Libere ACLI: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Numero Membri 1971
Riga 39:
 
==== I primi dissensi ====
La i''I'' vescovi cattolici della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] iniziarono una confronto critico con la dirigenza ACLI nel marzo del 1970. Il primo atto di dissenso della parte della base ACLI contro la "svolta socialista" avvenne al congresso delle sezioni giovanili delle ACLI a Peschiera del Garda l'8 dicembre del 1970 ove un piccolo gruppo diede vita alla ''gioventù aclista autonoma''<ref>{{Cita news|autore=Zincone Giuliano|titolo=Le tesi degli aclisti rossi|pubblicazione=Corriere della Sera|data=09 dicembre 1970|p=5}}</ref>. Seguirono alcune riunioni a Roma di dirigenti nazionali e responsabili locali nel gennaio del 1971 che ipotizzavano una azione di rottura con le ACLI Nazionali. Ci fu anche una raccolta di firme per promuovere una scissione ma a quelle riunioni non seguì alcuna azione concreta. Il 1 febbraio 1971 le minoranze dissenzienti e la gioventù aclista autonoma chiesero alla presidenza un congresso straordinario per verificare con la base la scelta della ''svolta socialista ,'' richiesta che venne loro rifiutata<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Polemica nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=02 febbraio 1971|p=5}}</ref>.
[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L' opuscolo redatto nel febbraio 1971 con il contributo primario del prof. Tommaso Demaria che costituisce il manifesto politico e culturale delle Libere ACLI]]
 
=== La frattura e la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale'' ===
Don Giuseppe Macario era un sacerdote di Torino attivo nella assistenza ai profughi dell'Istria<ref>{{Cita news|autore=|titolo=E' morto don Macario Parroco dei profughi|pubblicazione=Stampa sera|data=7 marzo 1983|p=5|citazione=A Torino don Macario (fratello del senatore Luigi Macario ex leader della Clsl) era assai conosciuto e stimato per numerose opere sociali che aveva realizzato e per essere stato il «parroco delle Casermette»: circa 4 mila profughi giuliani ai quali don Macario aveva assicurato assistenza spirituale e materiale nelle ex casermette di via Guido Reni.|urlarchivio=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1025_02_1983_0063_0005_19050920/}}</ref> e nel modo cattolico del lavoro e fratello di [[Luigi Macario]]. Don Macario fu indirizzato dal deputato [[Michelangelo Dall'Armellina|Michelangelo D'Allarmellina]] a contattare [[Gaetano Peretti]] Presidente della sezione ACLI di Avesa<ref>{{Cita web|url=http://www.mclavesa.it/?page_id=28|titolo=MEMORIE DI UN PRESIDENTE|autore=Giorgio Ceoletta|sito=http://www.mclavesa.it|citazione=....convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione....|accesso=11 agosto 2019}}</ref>, frazione di Verona. Peretti era uno dei dissenzienti più convinti e con don Macario coordinò una riunione di responsabili di sezioni locali che ambivano al rifiuto della ipotesi socialista ed alla separazione dalle ACLI nazionali per il 7 febbraio 1971 nel Dopolavoro Ferroviario in via Sammartini a MIlano. Don Macario avvertì Peretti che sarebbe stato presente all'incontro il prof. [[Tommaso Demaria]], docente dell' [[Università Pontificia Salesiana|Ateneo Salesiano]], per garantire le basi teoretiche e la correttezza rispetto al magistero delle dottrina cattolica del nuovo movimento che si prospettava di costituire<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Gaetano Peretti|titolo=Maria...Tu qui?|anno=2002|editore=Copigraph|città=Verona}}</ref>. Alla riunione presieduta da Peretti<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3}}</ref>. Erano presenti anche Ettore Bandieri e Adriano Nardo di Torino e Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. Dopo la relazione del Prof. Demaria sui fondamenti teoretici che rendevano necessari il rifiuto della ipotesi socialista, la scissione e la proposta di una nuova e diversa proposta cristiana venne proclamata alla presenza dei giornalisti di numerose testate nazionali la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale''. Venne approvato uno statuto provvisorio<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3|citazione=L'assemblea tenutasi ièri a Milano, presso il Dopolavoro Ferroviario di via Sammartini (fra i partecipanti erano numerosi dipendenti delle Ferrovie dello Stato), ha visto la presenza di delegati di molte province settentrionali, tra gli altri, il professor Gaetano Peretti presidente di un grosso gruppo aclista di Verona, e insegnante di filosofia in quella città, che dirigeva i lavori; il dottor Ettore Bandieri di Torino, vicesegretario nazionale delle ACLI dei ferrovieri; Adriano Nardo presidente di un circolo ACLI di Torino: Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. E' stato approvato lo statuto provvisorio delle «libere ACLI»}}</ref>. Nessun dirigente nazionale ACLI prese parte a questa fondazione che fu opera dei responsabili locali di sezioni di Torino, Novara, Alessandria, alcuni rappresentanti di sezioni dell'Emilia, di Milano ed altre località della Lombardia, e altri ancora dal Veneto, Mestre, Porto Marghera, Vicenza, Verona, Chioggia e Venezia.<ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Minaccia di estendersi la scissione nelle ACLI|pubblicazione=LA STAMPA|data=11 febbraio 1971|p=18|accesso=11 agosto 2019}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Contro la "scelta socialista. Minaccia di estendersi la scissione nelle Acli. Gli oppositori alla linea del presidente Gabaglio si sono riuniti a Roma -|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18|citazione=dopo la costituzione delle « Libere Acli dell'Italia settentrionale ». avvenuta domenica scorsa a Milano|urlarchivio=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0135_01_1971_0035_0018_5136161/}}</ref>