Ezio Barbieri: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
|Immagine = Ezio Barbieri (1946).jpg
|Didascalia = Ezio Barbieri al centro, col "pizzetto alla bersagliera", catturato dalla polizia dopo la rivolta della [[Pasqua Rossa]]
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A bordo di una [[Lancia Aprilia|Lancia]] targata 777, il numero del centralino della [[polizia]] milanese, Ezio Barbieri e la sua banda formavano posti di blocco improvvisati e derubavano passanti, rapinavano banche o realizzavano scorrerie aventi come bersaglio degli industriali colpevoli di fare gli incettatori di merce con la [[borsa nera]]. Le incursioni finivano spesso con la redistribuzione del bottino fra la povera gente del quartiere, dove quindi vigeva l'omertà sulla reale identità dei componenti della banda.
Dopo numerosi arresti ed evasioni, fu catturato la sera del 26 febbraio [[1946]] alla cascina Torrazza a Milano ed in quello stesso giorno il suo amico e complice Sandro Bezzi venne ucciso dalle forze dell'ordine fra via Morandi e via Bolzano a [[Turro (Milano)|Turro]]. Dopo aver tentato invano altre evasioni, Barbieri fu coinvolto suo malgrado nella più grande rivolta carceraria del secondo dopoguerra, la cosiddetta
Condannato a 30 anni di carcere duro, Barbieri iniziò una lunga odissea per i penitenziari d'Italia e solo nel [[1971]] inizierà una nuova vita a [[Barcellona Pozzo di Gotto]], in [[Sicilia]], da uomo libero, come commerciante di vini e abbigliamento; l'ex bandito vivrà in Sicilia fino alla scomparsa all'età di 95 anni.
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