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== Storia ==
{{vedi anche|Assedio di Malta (1940-1942)}}
Già con l'entrata in guerra dell'Italia nel giugno 1940, l'Asse decise di costringere Malta alla resa con il [[Assedio di Malta (1940-1942)|suo assedio]], bombardandola o prendendola per fame, attaccando i suoi porti, le città, il capoluogo e le navi alleate che rifornivano l'isola. Per gli italiani in particolare, era centrale nella campagna militare nel teatro del Mediterraneo. L'isola era oggetto di rivendicazioni nazionali italiane e Mussolini sperava di poterla trasformare in una provincia del regno. Con il successo tedesco nella battaglia di Francia, un piano per l'invasione dell'isola, fu previsto con una forza d'invasione di 20.000{{M|20000}} uomini, sbarcate con motozattere al centro dell'isola e a Gozo, con l'aggiunta di carri armati, ma Mussolini, sovrastimando le difese inglesi a Malta, al momento pensò che un'invasione sarebbe stata inutile.
 
L'estate del [[1942]] segnò una svolta decisiva per le sorti della [[seconda guerra mondiale]]. Gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], infatti, durante la "prima conferenza di Washington" (12 dicembre [[1941]] - 14 gennaio [[1942]]) avevano concertato l'attacco alle forze dell'Asse partendo dall'[[Europa Occidentale]] ([[operazione Sledgehammer]]) e dall'[[Italia]].
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Tutta l'operazione doveva essere condotta sotto l'"ombrello" della [[Regia Marina]] a cui era affidato anche il compito di organizzare una flotta per proteggere lo sbarco delle truppe. L'attacco avrebbe dovuto svolgersi a mezzo delle autoscale dei vigili del fuoco, montate su posamine che avrebbero dovuto raggiungere e circondare l'isola e poi, sviluppate le volate delle scale, far salire i soldati che avrebbero così invaso il territorio.
 
La Forza Navale Speciale secondo i piani, con 19 navi da trasporto, 270 [[mezzo da sbarco|mezzi da sbarco]] ed una cinquantina di altri natanti, scortati da una trentina di siluranti, avrebbe dovuto sbarcare un totale di 62.000{{M|62000}} uomini (nonché 1600 veicoli e 700 pezzi d’artiglieria) sulle coste dell'isola.<ref name="treinvasioni">{{Cita web |url=http://www.avia-it.com/act/cera_una_volta/echi/CUV_Echi_2014/Segnalazione_articoli_lug/Le_tre_previste_invasioni_di_Malta.pdf |titolo=Le tre previste invasioni di Malta |accesso=8 gennaio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160816215937/http://www.avia-it.com/act/cera_una_volta/echi/CUV_Echi_2014/Segnalazione_articoli_lug/Le_tre_previste_invasioni_di_Malta.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
 
In vista dell'invasione l'Italia addestrò, inoltre, in qualità di guide da sbarco alcune decine di [[irredentismo maltese|irredentisti maltesi]] che erano emigrati volontariamente in Italia o vi erano stati espulsi dal governo britannico, costituendo il [[centro militare G]]. Uno di questi, [[Carmelo Borg Pisani]], fu inviato segretamente sull'isola nella notte tra il 17 e il 18 maggio [[1942]] ma fu presto scoperto e condannato a morte per [[impiccagione]].