Il codice napoleonico trae la disciplina delle [[Obbligazione (diritto)|obbligazioni]] dalle opinioni dottrinali dei giuristi francesi più autorevoli del tempo. Il [[contratto]] trova la sua normazione in particolare nell'articolo 1134 il quale decreta che “Le«le convenzioni legalmente formate hanno forza di legge nei confronti di coloro i quali le hanno posto in essere”essere». Limiti alla capacità contrattuale sono poi delineati all'articolo successivo in cui si dice che i contraenti sono "«obbligano non solo a ciò che vi si è espresso, ma anche a tutte le conseguenze che l’equità, l’uso, o la legge attribuiscono all'obbligazione secondo la di lei natura"». D'altronde lo stesso Portalis aveva spiegato che “Il«Il contratto può tutto, ma ci sono regole di giustizia che sono anteriori ai contratti stessi”stessi», riconoscendo che l'inquadramento della libertà contrattuale all'interno del perimetro legale è fondamentale perché “senza«senza leggi, le ingiustizie non avrebbero limiti”limiti» e “il«il più forte detterebbe legge sul più debole”debole». Tale impostazione verrà riconosciuta per essere uno degli elementi fondamentali dello sviluppo economico e industriale che caratterizzerà il XIX secolo.<ref>{{cita|Padoa-Schioppa, 2007|p. 486}}.</ref>