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*5 dicembre: mentre De Mita assicura che le agevolazion fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati entreranno in vigore dal 1 gennaio il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], denuncia la speculazione operata da vari enti pubblici sui finanziamenti incassati dallo stato, che non vengono utilizzati allo scopo di far maturare interessi. I titolari dei finanziamenti aggirano il divieto di detenere le somme che non possono ancora spendere versandoli a soggetti che non incorrono nell'obbligo di affidarli alla tesoreria unica di stato e li destinano a conti correnti bancari o titoli di stato. Secondo Amato dai tempi di un'analoga denuncia di [[Ugo La Malfa]] non è cambiato nulla, e lo stato continua ad indebitarsi due volte: finanzia gli enti pubblici e paga gli interessi sui titoli in cui il denaro viene investito.<ref>Il messaggero, 6 dicembre 1988</ref>
*9 dicembre: consiglio dei ministri: a venti anni dall'ultima riforma viene approvato un disegno di legge per rendere più severo l'esame di maturità. Aumentano da due a tre le prove scritte, gli orali si svolgono sulle materie dell'ultimo anno, una tesina e un terzo del punteggio assegnato dal profitto ottenuto dallo studente negli ultimi tre anni. Viene inoltre approvato il disegno di legge sulle tossicodipendenze: la dose giornaliera sostituisce il criterio della modica quantità e viene sanzionata col ritiro della patente e del passaporto. I detentori tossicodipendenti possono evitare il processo se accettano di curarsi. Inasprite fino all'ergastolo le pene per il traffico e lo spaccio.</br>Dopo un lungo confronto tra i partiti della maggioranza e i sindacati degli inquilini viene approvato un disegno di legge di riforma dell'[[equo canone]] svuotato dai contenuti più contestati. Si prevedono tre tipologie di contratti di 2, 4 e 8 anni, la rivalutazione dei canoni dal 75 al 100% dell'indice Istat dell'inflazione e la successione nei contratti estesa ai conviventi.<ref>Il messaggero, 10 dicembre 1988</ref>
*12 dicembre: il sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi segreti, [[Angelo Sanza]], dichiara a sorpresa che dietro la campagna di stampa e le inchieste sulla ricostruzione dell'Irpinia non è da escludersi una regia dei vecchi servizi segreti [[P2|piduisti]], interessati alla destabilizzazione del quadro politico. Il [[Il popolo|quotidiano della DC]] rincara la dose e fa il nome di [[Silvio Berlusconi]], interessato a far tornare il PSI alla guida del governo. Su richiesta dei commissari comunisti Sanza è chiamato a riferire al Comitato parlamentare per i servizi di sicurezza.<ref>Il messaggero, 13 dicembre 1988</ref>
[[File:Renato Altissimo.jpg|thumb|150px|Renato Altissimo]]
*13-19 dicembre: congresso PLI: nel partito, elettoralmente ridotto ai minimi termini, si confrontano sei correnti: Democrazia Liberale ([[Renato Altissimo]]-[[Valerio Zanone]]), Autonomia liberale ([[Egidio Sterpa]]), Liberalismo einaudiano ([[Raffele Costa]]), Umanesimo liberale ([[Alfredo Biondi]]) e Nuova democrazia liberale ([[Antonio Patuelli]]). L'assise concorda pressoché all'unanimità sul sostegno al governo e con la proposta di un polo liberal-democratico per le elezioni europee del 1989, ma si divide tra i favorevoli alla riconferma di Altissimo (che viene rieletto con 122 voti su 165) e l'elezione di [[Antonio Martino]].<ref>Il messaggero, 14-20 dicembre 1988</ref>
*16 dicembre: il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], annuncia che nella settimana tra Natale e capodanno saranno varati numerosi decreti-legge fiscali, provvedimenti che avrebbero dovuto marciare di pari passo con la legge finanziaria. Dal 1 gennaio l'aliquota [[IVA]] su libri e generi di prima necessità passa dal 2 al 4% e viene introdotta la tassa annuale di 100.000 lire per i titolari di [[partita IVA]]; verrà inoltre introdotto il nuovo regime fiscale per i lavoratori autonomi, sostitutivo della legge Visentini.</br>Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi segreti, [[Angelo Sanza]], è costretto a rassegnare le dimissioni dopo aver sostenuto che le inchieste giornalistiche sui fondi del terremoto dell'Irpinia sono il frutto di un complotto destabilizzante nei confronti dell'esecutivo. L'annuncio segue di poche ore il comunicato della camera che fissa al 20 dicembre la discussione delle interrogazioni sull'affare terremoto.<ref>Il messaggero, 17 dicembre 1988</ref>
*20 dicembre: il ministro per i rapporti con il parlamento, [[Sergio Mattarella]], risponde alle interrogazioni sull'impiego dei fondi per la ricostruzione in Irpinia. Oggetto del contendere è la differenza di 40.000 miliardi tra le somme dichiarate dal governo (26.000 miliardi) e quelle quantificate dalle opposizioni (65.000 miliardi). Mattarella fissa in 29.450 miliardi la spesa affrontata, 6.000 dei quali previsti nella finanziaria da approvare e non ancora assegnati. Aggiungendo le somme del fondo di emergenza istituito nell'immediatezza degli eventi e i mutui contratti dai comuni con la garanzia dello stato si arriva a 47.450 miliardi per 156.317 interventi sull'edilizia privata e 12.211 per quella pubblica. Mattarella non ammette e non nega che i finanziamenti sono stati depositati presso la banca dell'Irpinia, precisa che solo lo 0,75% del capitale è posseduto da esponenti democristiani ed aggiunge che l'istituto ha amministrato per conto dei comuni circa 400 miliardi tra il 1983 e il 1987. De Mita, da parte sua, sorvola sulle accuse di speculazioni personali e del governo ed imputa le responsabilità della vicenda allo sciacallaggio politico ed affaristico che segue ogni calamità naturale.</br>Con 144 voti favorevoli e 61 contrari il senato approva la legge finanziaria per il 1989. Il fabbisogno dello stato per il 1989 è fissato in 147.932 miliardi. La legge passa all'esame della camera.<ref>Il messaggero, 21 dicembre 1988</ref>
*21 dicembre: la giunta delle elezioni della camera invia un rapporto alla procura della repubblica di Napoli sui brogli fino al momento accertati nella circoscrizione Napoli-Caserta. Sulla base di una indagine a campione tra le schede votate e i verbali si è accertato che centinaia di preferenze date ai candidati numero 1 ([[Vincenzo Scotti]]) e 4 ([[Paolo Cirino Pomicino]] sono state modificate trasformandole in 41, il numero di [[Alfredo Vito]], fedelissimo di [[Antonio Gava]], che ottiene cosi poco più di 154.000 voti.<ref>Il messaggero, 22 dicembre 1988</ref>
<ref>Il messaggero, 1988</ref>
*27 dicembre: consiglio dei ministri: viene varato un decreto unico che aumenta l'IVA sui beni di prima necessità e su libri e giornali e introduce il nuovo regime fiscale per i lavoratori autonomi. Un secondo decreto introduce la nuova tassa comunale sulle attività produttive. Ulteriori decreti introducono l'utilizzo del [[codice fiscale]] per l'accesso alle cure sanitarie, una riforma delle aliquote [[IRPEF]] e delle detrazioni per i familiari a carico e il blocco degli sfratti esecutivi fino al 30 aprile.<ref>Il messaggero, 28 dicembre 1988</ref>
 
=== Note1989 ===
==== Gennaio ====
<references/>
*3 gennaio: si allarga lo scandalo detto delle lenzuola d'oro. All'acquisto della biancheria usa e getta si sono aggiunti un appalto per la decoibentazione del materiale rotabile, l'acquisto di 20.000 coperte, comprate a 43.000 lire e rivendute a 327 lire e di alcune migliaia di computer, destinati alla realizzazione di un sistema informatico mediante una spesa di 160 miliardi, 20 per l'acquisto di PC [[IBM]] senza gara d'appalto e il rimanente per una società di consulenza.<ref>Il messaggero, 4 gennaio 1989</ref>
*5-7 gennaio: i gruppi parlamentari del PCI di Camera e Senato chiedono ai rispettivi presidenti la sospensione di ogni ulteriore discussione della legge finanziaria, al momento all'esame della camera. Secondo i comunisti i decreti del 27 dicembre, portati dal governo all'approvazione del parlamento, ne hanno svuotato l'efficacia e si chiede di definire l'iter di quelli ancora in discussione prima di procedere con un dispositivo parzialmente in contrasto. La richiesta provoca contrasti nella maggioranza, dove c'è chi sostiene la necessità di lasciar decadere i decreti non approvati per restituire al parlamento la piena sovranità. Il vice-presidente dei deputati democristiani, [[Nino Cristofori]], arriva a sostenere che il governo ha agito con poco buon senso. Dopo una riunione della commissione bilancio della camera il governo decide di lasciarli decadere e di trovare una soluzione per ripresentare separatamente le proposte.<ref>Il messaggero, 6-8 gennaio 1989</ref>
*10 gennaio: il ministero del tesoro rende noti i dati degli accertamenti sull'evasione fiscale nei primi undici mesi del 1988. I contribuenti colti in flagrante sono 200.000 (in gran parte commercianti, albergatori e rappresentanti di commercio), per un totale di 17.000 miliardi di imposte inevase, delle quali dovranno pagarne 6.000 tra redditi inevasi e sanzioni. Dal ministero, tuttavia, si lamenta che l'eccessiva macchinosità burocratica dei ricorsi e l'impossibilità di penetrare il segreto bancario sotto un certo ammontare procrastinerà di anni l'incasso effettivo di una somma che riporterebbe entro il limite fissato il deficit di bilancio per il 1988.<ref>Il messaggero, 11 gennaio 1988</ref>
*11 gennaio: nello stesso giorno in cui [[Democrazia proletaria]] deposita la richiesta di referendum per l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti il governo, d'accordo tutti i partiti di maggioranza e opposizione, rinvia a data da destinarsi il suo raddoppio da 80 a 160 milliardi.<ref>Il messaggero, 12 gennaio 1989</ref>
*12 gennaio: la procura della repubblica di Milano apre una inchiesta sui finanziamenti erogati dalla [[Protezione civile]] per il risanamento di oltre cento chiese dell'[[Oltrepò pavese]] lesionate dalle frane. Nel mirino dei giudici [[Remo Gaspari]], [[Bruno Tabacci]] e [[Giovanni Azzaretti]], all'epoca dei fatti ministro della protezione civile, presidente della regione Lombardia e presidente dell'ufficio speciale per l'Oltrepò. Oggetto del contendere l'effettuva destinazione di 2,6 miliardi, in gran parte destinati ad edifici di culto che non hanno mai avviato una pratica in tal senso.<ref>Il messaggero, 13 gennaio 1989</ref>
*18 gennaio: il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], rende nota una relazione sull'andamento dell'economia e il futuro fabbisogno dello stato. Il deficit di bilancio per il 1989 è valutato in 130.000 miliardi 6.000 in più dell'anno appena concluso, e la finanziaria in corso di discussione non potrà contenerlo nell'obiettivo dei 117.000 miliardi. Secondo il ministro i maggiori esborsi dello stato vengono dalla sanità (7.000 miliardi), dalle regioni (5.000) e da vari automatismi negli stipendi dei dipendenti dello stato (3.500) e occorre varare una ulteriore manovra correttiva che tra minori spese e nuove entrate consenta di reperire ulteriori 10.000 miliardi.</br>Decidendo su istanza della pretura di La Spezia la [[Corte costituzionale]] conferma la legittimità dell'art. 12 della [[legge 194]] e conferma che il giudice tutelare, se lo ritiene opportuno, può decidere di non ascoltare entrambi i genitori quando si tratta di autorizzare l'aborto di una minorenne.<ref>Il messaggero, 19 gennaio 1989</ref>
*20 gennaio: consiglio dei ministri: viene approvato il disegno di legge per le opere legate ai campionati mondiali di calcio del 1990. Il provvedimento stanzia 3.187 miliardi per opere ferroviarie, aeroporturtuali e viarie, riservandone 1.975 per i lavori curati dagli enti locali. Non sono inoltre rinnovati due decreti legge per lo stanziamento di 6.600 miliardi aggiuntivi in tre anni per le opere del dopo terremoto a Napoli e per interventi straordinari in Calabria.<ref>Il messaggero, 21 gennaio 1989</ref>
*23 gennaio: sono diffusi i primi dati dell'[[Istat]] sull'inflazione del 1989, il cui tasso è al 5,8% contro il 5,6% doi dicembre. La causa viene identificata negli aumenti dell'[[IVA]] entrati in vigore dal 1 gennaio, che ha comportato un aumento dei prezzi al consumo di quasi l'1%.</br>Dopo una ispezione ordinata dal ministro della sanità in una clinica milanese, accusata di praticare aborti oltre il limite dei tre mesi, si accende un forte scontro sulla [[legge 194]]. Il PSI annuncia una proposta di legge che obblighi le strutture ospedaliere ad avvelersi di personale medico e paramedicoin pari quota tra abortisti ed obiettori. Il ministro [[Carlo Donat Cattin]] è chiamato a riferire in parlamento sull'esatta applicazione della legge. Mons. [[Camillo Ruini]], segretario generale della [[CEI]], si appella indirettamente alla DC, ormai prossima a celebrare il congresso, per una revisione più restrittiva delle norme.<ref>Il messaggero, 24 gennaio 1989</ref>
*27 gennaio: nel discorso di apertura dell'anno giudiziario il procuratore generale della [[Corte dei conti]] lancia un allarme sui conti pubblici, in particolare sullo situazione delle [[USL]], il sistema pensionistico e la mancata copertura finanziaria di molti decreti legge del governo. Il procuratore punta particolarmente il dito sulle pensioni militari fasulle e sulle pratiche di quelle di guerra (175.000 ancora pendenti dal 1945) e sull'assenteismo del personale addetto alle unità sanitarie. Al governo viene rimproverato di fare un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza senza le opportune previsioni sugli effetti che provocano sulla spesa pubblica.<ref>Il messaggero, 28 gennaio 1989</ref>
 
==== Febbraio ====
*2 febbraio: il ministro del bilancio, [[Amintore Fanfani]], chiede una verifica nella maggioranza sul piano per l'economia presentato da [[Giuliano Amato]]. Fanfani è il primo democristiano ad appoggiare in pieno la politica dei tagli alla spesa pubblica nei settori della sanità (assistenza indiretta per i titolari di reddito alto, gestione aziendale delle USL), delle ferrovie (rinvio del piano dell'altà velocità, abolizione delle tariffe agevolate e chiusura delle tratte non redditizie) e della previdenza (aumento dell'età pensionabile, allungamento del periodo contributivo minimo). Il ministro della sanità, [[Carlo Donat Cattin]], ribatte che la riduzione degli sprechi non deve corrispondere a un taglio indiscriminato nel settore sanitario, e che il malfunzionamento del sistema viene esagerato da chi ha interesse a sostituire il sistema pubblico con le assicurazioni private.</br>La commissione parlamentare della camera incaricata di analizzare i problemi del sistema dell'informazione radio-televisiva presenta la relazione conclusiva. La legge che deve regolamentare il settore deve puntare principalmente ad evitare le concentrazioni con decise norme anti-trust e la creazione di un organo che sovrintenda l'evoluzione del sistema. Nella relazione si portano gli esempi della [[Fininvest]] (che controlla l'85% dell'emittenza privata e raccoglie il 60% del mercato pubblicitario) e della [[Rizzoli]] (che supera da sola il 25% delle copie vendute dei quotidiani e il 60% nel settore dei periodici) e si ritiene indispensabile superare la figura del garante per l'editoria in favore di un organo collegiale. <ref>Il messaggero, 3 febbraio 1989</ref>
 
== Note ==