Codice napoleonico: differenze tra le versioni

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[[File:Napoleon mauzaisse-1833.jpg|minaitura|miniatura|Allegoria di ''Napoleone creatore di leggi'', 1833, [[Jean-Baptiste Mauzaisse]]]]
 
Napoleone fece promulgare negli anni successivi altri codici riguardanti altre branche del diritto allo scopo di «superare le incertezze e le arbitrarietà dell'antico regime». Così, in breve tempo, videro la luce il codice di procedura civile (''Code de procedure civile'', 1806), di procedura criminalepenale (''Code d’instruction criminelle'', 1808), il codice penale (''Code pénal'', 1810) e quello del commercio (''Code de commerce'', 1807).<ref>{{cita|Ascheri, 2008|pp. 278-279}}.</ref>
 
Quest'ultimo si rese necessario poiché il codice civile era pensato per essere destinato ad un "cittadino normale" che non si dedicava a speculazioni ma comprava beni solamente per sé e per la sua famiglia, riflettendo una società che era ancora perlopiù basata sull'agricoltura. Per governare il mondo borghese e capitalista che stava nascendo si realizzò quindi un codice speciale dedicato a disciplinare ciò che aveva a che fare con il commercio, le cui liti erano ancora decise in corti dedicate (e più accessibili e rapide) presiedute da commercianti stessi. La disciplina commerciale nella codificazione napoleonica, tuttavia, risultò poco sviluppata e solamente sussidiaria a quella civile a causa dell'arretratezza da cui ancora il paese faceva fatica ad uscire.<ref>{{cita|Ascheri, 2008|pp. 279-280}}.</ref>