Itanglese: differenze tra le versioni

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== Fenomeno ==
===Storia===
Fino alla [[seconda guerra mondiale]] gli anglicismi ebbero un peso relativamente limitato nell'italiano, e furono per la maggior parte integrati nel sistema linguistico attraverso traduzioni, equivalenti, o adattamenti quali [[Calco linguistico|calchi]] o italianizzazione della pronuncia. Un ruolo importante rivestirono anche la mediazione del [[Lingua francese|francese]] nella ricezione degli anglicismi, così come la politica linguistica operata dal [[Fascismo|regime fascista]] in Italia, da cui rimase escluso l'[[italiano svizzero]]. Nel secondo dopoguerra, in seguito alla vittoria alleata e alla presenza anglo-americana in Italia, gli anglicismi ebbero una forte ripresa per quantità e conobbero cambiamenti qualitativi, come l'assenza di mediazione del francese, un maggiore ingresso di forme non adattate, un maggiore ruolo del parlato rispetto allo scritto, con una relativa maggiore aderenza alla pronuncia (a differenza di prestiti come l'ottocentesco ''tunnel'', che adottavano la pronuncia italiana)<ref>{{Cita web|autore=Leonardo Rossi|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/rossi.html|titolo = L'anglicismo nel passato (fino agli anni del ''boom'') |sito=Treccani|data=1970-01-01|accesso=2021-07-26}}</ref>.
 
===Aspetti socioculturali===
Osservando che le lingue non si impongono solo per caratteri intrinseci (maggior funzionalità, efficacia, brevità, ecc.) ma soprattutto per fattori esterni (influenza economica, militare, culturale di un popolo più potente), alcuni studiosi, in maniera più o meno marcata, hanno voluto porre l'accento sul fatto che il fenomeno non può essere ridotto a una prospettiva prettamente linguistica interna all'italofonia, ma va inquadrato in un campo più ampio di relazioni di carattere socioculturale, politico ed [[Economia_linguistica_(interdisciplina)|economico]] tra l'Italia e il [[paesi anglosassoni|mondo anglosassone]]<ref>«È vero che il prestito, in sé, non è un segno di assoggettamento culturale e linguistico, però quando il flusso è a senso unico, per cui il rapporto tra parole date e parole prese è di 1/1000, qualche problema di equilibrio tra due lingue (e due culture) sussiste» ({{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 24}}).</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 17–26}}</ref><ref>{{cita|Chiti-Batelli}}.</ref><ref>{{cita|Zoppetti}}.</ref>. L'itanglese si configura sotto certi aspetti come un fenomeno che si rafforza da solo, per cui una diffusione maggiore degli anglicismi nella lingua fa percepire più prestigioso e centrale il mondo anglosassone, e questa percezione, a sua volta, spinge gli italofoni ad adottare sempre più anglicismi<ref>{{cita|Mainardi|p. 24}}</ref>; inevitabilmente, a questo processo si accompagna, simmetricamente, un sentimento di disamore e disistima degli italofoni per la loro lingua stessa<ref>«Il problema è che l'italiano non è una lingua davvero amata dai suoi utenti, al di là delle dichiarazioni superficiali [...]» ({{cita|Marazzini ''et al.''|p. 25}}).</ref><ref>{{cita web|url=https://www.comunitaitalofona.org/navigare-tra-le-righe/la-lingua-italiana-e-le-le-lingue-romanze-di-fronte-agli-anglicismi/|titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi|autore=Claudio Marazzini|sito=Comunità Radiotelevisiva Italofona|accesso=11 giugno 2022|citazione='''Qual è la ragione per cui in Italia si è tanto propensi agli anglicismi?'''<br>
Pesa su di noi la potenza economica del mondo anglofono, quella americana soprattutto. Ma poiché (come dimostra il nostro libro) gli italiani risultano più proni di tutti gli altri, è probabile che pesino molto la scarsa coscienza civile e la scarsa densità della cultura. Molti italiani parlano un italiano fragile, che impedisce loro di capire che cosa significhi il possesso vero di una lingua. Non parliamo della lettura e della scrittura. Il rapporto OCSE – PIACC 2013 ci pone all’ultimo posto per la comprensione di un testo, ultimi tra i 24 paesi in cui è stata svolta l’inchiesta [...]}}</ref>.
 
Va anche considerato che il fenomeno della penetrazione dell'inglese nell'italiano, rispetto a quanto avviene nelle altre grandi lingue romanze (spagnolo, francese, portoghese) è tanto più intenso e diverso da costituire oggi di fatto un'«anomalia» all'interno della famiglia linguistica romanza<ref>{{cita|Mainardi|pp. 5–30}}.</ref><ref>«Gli osservatori esterni che, nel latte materno, si sono nutriti di una diversa lingua romanza, restano perplessi davanti all’anglicismo dilagante che esiste nella sorella italica. Alla maggior parte di loro, il fenomeno non pare normale, né in senso descrittivo né in senso prescrittivo. Nelle loro lingue, gli anglismi non adattati non transitano con la frequenza con cui lo fanno in italiano [...]» ({{Cita|Valle 2013|p. 759}}).</ref>.
 
== Studi al riguardo ==
Un primo approccio sistematico allo studio dell'intrusione di termini inglesi nell'italiano apparve alla fine degli anni '70 del Novecento, con la pubblicazione della [[monografia]] intitolata ''Parliamo itang'liano. Ovvero le 400 parole inglesi che deve sapere chi vuole fare carriera'', a opera di Giacomo Elliot (probabile pseudonimo di [[Roberto Vacca]]).<ref>Giacomo Elliot, ''Parliamo itang'liano. Ovvero le 400 parole inglesi che deve sapere chi vuole fare carriera'', Milano, Rizzoli, 1977</ref><ref>{{cita libro | nome = Beppe | cognome = Severgnini | wkautore = Beppe Severgnini | titolo = Imperfetto manuale di lingue | collana = [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR-Biblioteca Universale Rizzoli]] | editore = Rizzoli | anno = 2010 | pagina = 148}}</ref> Il testo ricevette una accorata recensione di [[Primo Levi]], e coniò il termine «itangliano», che divenne il primo usato per descrivere la crescente pervasività dell'inglese in molti settori della lingua italiana.<ref name=itangliano>{{Cita web|autore=Andrea Viviani|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/itangliano_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/|titolo = {{Maiuscoletto|Itangliano}}|editore=''[[Enciclopedia dell'Italiano]]'' (2010), [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]|accesso=23 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/14/se-la-lingua-ci-fa-male.html|titolo=Se la lingua ci fa male|autore=Tullio De Mauro|sito=repubblica.it|editore=La Repubblica|data|14/07/2003|accesso=12 aprile 2016}}</ref> In ambito accademico, il primo a trattare in modo diffuso e approfondito il tema fu il linguista [[Arrigo Castellani]], che sull'itanglese centrò l'articolo scientifico ''Morbus anglicus'', pubblicato nel 1987 sulla rivista ''[[Studi linguistici italiani]]''. Lo studioso non riprese il termine ''itangliano'', ma si avvalse, appunto, dell'espressione latina ''Morbus anglicus'', per equiparare il fenomeno a un morbo, una malattia.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Arrigo |cognome=Castellani |titolo=Morbus Anglicus |rivista=Studi linguistici italiani |volume= qq13|numero=1 |anno=1987 |pp=pp. 137–153 |url=http://www.italianourgente.it/letture/morbus-anglicus-5562d330e0aa734270100f39.html |lingua=italiano |accesso=2021-07-28}}</ref>
 
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Dillo in italiano|autore=Annamaria Testa|sito=internazionale.it|editore=Internazionale|data=2015-02-17|accesso=2021-07-28}}</ref><ref name=RispostaMarazzini>{{cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-risposta-di-claudio-marazzini-ai-sottoscrittori-della-petizione-un-intervento-per-la-lingua-itali/6318|titolo=La risposta di Claudio Marazzini ai sottoscrittori della petizione "Un intervento per la lingua italiana"|autore=Claudio Marazzini|sito=accademiadellacrusca.it|data=2015-03-09|accesso=2021-07-28}}</ref> Più nota come ''Dillo in italiano'', a causa del relativo ''[[hashtag]]'' con cui si è pubblicizzata sulle [[Servizio di rete sociale|reti sociali]], ha raccolto un'importante eco mediatica, ravvivando il dibattito pubblico tra favorevoli e contrari agli anglicismi.<ref>{{cita web|url=https://www.focus.it/cultura/curiosita/focus-sostiene-dilloinitaliano|titolo=Focus sostiene #dilloinitaliano|autore=Sara Zapponi|sito=focus.it|editore=Focus|data=2015-02-27|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.internazionale.it/opinione/tullio-de-mauro/2016/07/14/irresistibile-l-ascesa-degli-anglismi|titolo=È irresistibile l’ascesa degli anglismi?|autore=Tullio De Mauro|sito=internazionale.it|editore=Internazionale|data=2016-07-14|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/ok/mainSpeciale.html|titolo=Il Bel Paese dove l'OK suona|autore=|sito=treccani.it|editore=Treccani|accesso=2021-07-28}}</ref> Nell'appoggiare tale petizione la Crusca, attraverso il suo presidente [[Claudio Marazzini]], ha inoltre espresso l'intenzione di occuparsi in modo più mirato del tema, verificando la circolazione di neologismi e, in caso di anglicismi o altri forestierismi, valutando la possibilità di sostituirli con termini italiani.<ref name=RispostaMarazzini/> A questo scopo alla fine del 2015 la Crusca ha istituito il ''[[Accademia_della_Crusca#Gruppo_Incipit|Gruppo Incipit]]'', un osservatorio sui neologismi e forestierismi incipienti che ha il compito di monitorare ed esprimere pareri sui nuovi forestierismi impiegati in ambito politico, comunicativo e sociale, suggerendo alternative in italiano tramite i propri comunicati stampa.<ref>Il Gruppo Incipit è composto studiosi e specialisti della comunicazione italiani e svizzeri, tra cui accademici della Crusca.</ref><ref name=IncipitNascita>{{cita web|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-nascita-del-gruppo-incipit-osservatorio-sui-neologismi-e-forestierismi-incipienti/6347|titolo=La nascita del gruppo Incipit, osservatorio sui neologismi e forestierismi incipienti |accesso=24 luglio 2021|data=28 settembre 2015}}</ref><ref name=IncipitComunicati>{{cita web|cognome=|nome=|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/gruppo-incipit/251|titolo=Gruppo "Incipit". I comunicati stampa del gruppo. |accesso=24 luglio 2021|data=28 settembre 2015}}</ref> Il gruppo si è formato in seguito al convegno della stessa Accademia dal titolo ''La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi''.<ref name=LinguaItaRomAngli>{{cita web|cognome=|nome=|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-lingua-italiana-e-le-lingue-romanze-di-fronte-agli-anglicismi/6108 |titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi |accesso=24 luglio 2021|data=8 settembre 2015}}</ref>
 
In seguito a tali iniziative, il tema dell'uso e abuso degli anglicismi ha acquisito e mantenuto una certa visibilità sui mezzi di comunicazione di massa, contando su una crescente produzione di scritti accademici ed editoriali.<ref>{{cita libro | nome=Maria Teresa| cognome=Villa | titolo= L'inglese non basta: una lingua per la società | anno=2013 | editore=Modadori | città=Milano | ISBN=9788861598416}}</ref><ref>{{cita libro | curatore=Claudio Marazzini | curatore2=Alessio Petralli | titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi | anno=2015 | editore=goWare | città=Firenze | ISBN=9788867974092}}</ref><ref>{{cita|Valle 2016}}.</ref><ref>{{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi | titolo=Anglicismi e comunicazione istituzionale | anno=2019 | editore=Il Calamo | città=Roma | ISBN=9788898640355 }}</ref><ref>{{cita libro | nome=Alessandro | cognome=Bonifazi | titolo=L'anglicizzazione dell'italiano nell'interpretazione dialogica | anno=2019 | editore=Aracne | città=Roma | ISBN=9788825527742 }}</ref><ref>{{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi| titolo= Interferenze linguistiche. Tra anglicismi e italianismi | anno=2020 | editore=Edizioni dell'Orso | città=Alessandria | ISBN=9788836130689}}</ref><ref>{{cita libro | nome=Rosario | cognome=Coluccia | titolo=Conosciamo l'italiano? Usi, abusi e dubbi della lingua | anno=2020 | editore=Accademia della Crusca | città=Firenze | ISBN=9788889369975 }}</ref>. Nell'indifferenza dei media, nel 2018 il [[Dipartimento per le politiche europee]] del [[Governo della Repubblica Italiana|governo italiano]] ha attivato il servizio ''EuroParole'', dotato di un proprio sito, nel quale gli anglicismi più frequenti usati nei siti del governo vengono presentati con il corrispondente termine italiano e spiegati brevemente nell'uso, con fonti e occorrenze.<ref name=EuroparoleSito>{{cita web|url=http://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/europarole/|titolo=EuroParole (sito web)|autore=Dipartimento per le politiche europee, Governo italiano|sito=politicheeuropee.gov.it|data=|accesso=2021-07-29}}</ref><ref name=EuroparoleNotizia>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-governo-italiano-lancia-europarole-alternative-italiane-agli-anglicismi-istituzionali/|titolo=Il governo italiano lancia Europarole, alternative italiane agli anglicismi istituzionali|sito=italofonia.info|editore=Italofonia.info|data=2018-10-18|accesso=2021-07-28}}</ref> Nel 2019 lo stesso Dipartimento ha poi lanciato l'iniziativa sulle reti sociali per «individuare delle ''#EuroParole'' che consentano una comprensione più facile e più diretta di concetti spesso lontani dal sentire comune» come ''[[Patto di bilancio europeo|fiscal compact]]'', ''[[Allentamento quantitativo|quantitative easing]]'', ''hotspot'' e ''Geoblocking'' per una loro corretta traduzione in italiano.<ref name=EuroparoleIniziativa>{{cita web|url=https://www.affarinternazionali.it/blogpost/europarole-meglio-dirlo-italiano/|titolo=|autore=Alice Recine|autore2=Adriano Maggi|sito=affarinternazionali.it|editore=Affari Internazionali|data=2019-03-21|accesso=2021-07-28}}</ref> Negli ultimi anni, di fronte a quella che è percepita come una generale indifferenza o acquiescenza da parte delle istituzioni e del dibattito pubblico, si sono infine aggiunte iniziative dal basso<ref>{{cita|Mainardi|pp. 179–186}}.</ref>, di frequente attraverso la creazione di [[Sito web|siti]], [[Portale web|portali]], ''[[blog]]'', gruppi e [[Comunità#Comunità_virtuale|comunità]] sulle reti sociali che invitano alla discussione sull'uso degli anglicismi in italiano, spesso assumendo esplicitamente una posizione favorevole o contraria.
 
In [[Svizzera]], paese plurilingue in cui l'italiano è lingua nazionale e ufficiale a livello federale e cantonale, l'uso di anglicismi è stato oggetto di numerose riflessioni e iniziative da parte di tutte le comunità linguistiche, inclusa quella italiana.<ref>Nella costituzione elvetica, l'italiano è sancito quale lingua nazionale (Art. 4) e ufficiale (Art. 70) della federazione, insieme al tedesco e al francese. <br> {{cita web|url=https://fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/cc/1999/404/20210101/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-cc-1999-404-20210101-it-pdf-a.pdf|titolo=Costituzione federale della confederazione Svizzera|autore=Parlamento svizzero|sito=fedlex.data.admin.ch|data=1999-04-18|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |nome=Paolo |cognome=Canavese |titolo=Anglicismi nell’italiano normativo elvetico: estensione e natura del fenomeno |rivista=Revista de Llengua i Dret, Journal of Language and Law |editore=Escola d’Administració Pública de Catalunya |città=Barcellona |numero=74 |anno=2020 |mese= |pp=18-37 |doi=10.2436/rld.i74.2020.3545 |url=http://revistes.eapc.gencat.cat/index.php/rld/article/download/10.2436-rld.i74.2020.3545/n74-canavese-it.pdf |lingua=italiano |accesso=2021-07-29 }}</ref> Oltre ad azioni volte a promuovere l'italiano in tutto il paese, e ad evitare che l'insegnamento dell'inglese come lingua straniera rimpiazzi quello delle altre lingue nazionali, le amministrazioni federali e cantonali e le associazioni civiche elvetiche promuovono da tempo iniziative per un minor uso di anglicismi nella comunicazione istituzionale.<ref name=CHRaccAngl>{{cita web|url=https://www.bk.admin.ch/bk/it/home/documentazione/lingue/strumenti-per-la-redazione-e-traduzione/raccomandazioni.html|titolo=Raccomandazioni sull'uso degli anglicismi|autore=Cancelleria federale svizzera|sito=bk.admin.ch|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.swissinfo.ch/ita/basta-con-gli-anglicismi-a-berna/4184612|titolo=Basta con gli anglicismi a Berna|autore=|sito=swissinfo.ch|editore=Swissinfo|data=2004-10-05|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.bak.admin.ch/bak/it/home/sprachen-und-gesellschaft/lingue/uso-delle-lingue-ufficiali-della-confederazione-e-promozione-del/salvaguardia-e-promozione-della-lingua-e-della-cultura-romancia-.html|titolo=Salvaguardia e promozione della lingua e della cultura romancia e italiana|autore=Ufficio federale della cultura|sito=.bak.admin.ch|editore=Amministrazione federale svizzera|data=2007-10-05|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-comune-di-soncino-sensibilizza-lamministrazione-pubblica-contro-labuso-di-anglicismi/|titolo=Il comune di Soncino sensibilizza l’amministrazione pubblica contro l’abuso di anglicismi|sito=italofonia.info/|editore=Italofonia.info|data=2021-05-05|accesso=2021-07-29}}</ref> L'esito favorevole di alcune di esse porta all'adozione di termini italiani che sono invece espressi con prestiti inglesi dalle istituzioni e dai media italiani: come nel caso di ''question time'', che nell'[[italiano svizzero]] è l'«ora delle domande».<ref>{{cita web|url=https://www.tio.ch/svizzera/politica/1245021/ora-delle-domande-al-nazionale-dispersione-insediamenti-agli-stati|titolo=Ora delle domande al Nazionale, dispersione insediamenti agli Stati|sito=tio.ch|editore=Ticino Online|data=2018-03-05|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ticinonews.ch/svizzera/ora-delle-domande-al-nazionale-sovranita-alimentare-agli-stati-GNTCN449197?refresh=true|titolo=Ora delle domande al Nazionale, "Sovranità alimentare" agli Stati|autore=|sito=ticinonews.ch|editore=Ticino News|data=2018-03-12|accesso=2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ticinonews.ch/ticino/ticino-valvola-di-sfogo-per-colpa-del-consiglio-federale-FC3958766|titolo=Ticino valvola di sfogo per colpa del Consiglio federale|sito=ticinonews.ch|editore=Ticino News|data=2021-03-16|accesso=2021-07-29}}</ref>
 
=== Indagini settoriali ===
I risultati della prima rilevazione condotta dall'Agenzia Agostini sono stati pubblicati nel 2009, e si basano sull'analisi di un campione di 58 milioni di parole prodotte da 200 aziende italiane appartenenti a 15 diversi settori. Il campione è stato ricavato da documenti in italiano prodotti dalle imprese in due diversi anni, il 2000 e il 2008, e rappresentativi di varie funzioni aziendali (''marketing'', finanza, risorse umane, produzione, acquisti). La comparazione dei due anni ha rilevato nel 2008 un incremento nell'uso di termini inglesi nei documenti pari al 773%.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/UserFiles/File/CS_Agostini_Associati_itanglese.pdf|titolo=Comunicato stampa: ”Itanglese”: aumenta del 773% l’uso di parole inglesi nella lingua italiana scritta
delle aziende|autore=Guido Panini|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2009.php|titolo=Itanglese - Aumenta l’uso di parole inglesi nella lingua italiana|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=2021-07-28}}</ref> L'azienda ha poi ripetuto la rilevazione nei sei anni successivi, a cadenza biennale, impiegando un campione analogo di imprese e documenti che hanno costituito i [[Corpus|''corpus'' linguistici]] analizzati. La seconda indagine ha analizzato i documenti prodotti nel biennio 2009-2010, riportando un incremento del +223% degli anglicismi.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2010.php|titolo=L’Itanglese continua ad avanzare con un incremento del +223%|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2010|accesso=2021-07-28}}</ref> La terza indagine, svolta per gli anni 2010-2011, ha evidenziato una crescita degli anglicismi pari al 343%.<ref>{{cita web|url=http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=7448&id_area=166|titolo=L’Itanglese cresce ancora, ma il traduttore automatico di Google non lo capisce|sito=comunitazione.it|editore=Agostini Associati|data=2012-05-09|accesso=2021-07-28}}</ref> La crescita a tre cifre è stata confermata anche dalla quarta indagine, condotta sugli anni 2012-2013, rilevando un aumento del 440% degli anglicismi impiegati nei documenti aziendali.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese.php|titolo=L`Itanglese cresce ancora del 440%|autore=|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=|accesso=2021-07-28}}</ref>
 
=== Incidenza sul lessico ===
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* ipotizzando un tasso di crescita annuale costante, e uguale a quello rilevato in questa analisi, si può stimare un'entrata di 1419 nuovi anglicismi entro il 2050, che porterebbe il totale a 4180, pari al 3,9% del patrimonio lessicale totale;
* lo stimare l'incidenza degli anglicismi sull'intero patrimonio lessicale, generalmente adottata negli studi precedenti e mantenuta nella sua analisi, contribuisce a sottovalutare il fenomeno. Poiché i linguisti sono concordi nel riconoscere che la quasi totalità degli anglicismi sono sostantivi, egli propone un'analisi concentrata sui soli sostantivi e stima un'incidenza di lemmi inglesi pari al 3,5% nel 1995 e al 4,6% nel 2017, prevedendo un aumento al 6,9% nel 2050 (a parità di condizioni).
 
=== Tendenza ===
Fino alla [[seconda guerra mondiale]] gli anglicismi ebbero un peso relativamente limitato nell'italiano, e furono per la maggior parte integrati nel sistema linguistico attraverso traduzioni, equivalenti, o adattamenti quali [[Calco linguistico|calchi]] o italianizzazione della pronuncia. Un ruolo importante rivestirono anche la mediazione del [[Lingua francese|francese]] nella ricezione degli anglicismi, così come la politica linguistica operata dal [[Fascismo|regime fascista]] in Italia, da cui rimase escluso l'[[italiano svizzero]]. Nel secondo dopoguerra, in seguito alla vittoria alleata e alla presenza anglo-americana in Italia, gli anglicismi ebbero una forte ripresa per quantità e conobbero cambiamenti qualitativi, come l'assenza di mediazione del francese, un maggiore ingresso di forme non adattate, un maggiore ruolo del parlato rispetto allo scritto, con una relativa maggiore aderenza alla pronuncia (a differenza di prestiti come l'ottocentesco ''tunnel'', che adottavano la pronuncia italiana)<ref>{{Cita web|autore=Leonardo Rossi|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/rossi.html|titolo = L'anglicismo nel passato (fino agli anni del ''boom'') |sito=Treccani|data=1970-01-01|accesso=2021-07-26}}</ref>.
 
== Manifestazioni del fenomeno ==
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Oltre a questi due poli opposti, esistono inoltre una serie di posizioni intermedie.
 
Tra gli studiosi, il dibattito travalica la tradizionale contrapposizione tra sostenitori del [[Grammatica_normativa|normativismo]], che vede con favore attività di normazione e indirizzo linguistico, e del [[Grammatica_descrittiva|descrittivismo]] linguistico, che ritiene l'evoluzione della lingua un processo naturale e non influenzabile tramite [[Politica linguistica|politiche linguistiche]]. Diversi specialisti non favorevoli a un approccio normativo raccomandano una maggiore parsimonia nell'uso di anglicismi, sebbene affidino tale scelta alla sensibilità dei parlanti, e non a specifiche azioni istituzionali. Tra questi la [[Sociolinguistica|sociolinguista]], italianista e traduttrice [[Vera Gheno]], pur ribadendo la necessità di un approccio descrittivo<ref>{{Cita web|url=https://www.vice.com/it/article/kzdnja/vera-gheno-accademia-della-crusca-intervista|titolo=Ok, quindi come funziona davvero l'"approvazione" della Crusca?|sito=vice.com|autore=Eugenia Durante|data=2019-02-27|accesso=2021-07-27}}</ref>, si è espressa a favore di un uso equilibrato degli anglicismi, da evitare quando usati per «darsi un tono» o se vi è il rischio di rendersi poco comprensibili.<ref>{{Cita web|url=https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/le-parole-sono-importanti-anche-se-straniere-ecco-come-usarle-in-modo-corretto/|titolo=Le parole sono importanti, anche se straniere: ecco come usarle in modo corretto|sito=agendadigitale.eu|autore=Vera Gheno|data=2020-06-18|accesso=2021-07-27}}</ref>. Il linguista e accademico [[Vittorio Coletti]] ha sottolineato che, benché l'adozione di parole straniere sia «una linfa per le lingue vive», il mancato adattamento grafico e fonetico di tali prestiti al sistema linguistico italiano è problematico, perché segno di debolezza di una cultura incapace di trovare forme proprie per dire cose nuove.<ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/l-italiano-ridotto-al-silenzio/7396|titolo=L'italiano ridotto al silenzio|sito=accademiadellacrusca.it|autore=Vittorio Coletti|data=2016-03-01|accesso=2021-07-28}}</ref>
 
L'[[Accademia della Crusca]], che adotta generalmente un approccio [[Grammatica descrittiva|descrittivo]],<ref>{{Cita web|url=https://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2020/01/14/consigli-per-la-crusca-una-style-guide-normativa-per-scuola-e-pa/|titolo=Consigli per la Crusca: una ''style guide'' normativa per scuola e PA|sito=lavocedinewyork.com|autore=Luca Passani|data=2020-01-14|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/dare-voce-allincompetenza-un-grande-male-del-nostro-tempo/7823|titolo=Dare voce all’incompetenza: un grande male del nostro tempo|sito=accademiadellacrusca.it|autore=Claudio Marazzini|data=2020-01-09|accesso=2021-07-28}}</ref> ha tuttavia preso pubblicamente posizione a favore di un minor uso di anglicismi, in particolare in ambito istituzionale, attraverso i comunicati stampa del ''[[Accademia_della_Crusca#Gruppo_Incipit|Gruppo Incipit]]''.<ref name=IncipitComunicati/> Il linguista [[Luca Serianni]], membro di Incipit, ha osservato come la presenza degli anglicismi negli ultimi vent'anni sia diventata particolarmente invadente nell'italiano e come, pur evitando approcci dirigisti, sia necessario attuare un'opera di persuasione verso le istituzioni con elevate responsabilità sociali, quali le istituzioni politiche.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html|titolo=Gli anglicismi minacciano l'italiano? Quattro chiacchiere con Luca Serianni|sito=huffingtonpost.it|autore=Giulia Carrarini|data=2015-02-24|accesso=2021-07-27}}</ref> Commentando l'uso degli anglicismi sui [[media di massa]], Serianni ha sottolineato che «Laddove l'anglicismo non si è ancora affermato, sarebbe meglio non usarlo e adoperare il sostituto italiano».<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/crusca-bandire-parole-inglesi-inutili-taggare-verbo-italiano_7ClAs3MgJLHHGvywFF05gW?refresh_ce|titolo=Lingua italiana: Crusca, bandire inutili parole inglesi |sito=adnkronos.com|data=2015-09-21|accesso=2021-07-27}}</ref> Il gruppo Incipit ha ricevuto delle critiche, sia per l'esiguità del materiale prodotto rispetto alla dimensione del fenomeno<ref>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-gruppo-incipit-della-crusca-compie-5-anni-un-bilancio/|titolo=Il gruppo Incipit della Crusca compie 5 anni. Un bilancio|sito=Italofonia.info|data=18 febbraio 2021|accesso=11 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 109–110}}.</ref>, sia per le proposte di sostituzione di anglicismi con altri anglicismi (più comuni), sia per la contraddizione intrinseca tra la funzione teorica di Incipit, di intervenire per guidare la lingua, e il descrittivismo dichiarato della Crusca, che si concretizza non di rado in un uso di anglicismi anche gratuiti, assecondando e a volte persino giustificando attivamente la tendenza anglicizzante in corso nella lingua, nonostante le dichiarazioni in senso contrario<ref>{{cita|Mainardi|pp. 79–113, 170–171, 197, 225, 233, 240–241}}.</ref>.
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* {{cita pubblicazione|autore=[[Arrigo Castellani]]|titolo=Morbus Anglicus|rivista=Studi linguistici italiani|editore=Salerno Editrice|città=Roma|volume=XIII|numero= |anno=1987|pp=137–153|url=http://www.italianourgente.it/files/morbus-anglicus-5562d24be0aa734270100f2f.pdf |cid=Castellani, 1987|accesso=12 aprile 2016}}
* {{cita libro|autore=Arrigo Castellani|curatore=Valeria Della Valle, Giovanna Frosini, Paola Manni, Luca Serianni|titolo=Nuovi saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1976–2004)|editore=Salerno Editrice|città=Roma|anno=2009|ISBN=978-88-8402-680-4|cid=Castellani 2009}}
*{{Cita libro|autore=[[Andrea Chiti-Batelli]]|titolo=Glottofagia ed etnolisi. Per la salvaguardia dell'«identità» linguistica e culturale dell'Europa|editore=CEDAM|altri=prefazione di Pierre Janton|città=|anno=2008|ISBN=978-88-13-28093-2|cid=Chiti-Batelli}}
* {{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi | titolo=Anglicismi e comunicazione istituzionale | anno=2019 | editore=Il Calamo | città=Roma | ISBN=9788898640355 }}
* {{cita libro | nome=Rosario | cognome=Coluccia | titolo=Conosciamo l'italiano? Usi, abusi e dubbi della lingua | anno=2020 | editore=Accademia della Crusca | città=Firenze | ISBN=9788889369975 }}
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* {{cita libro | nome=Ivan | cognome=Klajn | titolo=Influssi inglesi nella lingua italiana | anno=1972 | editore=‎ Olschki | edizione=2 | città=Firenze |ISBN=8822217748}}
* {{cita libro|nome=Giulio|cognome=Mainardi|titolo=Coccotelli, computieri e cani caldi. Perché dobbiamo tradurre i forestierismi|editore=Edizioni del Faro|città=Trento|anno=2021|ISBN=978-88-5512-124-8|cid=Mainardi}}
* {{cita libro | curatore=Claudio Marazzini | curatore2=Alessio Petralli | titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi | anno=2015 | editore=goWare | città=Firenze | ISBN=9788867974092|cid=Marazzini ''et al.''}}
* {{cita libro | nome=Gabriele | cognome=Valle | titolo= Italiano Urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo | anno=2016 | editore=Reverdito | città=Trento | ISBN=9788834200247|cid=Valle 2016}}
* {{cita pubblicazione|autore=Gabriele Valle|titolo=L'esempio della sorella minore. Sulla questione degli anglicismi: lʼitaliano e lo spagnolo a confronto|rivista=Studium|volume=CIX|numero=5|mese=ottobre–novembre|anno=2013|pp=742–767|url=http://www.italianourgente.it/files/la-sorella-minore-555caaddd90ed332107ab791.pdf |accesso=26 febbraio 2021|cid=Valle 2013}}
* {{cita libro | nome=Maria Teresa| cognome=Villa | titolo= L'inglese non basta: una lingua per la società | anno=2013 | editore=Modadori | città=Milano | ISBN=9788861598416}}
* {{Cita libro|autore=[[Antonio Zoppetti]]|titolo=Diciamolo in italiano. Gli abusi dell’inglese nel lessico dell’Italia e incolla|anno=2017|altri=prefazione di [[Annamaria Testa|A. Testa]]|editore=Hoepli|città=Milano|cid=Zoppetti}}