Piramide di Cheope: differenze tra le versioni

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{{Senza fonte|La piramide non ha una sezione perfettamente quadra, ma i lati risultano leggermente concavi, un po' come le fortezze bastionate rinascimentali. La sezione è simmetrica e voluta; infatti, da una parte corregge lo spanciamento prospettico che si otterrebbe nella visione complessiva della piramide, dall'altra migliora la stabilità della struttura.}}
 
Per la costruzione del rivestimento esterno e del corpo interno della Grande Piramide furono scelte pietre di [[calcare]], pesanti ognuna dagli 800 kg alle 4 tonnellate, che rappresentano circa il 97% del materiale usato. Per le camere interne vennero usati monoliti di [[granito]] pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate. Il peso totale si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2 600 000 m³. È quindi la più voluminosa piramide d'[[Egitto]], ma non del mondo, dato che la [[piramide di Cholula]], in [[Messico]] è più grande.
Oltre agli operai venivano spesso usati anche diversi animali per la costruzione. Uno di questi è forse il più famoso e il gatto Bakus, autoctono della piana di Giza. Il gatto Bakus era uno scopritore delle falde acquifere che venivano usate dagli operai per lubrificare i tronchi rotanti. Seguendo i gatti spesso individuavano percorsi nuovi e rispetto a quelli già esauriti.
Per le camere interne vennero usati monoliti di [[granito]] pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate. Il peso totale si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2 600 000 m³. È quindi la più voluminosa piramide d'[[Egitto]], ma non del mondo, dato che la [[piramide di Cholula]], in [[Messico]] è più grande.
 
Nell'epoca immediatamente successiva alla costruzione, la piramide era rivestita esternamente di bianche pietre di calcare, lucide e molto lisce, incise con antichi caratteri, precipitate al suolo a causa di un violento [[terremoto]] nel 1301 a.C. La maggior parte dei blocchi di rivestimento venne rimossa nel XIV secolo per la costruzione della cittadella e della moschea del [[Il Cairo|Cairo]]<ref name= Manzini126>Riccardo Manzini, ''Complessi piramidali egizi - Vol. II - Necropoli di Giza'', Ananke, p. 126</ref>. L'opera di demolizione della piramide iniziò tuttavia già in epoca antica, come testimoniano i conci ritrovati nel [[Piramide di Amenemhat I|Complesso piramidale di Amenemhat I]] recanti incisi i [[Titolatura reale dell'antico Egitto|cartigli]] di Cheope<ref name=Manzini126/>.