Luisa Calzetta: differenze tra le versioni

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In quei mesi venne costituita una nuova brigata affidata al comando di Giuseppe Panni che le diede il nome di "[[Brigate Mazzini|Mazzini"]]. Il Grillo diventò comandante di battaglione e Calzetta a capo di una squadra, assumendo il nome di battaglia "Tigrona", per cui sarà ricordata, e assunse una certa autorevolezza tra i compagni di armi per via del suo grado superiore d'istruzione. Partecipò alla massima espansione partigiana della zona libera di Bettola nei territori circostanti della valle tra la fine dell'estate e l'autunno, come la liberazione di [[Ponte dell'Olio]] il 5 ottobre 1944 dopo cinque giorni di assedio partigiano alle forze [[Repubblichini|repubblichine]]. Il 31 agosto 1944 i nazifascisti avevano tentato la riconquista di Bettola dalla pianura, ma erano stati respinti all'altezza della frazione di Biana dalla Brigata Mazzini e anche da Calzetta nella postazione di [[mitragliatrice]] a fianco di Grillo<ref name=":0" />.
 
=== L'arrivo della DivioneDivisione Turkestan ===
Dopo il [[proclama Alexander]] del 13 novembre 1944, l'[[Campagna d'Italia (1943-1945)|avanzata alleata in Italia]] si fermò per l'inverno, portando ad una brusca controffensiva nazifascista contro la [[Resistenza italiana]] in tutto il [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Qui venne inviata anche la [[162. (Turkistan) Infanterie-Division|162ª Divisione di Fanteria "Turkestan"]], comunemente nota come "Divisione Turkestan", una divisione della [[Wehrmacht]] composta da soldati di origine [[Caucaso|caucasica]] e [[Turkmeni|turkmena]], reclutati tra i prigionieri di guerra e i disertori dell'[[Armata Rossa]] durante l'[[Operazione Barbarossa]]<ref>Samuel W. Mitcham, ''German order of battle: Panzer, Panzer Grenadier, and Waffen SS, Vol.3'', Stackpole Books, 1997, p. 215.</ref> col compito di effettuare rastrellamenti contro i partigiani italiani in varie zone dell'[[Appennino tosco-emiliano|Appennino emiliano]], tra cui il Piacentino<ref>Andrea Santangelo, ''Quelli della Gotica'', ARRSA, Rimini, 2005, p. 23</ref>. I battaglioni della Turkestan - soprannominati volgarmente "[[Mongoli]]" per via dei tratti asiatici - con la loro potenza di fuoco sbaragliarono i partigiani piacentini in Val Nure nel novembre 1944 riconquistando Bettola, tanto che i liberatori furono costretti a ritirarsi sui monti. Il comandante Canzi dispose di riorganizzare le difese resistenziali al [[Passo del Cerro]]. Il 2 dicembre 1944 pochi partigiani, tra cui la Tigrona, accorsero sul Cerro e riuscirono in combattimento a bloccare e a far arretrare la Turkestan<ref name=":0" />.
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Un altro reparto dei Mongoli, tuttavia, accorse in Val Nure da [[Bobbio]], passando per [[Coli]] e Pradovera e sorprese di spalle i partigiani schierati sul Cerro. Ciò provocò un'altra ritirata precipitosa e disordinata verso altre mete: alcuni partigiani si ritirarono verso Ferriere, dove era diretto il comandante della "Mazzini", Panni; altri verso la [[Val d'Arda]], in direzione del [[Passo del Pellizzone]] e da lì poi a [[Bardi (Italia)|Bardi]]. Il 3 dicembre 1944, sempre dalla Val d’Arda arrivarono in aiuto al Cerro, su due autocarri, gli uomini del distaccamento "Gusano" della 142ª  Brigata Garibaldi, ritirandosi ordinatamente e prendendo con sé anche la Tigrona. Scesero a Bettola, si posizionarono all’altezza del Preventorio per bloccare il passaggio in Val d’Arda alla Turkestan. Li raggiunse il comandante della Divisione Val d’Arda, [[Giuseppe Prati]], e avvertì che la situazione dei partigiani appariva disperata. Con Canzi convenne di abbandonare anche la Val d’Arda e di sciogliere le brigate<ref name=":0" />.
 
<ref>{{Cita web|lingua=it|autore=Redazione|url=https://www.piacenzasera.it/2019/12/75-anni-fa-il-sacrificio-dei-partigiani-ai-guselli-il-ricordo-tra-la-nebbia/321753/|titolo=75 anni fa il sacrificio dei partigiani ai Guselli, il ricordo tra la nebbia|sito=piacenzasera.it|data=2019-12-02|accesso=2025-08-28}}</ref>