Luisa Calzetta: differenze tra le versioni
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=== Partigiana in Val Nure nelle Brigate Garibaldi “Caio” e Mazzini ===
Nel luglio 1944, la banda Gaspare venne sciolta dal comandante partigiano ligure "Bisagno", nome di battaglia di [[Aldo Gastaldi]], poiché si necessitava la sua integrazione nell'organizzazione militare partigiana. Una parte di loro entrò nella [[Divisione Garibaldi "Cichero"]], ma Calzetta e altri passarono invece in [[Val Nure]], entrando nella 59ª
In quei mesi venne costituita una nuova brigata affidata al comando di Giuseppe Panni che le diede il nome di "[[Brigate Mazzini|Mazzini"]]<ref>Giuseppe Panni, ''La Brigata Mazzini e la Brigata Inzani in Val Nure e in Val d’Arda –'' pagg. 105-109, T.E.P., Piacenza 1978</ref>. Il Grillo diventò comandante di battaglione e Calzetta a capo di una squadra, assumendo il nome di battaglia "Tigrona", per cui sarà ricordata, e assunse una certa autorevolezza tra i compagni di armi per via del suo grado superiore d'istruzione. Partecipò alla massima espansione partigiana della zona libera di Bettola nei territori circostanti della valle tra la fine dell'estate e l'autunno, come la liberazione di [[Ponte dell'Olio]] il 5 ottobre 1944 dopo cinque giorni di assedio partigiano alle forze [[Repubblichini|repubblichine]]. Il 31 agosto 1944 i nazifascisti avevano tentato la riconquista di Bettola dalla pianura, ma erano stati respinti all'altezza della frazione di Biana dalla Brigata Mazzini e anche da Calzetta nella postazione di [[mitragliatrice]] a fianco di Grillo<ref name=":0" />.
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Dopo il [[proclama Alexander]] del 13 novembre 1944, l'[[Campagna d'Italia (1943-1945)|avanzata alleata in Italia]] si fermò per l'inverno, portando ad una brusca controffensiva nazifascista contro la [[Resistenza italiana]] in tutto il [[Italia settentrionale|Nord Italia]]. Qui venne inviata anche la [[162. (Turkistan) Infanterie-Division|162ª Divisione di Fanteria "Turkestan"]], comunemente nota come "Divisione Turkestan", una divisione della [[Wehrmacht]] composta da soldati di origine [[Caucaso|caucasica]] e [[Turkmeni|turkmena]], reclutati tra i prigionieri di guerra e i disertori dell'[[Armata Rossa]] durante l'[[Operazione Barbarossa]]<ref>Samuel W. Mitcham, ''German order of battle: Panzer, Panzer Grenadier, and Waffen SS, Vol.3'', Stackpole Books, 1997, p. 215.</ref> col compito di effettuare rastrellamenti contro i partigiani italiani in varie zone dell'[[Appennino tosco-emiliano|Appennino emiliano]], tra cui il Piacentino<ref>Andrea Santangelo, ''Quelli della Gotica'', ARRSA, Rimini, 2005, p. 23</ref>. I battaglioni della Turkestan - soprannominati volgarmente "[[Mongoli]]" per via dei tratti asiatici - sbaragliarono con la loro potenza di fuoco i partigiani piacentini in Val Nure riconquistando Bettola, tanto che i liberatori furono costretti a ritirarsi sui monti. Il comandante Canzi dispose di riorganizzare le difese resistenziali al [[Passo del Cerro]]. Il 2 dicembre 1944 pochi partigiani, tra cui la Tigrona, accorsero sul Cerro e riuscirono in combattimento a bloccare e a far arretrare la Turkestan<ref name=":0" />.
Un altro reparto dei Mongoli, tuttavia, accorse in Val Nure da [[Bobbio]], passando per [[Coli]] e Pradovera, e sorprese di spalle i partigiani schierati sul Cerro. Ciò provocò un'altra ritirata precipitosa e disordinata verso altre mete: alcuni partigiani si ritirarono verso Ferriere, dove era diretto il comandante della "Mazzini", Panni; altri verso la [[Val d'Arda]], in direzione del [[Passo del Pellizzone]] e da lì poi a [[Bardi (Italia)|Bardi]], sull'[[Appennino parmense]]. Il 3 dicembre 1944, sempre dalla Val d’Arda arrivarono in aiuto al Cerro, su due autocarri, i partigiani del distaccamento "Gusano" della 142ª
=== La morte al Passo dei Guselli ===
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|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione= Indomita partigiana, nel nobile tentativo di portare al sicuro un componente della propria formazione che era rimasto ferito in combattimento, veniva circondata da un folto numero di nemici. Impugnata la pistola, si difendeva con eroica fermezza fin tanto che, sopraffatta , veniva trucidata. Fulgido esempio di abnegazione e di attaccamento alla Causa. Zona di Gropparello (Appennino Piacentino)
|data= DPR
== Note ==
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