Discesa di Carlo VIII in Italia: differenze tra le versioni

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=== La pace di Vercelli ===
È nota come pace di Vercelli poiché i capitoli furono firmati a [[Vercelli]], dove si trovava il re, ma fu in verità discussa nel campo di Novara: per parte francese intervennero come oratori [[Filippo de Commynes|Filippo di Comines]], il presidente di Ganay e Morvilliers balivo di Amiens; per parte degli alleati un inviato del re dei Romani, l'ambasciatore di Spagna Juan Claver, il marchese Francesco Gonzaga, i provveditori [[Melchiorre Trevisan]] e Luca Pisani con l'ambasciatore veneziano, Ludovico Sforza con la moglie Beatrice e infine un ambasciatore del duca di Ferrara. Le trattative durarono più di quindici giorni e l'accordo fu firmato il 9 ottobre. Fu stabilito un salvacondotto per il duca d'Orleans, che fu tratto da Novara e andò a Vercelli, nonostante l'opposizione di quest'ultimo, che non voleva la pace. Anche il duca Ercole d'Este sembrava del medesimo parere: egli mandò, a detta del Comines, il conte [[Albertino V Boschetti|Albertino Boschetti]] a Vercelli, con la scusa di chiedere il salvacondotto per il marchese di Mantova e altri che dovevano venire a discutere la pace. Ricevuto dal re, il conte gli suggerì invece di resistere, "«dicendo che tutto il campo era in grande paura e che presto se ne sarebbero andati"». A dispetto dei molti pareri discordi, i francesi accettarono la pace per necessità, per mancanza di denaro e per altre ragioni, pur essendo consapevoli che avrebbe avuto breve durata. Ai veneziani furono poi concessi due mesi di tempo per accettare la pace, ma essi la rifiutarono.<ref>{{Cita libro|autore=[[Filippo di Commynes]]|traduttore=Maria Clotilde Daviso di Charvensod|titolo=Memorie|anno=1960|editore=Giulio Einaudi|pp=507-517}}</ref>
 
Il Monarca francese si ritirò in Francia passando attraverso la Lombardia: negli anni seguenti meditò una nuova campagna in Italia, ma la prematura morte per aver battuto la testa contro una porta gli impedì di attuarla. Il duca d'Orleans, dal canto suo, non smise un istante di minacciare una seconda spedizione contro il ducato di Milano, che fu in allarme fin dal 1496. La cosa ebbe seguito però solamente nel 1499, con la [[Guerra d'Italia del 1499-1504|seconda discesa dei francesi in Italia]], quando egli divenne re col nome di [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]], e Ludovico Sforza si ritrovò senza più alleati.