Diglossia: differenze tra le versioni
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La '''diglossia''' ({{lang-grc|δύο|3=due|testo2=γλῶσσα|traduzione2=lingua|da=si|nopunti=si|parentesi=si}}) è la compresenza, all'interno di una singola comunità di parlanti, di due [[lingua (linguistica)|lingue]] (spesso storicamente contigue) [[Registro (linguistica)|differenziate funzionalmente]], una delle quali è utilizzata solo in ambito formale e l'altra solo in ambito informale.
Un tipico esempio di diglossia si riscontra nell'utilizzo in ambito religioso di lingue differenti (il [[lingua latina|latino]] in molti paesi europei<ref name="Cavalli-Sforza2001">{{Cita libro|autore=Luigi Luca Cavalli-Sforza|titolo=Le radici prime dell'Europa: gli intrecci genetici, linguistici, storici|url=https://books.google.com/books?id=AVXquAab7DcC&pg=PA366|anno=2001|editore=B. Mondadori|isbn=978-88-424-9731-8|
Lo studioso che introdusse il concetto fu [[Charles Ferguson]]<ref>{{Treccani|bilinguismo-e-diglossia_(Enciclopedia-dell%27Italiano)|bilinguismo e diglossia}}</ref>. I suoi viaggi in Svizzera e ad Haiti lo portarono a descrivere i diversi ambiti di uso dei dialetti di [[svizzero tedesco]] in rapporto al [[Lingua tedesca|tedesco standard]], come anche tra la [[lingua creola haitiana]] e il [[Lingua francese|francese]] usato sull'isola.
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