Utente:BlackPanther2013/Sandbox/felini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Link a pagina di disambiguazione
Riga 52:
Durante il periodo della [[civiltà della valle dell'Indo]] (3300-1700 a.C.), il passo Khyber, che attraversa la catena dell'[[Hindu Kush]], garantiva un importante collegamento con gli imperi vicini ed era sfruttato dai mercanti per le loro spedizioni commerciali.<ref>{{cid|Princeton Roadmap to Regents|p. 80}}</ref> A partire dal 1500 a.C., inoltre, [[Indoiranici|popolazioni indo-iraniche]] penetrarono nella regione provenendo dall'[[Asia centrale]] proprio attraverso questo valico.<ref>{{cita libro | autore=Yasmeen Mohiuddin | titolo=Pakistan: A Global Studies Handbook | editore=ABC-CLIO | anno=2007 | isbn=9781851098019 | p=36}}</ref><ref name="humshehri.org"/>
 
La regione del [[Regno di Gandhāra|Gandhara]], che si estendeva principalmente nell'area dell'attuale Khyber Pakhtunkhwa, ricoprì un ruolo di primo piano nel ''[[Ṛgveda|Rigveda]]'' (circa 1500-1200 a.C.),<ref name=Rigveda>{{cita web | url=https://www.sacred-texts.com/hin/rigveda/rv01126.htm | titolo=Rig Veda: Rig-Veda Book 1: HYMN CXXVI. Bhāvayavya | sito=www.sacred-texts.com | accesso=16 marzo 2023 | dataarchivio=16 marzo 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230316221215/https://www.sacred-texts.com/hin/rigveda/rv01126.htm|url-status=live}}</ref><ref name="Macdonell1997"/> e compare anche nell<nowiki>'</nowiki>''[[Avestā|Avesta]]'' zoroastriano, in cui è citata come ''Vaēkərəta'', sesto luogo più bello della Terra creato da [[Ahura Mazdā|Ahura Mazda]]. Fu uno dei sedici ''[[Mahajanapada]]'' dell'[[Civiltà vedica|epoca vedica]]<ref name="auto12"/><ref name="auto3">{{cita libro | autore=K. Warikoo | url=https://books.google.com/books?id=NsdvkRtAtusC&pg=PA73 | titolo=Bamiyan: Challenge to World Heritage | anno=2004 | editore=Third Eye | isbn=978-81-86505-66-3 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=30 novembre 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231130173938/https://books.google.com/books?id=NsdvkRtAtusC&pg=PA73 | urlmorto=no}}</ref><ref name="auto22">{{cita libro | autore=Mogens Herman Hansen | url=https://books.google.com/books?id=8qvY8pxVxcwC&pg=PA377 | titolo=A Comparative Study of Thirty City-state Cultures: An Investigation | anno=2000 | editore=Kgl. Danske Videnskabernes Selskab | isbn=978-87-7876-177-4 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=30 novembre 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231130174052/https://books.google.com/books?id=8qvY8pxVxcwC&pg=PA377#v=onepage&q&f=false | urlmorto=no}}</ref> e un centro di rilievo sia per il [[Vedismo|culto vedico]] sia per le forme successive di [[induismo]]. Il Gandhara è menzionatamenzionato frequentemente nei grandi testi epici indiani, tra cui ''[[Ṛgveda|Rigveda]]'', ''[[Rāmāyaṇa|Ramayana]]'' e ''[[Mahābhārata|Mahabharata]]'', ed è ricordataricordato soprattutto come la patria di Gandhari, principessa del [[Regno di Gandhāra|Regnoregno didel Gandhara]].<ref>{{cita libro | autore=Karl J. Schmidt | anno=1995 | url=https://books.google.com/books?id=BqdzCQAAQBAJ | titolo=An Atlas and Survey of South Asian History | p=120}}; {{cita libro | autore=Doris Meth Srinivasan | anno=2008 | apitolo=Hindu Deities in Gandharan art | url=https://books.google.com/books?id=lHBEAQAAIAAJ | titolo=Gandhara, The Buddhist Heritage of Pakistan: Legends, Monasteries, and Paradise | pp=130-143}}; {{cita libro | autore=T. Richard Blurton | anno=1993 | url=https://web.archive.org/web/20230115090452/https://books.google.com/books?id=xJ-lzU_nj_MC | titolo=Hindu Art | editore=Harvard University Press | pp=84 e 176}}</ref>
 
=== Le conquiste di Alessandro ===
InNella primavera del 327 a.C., [[Alessandro Magno]] attraversò l'Hindu Kush e avanzò fino a [[Alessandria Nicea|NicaeaNicea]], dove OmphisOmfi, re di [[Taxila]], e altri capi locali si unirono a lui. Parte dell'esercito fu inviata lungo la valle del fiume Kabul, mentre Alessandro, con le truppe leggere, si spinse nelle regioni didel Bajaur e dello Swat.<ref name="IG148">{{cita|Imperial Gazetteer|p. 148}}.</ref>
 
Al generale [[Cratero]] fu ordinato di fortificare e ripopolare [[Bajour|ArigaionArigeo]], probabilmente situata anel Bajaur, che i residenti avevano dato alle fiamme e abbandonato. Dopo aver sconfitto gli Aspasii, dai quali prese 40.000 prigionieri e 230.000 buoi, Alessandro attraversò il fiume [[Panjkora|GouraiosGureo]] ([[Panjkora]]) ed entrò nel territorio degli [[Assaceni]], ponendo sotto assedio Massaga, conquistata con un assalto. Subito dopo caddero anche Ora e Bazira (forse l'attuale Bazar). Gli abitanti di Bazira fuggirono verso la rocca di AornosAorno, ma Alessandro stabilì la propria base a Embolima (forse [[Amb State(stato)|Amb]]) e da lì lanciò l'attacco: nonostante la resistenza disperata, la rocca fu alla fine espugnata. Nel frattempo, la [[Pushkalavati|PeukelaotisPeucelaotide]] (la cui capitale sorgeva nell'area dell'odierna Hashtnagar, circa 27 chilometri a nord-ovest di [[Peshawar]]) si era già arresa, e Alessandro nominò il macedone Nicanore come satrapo dei territori a occidente dell'Indo.<ref name=IG149>{{cita|Imperial Gazetteer|p. 149}}.</ref>
 
=== IlI dominio mauryaMaurya ===
[[File:Shiva and Parvati BM OA1939.01-19.17.jpg|thumb|left|Un'antica statua di [[Siva (divinità)|Shiva]] e [[Parvati]] rinvenuta nel Khyber Pakhtunkhwa.]]
Il domoniodominio dei Maurya ebbe inizio quando [[Candragupta Maurya|Chandragupta Maurya]], sconfiggendo l'[[Dinastia Nanda|Impero Nanda]], fondò il proprio impero. In seguito, il generale di Alessandro, Seleuco, tentò di nuovo di invadere il subcontinente passando per il Passopasso Khyber, sperando di riconquistare i territori già presi da Alessandro ma mai realmente assimilati. Fu però sconfitto e costretto a cedere ai Maurya Aria, ArachosiaAracosia, Gandhara e Gedrosia, in cambio di un'alleanza matrimoniale e di 500 elefanti. Sconfitti i Greci, la regione tornò così sotto dominio induista.<ref>{{cita|Faber e Faber|pp. 52-53}}.</ref>
 
Il figlio di Chandragupta, [[Bindusara]], continuò ad ampliare l'impero, ma fu il nipote di Chandragupta, [[Aśoka|Ashoka]], a convertirsi al [[Buddismo|buddhismo]] e a proclamare questa fede religione ufficiale innel [[Gandhara]] e nel Pakhli (l'attuale Hazara), come attestano le iscrizioni rupestri di Shahbazgarhi e [[Mansehra]].<ref name=IG149/> Dopo la morte di Ashoka, l'[[Impero Maurya]] si disgregò, mentre a occidente il potere [[Impero seleucide|seleucide]] era ormai in declino.
 
=== Gli Indo-Greci ===
[[File:Buddha-Vajrapani-Herakles.JPG|thumb|Raffigurazione greco-buddhista del Buddha, con [[Vajrapani]] raffigurato come [[Eracle]].<ref>{{cita libro | autore=Richard Stoneman | url=https://books.google.com/books?id=Mx4OEAAAQBAJ&pg=PR4 | titolo=The Greek Experience of India: From Alexander to the Indo-Greeks | data=8 giugno 2021 | editore=Princeton University Press | isbn=978-0-691-21747-5 | p=4}}; {{cita libro | autore=Richard Stoneman | url=https://books.google.com/books?id=Mx4OEAAAQBAJ&pg=PA88 | titolo=The Greek Experience of India: From Alexander to the Indo-Greeks | data=8 giugno 2021 | editore=Princeton University Press | isbn=978-0-691-21747-5 | pp=88-89}}</ref>]]
Il re indo-greco [[Menandro I]] (regno dal 155 al 130 a.C.) scacciò i Greco-Battriani dadal [[[[Regno di Gandhāra|Gandhara]]|Gandhara]] e oltre la catena dell'[[Hindu Kush]], assumendo il potere poco dopo questa vittoria. Il suo impero sopravvisse in forma frammentaria fino a quando l'ultimo sovrano greco indipendente, [[Stratone II]], scomparve attorno al 10 d.C. Intorno al 125 a.C., il re greco-battriano [[Eliocle I|Eliocle]] (figlio di Eucratide) fu costretto a fuggire dalla Battriana a causa dell'invasione degli [[Yuezhi]] e si stabilì innel Gandhara, spingendo gli Indo-Greci a est del fiume [[Jhelum]]. L'ultimo sovrano indo-greco di cui si abbia notizia fu [[Teodamasa]], originario dell'area didel [[Bajour|Bajaur]] innel Gandhara, citato su un anello-sigillo del I secolo d.C. che riporta un'iscrizione in caratteri kharosthi, ''Su Theodamasa'', dove ''Su'' costituisce la traslitterazione greca del titolo regale [[Impero Kusana|kushan]] ''Shau'' («[[Scià|Shah]]» o «King»).
 
Fu in questo periodo che si manifestò in modo più evidente la fusione tra elementi mitologici, artistici e religiosi di matrice ellenistica e sudasiatica, soprattutto nella regione del Gandhara. Sebbene alcuni sovrani greci locali mantenessero un potere debole e precario lungo i confini, le ultime tracce dei domini greco-indiani furono spazzate via da un popolo noto agli antichi cinesi come Yeuh-Chi.<ref name="IG149"/>
Riga 73:
=== Gli Indo-Sciti ===
[[File:Buner reliefs Scythian bacchanalian cropped.jpg|left|thumb|Uno dei rilievi di Buner, con alcuni soldati sciti che ballano ([[Cleveland Museum of Art]]).]]
Gli [[Indo-sciti|Indo-Sciti]] discendevano dai [[Saci|SakasSaka]] (Sciti), i quali migrarono dall'Asia Centralecentrale al Subcontinentesubcontinente indiano tra la metà del II secolo a.C. e il I secolo a.C. Dopo aver soppiantato gli Indo-Greci, estesero il re regno dadal Gandhara a [[Mathura]]. Il primo re indo-scita, [[Maues]], consolidò l'egemonia [[Saci|saka]] conquistando i territori [[Regno indo-greco|indo-greci]].<ref>{{cita libro | titolo=The Grandeur of Gandhara | autore=Rafi-us Samad | editore=Algora Publishing | anno=2011 | pp=64-67 | url=https://books.google.com/books?id=PMEd8Cqh-YQC&pg=PA66}}</ref> Tuttavia, la potenza dei sovrani saka declinò nel IV secolo, in seguito alla sconfitta subita per mano di [[Candragupta II il Grande|Chandragupta II]] dell'[[Impero Gupta]].<ref>{{cita libro | titolo=Ancient India | autore=Ramesh Chandra Majumdar | p=234}}</ref>
 
=== Gli Indo-Parti ===
[[File:Takht-e-bahi.jpg|thumb|L'antico [[monastero]] [[Buddhismo|buddhista]] di [[Takht-i-Bahi]] ([[patrimonio dell'umanità]]), costruito dagli Indo-Parti.]]
Il [[Regno indo-parto|Regno indo-partico]] fu governato dalla dinastia dei Gondofaridi, così chiamata dal nome del suo primo sovrano, [[Gondofare]]. Per gran parte della loro storia, i principali re gondofaridi fissarono la residenza a [[Taxila]] (nell'attuale provincia del [[Punjab (Pakistan)|Punjab]] in [[Pakistan]]), ma negli ultimi anni di esistenza del regno la capitale passò tra [[Kabul]] e [[Peshawar]]. Questi sovrani vengono tradizionalmente denominati «Indo-ParticiParti», poiché la loro monetazione era spesso ispirata alla dinastia degli [[Impero partico|Arsacidi]]; tuttavia, molto probabilmente, essi facevano parte di un più ampio gruppo di tribù [[Iranici|iraniche]] stanziate a est della [[Partia]] vera e propria. Non vi sono inoltre prove che tutti i re che presero il titolo di Gondofare, il cui significato è «Portatore di gloria», fossero effettivamente imparentati tra loro.
 
=== I Kushan ===
[[File:KanishkaCasket.JPG|left|thumb|225x225px|Lo stupa di Kanishka a [[Peshawar]], un tempo sacro per i [[Buddismo|buddhisti]], sul reliquiario di Kanishka.]]
I nomadi [[Yuezhi]] avevano scacciato i [[Saci|Saka]] dalle regioni montuose dell'[[Asia centrale|Asia Centrale]], ma a loro volta furono sospinti verso sud dai nomadi [[Xiongnu]]. Un gruppo noto come i Kushan assunse il comando, e il suo capo, [[Kujula Kadphises|Kadphises I]], occupò un vasto territorio che si estendeva a sud fino alla valle di [[Kabul]]. Suo figlio, Kadphises II, conquistò il nord-ovest dell'India, governandolo tramite i propri generali.
 
A succedergli furono i leggendari re di religione induista: Kanishka, Huvishka e Vasushka (o Vasudeva). Tra questi, il primo regnò su una regione che si estendeva fino a Benares a est, a Malwa a sud e comprendeva anche la [[Battriana]] e la valle di Kabul.<ref name="IG149"/><ref name="IG150">{{cita|Imperial Gazetteer|p. 150}}</ref> Le date dei loro regni sono ancora oggetto di discussione, ma è fuori dubbio che abbiano regnato all'inizio dell'era cristiana. A questo periodo risalgono le straordinarie statue e i bassorilievi scoperti anel [[[[Regno di Gandhāra|Gandhara]]|Gandhara]] e Udyananell'Uddyana. Sotto il successore di Huvishka, Vasushka, i domini dei re Kushankushan iniziarono a ridursi.<ref name="IG150"/>
 
=== Le dinastie Shahi ===
[[File:Horseman_on_Hindu_Shahi_coinage.jpg|thumb|Horseman on a coin of Spalapati, i.e. the "War-lord" of the [[Hindu Shahis]]. The headgear has been interpreted as a [[turban]].{{sfn|Rehman|1976|p=187 and Pl. V B.|loc="the horseman is shown wearing a turban-like head-gear with a small globule on the top"}}]]
I [[Turk Shahi|Turchi Shahi]] governarono il Gandhara fino all'870, quando furono rovesciati dagli [[Shahi (regno)|Hindu Shahi]]. Si ritiene che questi ultimi appartenessero alla tribù Uḍi/Oḍi, originaria di dell'[[Oḍḍiyāna|OddiyanaUddyana]] (l'attuale Swat) nel Gandhara,<ref>{{cita pubblicazione | autore=Abdul Rahman | anno=2002 | titolo=New Light on the Khingal, Turk and the Hindu Sahis | url=http://journals.uop.edu.pk/papers/AP_v15_37to42.pdf | rivista=Ancient Pakistan | volume=XV | pp=37–42 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=26 aprile 2021 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210426060455/http://journals.uop.edu.pk/papers/AP_v15_37to42.pdf | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Michael W. Meister | anno=2005 | titolo=The Problem of Platform Extensions at Kafirkot North | url=http://journals.uop.edu.pk/papers/AP_v16_41to48.pdf | rivista=Ancient Pakistan | volume=XVI | pp=41-48 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=1 febbraio 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230201184532/http://journals.uop.edu.pk/papers/AP_v16_41to48.pdf | urlmorto=no}}</ref> sebbene in altre fonti siano indicati come Brāhmaṇa o Kshatriya.<ref>{{cita libro | autore=André Wink | url=https://books.google.com/books?id=bCVyhH5VDjAC&pg=PA125 | titolo=Al-hind: The Making of the Indo-islamic World | anno=1991 | editore=BRILL | isbn=978-90-04-09249-5 | pp=125 | accesso=15 novembre 2023 | dataarchivio=15 novembre 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231115114345/https://books.google.com/books?id=bCVyhH5VDjAC&pg=PA125 | urlmorto=no}}</ref>
 
Il primo re, Kallar, trasferì la capitale da Kabul a Udabandhapura, identificata con l'odierno villaggio di [[Hund]].<ref>{{cita libro | titolo=The Shahi Afghanistan and Punjab | anno=1973 | pp=1, 45-46, 48 e 80 | autore=D. B. Pandey}}; {{cita libro | titoloThe Úakas in India and Their Impact on Indian Life and Culture | anno=1976 | p=80 | autore=Vishwa Mitra Mohan}}; {{cita libro | titolo=Indo-Scythians; Country, Culture and Political life in early and medieval India | anno=2004 | p=34 | autore=Daud Ali}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | rivista=Journal of the Royal Asiatic Society | anno=1954 | pp=112}}; {{cita libro | titolo=The Shahis of Afghanistan and Punjab | anno=1973 | p=46 | autore=D. B. Pandey}}; {{cita libro | titolo=The Úakas in India and Their Impact on Indian Life and Culture | anno=1976 | p=80 | autore= Vishwa Mitra Mohan}}</ref><ref>{{cita libro | titolo=India, A History | anno=2001 | p=203 | autore=John Keay}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Fidaullah Sehrai | anno=1979 | titolo=Hund: The Forgotten City of Gandhara | p=2 | editore=Peshawar Museum Publications New Series | città=Peshawar}}</ref> Nel periodo di maggior espansione, sotto Jayapala, il regno si estendeva sulla valle di [[Kabul]], sul Gandhara e sul [[Punjab (regione)|Punjab]].<ref name="Wynbrandt2009">{{cita|Wynbrandt, 2009|pp. 52-54}}.</ref> Jayapala, temendo il rafforzamento dei Ghaznavidi, invase la loro capitale [[Ghazni]] sia durante il regno di [[Sabuktigin di Ghazna|Sebuktigin]] sia in quello di suo figlio [[Mahmud di Ghazna|Mahmud]], avviando così le ostilità tra Ghaznavidi e Hindu Shahi.<ref name="Lewis2">{{cita libro | titolo=The Cambridge history of Islam | url=https://books.google.com/books?id=5ccI0u5XDR0C | p=3 | anno=1977 | curatore=P. M. Holt, Ann K. S. Lambton e [[Bernard Lewis]] | editore=Cambridge University Press | isbn=978-0-521-29137-8}}</ref> Tuttavia, Sebuktigin lo sconfisse, costringendolo a pagare un'indennità.<ref name="Lewis2"/> Quando Jayapala non rispettò questo obbligo, la guerra riprese<ref name="Lewis2"/> e lo portò a perdere il controllo dell'intera regione compresa tra la valle di Kabul e il fiume [[Indo]].<ref name="Ferishta">{{cita libro | url=https://archive.org/details/ferishtashistory01firi | titolo=Ferishta's History of Dekkan from the first Mahummedan conquests (etc) | editore=Shrewsbury | autore=J. e W. Eddowes | anno=1794}}</ref>
 
Nel 1001, poco dopo l'ascesa al potere di MaḥmūdMahmud, impegnato a nord dell'[[Hindu Kush]] contro i [[Karakhanidi|Qarakhanidi]], Jayapala [[Battaglia di Peshawar (1001)|attaccò di nuovo Ghazni]]. Fu sconfitto dalle potenti forze ghaznavidi nei pressi dell'odierna [[Peshawar]] e morì in preda al rimorso, ritenendosi responsabile del disastro e del disonore della dinastia Shahi.<ref name="Lewis2"/><ref name="Ferishta"/>
 
Jayapala fu poi sostituito da figlio [[Shahi (regno)|Anandapala]],<ref name="Lewis2"/> il quale – insieme alle generazioni successive della dinastia ShahiyaShahi – continuò a combattere contro l'avanzata dei Ghaznavidi, ma senza successo, finché i sovrani induisti furono costretti a ritirarsi sulle colline [[Shivalik|Siwalik]] del [[Kashmir]].<ref name="Ferishta"/>
 
=== I Ghaznavidi ===
Dopo la battaglia di Peshawar, MaḥmūdMahmud di Ghaznī riuscì a consolidare il proprio controllo sulle regioni meridionali del Pakhtunkhwa. Tra il 1024 e il 1025 compì inoltre incursioni contro i [[Pashtun]].<ref name=IG150/><ref>{{cita|Wynbrandt,2009|pp. 52-55}}.</ref> I suoi discendenti rimasero al potere fino al 1179, quando [[Muhammad di Ghur|MuḥammadMuhammad di Ghor]] conquistò Peshawar, integrandola nel suo [[Ghuridi|imperoImpero ghurideGhuride]] in espansione.
 
=== Il Sultanato di Delhi ===
Dopo l'invasione dei Ghuridi, sul Sultanato di Delhi si susseguirono cinque dinastie tra loro non imparentate e di diversa origine: la [[Mamelucchi di Delhi|dinastia Mamelucca]] (1206-1290), la dinastia [[Khalji]] (1290-1320), la dinastia [[Tughlaq]] (1320-1414), la [[dinastia Sayyid]] (1414-1451) e la [[dinastia Lodi]] (1451-1526).<ref name="sen2">{{cita libro | autore=Sailendra Sen | titolo=A Textbook of Medieval Indian History | editore=Primus Books | anno=2013 | isbn=978-9-38060-734-4 | pp=68-102}}</ref>
 
Nel frattempo, i [[Pashtun]] emersero come nuova forza politica. Verso la fine del XIV secolo erano saldamente insediati nel territorio a sud di Kohat e, nel 1451, l'ascesa di Bahlol Lodi al trono di Delhi conferì loro una posizione dominante nell'India settentrionale. A partire dal XV secolo, le tribù Yusufzai provenienti dalle valli di Kabul e Jalalabad iniziarono a migrare nella valle di Peshawar,<ref name="bosworth"/> scalzando gli Swati della confederazione Bhittani e le tribù pashtun dei Dilazak, che furono spinte oltre il fiume [[Indo]], nella Divisionedivisione di Hazara.<ref name="bosworth"/>
 
=== I Moghul ===
[[File:Masjid Muhabat Khan.jpg|thumb|Bestowed by [[Ali Mardan Khan|Mohabbat Khan bin Ali Mardan Khan]] in 1630, the white-marble façade of the [[Mohabbat Khan Mosque]] is one of [[Peshawar]]'s most iconic sights.]]
La sovranità moghul sulla regione del Khyber Pakhtunkhwa fu parzialmente instaurata quando BāburBabur, fondatore dell'Impero Moghul, invase l'area nel 1505 d.C. passando per il [[Passopasso Khyber]]. I Moghul compresero subito l'importanza strategica di questa zona, individuandola come punto debole delle proprie difese,<ref name="Richards">{{cita libro | autore=John F. Richards | url=https://books.google.com/books?id=HHyVh29gy4QC&q=peshawar&pg=PA50 | titolo=The Mughal Empire | anno=1995 | editore=Cambridge University Press | isbn=9780521566032 | accesso=24 marzo 2017}}</ref> e si impegnarono a mantenere il controllo di Peshawar e Kabul, minacciate dagli [[Shaybanidi]] [[Uzbeki|uzbechi]].<ref name="Richards"/>
 
BāburBabur fu costretto a ritirarsi verso [[Kabul]], ma tornò per sconfiggere i Lodi nel luglio 1526, conquistandostrappando Peshawar daa Daulat Khan Lodi;<ref name="Miers">{{cita libro | autore=Elliot Henry Miers | url=https://books.google.com/books?id=w2AGBNfe8ZQC&q=peshawar&pg=PA25 | titolo=The History of India, as Told by Its Own Historians: The Muhammadan Period | anno=2013 | editore=Cambridge University Press | isbn=9781108055871 | annooriginale=1867}}</ref> tuttavia la regione non fu mai considerata completamente sottomessa.<ref name="bosworth">{{cita libro | autore=Clifford Edmund Bosworth | url=https://books.google.com/books?id=UB4uSVt3ulUC&q=ancient+peshawar | titolo=Historic Cities of the Islamic World | anno=2007 | editore=BRILL | isbn=9789004153882 | accesso=24 marzo 2017}}</ref> Durante il regno di suo figlio [[Humayun]], il dominio moghul subì una temporanea battuta d'arresto a causa dell'ascesa del sovrano pashtun [[Sher Shah Suri]], che iniziò la costruzione della famosa [[Grand Trunk Road]], la quale collega Kabul (Afghanistan) a [[Chittagong]] ([[Bangladesh]]) per oltre 3000 chilometri. In seguito, i governanti locali rinnovarono la loro lealtà all'imperatore moghul.
 
Nel 1667 le tribù Yusufzai si ribellarono contro i Moghul nella cosiddetta «Rivolta dei Yusufzai»,<ref name="Richards"/> scontrandosi in battaglia campale con i loro battaglioni a Peshawar e [[Attock]].<ref name="Richards"/> Negli anni Settanta del XVII secolo, le tribù [[Afridi]] risistettero ad Aurangzeb durante la «Rivolta degli Afridi».<ref name="Richards"/> Nel 1672 compirono un massacro ai danni di un battaglione moghul al [[Passopasso Khyber]] e bloccarono le preziose rotte commerciali.<ref name="richards">{{cita libro | autore=John F. Richards | titolo=The Mughal Empire | url=https://books.google.com/books?id=SrdiVPsFRYIC | volume=5 | pp=170-171 | anno=1996 | serie=New Cambridge history of India: The Mughals and their contemporaries | capitolo=Imperial expansion under Aurangzeb 1658–1869. Testing the limits of the empire: the Northwest | editore=Cambridge University Press | isbn=978-0-521-56603-2 | accesso=28 marzo 2017 | dataarchivio=17 agosto 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230817155248/https://books.google.com/books?id=SrdiVPsFRYIC | urlmorto=no}}</ref> Dopo un altro eccidio nell'inverno del 1673, l'esercito moghul, guidato dallo stesso [[Aurangzeb]], riprese il controllo dell'intera area nel 1674,<ref name="Richards"/> ponendo fine alla ribellione grazie anche a concessioni e ricompense ai leader tribali.<ref name="Richards"/>
 
[[Khushal Khan Khattak]], considerato il «Padre della letteratura pashto» e originario di Akora Khattak, partecipò attivamente alla rivolta e divenne noto per le sue poesie dedicate ai guerrieri pashtun ribelli.<ref name="Richards"/>
 
Il 18 novembre 1738, durante l'[[Invasione di Nadir Shah dell'Impero Moghul|invasione persiana dell'Impero Moghul]] guidata da [[Nadir Shah|Nādir Shāh]], le armate [[afsharidi]] catturarono Peshawar, sottraendola al governatore moghul Nawab Nasir Khan.<ref>{{cita libro | autore=S. R. Sharma | url=https://books.google.com/books?id=4j_VLlGqVSoC&q=peshawar+mughal&pg=PA728 | titolo=Mughal Empire in India: A Systematic Study Including Source Material, Volume 3 | editore=Atlantic Publishers & Dist | anno=1999 | isbn=9788171568192 | accesso=24 marzo 2017}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Ihsam H. Nadiem | titolo=Peshawar: heritage, history, monuments | anno=2007 | editore=Sang-e-Meel | isbn=9789693519716}}</ref>
 
=== I Durrani ===
[[File:Bala Hisar Fort.jpg|thumb|[[Bala Hissar, Peshawar|Bala Hissar fort]] in Peshawar. The fort was used as a royal residence for the [[Durrani Empire]].]]
La regione passò poi sotto il dominio di [[Ahmad Shah Durrani]], fondatore dell'[[Impero Durrani]],<ref>{{cita libro | autore=Hamid Wahed Alikuzai | url=https://books.google.com/books?id=YZJcAQAAQBAJ&q=peshawar+capture+durrani+empire&pg=PA204 | titolo=A Concise History of Afghanistan in 25 Volumes, Volume 14 | data=ottobre 2013 | editore=Trafford | isbn=9781490714417 | accesso=29 dicembre 2014 | dataarchivio=22 marzo 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230322055639/https://books.google.com/books?id=YZJcAQAAQBAJ&q=peshawar+capture+durrani+empire&pg=PA204 | urlmorto=no}}</ref> in seguito a una grande assemblea di capi durata nove giorni, motanota come ''[[loya jirga]]''.<ref>{{cita libro | autore=Abubakar Siddique | titolo=The Pashtun Question: The Unresolved Key to the Future of Pakistan and Afghanistan | anno=2014 | editore=Hurst | isbn=9781849044998}}</ref> Nel 1749, il sovrano moghul fu costretto a cedere il [[Sindh]], il [[Punjab (regione)|Punjab]] e i fondamentali territori oltre l'[[Indo]] ad Ahmad Shah, per salvare la propria capitale dall'attacco durrano.<ref>{{cita libro | autore=Meredith L. Runion | url=https://web.archive.org/web/20230403232109/https://books.google.com/books?id=aZk9XzqCFGUC&dq=ahmad+shah+durrani+1749+sindh+and+punjab&pg=PA69 | titolo=The History of Afghanistan | p=69 | editore=Greenwood Publishing Group | anno=2007 | isbn=0313337985}}</ref> Quest'ultimo invase i resti dell'Impero Moghul per la terza, e poi per la quarta volta, consolidando così il controllo su Kashmir e Punjab. Nel 1757 conquistò Delhi e saccheggiò Mathura,<ref>{{cita libro | capitolo=Rivalries in India | autore=C. C. Davies | titolo=The New Cambridge Modern History, Vol. VII The Old Regime 1713–63 | curatore=J. O. Lindsay | editore=Cambridge University Press | anno=1988 | p=564}}</ref> ma permise alla dinastia moghul di mantenere un potere nominale sulla città, a patto che il suo sovrano riconoscesse la supremazia di Ahmad Shah su Punjab, Sindh e Kashmir. Lasciando il secondogenito [[Timur Shah Durrani|Timur Shah]] a difendere i propri interessi, Ahmad Shah abbandonò l'India per tornare in Afghanistan.
 
Il dominio dei Durrani fu interrotto da una breve invasione dei [[Impero Maratha|Maratha]] induisti, i quali, dopo la battaglia di Peshawar del 1758, governarono la regione per undici mesi, fino ai primi del 1759, quando il potere dei Durrani fu ristabilito.<ref name="Schofield, Victoria 2003 page 47">{{cita libro | autore=Victoria Schofield | titolo=Afghan Frontier: Feuding and Fighting in Central Asia | città=Londra | editore=Tauris Parke Paperbacks | anno=2003 | p=47}}</ref>
 
Sotto il regno di [[Timur Shah Durrani|Timur Shah]], venne ripresa l'usanza moghul di utilizzare Kabul come capitale estiva e Peshawar come capitale invernale;<ref name="bosworth"/><ref name="Hanifi2011">{{cita libro | autore=Shah Hanifi | url=https://books.google.com/books?id=kh1hpPLSpcEC | titolo=Connecting Histories in Afghanistan: Market Relations and State Formation on a Colonial Frontier | data=11 febbraio 2011 | editore=Stanford University Press | isbn=978-0-8047-7777-3 | accesso=13 dicembre 2012 | dataarchivio=10 marzo 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230310204401/https://books.google.com/books?id=kh1hpPLSpcEC | urlmorto=no}}</ref> il Forteforte Bala Hissar di Peshawar ospitò i sovrani Durranidurrani durante i loro soggiorni invernali.
 
Successivamente, [[Mahmud Shah Durrani]] salì al trono e tentò subito di strappare Peshawar al fratellastro [[Shah Shuja Durrani|Shah Shujah Durrani]].<ref name="UNESCO">{{cita libro | autore=Ahmad Hasan Dani | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Development in contrast: from the sixteenth to the mid-nineteenth century | data=2003 | editore=UNESCO | isbn=9789231038761}}</ref> Quest'ultimo si proclamò re a sua volta nel 1803 e riconquistò Peshawar, mentre Mahmud Shah fu imprigionato nel Forteforte Bala Hissar fino alla sua fuga.<ref name="UNESCO"/> Nel 1809, gli inglesi inviarono un emissario alla corte di Shah Shujah a Peshawar, dando inizio al primo incontro diplomatico tra britannici e afghani.<ref name="UNESCO"/> Sempre nel 1809, Mahmud Shah si alleò con i pashtunPashtun Barakzai., radunò un esercito e riconquistòstrappò nuovamente Peshawar dalal fratellastro, avviando così il suo secondo regno,<ref name="UNESCO"/> che durò fino al 1818.
 
=== I Sikh ===
Riga 130:
Dopo la partenza di Ranjit Singh, l'autorità di Jehandad Shah di Khattak si indebolì e il potere passò a Yar Muhammad Khan. Nel 1823, Ranjit Singh tornò a riconquistare Peshawar, affrontando l'esercito di [[Azim Khan]] a [[Nowshera]]. Dopo la vittoria sikh a [[Battaglia di Nowshera|Nowshera]], Ranjit Singh prese nuovamente possesso di Peshawar ma, anziché reintrodurre Jehandad Khan, nominò di nuovo Yar Muhammad Khan a capo della regione.
 
Le forze dell'Impero Sikh, guidate da Hari Singh Nalwa, avanzarono e annetterono le parti meridionali del Khyber Pakhtunkhwa. Un tentativo di [[Dost Mohammed Khan|Dost Muhammad Khan]] di riprendere Peshawar nel 1835 fallì, poiché il suo esercito si rifiutò di combattere contro i Dal Khalsa. Suo figlio, [[Wazir Akbar Khan|Mohammad Akbar Khan]], scontratosi con i sikhSikh nella [[battaglia di Jamrud]] del 1837, riuscì a uccidere il comandante Hari Singh.
 
Durante il dominio sikh, nel 1838 l'italiano [[Paolo Avitabile]] fu nominato amministratore di Peshawar, instaurando un vero e proprio clima di terrore. La celebre moschea Mahabat Khan, edificata nel 1630 nel bazar dei gioiellieri, subì gravi danneggiamenti e atti di profanazione da parte delle truppe sikh, che ricostruirono anche il forte Bala Hissar durante la loro occupazione di Peshawar.
Riga 136:
=== Il Raj britannico ===
[[File:The Khyber Pass with the fortress of Alimusjid - lithograph by James Rattray - 1848 (1).jpg|thumb|left|A colonial era lithograph of the Khyber Pass, made in 1848 by James Rattray.]]
La ''[[Compagnia britannica delle Indie orientali|British East India Company]]'' sconfisse i Sikh durante la [[seconda guerra anglo-sikh]] del 1849, incorporando alcune porzioni della regione nella [[Provincia del Punjab (India britannica)|Provinciaprovincia del Punjab]]. Sebbene Peshawar fosse teatro di una piccola rivolta contro gli inglesi durante i [[moti indiani del 1857]], le tribù pashtun del territorio, fada tempo ostili ai Sikh, rimasero perlopiù neutrali o persino favorevoli ai britannici,<ref name="humshehri.org">{{cita web | titolo=KP Historical Overview | url=http://humshehri.org/history/kpk-historical-overview/ | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150311194150/http://humshehri.org/history/kpk-historical-overview/ | dataarchivio=11 marzo 2015 | accesso=22 aprile 2015 | sito=Humshehri}}</ref> a differenza di altre zone dell'[[Presidenze e province dell'India britannica|India britannica]] che insorsero apertamente. Ciononostante, le tribù deiwazire Wazir neldel [[Waziristan]] e altre compagini pashtun sfidarono con costanza l'autorità inglese, resistendo a qualunque forma di occupazione straniera fino alla nascita del Pakistan.
 
Sul finire del XIX secolo, i confini ufficiali della regione del Khyber Pakhtunkhwa non erano ancora stati definiti, poiché il Regno dell'Afghanistan ne rivendicava la sovranità. Solo nel 1893 i britannici tracciarono il [[Linea Durand|confine con l'Afghanistan]] in base a un trattato stipulato con il re [[Abdur Rahman Khan]] dopo la [[seconda guerra anglo-afghana]].<ref name="LoC">{{cita web | data=agosto 2008 | titolo=Country Profile: Afghanistan | url=http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/profiles/Afghanistan.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140408085103/http://lcweb2.loc.gov/frd/cs/profiles/Afghanistan.pdf | dataarchivio=8 aprile 2014 | dataaccesso=30 gennaio 2014 | editore=Library of Congress Country Studies}}</ref> All'interno di quei limiti furono riconosciute l'autonomia di alcuni Stati principeschi, purché mantenessero rapporti amichevoli con il governo britannico.
 
Durante la [[prima guerra mondiale]], i britannici dirottarono molte risorse dall'India ai fronti europei e, approfittando di ciò, alcune tribù dell'Afghanistan attraversarono la linea Durand nel 1917 per attaccare presidi britannici, tentando di guadagnare territori e indebolire la validità del confine. Tuttavia, nel 1919, il governo afganoafghano riconfermò la validità della Linea Durand Line firmando il [[Trattato anglo-afghano del 1919|Trattatotrattato di Rawalpindi]],<ref>{{cita libro| autore=Robson | titolo=Crisis on the Frontier | pp=136-7}}</ref> che pose fine alla [[terza guerra anglo-afghana]]. In quel conflitto i WazirWaziri e altre tribù appoggiarono il re afghano [[Amānullāh Khān|Amanullah]] contro i britannici, continuando a resistere fino al 1920, anche dopo la pace siglata dall'Afghanistan.
 
Le campagne militari britanniche lungo la DurandLinea LineDurand, unite alle tre guerre anglo-afghane, resero sempre più difficile il transito tra l'Afghanistan e le zone densamente abitate del Khyber Pakhtunkhwa, di fatto isolate tra loro dal 1878 al 1939, quando il confronto lungo il confine afganoafghano si ridusse. Parallelamente, i britannici avviarono imponenti lavori pubblici, estendendo la Great Indian Peninsula Railway verso questa regione e collegandola alle pianure dell'India orientale. Fu realizzato anche il ponte di Attock e si costruirono l'Islamia College University e la ferrovia del Khyber; inoltre, a [[Peshawar]], [[Kohat]], [[Mardan]] e [[Nowshera]] vennero istituite [[Accantonamento|guarnigioni militari]], rafforzando il dominio coloniale. Nel 1901, i britannici separarono le aree nord-occidentali dalla Provinciaprovincia del Punjab, creando la Provincia didella Frontiera del Nord-Ovest (NWFP), rinominata «Khyber Pakhtunkhwa» nel 2010.<ref>{{cita web | data=14 maggio 2018 | titolo=NWFP to Khyber Pakhtunkhwa | url=http://blog.travel-culture.com/2018/05/15/from-nwfp-to-khyber-pakhtunkhwa-an-overview/ | accesso=14 maggio 2018 | sito=Blog.travel-culture.com | dataarchivio=15 maggio 2018 | archive-url=https://web.archive.org/web/20180515112231/http://blog.travel-culture.com/2018/05/15/from-nwfp-to-khyber-pakhtunkhwa-an-overview/ | urlmorto=no}}</ref>
 
Nel medesimo periodo la Provincia didella Frontiera del Nord-Ovest fu spesso teatro di episodi violenti contro gli indù.<ref>{{cita libro | autore=Koenraad Elst | anno=2018 | titolo=Why I killed the Mahatma: Uncovering Godse's defence | città=New Delhi | editore=Rupa}}</ref> Verso l'epoca dell'indipendenza, la guida della provincia era nelle mani di un ministero del [[Congresso Nazionale Indiano|Congresso]], formato da leader [[pashtun]] [[Laicità|laici]] come Bacha Khan, i quali preferivano restare uniti all'[[India]] piuttosto che entrare a far parte del Pakistan. Essi ritenevano inoltre che, se non fosse stato possibile l'ingresso nell'India indipendente, l'alternativa ideale sarebbe stata la costituzione di uno Stato pashtun autonomo, anziché aderire al Pakistan.<ref>{{cita libro | autore=Aparna Pande | url=https://books.google.com/books?id=ceg-kSmft94C&dq=congress+party+united+india+north+west+frontier+province&pg=PA66 | titolo=Explaining Pakistan's Foreign Policy: Escaping India | editore=Taylor & Francis | anno=2011 | isbn=9781136818943 | p=66}}</ref> Nel giugno 1947, Mirzali Khan, [[Abdul Ghaffar Khan|Bacha Khan]] e altri membri del movimento [[Khudai Khidmatgar]] emisero la Risoluzionerisoluzione di Bannu, che chiedeva la possibilità di creare uno Stato pashtun indipendente ([[Pashtunistan]]) comprendente tutti i territori pashtinpashtun dell'India britannica, in alternativa all'annessione forzata al nuovo stato del [[Pakistan]]. Il [[Impero anglo-indiano|Raj britannico]] respinse la proposta, poiché richiedeva che le regioni sotto il suo controllo scegliessero obbligatoriamente se entrare a far parte dell'India o del Pakistan, escludendo la terza opzione.<ref>{{cita libro | autore=Sayyid Vaqar Ali Shah | url=https://books.google.com/books?id=c05uAAAAMAAJ | titolo=Afghanistan and the Frontier | anno=1993 | editore=Emjay Books International | curatore=Fazal-ur-Rahim Khan Marwat | città=[[Università del Michigan]] | p=256}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Thomas H. Johnson e Barry Zellen | url=https://books.google.com/books?id=B9ZZAgAAQBAJ | titolo=Culture, Conflict, and Counterinsurgency | anno=2014 | editore=Stanford University Press | isbn=9780804789219 | p=154 | accesso=27 gennaio 2018 | dataarchivio=16 novembre 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231116101845/https://books.google.com/books?id=B9ZZAgAAQBAJ | urlmorto=no}}</ref> Peraltro, all'epoca, la maggioranza dei nazionalisti pashtun sosteneva l'unità dell'India, e non si registrarono posizioni di rilievo a favore di un'unione con l'Afghanistan.<ref>{{cita web | autore=Selig S. Harrison | titolo=Pakistan: The State of the Union | url=http://www.ciponline.org/images/uploads/publications/pakistan_the_state_of_the_union.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923203710/http://www.ciponline.org/images/uploads/publications/pakistan_the_state_of_the_union.pdf | dataarchivio=23 settembre 2015 | accesso=24 gennaio 2014 | editore=Center for International Policy | pp=13-14}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Vipul Singh | url=https://books.google.com/books?id=wsiXwh_tIGkC&q=north-west+frontier+province+referendum | titolo=The Pearson Indian History Manual for the UPSC Civil Services Preliminary Examination | editore=Pearson | anno=2008 | isbn=9788131717530 | p=65}}</ref>
[[File:Badshah Khan.jpg|200px|right|thumb|[[Abdul Ghaffar Khan|Bacha Khan]] con il [[Mahatma Gandhi]]]]
La posizione laica di Bacha Khan causò contrasti con alcuni esponenti della Jamiat Ulema Hind (JUH), un'organizzazione pro-[[Congresso Nazionale Indiano|Congresso]] e favorevole all'unità indiana, ma in disaccordo con l'orientamento secolare di Bacha Khan. Nel frattempo, nell'area si verificarono agitazioni tribali contro il governo imperiale, come nel 1936, quando un tribunale dell'India britannica, in seguito a una denuncia di rapimento e conversione forzata di una minorenne indù a Bannu, stabilì che la ragazza avrebbe potuto decidere sulla propria fede e sul matrimonio solo al raggiungimento della maggiore età, provocando sdegno fra i musulmani locali e disordini contro le truppe inglesi.<ref name="Yousef Aboul-Enein">{{cita libro | autore=Yousef Aboul-Enein e Basil Aboul-Enein | titolo=The Secret War for the Middle East | editore=Naval Institute Press | anno=2013 | isbn=978-1612513096 | p=153}}</ref> Tali vicende alimentarono sentimenti anti-indù nella provincia,<ref>{{cita pubblicazione | autore=Sana Haroon | anno=2008 | titolo=The Rise of Deobandi Islam in the North-West Frontier Province and Its Implications in Colonial India and Pakistan 1914–1996 | rivista=Journal of the Royal Asiatic Society | volume=18 | numero=1 | p=55 | jstor=27755911}}</ref> contribuendo, a partire dal 1947, a orientare la maggior parte degli ''[[ʿĀlim|ulama]]'' a sostegno dell'idea di Pakistan promossa dalla [[Lega Musulmana Panindiana|Lega Musulmana]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=Sana Haroon | anno=2008 | titolo=The Rise of Deobandi Islam in the North-West Frontier Province and Its Implications in Colonial India and Pakistan 1914–1996 | rivista=Journal of the Royal Asiatic Society | volume=18 | numero=1 | pp=57-58 | jstor=27755911}}</ref>
 
Alla vigilia della Partizionepartizione del 1947, i britannici indissero nella NWFP un referendum per stabilire se la popolazione preferisse l'unione all'India o al Pakistan. Le votazioni iniziarono il 6 luglio e i risultati vennero pubblicati il 20 luglio: sui 572.798 aventi diritto, 289.244 (il 99,02%) votarono per il Pakistan, mentre 2.874 (lo 0,98%) per l'India. La Lega Musulmana difinì legittimo l'esito poiché oltre la metà degli elettori registrati si era espressa per l'inclusione nel Pakistan.<ref name=":2">{{cita libro | autore=Jeffrey J. Roberts | url=https://books.google.com/books?id=Pj8DIT_bva0C&q=nwfp+referendum&pg=PA108 | titolo=The Origins of Conflict in Afghanistan | editore=Greenwood Publishing Group | anno=2003 | isbn=9780275978785 | pp=108-109 | accesso=18 aprile 2015}}</ref>
 
AlloraL'allora primo ministro della provincia, il dottor Khan Sahib, insieme al fratello [[Abdul Ghaffar Khan|Bacha Khan]] e ai [[Khudai Khidmatgar]], boicottò il referendum, denunciando l'assenza di un'opzione che prevedesse l'indipendenza della NWFP o la sua annessione all'Afghanistan.<ref name="Dust of Empire">{{cita libro | autore=Karl E. Meyer | url=https://books.google.com/books?id=M9iwFmvKTwcC | titolo=The Dust of Empire: The Race For Mastery In The Asian Heartland | data=5 agosto 2008 | editore=PublicAffairs | isbn=9780786724819 | accesso=25 giugno 2019}}</ref><ref>{{cita web | data=25 dicembre 2011 | titolo=Was Jinnah democratic? — II | url=https://dailytimes.com.pk/110699/was-jinnah-democratic-ii/ | accesso=24 febbraio 2019 | sito=Daily Times | dataarchivio=15 maggio 2019 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190515045036/https://dailytimes.com.pk/110699/was-jinnah-democratic-ii/ | urlmorto=sì}}</ref> Il boicottaggio produsse una partecipazione alle urne inferiore del 15% rispetto alle elezioni del 1946,<ref>{{cita web | titolo=Electoral history of NWFP | url=http://prr.hec.gov.pk/Chapters/1159S-3.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130810052331/http://prr.hec.gov.pk/Chapters/1159S-3.pdf | dataarchivio=10 agosto 2013 | accesso=28 dicembre 2013}}</ref> eppure rimase determinante il fatto che la maggioranza assoluta degli elettori sostenesse comunque la fusione con il Pakistan.<ref name=":2"/>
 
Bacha Khan giurò fedeltà al nuovo stato nel 1947, rinunciando all'idea di un Pashtunistan indipendente o di un'India unita, e si pronunciò a favore di una maggiore autonomia della NWFP all'interno del Pakistan.<ref name="humshehri.org"/> Venne arrestato più volte per la sua opposizione a un governo centrale forte.<ref>{{cita libro | autore=Abdul Ghaffar Khan | anno=1958 | titolo=Pashtun Aw Yoo Unit | città=Peshawar}}</ref> In seguito dichiarò che «il Pashtunistan non è mai stato una realtà» e che non aveva portato alcun beneficio ai pashtun, i quali ne avevano ricavato solo sofferenze, sostenendo inoltre che i vari governi afghani avessero sfruttato il concetto per perseguire i propri fini politici.<ref>{{cita pubblicazione | titolo=Everything in Afghanistan is done in the name of religion: Khan Abdul Ghaffar Khan | url=https://www.indiatoday.in/magazine/neighbours/story/19800331-everything-in-afghanistan-is-done-in-the-name-of-religion-khan-abdul-ghaffar-khan-806546-2014-01-31 | urlmorto=no | rivista=India Today | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190108203154/https://www.indiatoday.in/magazine/neighbours/story/19800331-everything-in-afghanistan-is-done-in-the-name-of-religion-khan-abdul-ghaffar-khan-806546-2014-01-31 | dataarchivio=8 gennaio 2019 | accesso=13 gennaio 2014}}</ref>
 
=== Dopo l'indipendenza ===
Dopo la creazione del [[Pakistan]] nel 1947, l'Afghanistan votò contro la sua ammissione alle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] (fu l'unico Paese a farlo) a causa delle rivendicazioni territoriali di Kabul sui territori pashtun oltre la [[Linea Durand|Durand Line]], ora parte del Pakistan.<ref>{{cita|Kiessling, 2016|p. 8}}.</ref><ref name=pakafgh>{{cita web | titolo=Pakistan-Afghanistan relations in the post-9/11 era | data=ottobre 2006 | autore=Frédéric Grare | url=http://www.carnegieendowment.org/files/cp72_grare_final.pdf | accesso=20 novembre 2013 | dataarchivio=3 ottobre 2006 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061003151837/https://www.carnegieendowment.org/files/cp72_grare_final.pdf | urlmorto=sì}}</ref> Nel 1949, la ''[[loya jirga]]'' afghana dichiarò invalido il confine stabilito con i britannici, provocando tensioni lungo la frontiera con il Pakistan. I governi afghani, infatti, hanno spesso rifiutato di riconoscere i trattati ereditati dai britannici riguardo a questa regione,<ref name=pakafgh/> nonostante tali accordi, stipulati dopo la [[Seconda guerra anglo-afghana|seconda]] e la [[terza guerra anglo-afghana]],<ref>{{cita libro | autore=Michael Barthorp | url=https://books.google.com/books?id=-bRxQgAACAAJ | titolo=Afghan Wars and the North-West Frontier, 1839–1947 | anno=2002 | editore=Cassell | isbn=978-0-304-36294-3 | pp=85-90 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=3 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230403232111/https://books.google.com/books?id=-bRxQgAACAAJ | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Michael Barthorp | url=https://books.google.com/books?id=-bRxQgAACAAJ | titolo=Afghan Wars and the North-West Frontier, 1839–1947 | anno=2002 | editore=Cassell | isbn=978-0-304-36294-3 | pp=157 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=3 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230403232111/https://books.google.com/books?id=-bRxQgAACAAJ | urlmorto=no}}</ref> non contemplassero alcuna possibilità di cedere questi territori all'Afghanistan. Kabul ha continuato a rivendicare l'intera area, in quanto parte dell'Impero Durrani prima della conquista sikh del 1818.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Anthony Hyman | anno=2002 | titolo=Nationalism in Afghanistan | url=https://www.jstor.org/stable/3879829 | rivista=International Journal of Middle East Studies | volume=34 | numero=2 | pp=299-315 | jstor=3879829 | issn=0020-7438 | accesso=20 gennaio 2023 | dataarchivio=10 dicembre 2022 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221210205140/https://www.jstor.org/stable/3879829 | urlmorto=no}}</ref>
 
Negli anni Cinquanta, l'Afghanistan sostenne il Movimento per il [[Pashtunistan]], mirato a ottenere la secessione dei territori pashtun dal neonato Pakistan. Tuttavia, il progetto non trovò un appoggio significativo fra le tribù della Provincia didella Frontiera del Nord-Ovest (oggi Khyber Pakhtunkhwa). Il mancato riconoscimento della Linea Durand e il sostegno ai movimenti pashtunisti sono da tempo considerati le principali ragioni delle tensioni fra i due Stati,<ref>{{cite news|title='Pashtunistan' Issues Linger Behind Row|url=https://www.rferl.org/a/1067048.html|newspaper=Radiofreeeurope/Radioliberty|access-date=20 January 2018|last1=Synovitz|first1=Ron|archive-date=21 January 2018|archive-url=https://web.archive.org/web/20180121071949/https://www.rferl.org/a/1067048.html|url-status=live}}</ref> protrattesi fin dall'indipendenza del Pakistan.
 
Dopo la guerra sovietico-afghana, il Khyber Pakhtunkhwa è divenuto uno degli epicentri della cosiddetta [[Guerra al terrorismo|Guerra al Terrore]]. Tuttavia, la provincia è spesso segnalata per le carenze delle strutture scolastiche e sanitarie, e per la quasi totale assenza di infrastrutture adeguate, mentre città come Islamabad e Rawalpindi ricevono finanziamenti prioritari.<ref>{{cita libro | autore=Natasha Underhill | titolo=Countering Global Terrorism and Insurgency: Calculating the Risk of State Failure in Afghanistan, Pakistan, and Iraq | anno=2014 | editore=Macmillan Publishers | isbn=978-1-349-48064-7 | pp=195-121}}</ref>