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=== Erhaltungsmaßnahmen ===
Il 2 giugno 1923, durante il Congresso Internazionale per la Conservazione della Natura a Parigi, l'[[Ornitologia|ornitologo]] polacco [[Jean Stanislaus Stolzmann|Jan Sztolcman]], vicedirettore del Museo Zoologico di Varsavia, lanciò un appello per salvare il bisonte europeo dall'estinzione. QuestoQuesta iniziativa portò alla proposta di creare una società internazionale perdedicata laalla conservazione della specie, coinvolgendo i paesi in cui i bisonti erano ancora presenti. Il 25 e 26 agosto 1923, a Berlino, venne fondata la Società Internazionale per la Conservazione del Bisonte Europeo. ComeIl primo presidente fu eletto Kurt Priemel, direttore dello zoo di Francoforte., e Tratra i membri fondatori vi erano la ''American Bison Society'', lo zoo di Poznán e l'Associazione dei Cacciatori Polacchi, oltre a numerosi privati.<ref>Krasińska ''et al.'', p. 23.</ref> L'obiettivo principale della società era localizzare tutti i bisonti tenutipresenti in zoo e recinti, e avviareavviando un programma di allevamento conservativo. In totale, furono trovatiidentificati 29 maschi e 25 femmine, tutti discendenti da soli 12 individui fondatori (7 femmine e 5 maschi).<ref>{{cita web | autore=Ragnar Kühne | url=https://web.archive.org/web/20140727073036/http://www.zoo-berlin.de/zoo/veranstaltungen/veranstaltungs-news/news/article/ein-neuer-wisentbulle-sorgt-fuer-frisches-blut-im-berliner-zoo.html | titolo=Neuer Wisentbulle sorgt für "frisches Blut" | sito=Internetseiten des Berliner Zoo | data=16 giugno 2024 | lingua=de}}</ref> Di conseguenza, tutti i bisonti europei oggi viventi discendono da questi 12 esemplari.
[[File:Fleischextrakt 0002774 m.jpg|thumb|Figurina Liebig raffigurante una scena di caccia al bisonte europeo.]]
Negli anni '20 e '30, datavista la ridotta popolazione di bisonti puri, alcuni zoo incrociaronotentarono di incrociare bisonti europei con altre specie.<ref>Sambraus, p. 64.</ref> AdUn esempio, nelfu il Wisentgehege Springe, creato nel 1928 sotto la guida di [[Lutz Heck]], direttore dello [[Zoologischer Garten Berlin|zoo di Berlino]], dove un bisonte europeo fu accoppiato con [[Bos bison|bisonti americani]]. Questo esperimento fu interrotto nel 1935, quando fudivenne possibile acquistare femmine di bisonte europeo puro.<ref>{{cita pubblicazione | titolo=60 Jahre Wisentgehege "Saupark Springe" | rivista=Niedersächsischer Jäger | volume=34 | anno=1989 | pp=1431-1435 | lingua=de}}</ref> Anche a Białowieża furonovennero mantenuti ibridi di bisonte europeo-americano, ma l'ultimo di questi fu trasferito allo zoo di Varsavia nel 1936.
 
Durante la Secondaseconda Guerraguerra Mondialemondiale, le popolazioni di bisonti subirono un forte declino. A Białowieża, centro cruciale per la conservazione della specie, lai popolazionebisonti fufurono protettaprotetti dalla caccia di frodo grazie a una strategia adottata nel luglio 1944, quando,: con l'avvicinarsi delle truppe sovietiche, i cancelli dei recinti furono aperti, permettendo ai bisonti di rifugiarsi nella vasta foresta.<ref>Mohr, p. 58.</ref> Dopo la guerra, le autorità polacche istituironoadottarono rapidamente misure per proteggere ila bisontispecie. Già nel 1946, alcuni bisonti furono trasferiti dal lato polacco ala latoquello bielorusso della foresta di Białowieża per avviare un nuovo programma di allevamento.<ref>Gottschalk, p. 96 e p. 97.</ref> Nel 1949, la popolazione globale di bisonti puri era composta dacontava 69 individui, distribuiti in quattro centri di allevamento in Polonia e due in Unione Sovietica.<ref>Gottschalk, p. 97.</ref>
 
Il registro genealogico del bisonte europeo è il più antico al mondo per una specie selvatica. Fin dall'inizioe ha documentato fin dall'inizio le tre principali linee genetiche principali: la Daslinea Zuchtbuchdelle fürPianure, Wisentela giltlinea alsdi dasMontagna ältestee Zuchtbuchla fürlinea einedekke Wildtierart und berücksichtigte von Beginn an die drei heute noch bestehenden Zuchtlinien Pleß-, Flachland- und Flachland-KaukasusPianure-LinieCaucaso.<ref>Sambraus, p. 16.</ref> Fino al 1940, il registro fu curato dal direttore dello zoo Goerd von der Groeben e, successivamente, da Erna Mohr, che aveva già contribuito alla conservazione del [[Equus ferus przewalskii|cavallo di Przewalski]].<ref>Merian, 1953,. BandVolume 11, Spp. 56/-57.</ref> Dopo la guerra, il registro fu gestito da Jan Żabiński, direttore dello zoo di Varsavia, in collaborazione con Erna Mohr, con l'obiettivo iniziale di verificare la genealogia degli esemplari sopravvissuti.<ref>Krasińska ''et al.'', p. 25.</ref> Oggi, il registro è mantenuto a Białowieża.
 
=== Aktueller Bestand und Ziele der Bestandsentwicklung ===