correlazione col fatto che la gru è un uccello migratore che va e ritorna, come Teseo che va e torna dal labirinto.
 
{{Citazione|In origine colei che i Greci chiamavano Arianna era la Signora del Regno dei morti. Nel tempo delle origini si poteva entrare nel suo regno danzando, così come danzando si poteva uscirne. La figura primordiale della danza cretese, il ''ghéranos'', era una spirale dalle molteplici volute, nella quale il danzatore (il primo ballerino di una schiera di danzatori), giunto al centro ritornava sui suoi passi e si avviava danzando verso l'uscita su un percorso parallelo a quello per cui era entrato, sempre danzando. A [[Delo]] venne poi interpretata come danza di vittoria; e infine inserita nel mito di Teseo dove si narrava che era stata eseguita per la prima volta quando Teseo e Arianna stavano per partire da Creta. [...] Non si potrà dimenticare che le gru a un certo momento si alzano in volo [...] Nelle danze del labirinto era ben tangibile un anelito verso la liberazione; e a quell'anelito si mescolava, fino a non differenziarsene, se non proprio a essergli identico, un profondo desiderio di levarsi in volo, di fuggire.<ref>[[Károly Kerényi]], ''Nel labirinto'', Torino 1983, I, pp. 117-18.</ref>}}
 
In Grecia si narrava che durante il diluvio [[Deucalione]] fu salvato da uno stormo di gru che lo guidò sul monte Gerania, che significa «il monte delle gru» (dal greco ''ghéranos'', che designa questo uccello).
 
Nella stessa area simbolica si situa anche una leggenda greca secondo la quale il celebre poeta [[Ibico]], nato a [[Reggio Calabria|Reggio]] nella [[Magna Grecia]], era stato ucciso da alcuni ladroni. Nessuno sarebbe riuscito a scoprire gli assassini se uno stormo di gru non li avesse indicati sorvolandoli con insistenza. Questa storia, narrata da Plutarco, ispirò molti secoli dopo [[Friedrich Schiller]] a scrivere la famosa ballata ''Le gru di Ibico''<ref>[http://gutenberg.spiegel.de/schiller/gedichte/ibykus.htm Friedrich Schiller Rousseau.]</ref>.
 
Si diceva che il dio [[celti]]co [[Ogma]] avesse inventato l'alfabeto ogamico dopo aver osservato il volo delle gru, che erano le custodi del segreto di questo alfabeto. In [[Irlanda]], i contadini pregavano il dio [[Manannan mac Lir|Manannan]] portando in offerta una sacca di pelle di gru piena di tesori del mare, chiedendo in cambio di avere un buon raccolto, mentre i marinai gli si rivolgevano affinché facessero un buon viaggio. Il paese di Grippia menzionato nella saga di ''Herzog Ernst'' era abitato da uomini con teste di gru che assediavano un popolo di pigmei fino a ché Ernst non riuscì a liberarli. In [[Svezia]] le gru vengono soprannominate gli «uccelli della fortuna», in quanto il loro arrivo coincide con la primavera, che porta con sé calore, luce e abbondanza di cibo.
[[File:Origami 2.jpg|thumb|[[Origami]] di gru - simbolo di lunga vita.]]
Il simbolo di guida spirituale verso la liberazione si riscontra in [[Cina]] dove la danza delle gru (che vengono chiamate 鹤, ''hè'') evoca la possibilità di volare fino alle Isole degli Immortali. D'altronde nel [[taoismo]] questo trampoliere è simbolo d'immortalità. A loro volta i giapponesi, credendo che le gru vivano migliaia di anni, le considerano simboli di longevità: tanto è vero che si offrono spesso agli anziani delle pitture o incisioni dove figurano gru, pini e tartarughe, tutti e tre simboli di lunga vita. L'immagine di questo uccello è collegata anche al culto degli antenati, come testimoniano molti oggetti rituali che, modellati nelle sembianze del volatile, vengono usati nelle cerimonie in loro onore. Questo simbolismo si spiega considerando che in Cina la gru è l'uccello Hac, «colui che è venuto e non rimane». Dopo l'[[Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki|esplosione atomica]] su [[Hiroshima]], che si dice sia stata più luminosa di mille soli, una bambina colpita dalle radiazioni, [[Sadako Sasaki]], si impegnò a costruire mille gru di carta nella speranza di poter guarire. Morì prima di portare a termine la sua impresa, ma altri bambini hanno continuato per lei, e oggi le statue di pietra del [[Monumento alla pace dei bambini|Peace Memorial Park]] di Hiroshima sono decorate da milioni di piccole gru di [[origami]].
 
In India tuttavia, a causa di alcuni suoi atteggiamenti, come quelli che assume nella danza, è considerata il più falso tra gli uccelli e simbolo di tradimento. «Ingannevole» è l'epiteto con cui la si designa: non a caso ha dato il suo nome alle dee dalla testa di gru (le otto ''[[Mahāvidyā|mahâvidyâ]]'') che simboleggiano la potenza della crudeltà, della magia nera, del veleno e dell'istinto di distruzione.
 
==== Araldica ====
[[File:DEU Kransberg COA.svg|thumb|260px|[[Stemma]] della comunità di Kransberg.]]
Riguardo alle gru, mescolando osservazioni fondate e fantasticherie, che tuttavia hanno ispirato il [[Simbolo|simbolismo]] di questo animale, [[Plinio il Vecchio]] riferiva:
{{Citazione|Si mettono d'accordo sulla data della partenza; volano a grande altezza per vedere lontano davanti a sé e scelgono un capo che faccia loro da guida lungo l'itinerario che devono seguire e in coda alla schiera, a turno, pongono delle compagne che con le loro grida sappiano mantenere compatto lo stormo. Durante la notte dispongono dei turni di guardia: e le sentinelle sono costrette a reggere una pietruzza, perché se questa scivola via dalla presa a causa del sonno e cade, diventa così molto evidente la loro negligenza; le altre gru dormono, nascondendo la testa sotto l'ala e stando, alternativamente, ora su un piede ora su un altro. Il capo invece, tenendo il collo ben ritto, controlla e ordina.<ref>[[Gaio Plinio Secondo]], ''Storia naturale'', X, 58-59.</ref>}}
Già [[Aristotele]] aveva smentito la falsa credenza della pietra tenuta nella zampa: tuttavia essa era troppo suggestiva per non venire adottata anche nel Medioevo giacché evocava i simboli della vigilanza, della previdenza e anche della prudenza spirituale. È possibile trovare la figura della gru con la pietra su molti [[Arma (araldica)|emblemi]], [[Stemma|stemmi]] e [[Insegna|insegne]], nonché su case e [[Castello|castelli]].
 
Nella cristianità medievale ci si è ispirati a una credenza dei naturalisti antichi per evocare anche la figura del Salvatore: come testimonia il passo di Plinio il Vecchio che abbiamo citato, le gru si scelgono un capo il quale non soltanto guida lo stormo durante la migrazione, ma di notte lo sorveglia con la testa eretta.
 
Sulla decorazione di un vaso antico proveniente dalla [[villa Adriana]] di [[Tivoli]], oggi custodito al [[Hôtel de Cluny|Museo di Cluny]], si vede una gru che combatte il serpente. Probabilmente l'immagine venne a simboleggiare in ambiente cristiano il Cristo che combatte il demonio. Così è stata interpretata un'analoga figura su un amuleto gnostico: è un simbolismo che appare anche nell'ambito della cicogna. D'altronde nel Medioevo si tendevano a confondere le cicogne con le gru, gli aironi e gli ibis<ref>Henri Leclercq, ''Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie'', Parigi 1903, fasc. 108-09, col. 1288, figg. 7-547.</ref>.
 
Nel mosaico del santuario cristiano di [[Madaba]], eretto in [[Palestina]] nel 490 in onore di sant'Elia, si è scoperta anche una gru coronata che non può non essere una figura simbolica di Cristo<ref>Henri Leclercq, ''Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie'', Parigi 1903, fasc. 106-07, col. 869, figg. 7-427.</ref>.
 
==== Astronomia ====
[[File:Grus and Piscis Austrinus from Atlas Coelestis.jpg|thumbnail|right|Le costellazioni della Gru e del [[Pesce Australe]], che in passato formavano una costellazione unica, come appaiono in ''Atlas Coelestis'' di [[Johann Gabriel Doppelmayer|Johann Doppelmayr]] (1742 ca.).]]
La [[Gru (costellazione)|gru]] è anche disegnata nel cielo: [[Petrus Plancius|Plancius]], che nel 1598 l'aveva inserita nel suo mappamondo, in uno successivo la trasformò nel Fenicottero (''Phoenicopterus''); oggi però è catalogata con il nome originario. Venne formata con stelle che si trovavano sotto il [[Pesce Australe|Pesce australe]]. Due sono abbastanza luminose: [[Al Na'ir|Alnair]] (''α Gruis'', magnitudine 1,7), il cui nome deriva dall'abbreviazione di un'espressione araba che significa «quella brillante presa dalla coda di pesce» perché gli arabi nel Medioevo avevano esteso la coda del Pesce australe fino a questa regione del cielo; e ''[[Beta Gruis|β Gruis]]'', una gigante rossa di magnitudine 2,1.
 
==== Fiabe, favole e letteratura ====
Nell'antica [[Folclore|tradizione popolare]] e nelle fiabe, la gru, alla quale vengono di regola attribuite qualità positive, compare come annunciatrice di nascite e di matrimoni, ma anche di guerra e di morte. Nelle [[Favola|favole]], viene di solito utilizzata per simboleggiare l'ingiustizia e l'ingratitudine umana.
 
Il racconto [[Sacha (Jacuzia)|jakuto]] ''Le piume della gru'' parla di una gru che si trasforma in una bellissima ragazza per sposare un essere umano. Un giorno, tuttavia, l'uomo scopre le piume strappate che un tempo rivestivano la moglie e si allontana, rappresentando così la natura sfuggente dell'estate e dell'amore. Anche favole russe come ''L'airone e la gru'' o ''La volpe e la gru''<ref>{{cita web | url=http://ww2.raccontidifata.com/2013/11/la-volpe-e-la-gru-fiaba-russa.html | sito=racconti fiabe filastrocche e.. non solo | titolo=La volpe e la gru}}</ref> hanno per protagonista questo uccello; in quest'ultima, i due protagonisti si invitano reciprocamente a un pranzo che solo il padrone di casa è in grado di mangiare. Anche [[Johann Wolfgang Goethe]] dedicò a questo argomento un poema<ref>[http://www.textlog.de/18777.html J.W. Goethe - Gedichte – Fuchs und Kranich]</ref>. Nella favola di [[Fedro]] ''Il lupo e la gru''<ref>{{cita web | url=https://www.inrete.ch/cult/FAVOLE/Fedro/Fedro-Il%20lupo%20e%20la%20gru.htm | autore=Fedro | titolo=Il lupo e la gru}}</ref>, invece, l'uccello libera il lupo da un osso rimastogli bloccato in gola, ma non riceve alcuna ricompensa.
 
Nelle ''Storie animali'' di Haanpää la gru viene umanizzata e individualizzata. Il racconto ''La gru dalle ali monche'' parla di un esemplare che non può migrare verso sud e durante l'inverno deve lottare contro i suoi nemici. Esso trae spunto dal poema ''La gru'' di [[Theodor Fontane]], che parla di una gru con le ali spuntate che tenta a lungo di seguire i suoi conspecifici e viene derisa dai polli dopo i suoi inutili sforzi.
 
L'antico [[profeta]] israelita [[Libro di Geremia|Geremia]] cita uno dei tratti caratteristici di questo uccello (il conoscere il periodo in cui migrare) nella [[Bibbia]] (''Geremia 8,7''<ref>[http://www.bibleserver.com/act.php?search_context=24008007&context_translation=1 bibleserver.com]</ref>).
 
Nella poesia, la gru viene utilizzata simbolicamente per descrivere qualcosa di «[[sublime]]» in natura. ''La gru saggia'' di [[Wilhelm Busch]]<ref>[http://www.wilhelm-busch-seiten.de/gedichte/letzt75.html Zu guter Letzt Der kluge Kranich]</ref> si rifà nuovamente alla figura dell'uccello vigile con la pietra nella zampa. [[Johann Wolfgang Goethe]], nel ''[[Faust (Goethe)|Faust: Una tragedia]]'' (''Fuori porta'')<ref>{{cita web | url=https://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/goethe/faust.html | autore=Johann Wolfgang Goethe | titolo=Faust}}</ref>, lascia che il protagonista si lamenti:
{{Citazione|quando sopra pianure e sopra laghi<br/>vola la gru che fa ritorno a casa.}}
 
L'uccello è protagonista anche delle poesie ''La gru'' di [[Nikolaus Lenau]], ''La gru'' di Nikolaj Rubcov e ''La gru paralizzata'' di [[Ewald Christian von Kleist]].
 
Nel romanzo ''I bambini Jeronim'' di [[Ernst Wiechert]], Gogun, un razziatore di nidi, ruba le uova di gru e i loro piccoli per venderli ai proprietari terrieri. Nel [[dramma]] di Viktor S. Rozow ''Gli amanti eterni'', questi uccelli vengono usati come metafora alla morte del protagonista Boris. Nella [[novella]] ''Le prime gru'' di [[Čyngyz Ajtmatov]], le gru appaiono come annunciatrici della primavera prossima, dell'amore e della gioia di vivere, ma anche come promemoria contro la guerra, l'alienazione e le divisioni. Anche [[Selma Lagerlöf]] menziona la gru in uno dei capitoli del ''[[Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson|Viaggio meraviglioso di Nils Holgersson]]'' (''La grande danza delle gru sul Kullaberg'').
 
==== Musica, arte e film ====
[[File:Pine, Plum and Cranes.jpg|thumb|Tre [[Simbolo|simboli]] cinesi - il pino, il susino e la gru (qui due [[Grus japonensis|gru della Manciuria]]) - in un disegno di Shen Quan (1759).]]
Nell'opera ''[[Ascesa e caduta della città di Mahagonny]]'' di [[Bertolt Brecht]] c'è un brano musicale che parla delle gru (''Siehst du die Kraniche im hohen Bogen...'').
 
Nelle arti visive, raffigurazioni di gru si possono trovare dalle epoche storiche più antiche fino ad oggi. Questo uccello è stato un modello sia per [[Pittura su tavola|pitture su tavola]] che su parete, nonché per [[Miniatura (ritratto)|miniature]] e [[Illustrazione|illustrazioni]]. Ne esistono rappresentazioni artigianali e plastiche fatte di tessuto, [[ceramica]], [[legno]], [[Pietra (classificazione commerciale)|pietra]], [[bronzo]], [[Metallo nobile|metalli preziosi]] e altri materiali. Soprattutto in [[Asia]], è uno dei soggetti preferiti dagli illustratori.
 
Nell'arte cristiana, la gru compare, assieme ad altri uccelli, all'ingresso dell'[[arca di Noè]] nel [[mosaico]] della chiesa di San Marco a [[Venezia]]. Un'incisione di [[Albrecht Dürer]] mostra la Giustizia con la gru con la pietra nella zampa al suo fianco.
 
Nel film ''[[Quando volano le cicogne]]'' del regista georgiano [[Michail Konstantinovič Kalatozov|Michail Kalatozov]], uno stormo di gru appare in cielo alla morte di Boris, il protagonista.
 
==== Miscellanea ====
La gru in volo è il [[Marchio registrato|logo]] di molte [[Compagnia aerea|compagnie aeree]] attuali. Essa è utilizzata dalla [[Japan Airlines]], dalla [[Air Uganda]] e dalla [[XiamenAir]] cinese. Il logo della tedesca [[Lufthansa]], creato nel 1918 da Otto Firle a [[Berlino]], viene utilizzato dal 1926.
 
Un particolare reparto operativo della [[polizia]] [[austria]]ca, istituito in seguito all'attacco terroristico all'[[aeroporto di Vienna-Schwechat]] del [[27 dicembre]] [[1985]], è stato battezzato ''Einsatzabteilung Kranich''; il nome è stato scelto per la particolare vigilanza di questo uccello e, probabilmente, anche per la sua associazione con il volo.
 
=== L'uomo e le gru ===
==== Le gru come oggetto di caccia ====
Grazie ai petroglifi che sono stati scoperti in grotte [[Spagna|spagnole]] e in [[Svezia]], nonché ai ritrovamenti di ossa negli insediamenti [[Neolitico|neolitici]], sappiamo che le gru sono state cacciate fin dalla preistoria. È interessante notare che le ossa di età romana ritrovate in [[Ungheria]] sono circa il 10-20% più grandi di quelle degli esemplari odierni. La carne e le uova venivano mangiate, con le ossa venivano fabbricati strumenti e le piume venivano usate come monili.
 
Il poeta latino [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] la considerava una «piacevole preda», se solo non avesse avuto così tanti tendini. Ancora oggi, è possibile trovare gru in vendita in alcuni mercati in [[Africa]] e in [[India]]. Nel [[Medioevo]] le gru erano considerate prede nobili. Il trattato di [[caccia]] di [[Pietro de' Crescenzi]] ne descrive accuratamente la cattura con una rete tesa nella quale, al crepuscolo, questi uccelli venivano spinti. Nel suo [[De arte venandi cum avibus|libro di falconeria]], il [[Codice (filologia)|codice]] ''De arte venandi cum avibus'' (Sull'arte di cacciare con gli uccelli) l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] di [[Hohenstaufen]] raffigurò in varie miniature a colori la gru in varie attività.
 
==== La gru come animale nocivo ====
[[File:Rastende Kraniche.JPG|thumb|Gri nel Meclemburgo.]]
Secondo un detto contadino [[Impero bizantino|bizantino]], è più facile «coltivare la roccia che campi e colline con gru nelle vicinanze». Chiamandole «ladri di semi» e «razziatrici di zolle», gli antichi greci le catturavano con reti, cappi o con il vischio. In [[Prussia]], [[Federico Guglielmo I di Prussia|Federico Guglielmo I]] ordinò la caccia alle gru «per i grandi danni» che arrecavano alle coltivazioni nelle valli fluviali e nelle pianure alluvionali.
 
==== La gru come misuratore del tempo ====
Un certo numero di [[Meteorognostica|regole meteorognostiche]] correlate alla semina e alla raccolta, fa riferimento alle migrazioni delle gru. Ad esempio, l'autore greco [[Esiodo]] afferma quanto segue:
 
{{Citazione|Fa' poi attenzione, quando tu odi il verso della gru,<br/>
che ogni anno strepita dall'alto delle nubi:<br/>
essa reca il segnale dell'aratura e dell'inverno piovoso<br/>
indica la stagione...<ref>[[Esiodo]], ''Le opere e i giorni'', 448 sgg.</ref>}}
 
Inoltre, le gru che volano ad alta quota dovrebbero annunciare il bel tempo.
 
==== La gru come animale ornamentale ====
[[Grus grus|Gru cenerine]] e [[Grus virgo|damigelle di Numidia]] erano tenute come uccelli ornamentali sia in [[Cina]] («uccelli di rango superiore») che in [[India]] («i più importanti tra tutti i pennuti»), nonché nell'[[Antico Egitto]]. Ne troviamo raffigurazioni risalenti ad oltre 4000 anni fa sulle pareti delle tombe egiziane del periodo [[Faraone|faraonico]]. I bassorilievi della mastaba di Ti indicano anche che questi uccelli venivano tenuti e fatti ingrassare in stormi semi-addomesticati come animali sacrificali.
 
Dagli scritti del romano [[Marco Terenzio Varrone|Varrone]] si può concludere che le gru furono in seguito allevate anche come uccelli domestici. Esse erano abituate a sorvegliare la casa e il cortile, grazie alle forti grida che avvisavano in modo affidabile l'arrivo di [[Carnivora|animali carnivori]] e [[Accipitriformes|uccelli rapaci]]. Tuttavia, quando [[Carlo Magno]] effettuò dei cambiamenti ad una legge salica, tale usanza andò persa.
 
==== Protezione delle gru ====
Ben undici specie delle quindici presenti sulla Terra sono a [[Specie a rischio|rischio di estinzione]]. In Asia orientale la perdita di aree umide minaccia la [[Grus japonensis|gru della Manciuria]], quella [[Grus monacha|monaca]] e quella [[Antigone vipio|nucabianca]]. La leggiadra [[Grus paradisea|gru del paradiso]], l'uccello simbolo del Sudafrica, è stata messa a rischio dalla predazione da parte dei cani rinselvatichiti e dalle colture arboree che hanno soppiantato gran parte del raro ''habitat'' originario della specie. La [[Grus americana|gru americana]], la specie più rara, è stata cancellata da gran parte del suo areale in America del Nord nel XIX secolo a causa della caccia, della raccolta delle uova e della distruzione dell<nowiki>'</nowiki>''habitat'' provocata dalla bonifica delle aree umide a favore delle praterie, più adatte all'allevamento. Nei primi anni '40 erano rimaste soltanto 21 gru americane. Grazie alla protezione dell'ambiente, alle leggi più restrittive sulla caccia e ai programmi di allevamento in cattività cominciati negli anni '60, quanto rimasto della popolazione di gru americana ha iniziato ad aumentare. Al momento si contano 442 individui in natura e 161 in cattività, nulla in confronto ai numeri originali, ma un grande risultato sulla via della salvezza per questa specie.
 
Tre le organizzazioni che si dedicano alla protezione delle gru ricordiamo l'[[International Crane Foundation]], con sede negli [[Stati Uniti d'America|USA]], e l'europea European Crane Working Group.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* David H. Ellis, George F. Gee e Claire M. Mirande, ''Cranes: Their Biology, Husbandry, and Conversation'', Hancock House Publishers, Blaine 1996, ISBN 0-88839-385-7.
* Josep del Hoyo, ''Handbook of the Birds of the World.'' Vol. 3: ''Hoatzins to Auks.'' Lynx Edicions, 1996, ISBN 84-87334-20-2.
* [[Peter Matthiessen]]: ''The Birds of Heaven: Travels With Cranes'', 2001, ISBN 978-3-596-18195-7.
* Wolfgang Mewes, Günter Nowald e Hartwig Prange, ''Kraniche. Mythen, Forschung, Fakten.'' Braun, Karlsruhe 1999, ISBN 3-7650-8195-7.
* Claus-Peter Lieckfeld e Veronika Straaß: ''Mythos Vogel.'' BLV, München 2002, ISBN 3-405-16108-8.
* R. L. Potapov e V. E. Fling, ''Handbuch der Vögel der Sowjetunion. Band 4: Galliformes, Gruiformes.'' Aula Verlag, Wiesbaden 1989, ISBN 3-89104-417-8.
* Carl-Albrecht von Treuenfels, ''Kraniche. Vögel des Glücks.'' Rasch und Röhring, Hamburg 1998, ISBN 3-89136-653-1.
* Carl-Albrecht von Treuenfels, ''Zauber der Kraniche.'' Knesebeck, München 2005, ISBN 3-89660-266-7.
* Norbert Daubner e Gaby Hufler, ''Naturerlebnis Kranichzug: Die Reise der Kraniche''. Karlsruhe 2011, ISBN 3-9810882-3-9.
* [[Alfredo Cattabiani]], ''Volario'', Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano 2000, ISBN 88-04-49876-5.