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Nella letteratura medievale, il bisonte europeo viene menzionato occasionalmente. Nella ''[[La canzone dei Nibelunghi|Canzone dei Nibelunghi]]'', per esempio, il suono della voce di [[Teodorico di Verona]] viene paragonato al suono del corno di un bisonte. Inoltre, si racconta che [[Sigfrido]], durante una caccia, uccise un bisonte insieme a quattro uri e un alce.<ref>Gottschalk, p. 56.</ref> Durante il tardo Medioevo e la prima età moderna, la distinzione tra uri e bisonti non era sempre chiara. Con la progressiva scomparsa degli uri, il loro nome fu spesso utilizzato anche per indicare i bisonti, creando confusione terminologica. Il primo esempio certo di un'opera letteraria che fa riferimento al bisonte nella letteratura polacca è un poema anonimo del XVI secolo, scritto su commissione per [[Papa Leone X]]. Tuttavia, in questo testo il bisonte viene erroneamente descritto come un uro.<ref name="Go83"/> Fu solo nel XIX secolo, con lo sviluppo della [[zoologia]] moderna, che in tedesco e in altre lingue europee si iniziò a distinguere chiaramente tra le due specie.
Il bisonte europeo occupa un posto più rilevante nella letteratura e nell'arte polacca rispetto a quella di lingua tedesca. Mentre nelle opere in lingua tedesca compare principalmente in racconti di caccia dell'età moderna, nella cultura polacca il bisonte ha un significato simbolico più profondo. Nel 1834, il ''[[Pan Tadeusz]]'', il poema epico nazionale polacco di [[Adam Mickiewicz]], menziona il bisonte in diversi versi.<ref name="Go83"/> Anche artisti polacchi del XIX secolo, come [[Juliusz Kossak]] e [[Michał Elwiro Andriolli]], hanno spesso raffigurato il bisonte nei loro dipinti.<ref name="Go83"/> In Polonia sono presenti numerosi monumenti e sculture che commemorano le cacce dei sovrani polacchi e russi. Analogamente, anche in Germania,
=== Erhaltungsmaßnahmen ===
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