Sea-Watch 3: differenze tra le versioni
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==Controversie==
Nel giugno 2018, le [[Maritime Squadron of Armed Forces of Malta|autorità maltesi]] hanno [[Sequestro giudiziario|sequestrato]] la nave nel porto del[[la Valletta]] perché non correttamente registrata sotto [[bandiera olandese]]. Pur avendo regolarizzato la registrazione nel mese successivo, alla ''Sea-Watch 3'' venne rifiutata l'uscita dal porto della Valletta per motivi politici fino al mese di ottobre.<ref>{{cita news|autore=Matthew Vella|url=https://www.maltatoday.com.mt/news/national/89398/malta_still_preventing_seawatch_vessel_from_departing_despite_positive_inspection#.W_hAUjGNyFI|titolo=Malta still preventing Sea-Watch vessel from departing, despite positive inspection|sito=Maltatoday|data=2018-09-11|accesso=2018-11-23}}</ref><ref>{{cita news|autore=Christian Jakob|url=http://www.taz.de/!5545200/|titolo=Rückkehr der Seenotretter|sito=TAZ|data=2018-11-06|accesso=2018-11-23}}</ref><ref>{{cita news|autore=Raphael Thelen|autore2=Andreas Evelt|url=http://www.spiegel.de/politik/ausland/malta-sea-watch-3-hat-alle-zulassungen-darf-aber-nicht-auslaufen-a-1221076.html|titolo="Sea-Watch 3" hat alle Zulassungen – darf aber nicht auslaufen|pubblicazione=Spiegel|data=2018-08-01|accesso=2018-11-23}}</ref> Nel dicembre 2018, l'associazione Sea-Watch ha presentato una [[denuncia]] contro il Ministero dei trasporti maltese per aver arbitrariamente impedito la libera disponibilità della nave Sea-Watch 3.<ref>{{cita news|autore=Denise Grech|url=https://www.timesofmalta.com/articles/view/20181211/local/transport-ministry-taken-to-court-over-abuse-of-power.696468|titolo=Transport Ministry taken to court over ‘abuse of power’|pubblicazione=Malta Times|data=2018-12-11}}</ref>
Nel gennaio 2019 il [[Governo Conte|governo italiano]] rifiutò alla ''Sea-Watch 3'' di entrare in uno dei porti italiani, poiché il porto sicuro più vicino era in [[Tunisia]] dove era altresì presente un centro di soccorso. In risposta a una denuncia del capitano della ''Sea-Watch 3'' e di diversi migranti a bordo, dopo dieci giorni la [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] ordinò all'Italia l'accoglimento di 47 persone, con assistenza medica e alimentare a bordo e, per i [[minorenne|minori]], il patrocinio legale gratuito. Poco tempo dopo, i [[Germania|governi di Germania]], [[Francia]], [[Portogallo]], [[Romania]] e [[Malta]] hanno offerto la propria disponibilità ad ospitare i migranti a bordo. Il 1º febbraio 2019 la [[Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera|Guardia Costiera italiana]], nell'ambito di controlli ai sensi della [[Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare]] (UNCLOS), ha effettuato il [[fermo amministrativo]] della ''Sea-Watch3'' per presunte violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell'ambiente marino<ref>[http://www.guardiacostiera.gov.it/stampa/Pages/comunicato-stampa-1-febbraio-2019.aspx Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera. ''Comunicato stampa del 1º febbraio 2019''.]</ref>. La ''Sea-Watch3'' ha poi potuto riprendere il largo il 22 febbraio 2019 dopo il "via libera" da parte delle autorità italiane.<ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/2019/02/22/italia/via-libera-alla-seawatch-ha-lasciato-il-porto-di-catania-OpwVqTMRRxsHXcsWZpzD6I/pagina.html|titolo=Via libera alla Sea-Watch 3: ha lasciato il porto di Catania|sito=LaStampa.it|lingua=IT|accesso=2019-06-26}}</ref>
A metà maggio 2019, l'equipaggio della ''Sea-Watch 3'' aveva annunciato di aver recuperato 65 persone a 60 [[chilometri]] al largo della costa libica, ma il [[Ministero dell'Interno|ministro dell'interno]] [[Matteo Salvini]] ha ordinato il divieto di navigazione nelle [[acque territoriali|acque territoriali italiane]]. Poco dopo i feriti e le loro famiglie (18 persone) sono state soccorse da una nave della guardia costiera italiana, che però dovette rimanere fuori dalle acque italiane a 15 miglia nautiche da [[Lampedusa]]. Dopo che gli attivisti della Sea-Watch annunciarono possibili [[suicidio|intenzioni suicide]] fra i 47 migranti rimasti a bordo, il 18 maggio decisero, nonostante il divieto, di dirigersi verso le acque territoriali italiane per ragioni umanitarie e per lo stato psicologico dei migranti, rivendicando il diritto di approdare nel porto sicuro più vicino in quel momento. I migranti sono stati così fatti sbarcare a [[Lampedusa]] dalla Guardia Costiera e dalla [[Guardia di Finanza]]. La nave è stata poi sottoposta a sequestro cautelare, per poi essere nuovamente dissequestrata il 1º giugno 2019. Il presidente del Consiglio della Chiesa protestante della Germania, [[Heinrich Bedford-Strohm]], ha successivamente visitato la nave, non ancora accessibile in quel momento, esprimendo il suo sostegno all'equipaggio.
Il 12 giugno 2019 la ''Sea Watch-3'' ha recuperato 53 persone nelle acque della zona [[Ricerca e soccorso|SAR]] libica, di cui 11 sono state portate subito a terra per motivi medici, mentre le restanti 42 sono rimaste a bordo. La nave è rimasta in una posizione di attesa in acque internazionali al largo di Lampedusa senza permesso di entrare. Il 21 giugno il capitano [[Carola Rackete]] e diversi cittadini di diversi Stati africani hanno chiesto alla [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] un'ingiunzione provvisoria per costringere l'Italia a far entrare la nave, ma il 25 giugno 2019 il tribunale ha respinto la richiesta urgente, in quanto le misure provvisorie sono previste solo se vi era un "rischio immediato di danno irreparabile". La situazione a bordo della nave non giustificava dunque alcuna forma di coercizione nei confronti dell'Italia, la quale aveva comunque prestato assistenza alle persone ferite, donne e bambini. Il 26 giugno 2019, dopo due settimane di navigazione, la nave è entrata nelle acque territoriali italiane, nonostante la minaccia di pesanti sanzioni.<ref>[http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/migranti-appello-sea-watch-su-facebook-raccolta-fondi-per-pagare-multa-sbarco-1f744d5b-cb43-4cf1-804f-f91295f649df.html]</ref> Salvini ha invitato la [[magistratura]] ad agire rapidamente, dichiarando che l'Italia non era un "ormeggio per immigrati clandestini" e che si trattava di "una nave olandese di un'organizzazione non governativa tedesca, che accoglie i migranti al largo della Libia". La nave, tuttavia, è stata fermata dalla guardia costiera. Nel frattempo, l'[[arcivescovo di Torino]] [[Cesare Nosiglia]] ha offerto di prendersi cura dei migranti senza costi per lo Stato italiano (incontrando tuttavia la contrarietà del Ministro degli Interni Salvini),<ref>{{cita web|url=https://www.avvenire.it/attualita/pagine/nosiglia-pronti-per-accogliere-migranti-sea-watch|titolo=Nosiglia, pronti ad accogliere i migranti|accesso=7 luglio 2019}}</ref> ed anche diverse città tedesche - per voce del Ministro degli Interni tedesco [[Horst_Seehofer|Seehofer]] - avevano dichiarato la loro disponibilità ad accettarli, cosa sui cui lo stesso Seehofer pose però come condizione il coinvolgimento di altri stati dell'Unione Europea.<ref>{{cita web|url=https://europa.today.it/attualita/seawatch-germania-migranti.html|titolo=La lezione "tedesca" all'Italia: 50 città pronte ad accogliere i migranti di Sea Watch|accesso=7 luglio 2019}}</ref>
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