Guerre pirriche: differenze tra le versioni
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|Comandante2 = [[Pirro]]
<br />[[Milone di Taranto]]
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Morto Agatocle di Siracusa nel [[289 a.C.]], i Lucani, un tempo alleati di Roma, si ribellarono insieme ai Bruzi ed iniziarono ad avanzare nel territorio di [[Thurii]] devastandolo; gli abitanti della città, consci della propria debolezza inviarono due ambasciate a Roma per chiedere aiuto, la prima nel [[285 a.C.]] e poi nel [[282 a.C.]].
Solo in questa seconda circostanza Roma inviò il [[console (storia romana)|console]] [[Gaio Fabricio Luscino]] il quale, posta una guarnigione a Thurii, avanzò contro i Lucani sconfiggendo il loro principe [[Stenio Stallio]], come riportano i ''[[Fasti triumphales]]''.<ref>[[Fasti triumphales]] celebrano per il [[282 a.C.|282]]/[[281 a.C.]]: ''[[Gaio Fabricio Luscino]], [[console (storia romana)|console]], trionfò su [[Sanniti]], [[Lucani]] e [[Bruzi]], alle none di Marzo (5 marzo)''.</ref><ref name="Piganiol181">Piganiol, ''Le conquiste dei Romani'', p.181.</ref>. A seguito di questo successo, le città di [[Reggio Calabria|Reggio]], [[Locri Epizefiri|Locri]] e [[Crotone]] chiesero di essere poste sotto la protezione di Roma la quale inviò una guarnigione di
== Casus belli ==
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=== Soldati al seguito di Pirro ===
Considerando i rinforzi che Pirro ottenne<ref>Non considerando la cifra spropositata di
==== Epiro ====
Il re epirota sbarcò in [[Italia antica|Italia]] nel [[280 a.C.]] con circa
*
*
*
* 500 [[frombolieri]] rodensi
* 20 [[elefanti da guerra]]
Tra i rinforzi inviati dall'Epiro al servizio di Pirro, secondo Plutarco ci furono:<ref name=PLU/>
*
In totale le truppe al seguito di Pirro, giunte dall'Epiro, furono
==== Italioti ====
Sappiamo che gli [[Italioti]] (ovvero i Greci della [[Magna Grecia]], da non confondere con la [[Sicilia greca]]) conferirono a Pirro il comando supremo. Tra le promesse che adularono e convinsero il re d'Epiro a giungere in soccorso degli Italioti, fu l'offerta di porsi generale di
*
==== Macedonia e Grecia ====
Il re d'Egitto, [[Tolomeo II]], inviò nel maggio del 280 a.C., in Epiro, secondo Giustino:<ref>{{cita|Giustino|XVII, 2}}.</ref>
==== Gli alleati di Pirro ====
Dopo aver lasciato l'Epiro, Pirro avanzò richieste di aiuti militari a vari sovrani [[Ellenismo|ellenistici]], in quanto l'Epiro era un regno montanaro e da solo non aveva sufficienti mezzi per condurre una lunga e dispendiosa campagna contro Roma. Chiese aiuti ad [[Antioco I]] (re del [[Dinastia seleucide|regno seleucide]]) e ad [[Antigono II Gonata]] (figlio di [[Demetrio I Poliorcete]]), nonché al [[re di Macedonia]], [[Tolomeo Cerauno]], al quale chiese sostegno finanziario e marittimo. [[Pirro]] aveva trascorso alcuni anni ad [[Alessandria d'Egitto]] con il cognato [[Tolomeo II]], che gli promise aiuti militari. Analogamente, Pirro reclutò anche altre forze mercenarie, tra cui i cavalieri di [[Tessaglia]]<ref>{{cita|Orosio|IV, 1}}.</ref> e i [[frombolieri]] di [[Rodi]]<ref name="ReferenceA">I democratici di molte città greche non erano favorevoli a dichiarare guerra a Roma e per questo decisero di non aiutarlo.</ref>. In Italia godette del supporto di Lucani, Messapi, Sanniti,<ref name=PLU/><ref name=FLO/> Apuli e Campani.<ref name=FLO>{{cita|Floro|I, 18}}.</ref>
Dopo aver atteso l'arrivo delle restanti navi, Pirro lasciò a Taranto un presidio di
=== Repubblica romana ===
I [[Repubblica romana|Romani]] furono costretti a dividersi su due fronti, poiché la guerra [[Etruschi|etrusca]] a settentrione non era ancora stata portata a termine. Nel [[280 a.C.]] l'[[esercito romano]] del fronte meridionale, schierato contro Pirro, era composto da circa
* 2 [[legione romana|legioni]] di [[cittadini romani]] e 2 ''[[Ala (esercito romano)|Alae]]'' di ''[[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|Socii]]'' (alleati italici, che erano posti alle ali dello schieramento), composte ciascuna da
* 600 [[equites|cavalieri]] legionari<ref name="PolibioVI,20,8-9"/> e
A questo [[esercito romano|esercito consolare]] andrebbe aggiunto un contingente di
Per un totale di circa
== Fasi del conflitto ==
=== Assedio di Taranto ===
Si dice che i Tarantini e i loro alleati si vantassero di poter disporre di
I negoziati vennero bruscamente interrotti con l'arrivo a Taranto dell'ambasciatore [[Cinea]] che precedeva (o accompagnava)
Il piano di Pirro era quello di aiutare Taranto e respingere i Romani al di là del meridione italiano, per poi iniziare ad espandere la propria influenza in [[Sicilia]] e quindi attaccare [[Cartagine]], nemica storica dei greci della Magna Grecia. Così fece nel [[278 a.C.]] aiutando i [[Siracusa]]ni in guerra contro [[Cartagine]]<ref name="MelaniFontanellaCecconi">{{Cita|C. Melani, F. Fontanella, G.A. Cecconi|pag. 42}}.</ref>. Ma dopo la campagna in Sicilia, fu costretto ad abbandonare il suo progetto, sia per la forte resistenza dei Cartaginesi a [[Lilibeo]], sia perché le città greche sue alleate non riuscivano ad accordarsi fra di loro e non mandarono i contingenti promessi e sia per il malcontento che scatenò sulla popolazione del luogo per la sua avida gestione delle risorse<ref name="MelaniFontanellaCecconi"/>.
==== Gli alleati di Pirro ====
Dopo aver lasciato l'Epiro, Pirro avanzò richieste di aiuti militari a vari sovrani [[Ellenismo|ellenistici]], in quanto l'Epiro era un regno montanaro e da solo non aveva sufficienti mezzi per condurre una lunga e dispendiosa campagna contro Roma. Chiese aiuti ad [[Antioco I]] (re del [[Dinastia seleucide|regno seleucide]]) e ad [[Antigono II Gonata]] (figlio di [[Demetrio I Poliorcete]]), nonché al [[re di Macedonia]], [[Tolomeo Cerauno]], al quale chiese sostegno finanziario e marittimo. Il re dell'[[Antico Egitto|Egitto]] [[Tolomeo II]] promise l'invio di una forza di
Nel [[280 a.C.]] Pirro salpò verso le coste italiche ma, durante la traversata, fu sorpreso da una tempesta che arrecò danni alle navi e lo indusse a sbarcare le truppe, probabilmente nei pressi di [[Brindisi]]<ref>{{Cita|L. Pareti, A. Russi|pag. 341}}.</ref>. Era a capo di
Dopo aver atteso l'arrivo delle restanti navi, Pirro lasciò a Taranto un presidio di
==== Tattica dei Romani ====
I Romani avevano previsto l'imminente arrivo di Pirro e mobilitarono otto [[Legione romana|legioni]]. Queste comprendevano circa
* la prima armata, comandata da Barbula, si stanziò a [[Venosa]] per impedire ai Sanniti e ai Lucani di congiungersi con le truppe di Pirro;
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[[File:Battaglia Heraclea2.jpg|upright=1.4|thumb|left|Seconda fase della [[battaglia di Eraclea]].]]
{{Vedi anche|Battaglia di Eraclea}}
Il [[Battaglia di Eraclea|primo scontro]] tra gli Epiroti ed i Romani avvenne in Basilicata, nella piana di [[Eraclea (Magna Grecia)|Eraclea]] (presso l'odierna [[Policoro]]), nello stesso 280 a.C.<ref name="EutropioII,11"/> Nonostante la sorpresa di trovarsi di fronte gli [[elefante da guerra|elefanti]], animali mai visti in precedenza, i Romani ressero bene l'urto fino a sera, anche se la battaglia alla fine si risolse con una sconfitta in cui ne morirono
==== Tentativi di ribellioni di Pirro tra gli alleati dei Romani ====
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[[File:West Mediterranean areas 279BC-it.svg|thumb|upright=2.0|Espansione romana in Italia centrale durante le guerre pirriche (280-275 a.C.)]]
Nel corso del [[279 a.C.]] i Romani si scontrarono con Pirro ad [[Ascoli Satriano|Ascoli di Puglia]], dove furono nuovamente sconfitti (persero
È forse in seguito a questi eventi che [[Repubblica romana|Romani]] e [[Cartaginesi]] decisero di stipulare un trattato di alleanza contro il [[Pirro|comune nemico epirota]]. [[Polibio]] ci racconta infatti:
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=== L'intervento in Sicilia (278-276 a.C.) ===
{{Vedi anche|Guerre greco-puniche}}
;[[278 a.C.]]: Pirro ricevette due offerte allo stesso tempo: da un lato, le città greche di Sicilia gli proposero di estromettere i [[Cartagine]]si (l'altra grande potenza del Mediterraneo occidentale) dalla metà occidentale dell'isola; dall'altro, i [[Regno di Macedonia|Macedoni]] gli chiesero di salire al trono di Macedonia al posto di re [[Tolomeo Cerauno]], decapitato nell'[[Spedizioni celtiche nei Balcani|invasione della Grecia e della Macedonia]] da parte dei [[Galli]]. Pirro giunse a conclusione che le opportunità maggiori venivano dall'avventura in Sicilia e decise, pertanto, di abbandonare l'Italia meridionale e andare in aiuto dell'isola, non avendo ottenuto però nessun trattato preciso dai romani. Al comando di un esercito di
;[[277 a.C.]]:[[Cartagine]] aveva deciso di non difendere città come [[Palermo]] ed [[Eraclea Minoa]], ma concentrò i suoi sforzi su [[Lilibeo]], città che veniva rifornita via mare: fu così possibile ai fenici di sostenere l'assedio posto da Pirro<ref>G.E.Di Blasi, ''Storia del regno di Sicilia'', Vol I, Edizioni Dafni Catania, Distribuzione Tringale Editore, ed. del 1844, stamperia Oretea Palermo, pg. 311-314</ref>.
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