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'''''La ballata del Cavallo Bianco''''' (''The Ballad of the White Horse'') è un [[poema epico]] dello scrittore inglese [[Gilbert Keith Chesterton]], pubblicato nel [[1911]]. È una narrazione romanzata della storia d'[[Alfredo il Grande]], re inglese [[Alto Medioevo|altomedievale]], e della sua lotta contro gl'[[Grande_armata_danese|invasori danesi]].
==Sviluppo==▼
Chesterton era un autore estremamente produttivo e veloce, che scriveva quasi di getto, facendo poco lavoro di revisione; era capace di pubblicare anche quattro o cinque libri all'anno, oltre a una fiumana d'articoli per giornali, contributi per libri di altri autori, poesie, eccetera.▼
Nella sua produzione ''La ballata del Cavallo Bianco'' spicca come un'anomalia, per il suo lungo sviluppo (durato circa un decennio), la ricerca e la cura dei dettagli. Nel 1907 Chesterton aveva pubblicato un ''Frammento d’una ballata epica su «Alfredo»'', già molto vicino al testo definitivo: confrontandolo col testo finale, si nota come il lavoro di limatura del poeta, con solo lievi cambiamenti lessicali e di punteggiatura, renda il prodotto finale più maturo, raffinato.<ref>{{cita|Chesterton|pp. 52–53, nota alla strofa 18.}}</ref>▼
[[Maisie Ward]], amica e poi biografa di Chesterton, e padre [[John O'Connor]], suo amico e ispirazione per il personaggio di [[padre Brown]], riportano entrambi, pur in modo un po' diverso, che un'ispirazione per il poema sarebbe venuta a Chesterton in sogno, nella forma di una preghiera che nella versione finale della ''Ballata'' si trova nel libro V.<ref>{{Cita|Chesterton|p. 154, nota alla strofa 15.}}</ref>
==Struttura==
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===Dedica===
[[File:Frances_Chesterton.jpg|thumb|150px|[[Frances Blogg]]
Alfredo è ricordato come vicenda vaga e lontana, confusa, d'un tempo remoto; e insieme concreta, una storia vera d'un essere umano come noi moderni, con le stesse difficoltà e gli stessi interrogativi sulla [[condizione umana]]. Si mostra il carattere religioso della vicenda storica e dell'opera, e il poema è dedicato a [[Frances Blogg]], la moglie di Chesterton, che con la sua fede viva l'aveva riavvicinato al cristianesimo. La ''Ballata'' è presentata come un dono in memoria d'un viaggio insieme dei coniugi Chesterton.
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===Libro III: ''L'arpa d'Alfredo''===
[[File:Alfred_the_great_in_the_Danish_camp2.png|thumb|150px|Alfredo, sotto mentite spoglie, canta nell'accampamento nemico; illustrazione del 1904]]
Alfredo vaga da solo e suona l'arpa. Nella valle del Cavallo Bianco osserva con tristezza l'antica opera, che gl'invasori hanno abbandonato al decadimento. Una truppa di danesi ubriachi lo trova e, credendolo un cantore errante, lo conduce al loro accampamento.
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===Libro IV: ''La donna nella foresta''===
[[File:Pictures_of_English_History_Plate_VII_-_King_Alfred_and_the_Cakes.jpg|thumb|150px|
[[File:Alfred_the_Great,_Battle_of_Ashdown.jpg|thumb|150px|La [[Battaglia_di_Ashdown|battaglia di Collefrassino]], su cui Alfredo riflette all'inizio del libro IV, in un'illustrazione di [[Morris Meredith Williams]] (1913]]
Alfredo studia l'accampamento nemico e poi, nella notte, s'inoltra nella foresta verso il fiume, luogo stabilito per l'incontro coi suoi alleati. La foresta ha un che di misterioso e spaventoso, ricordando suggestivamente quasi una [[catabasi|discesa agl'inferi]]. Giunto sul posto, viene accolto da una donna povera, che lo scambia per un mendicante, e impietosita gli offre del cibo, se in cambio lui l'aiuterà a curare il fuoco e il cibo che vi sta cuocendo. Alfredo, preso da grandi riflessioni su [[Dio (cristianesimo)|Dio]] e l'universo, si distrae e brucia il cibo: in uno scatto d'ira, la donna lo colpisce al volto, lasciandogli un segno rossastro. Alfredo per un istante è colto dalla rabbia e pensa di vendicarsi terribilmente; ma in quel momento arrivano le truppe degli alleati (gli uomini d'Eldredo, con animali e provviste; i celti di Colano, cupi e misteriosi come antiche statue; e le truppe multietniche di Marco, il cui ordine marziale rammenta la gloria di Roma), e la rabbia del re si scioglie in una risata. Dall'episodio trae una lezione d'[[umiltà]], e partendo dal fallimento invita gli uomini al coraggio paradossale dei cristiani.
===Libro V: ''Etanduna – Il primo scontro''===
Gutrumo, esperto stratega, prepara saggiamente la battaglia. I cristiani, nascosti nella foresta, dopo l'entusiasmo notturno sono presi da sconforto. Tutti, secondo il carattere del proprio popolo, sono tristi di fronte alla prospettiva della morte imminente, e uno dopo l'altro parlano ad alta voce dei propri sentimenti e fanno una sorta di testamento. Alfredo piange e confessa colpe di gioventù, di violenza e [[lussuria]]. Eldredo ricorda "colpe" che mostrano piuttosto la sua umanità buona e il suo cuore generoso, da uomo semplice lontano dalle questioni dei potenti. Colano mostra ancora una volta il suo carattere orgoglioso, vedendo il proprio come il popolo originario di quelle terre e gli altri come invasori successivi; e richiama i misteri della natura e le radici pagane, in lui [[sincretismo|sincreticamente]] fuse con la nuova fede cristiana. Ultimo, Marco, che con poche parole esprime l'[[universalismo]] della visione romana:
{{citazione
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===Libro VIII: ''La sfregatura del Cavallo''===
[[File:Alfred_found_much_pleasure_in_reading.png|thumb|150px|La ''Ballata'', in coerenza con le fonti storiche, descrive Alfredo come un uomo intellettuale; illustrazione di A. S. Forrest (1905)]]
Nel finale, la narrazione salta in avanti di qualche anno. Gutrumo si è convertito al cristianesimo, e per i danesi è costituito un [[Danelaw|regno nordorientale in terra inglese]]. Vediamo gli anni di pace passare velocemente sotto il governo d'Alfredo. C'è un grande lavoro di riforma, e per l'Inghilterra è un'epoca prospera di sviluppo, arricchimento, cultura, esplorazione.
I nobili invitano Alfredo a ridiscendere in campo, replicando la vittoria d'Etanduna ed espandendo la propria sovranità nel settentrione della Gran Bretagna. Ma il re, invecchiato precocemente, li mette in guardia dalle tentazioni dell’[[imperialismo]] e dall’idea d'ottenere una vittoria conclusiva.
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{{citazione
|Manca dunque alla vostra fine poco,<br>la fine vostra e dei vostri regnanti,<br>non perch’è sulla [[Fens|chiana]] d’[[Ely|Eli]] un fuoco,<br>non perché i vostri dèi son molti o tanti,<br>ma perché solo gli uomini cristiani<br>conservano anche il mondo dei pagani.
|Libro
|“Therefore your end is on you,<br> Is on you and your kings,<br>Not for a fire in Ely fen,<br>Not that your gods are nine or ten,<br>But because it is only Christian men<br> Guard even heathen things.|lingua=en}}
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La ''Ballata'' è stata studiata e commentata, sia in sé sia nel contesto più ampio delle opere di Chesterton<ref>{{cita|Chesterton|''Nota del traduttore e curatore'', p. 7.}}</ref>.
▲==Sviluppo==
▲Chesterton era un autore estremamente produttivo e veloce, che scriveva quasi di getto, facendo poco lavoro di revisione; era capace di pubblicare anche quattro o cinque libri all'anno, oltre a una fiumana d'articoli per giornali, contributi per libri di altri autori, poesie, eccetera.
▲Nella sua produzione ''La ballata del Cavallo Bianco'' spicca come un'anomalia, per il suo sviluppo (durato circa un decennio), la ricerca e la cura dei dettagli. Nel 1907 Chesterton aveva pubblicato un ''Frammento d’una ballata epica su «Alfredo»'', già molto vicino al testo definitivo: confrontandolo col testo finale, si nota come il lavoro di limatura del poeta, con solo lievi cambiamenti lessicali e di punteggiatura, renda il prodotto finale più maturo, raffinato.<ref>{{cita|Chesterton|pp. 52–53, nota alla strofa 18.}}</ref>
▲[[Maisie Ward]], amica e poi biografa di Chesterton, e padre [[John O'Connor]], suo amico e ispirazione per il personaggio di [[padre Brown]], riportano entrambi, pur in modo un po' diverso, che un'ispirazione per il poema sarebbe venuta a Chesterton in sogno, nella forma di una preghiera che nella versione finale della ''Ballata'' si trova nel libro V<ref>{{Cita|Chesterton|p. 154, nota alla strofa 15.}}</ref>.
==Accoglienza==
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Elenco parziale.
===In italiano===
*{{Cita libro|titolo=La ballata del cavallo bianco|autore=G. K. Chesterton|editore=Raffaelli|altri=traduzione e note di
*{{Cita libro|titolo=La ballata del Cavallo Bianco|autore=G. K. Chesterton|editore=Edizioni del Faro|altri=traduzione e note di
===In inglese===
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|cid = Milne
|url = https://dc.swosu.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1062&context=mythlore
}}
* {{Cita libro
|titolo = Alfred the Great: Asser’s “Life of King Alfred” and Other Contemporary Sources
|titolotradotto = Alfredo il Grande: la «Vita del re Alfredo» d'Assero e altre fonti contemporanee
|autore-capitolo =
|curatore = Simon Keynes
|curatore2 = Michael Lapidge
|editore = Penguin
|città = Londra
|anno = 2004
|lingua = inglese
|ISBN = 978-0-14-044409-4
|cid = Keynes & Lapidge
}}
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