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Le prime forme simili a bisonti, come ''[[Leptobos]]'', ''[[Protobison]]'' e ''[[Probison]]'', apparvero verso la fine del [[Neogene]], durante il [[Pliocene]] ([[Villafranchiano]]), in Asia meridionale e orientale. Successivamente, questi antichi bovidi colonizzarono altre parti dell'[[Eurasia]] e, attraversando lo [[Stretto di Bering]], raggiunsero il [[Nord America]].<ref name="Kra19"/> Resti fossili di animali più vicini al moderno bisonte europeo sono stati datati al primo Pleistocene, con un'età compresa tra uno e due milioni di anni.<ref>Nigge ''et al.'', p. 34.</ref> Numerosi rappresentanti di bisonti o forme simili, sia in Eurasia che in Nord America (dove erano tanto diffusi che gli studiosi parlano di ''Great Bison Belt'', «grande cintura dei bisonti»), sono ben documentati soprattutto nel Pleistocene medio e superiore. Tra questi, il più noto è il bisonte delle steppe (''[[Bison priscus|Bos priscus]]''), che possedeva corna molto più grandi rispetto al bisonte europeo e che rappresenta un antenato diretto del bisonte americano (''[[Bos bison]]''). A differenza del bisonte delle steppe, il bisonte europeo moderno non è ben rappresentato nei registri fossili. La specie sembra essere comparsa improvvisamente nel corso dell'[[Olocene]], soprattutto nell'[[Europa centrale|Europa centro-settentrionale]] e in [[Scandinavia]].<ref name="Benecke 2005"/><ref name="Drees et al. 2007"/> Si ipotizzava inizialmente che con la fine dell'[[Glaciazione Würm|ultima era glaciale]], lo scioglimento dei ghiacciai e l'espansione delle foreste avessero frammentato le [[Popolazione biologica|popolazioni]] diffuse di bisonti in sottopopolazioni isolate, portando alla riduzione delle dimensioni delle corna e all'evoluzione del bisonte europeo.<ref name="Kahlke 1994"/> Tuttavia, [[Biologia molecolare|analisi molecolari]] condotte nel 2016 su più di 60 individui di bisonti delle steppe e bisonti europei hanno fornito una prospettiva più complessa. Durante il Pleistocene superiore, oltre al bisonte delle steppe e all'uro (''[[Bos primigenius]]''), esisteva una terza forma di bovide nell'Eurasia occidentale, geneticamente più vicina al bisonte europeo. Questa forma, provvisoriamente chiamata ''CladeX'' (da «[[clade]] X»), si sarebbe originata da un'[[Ibrido|ibridazione]] avvenuta circa {{M|120000}} anni fa, durante l'ultimo [[Periodo interglaciale|interglaciale]]. ''CladeX'' occupava una [[nicchia ecologica]] diversa rispetto al bisonte delle steppe, prediligendo ambienti freddi e [[Tundra|tundriformi]] durante le fasi glaciali, mentre il bisonte delle steppe prosperava in climi più caldi.<ref name="Soubrier et al. 2016"/><ref name="Massilani et al. 2016"/> Studi successivi suggeriscono che ''CladeX'' potrebbe corrispondere al bisonte di Schoetensack (''[[Bison schoetensacki|Bos schoetensacki]]''), un bovide fossile noto fino alla [[Glaciazione weichseliana|glaciazione di Weichsel]] in Europa, geneticamente più vicino al bisonte europeo rispetto al bisonte delle steppe. Questi risultati confermano inoltre che il bisonte delle steppe era strettamente correlato al bisonte americano, non solo morfologicamente ma anche geneticamente.<ref name="Palacio et al. 2017"/><ref name="Kergoat et al. 2015"/>
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[[File:Wisent Vogelherd.jpg|thumb|Bisonte ({{M|40000}} fa, Aurignaziano) rinvenuto nella grotta di Vogelherd, patrimonio mondiale dell'UNESCO «[[Grotte e arte dell'era glaciale nel Giura svevo]]», Museo dell'Università di Tubinga MUT]]
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Wisente tauchen bereits in der [[Jungpaläolithikum|jungpaläolithischen]] Kunst auf und wurden häufig neben Mammuten, Wildpferden und Löwen dargestellt. In der mobilen Kleinkunst ist eine fragmentierte, knapp handtellergroße Skulptur eines Wisents (Länge 7,2 cm, Höhe 5,25 cm) aus Mammutelfenbein von Bedeutung, die 1931 bei archäologischen Ausgrabungen in der [[Vogelherdhöhle]] ([[Schwäbische Alb]]) entdeckt wurde. Sie stammt aus dem [[Aurignacien]] und ist heute im [[Museum der Universität Tübingen|Museum Alte Kulturen]] im [[Schloss Hohentübingen]] ausgestellt.<ref>Gerhard Bosinski: ''Die Kunst der Eiszeit in Deutschland und in der Schweiz.'' Kataloge Vor- und Frühgeschichtlicher Altertümer 20, Bonn, 1982, S. 1–92 (S. 12)</ref> Eine weitere Halbplastik liegt aus dem [[Geißenklösterle]] bei [[Blaubeuren]] vor und datiert ebenfalls ins frühe Jungpaläolithikum. Gravuren von Wisenten finden sich dagegen im [[Magdalenien]], so von drei Tieren, davon zwei in kämpfender Position, auf einer 33 cm langen Pferderippe aus der [[Pekárna-Höhle]] bei [[Brünn]].<ref>[[Hansjürgen Müller-Beck]], [[Gerd Albrecht (Prähistoriker)|Gerd Albrecht]]: ''Die Anfänge der Kunst vor 30000 Jahren.'' Stuttgart 1987, S. 1–123 (S. 34 und 118)</ref>
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