Guerra d'Italia del 1521-1526: differenze tra le versioni
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In giugno l'esercito imperiale, al comando di [[Enrico III di Nassau-Breda|Enrico di Nassau]], invase il nord della Francia, razziando le città di [[Ardres]] e [[Mouzon (Ardenne)|Mouzon]] e ponendo l'[[Assedio di Tournai (1521)|assedio a Tournai]] che verrà conquistata alla fine di novembre. L'avanzata dovette però rallentare a causa del fallimento dell'[[assedio di Mézières]] (ora parte di [[Charleville-Mézières]]), cittadina difesa da una [[guarnigione]] francese di soli {{formatnum:1000}} uomini comandata da [[Pierre Terrail de Bayard]] e [[Anne de Montmorency (duca)|Anne de Montmorency]] che dovette fronteggiare circa {{formatnum:35000}} armati. La strenue resistenza della città diede a Francesco I il tempo necessario per radunare una armata che potesse riuscire ad affrontare Carlo V.<ref name="ReferenceA"/><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 248-249}}.</ref> Il 22 ottobre 1521 Francesco si trovò di fronte i soldati imperiali, comandati da Carlo in persona, vicino [[Valenciennes]]. Nonostante l'insistenza di [[Carlo III di Borbone-Montpensier|Carlo di Borbone]], Francesco esitò ad attaccare permettendo all'imperatore Carlo V di ritirarsi. Quando i francesi erano finalmente pronti ad avanzare, l'inizio di forti piogge impedirono un attacco efficace e le forze imperiali riuscirono a ritirarsi senza dare battaglia.<ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 248-251}}.</ref> Subito dopo le truppe franco-navarresi guidate da [[Guillaume Gouffier de Bonnivet|Bonnivet]] e [[Claudio I di Guisa]] espugnarono la città chiave di Fuenterrabia ([[Hondarribia]]), alla foce del fiume [[Bidasoa]] sul confine franco-spagnolo, a seguito di una serie prolungata di manovre, fornendo ai francesi un punto d'appoggio vantaggioso nel nord della Spagna, che sarebbe rimasto in loro mani per i successivi due anni.<ref name=Britannica1911>[[File:Wikisource-logo.svg|14px]] {{cita libro |lingua=en |voce=[[s:en:1911 Encyclopædia Britannica/Bonnivet, Guillaume Gouffier, Seigneur de|Bonnivet, Guillaume Gouffier, Seigneur de]] |curatore=Hugh Chisholm |titolo=[[Enciclopedia Britannica]] |ed=XI |editore=Cambridge University Press |anno=1911}}</ref>
[[File:Battles in Lombardy (1521-25).png|thumb|upright=1.4|Battaglie in Lombardia (1521–25). Indicati i combattimenti a [[battaglia della Bicocca|Bicocca]], [[Battaglia di Romagnano (1524)|Sesia]] e [[battaglia di Pavia (1525)|Pavia]].]]
Da novembre la situazione dei francesi andò deteriorandosi considerevolmente. Carlo, Enrico VIII ed il papa firmarono un'alleanza contro Francesco il 28 novembre. Ad [[Odet de Foix]], governatore francese di [[Milano]], era stato affidato il compito di resistere alle forze imperiali e papali guidate da [[Prospero Colonna (condottiero)|Prospero Colonna]], ma alla fine di novembre fu costretto a lasciare Milano e a ritirarsi in una zona facilmente difendibile nei pressi di [[Monza]] e lungo il fiume [[Adda]].<ref>{{cita|Pellegrini, 2009|pp. 164-165}}.</ref><ref>{{cita|Blockmans, 2002|p. 52}}.</ref><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 249-251}}.</ref> Lì riuscì ad avere dei rinforzi costituiti da [[mercenari svizzeri]]; non avendo a disposizione denaro sufficiente per pagarli dovette adeguarsi alle loro richieste di impegnare immediatamente le forze imperiali.<ref>{{cita|Oman, 1937|pp. 176–178}}.</ref> Il 27 aprile 1522, attaccò le forze di Colonna vicino Milano alla [[battaglia della Bicocca]]. Odet aveva pianificato di usare la superiorità nell'[[artiglieria]] a suo vantaggio ma gli svizzeri, impazienti di impegnare il nemico, nascosero i suoi cannoni e andarono alla carica contro i trincerati spagnoli dotati di [[archibugio]]. Nel corpo a corpo risultante gli svizzeri ({{formatnum:15000}} uomini) furono sbaragliati dagli spagnoli guidati da [[Fernando Francesco d'Avalos]] e da una forza di [[lanzichenecchi]] comandata da [[Georg von Frundsberg]]. Fiaccati nel morale, gli svizzeri tornarono ai loro [[cantoni della Svizzera|Cantoni]]; Odet, rimasto con pochi uomini per poter continuare la campagna, abbandonò la [[Lombardia]].<ref name="ReferenceB">{{cita|Blockmans, 2002|p. 57}}.</ref><ref>{{Cita|Hackett, 1937|pp. 253-254}}.</ref><ref>{{cita|Taylor, 1973|pp. 125–126}}.</ref><ref>{{cita|Pellegrini, 2009|pp. 165-168}}.</ref> Colonna e d'Avalos, rimasti senza avversari, procedettero all'[[Assedio di Genova (1522)|assedio di Genova]], difesa da {{formatnum:6200}} uomini, entrando in città il 30 maggio.<ref name="ReferenceB"/>
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