Crevalcore: differenze tra le versioni
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I bolognesi lo ricostruirono (1231) 3 km a nord-ovest in posizione più prossima al [[Panaro]] (che allora scorreva lungo l'attuale via Argini) in forma quadrata con un impianto urbanistico regolare. Al nuovo castrum (chiamato "Crevalcore nuovo" in una carta del 1231 del Registro nuovo del Comune di Bologna)<ref>Registro nuovo del Comune di Bologna, ms. presso l'Arch. di Stato di Bologna, c. 200</ref> fu mutato il nome e si chiamò "Allegralcore" mentre il castello diroccato venne chiamato Crevalcore vecchio. "Allegralcore" non riuscì però ad attecchire e a un secolo di distanza si ritornò, anche nei documenti ufficiali, all'antica denominazione.
Il castello non ebbe vita facile; per richiamarvi gente dalle zone limitrofe allo scopo di disporre di un maggior numero di braccia per la difesa furono concesse esenzioni fiscali che ne fecero un
I Pepoli, cedendo il dominio di Bologna ai [[Visconti]], si erano riservati i castelli di Persiceto e Crevalcore, ma [[Giovanni da Oleggio]], che governava a nome dell'Arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]], imprigionò [[Jacopo Pepoli]] e si fece consegnare i due castelli. Deciso a recuperare Bologna, di cui l'Oleggio si era proclamato signore nel 1359 dopo la morte dell'Arcivescovo, [[Bernabò Visconti]], giunto con un esercito, prese Crevalcore; Bologna era stata nel frattempo ceduta al Papa e il Legato pontificio, cardinale [[Egidio Albornoz]], si era attestato a Persiceto. Per alcuni anni si ebbe una situazione di tensione con scaramucce e scontri finché, avendo la meglio le truppe pontificie, il Visconti fu costretto a ritirarsi. A Crevalcore si svolsero nel 1364 le trattative di pace, concluse con la cessione del castello al Legato.
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