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*16 dicembre: il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], annuncia che nella settimana tra Natale e capodanno saranno varati numerosi decreti-legge fiscali, provvedimenti che avrebbero dovuto marciare di pari passo con la legge finanziaria. Dal 1 gennaio l'aliquota [[IVA]] su libri e generi di prima necessità passa dal 2 al 4% e viene introdotta la tassa annuale di 100.000 lire per i titolari di [[partita IVA]]; verrà inoltre introdotto il nuovo regime fiscale per i lavoratori autonomi, sostitutivo della legge Visentini.</br>Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai servizi segreti, [[Angelo Sanza]], è costretto a rassegnare le dimissioni dopo aver sostenuto che le inchieste giornalistiche sui fondi del terremoto dell'Irpinia sono il frutto di un complotto destabilizzante nei confronti dell'esecutivo. L'annuncio segue di poche ore il comunicato della camera che fissa al 20 dicembre la discussione delle interrogazioni sull'affare terremoto.<ref>Il messaggero, 17 dicembre 1988</ref>
*20 dicembre: il ministro per i rapporti con il parlamento, [[Sergio Mattarella]], risponde alle interrogazioni sull'impiego dei fondi per la ricostruzione in Irpinia. Oggetto del contendere è la differenza di 40.000 miliardi tra le somme dichiarate dal governo (26.000 miliardi) e quelle quantificate dalle opposizioni (65.000 miliardi). Mattarella fissa in 29.450 miliardi la spesa affrontata, 6.000 dei quali previsti nella finanziaria da approvare e non ancora assegnati. Aggiungendo le somme del fondo di emergenza istituito nell'immediatezza degli eventi e i mutui contratti dai comuni con la garanzia dello stato si arriva a 47.450 miliardi per 156.317 interventi sull'edilizia privata e 12.211 per quella pubblica. Mattarella non ammette e non nega che i finanziamenti sono stati depositati presso la banca dell'Irpinia, precisa che solo lo 0,75% del capitale è posseduto da esponenti democristiani ed aggiunge che l'istituto ha amministrato per conto dei comuni circa 400 miliardi tra il 1983 e il 1987. De Mita, da parte sua, sorvola sulle accuse di speculazioni personali e del governo ed imputa le responsabilità della vicenda allo sciacallaggio politico ed affaristico che segue ogni calamità naturale.</br>Con 144 voti favorevoli e 61 contrari il senato approva la legge finanziaria per il 1989. Il fabbisogno dello stato per il 1989 è fissato in 147.932 miliardi. La legge passa all'esame della camera.<ref>Il messaggero, 21 dicembre 1988</ref>
[[File:Paolo Cirino Pomicino (2006).jpg|thumb|150px|Paolo Cirino Pomicino]]
*21 dicembre: la giunta delle elezioni della camera invia un rapporto alla procura della repubblica di Napoli sui brogli fino al momento accertati nella circoscrizione Napoli-Caserta. Sulla base di una indagine a campione tra le schede votate e i verbali si è accertato che centinaia di preferenze date ai candidati numero 1 ([[Vincenzo Scotti]]) e 4 ([[Paolo Cirino Pomicino]] sono state modificate trasformandole in 41, il numero di [[Alfredo Vito]], fedelissimo di [[Antonio Gava]], che ottiene cosi poco più di 154.000 voti.<ref>Il messaggero, 22 dicembre 1988</ref>
*27 dicembre: consiglio dei ministri: viene varato un decreto unico che aumenta l'IVA sui beni di prima necessità e su libri e giornali e introduce il nuovo regime fiscale per i lavoratori autonomi. Un secondo decreto introduce la nuova tassa comunale sulle attività produttive. Ulteriori decreti introducono l'utilizzo del [[codice fiscale]] per l'accesso alle cure sanitarie, una riforma delle aliquote [[IRPEF]] e delle detrazioni per i familiari a carico e il blocco degli sfratti esecutivi fino al 30 aprile.<ref>Il messaggero, 28 dicembre 1988</ref>
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