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*2-4 aprile: nel primo giorno di applicazione delle nuove disposizioni sanitarie si registrani problemi e incidenti in ospedali, ambulatori e Usl a causa della mancanza di indicazioni sull'applicazione delle nuove direttive, in particolare su chi e come deve incassare il nuovo ticket sui ricoveri, che a loro volta potrebbero aumentare a dismisura. Secondo molti direttori sanitari, infatti, pagare 10.000 lire al giorno sarebbe più conveniente che sborsare cifre maggiori per ogni visita o prestazione. Della mancata emanazione delle norme di attuazione è incolpato il ministro [[Carlo Donat Cattin]], fatto oggetto di critiche anche all'interno della maggioranza e che, a sua volta, ribatte che gli ospedali non sono sprovvisti di esperienza e personale.</br>Il caos provocato dalle novità in materia sanitaria si ripercuote sulla stabilità della maggioranza di governo. [[Giorgio La Malfa]] sostiene che se DC e PSI non sono in grado di concordare tra loro le strategie il PRI potrebbe decidere di uscire dalla maggioranza sostenendo l'esecutivo dall'esterno. I socialisti ribattono che se i repubblicani vogliono la crisi devono prendersene la responsabilità. Per i liberali l'azione di governo è debole e incerta ma le dimissioni di De Mita creerebbero un vuoto politico inaccettabile. I tre partiti concordano comunque con le rappresentanze dei medici e chiedono l'abolizione della tassa sui ricoveri.<ref>Il messaggero, 3-5 aprile 1989</ref>
*7 aprile: la camera approva la conversione del decreto fiscale. Grazie ad un accordo con le opposizioni di sinistra, che stralcia le norme anti-evasione per ridiscuterle in sede di commissione, non si ricorre al voto di fiducia.<ref>Il messaggero, 8 aprile 1989</ref>
[[File:Leoluca Orlando.jpg|thumb|150px|Leoluca Orlando]]
*11 aprile: la [[Corte costituzionale]] pubblica le motivazioni della sentenza con cui ha dichiarato l'incostituzionalità dell'obbligo dell'ora alternativa a quella di religione. Secondo la consulta l'imposizione di scegliere una materia alternativa contravviene alla libertà costituzionale di poter liberamente professare il proprio culto o di non professarne nessuno. La decisione di non avvalersene porta ad uno stato di non obbligo. La parola passa al ministro della pubblica istruzione, [[Giovanni Galloni]], che dovrà regolamentare la materia con apposita circolare ai provveditori e ai presidi, non escludendo l'ipotesi di sottoscrivere una nuova intesa con la [[CEI].</br>A Palazzo Chigi una riunione convocata da De Mita, presenti il ministro della sanità e i segretari dei partiti della maggioranza, si conclude in un nulla di fatto. Le modifiche ai ticket sanitari sono rinviate al parlamento. Sulla stampa il fallimento dell'incontro è attribuito al fuoco di fila aperto da Craxi contro l'esecutivo dopo la formazione della giunta di [[Leoluca Orlando]] a Palermo, dove la DC è in maggioranza col PCI e il PSI è relegato all'opposizione. Lo stesso Craxi lancia un ultimatum: o si ritirano i provvedimenti sui ticket o il governo cade.<ref>Il messaggero, 12 aprile 1989</ref>
*13 aprile: il presidente della [[RAI]], [[Enrico Manca]], denuncia in una conferenza stampa che l'azienda è oberata da un forte indebitamento con le banche (996 miliardi che salirano a 1.043 nel 1990) e non dispone dei 1.575 miliardi necessari al piano degli investimenti fino al 1992 e dei 480 miliardi necessari nell'immediato per le dirette dei campionati mondiali di calcio del 1990. Il governo, secondo i vertici aziendali, trattiene senza un valido motivo oltre 850 miliardi di canone riscosso, fa scena muta alla richiesta di fondi straordinari e continua a tergiversare sul problema della suddivisione delle quote pubblicitarie tra servizio pubblico ed emittenza privata. Se l'esecutivo non provvederà altrimenti la RAI sarà costretta a contrarre ulteriori debiti e chiederà all'[[IRI]] di aumentare il suo capitale sociale.<ref>Il messaggero, 14 aprile 1989</ref>