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*31 marzo: La [[Corte costituzionale]] dichiara la legittimità dell'art. 5 della [[legge 194]]. Per la Consulta la moglie può legittimamente abortire senza dirlo al marito., che non ha quindi diritto a risarcimento per la lesione al diritto di paternità. La sentenza scatena un putiferio di polemiche.
*3-6 aprile: in vista dell'incontro collegiale per la definitiva approvazione [[De Mita]] avvia un ennesimo giro di consultazioni coi partiti della maggioranza per valutare le richieste di correzioni e cancellazioni dalla bozza di programma. L'agenda del nuovo esecutivo pone tra le priorità le leggi sull'emitteza radiotelevisiva e sulla responsabilità civile dei magistrati, la conversione della centrale nucleare di [[Montalto di Castro]] e un rinnovato piano per le infrastrutture e l'occupazione del mezzogiorno.</br>Il ministero del tesoro rende noto che il disavanzo pubblico ha raggiunto i 10.332 miliardi a febbraio e che il fabbisogno di cassa per l'anno in corso ammonta a 36.119 miliardi, con un saldo da finanziare di 907 miliardi.<ref>Il messaggero, 4-7 aprile 1988</ref>
*7 aprile: per effetto del referendum abrogativo scadono i poteri della Commissione parlamentare inquirente.</br>Mentre [[De Mita]] riferisce alla direzione democristiana l'esito delle consultazioni i socialisti chiedono che nel programma del governo sia compresa la concessione della diretta televisiva a uno dei tre canali di [[Silvio Berlusconi]]. La proposta giunge con diversi mesi di anticipo sulla sentenza della [[Corte costituzionale]] che deve decidere sulla legalità dei network formati da un agglomerato di emittenti regionali. Nonostante siano previste misure per prevenire il monopolio il PCI e diversi settori della DC dichiarano subito la propria contrarietà.<ref>Il messaggero, 8 aprile 1988</ref>
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*11 maggio: un vertice di maggioranza approva il testo del disegno di legge sull'emittenza radio-televisiva col voto favorevole di repubblicani e liberali. A poche ore dall'audizione del direttore centrale della FIAT [[Francesco Paolo Mattioli]] alla commissione cultura della camera il testo da il via libera all'opzione zero e rende più favorevoli alla [[Fininvest]] alcuni articoli. A nome del PCI [[Walter Veltroni]] dichiara che l'accordo di maggioranza è incostituzionale perché riconosce situazioni di monopolio già bocciate dalla [[Corte Costituzionale]].<ref>Il messaggero, 12 maggio 1988</ref>
*18-19 maggio: nei due rami del parlamento si svolge il dibattito sulle riforme istituzionali. I partiti si dividono sull'ipotesi di ridurre il parlamento a una sola camera, sull'abolizione del voto segreto e sul presidenzialismo. Nella discussione si inserisce una critica alle preferenze elettorali mossa da [[Mino Martinazzoli]], secondo il quale nella vasità dele circoscrizioni non rappresenta un vero legame tra eletto ed elettori.</br>In una intervista concessa all'espresso il presidente del senato giudica un errore fissare limiti di incompatibilità tra emittenza radiotelevisiva e carta stampata. Secondo [[Spadolini]] occorre una regolamentazione anti-monopolista che consenta la creazione di più network senza posizioni di predominio.<ref>Il messaggero, 19-20 maggio 1988</ref>
[[File:DinoGrandi.jpg|thumb|
*22 maggio: a
*25 maggio: consiglio dei ministri: viene approvata la manovra da 7.000 miliardi. [[De Mita]] dichiara che è mirata "a mettere ordine nei conti pubblici" e a "frenare la spesa pubblica incontrollata ed improduttiva". I provvedimenti principali consistono nell'aumento dal 92 al 95% dell'autotassazione [[IRPEF
*29-30 maggio: elezioni amministrative: sono intressati sette milioni di elettori per
=== Giugno ===
*3 giugno: consiglio dei ministri: all'ordine del giorno il disegno di legge sul riordino del sistema radio-televisivo. La normativa recepisce l'accordo tra DC e PSI che legittima il duopolio tra [[RAI]] e [[Fininvest]]. Viene confermata l'opzione zero, ovvero il divieto di possedere contemporaneamente giornali e TV, una norma che secondo i partiti minori della maggioranza e le opposizioni impedisce la nascita di emittenti nazionali concorrenti al monopolio privato di [[Silvio Berlusconi]]. Il canone di abbonamento RAI viene abolito e sostituito da una tassa di possesso sugli apparecchi riceventi, quale ne sia il numero e la tipologia. Verrà ammessa la diretta per tutti, pubblico e privato, e sono stabiliti tetti sugli spot pubblicitari.<ref>Il messaggero, 1988</ref>
▲*29-30 maggio: elezioni amministrative: sono intressati sette milioni di elettori per 1200 amministrazioni locali, tra le quali le province di Ravenna, Viterbo e Pavia e i comuni di Catania, Ravenna e Ancona. Il dato più significativo è il -3,9% del PCI e il +3% del PSI. Nel pentapartito guadagnano voti anche la DC e il PRI. In flessione il PLI e il MSI. Mentre [[De Mita]] e [[Craxi]] gioscono del buon risultato e rassicurano sulla stabilità della maggioranza, si apre un fronte polemico sulle liste locali, definite di disturbo, che il ministero degli interni quantifica in 727 sparse in tutte le realtà sede di voto.<ref>Il messaggero, 31 maggio 1988</ref>
*7 giugno: il tribunale di Roma assolve [[Adriano Celentano]] per il monologo sui referendum pronunciato durante la trasmissione Fantastico. Il cantante, accusato di violazione dei diritti politici dei cittadini e di violazione della legge elettorale, secondo la corte non ha impedito agli elettori di esercitare il proprio diritto di voto.</br>Alla camera il governo viene messo in minoranza a voto palese sulla richiesta di anticipare il dibattito sul trasferimento di bombardieri F16 americani dalla Spagna all'Italia.<ref>Il messaggero, 8 giugno 1988</ref>
*11 giugno: a poco meno di un mese dalla riunione del comitato centrale il segretario del PCI, [[Alessandro Natta]], presenta le proprie dimissioni. E' la prima volta per un segretario comunista, che motiva il gesto con ragioni di salute. Dalla direzione nazionale [[Paolo Bufalini]] sostiene che l'ex segretario non lascia per la sconfitta elettorale di fine maggio.</br>Muore [[Giuseppe Saragat]]<ref>Il messaggero, 12 giugno 1988</ref>
*15-17 giugno: tra i partiti della maggioranza si riapre la polemica sull'opzione zero che, nella versione definitiva, impedisce di possedere contemporaneamente TV e giornali a diffusione nazionale. [[Guido Bodrato]] sostiene su [[il Popolo]] che la nuova legge sull'emittenza radiotelevisiva non deve riconoscere o promuovere posizioni dominanti. Il riferimento è all'opzione zero che il PSI ha voluto nel programma di governo. Mentre i repubblicani giudicano insufficiente la norma che la esclude per le piccole TV private i socialisti ribadiscono che non approvarla metterebbe in pericolo l'esistenza dell'esecutivo.</br>I gruppi parlamentari del PCI e della Sinistra Indipendente al senato presentano un disegno di legge per una commissione monocamerale d'inchiesta che accerti le effettive condizioni di libertà e pluralismo nell'informazione italiana, le cui conclusioni siano alla base del riordino del sistema radio-televisivo.<ref>Il 16-18 giugno messaggero, 1988</ref>
*21 giugno: [[Achille Occhetto]] è eletto nuovo segretario del PCI.<ref>Il messaggero, 22 giugno 1988</ref>
*26-27 giugno: elezioni amministrative in [[Valle d'Aosta]] e [[Friuli Venezia Giulia]]. In Friuli il mini test elettorale vede la DC in aumento, il PCI in ribasso, superato di poco dal PSI, e una generale stabilità degli altri partiti. In Val d'Aosta l'[[Union Valdotain]] fa il pieno col 34,2% dei voti a spese di tutti gli altri partiti, lasciando fuori dal nuovo consiglio PSDI e PRI.<ref>Il messaggero, 29 giugno 1988</ref>
*28 giugno: [[De Mita]] scrive ai presidenti delle camere per sollecitare la revisione dei regolamenti parlamentari (che comprende l'abolizione del voto segreto) entro il mese di luglio. La richiesta provoca proteste e malumori tra tutte le opposizioni e riserve di repubblicani e liberali.</br>Ascoltato dalla commissione cultura della camera [[Fedele Confalonieri]] definisce le proposte congiunte di PCI e Sinistra Indipendente sugli spot pubblicitari "una legge anti-[[Berlusconi]]. L'amministratore delegato della [[Fininvest]] quantifica in 600 miliardi la perdita per i tetti e i limiti sulla pubblicità e in 320 miliardi quella per la rinuncia ad un canale. Nelle stesse ore [[Ugo Intini]], portavoce del PSI, ribadisce che l'opzione zero serve ad impedire alla Fiat l'accesso al mercato radio-televisivo e che dalla sua approvazione dipende la prosecuzione del governo.<ref>Il messaggero, 29 giugno 1988</ref>
== Luglio ==
*1 luglio: muore l'ex ministro [[Costante Degan]].
== Note ==
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