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==== Settembre ====
*3 settembre: dopo un assemblea promossa da [[Federfarma]] inizia in [[Campania]] la sospensione dell'assistenza farmaceutica diretta. Lo sciopero, che salvaguarda i farmaci salva vita e l'ossigeno terapeutico, è finalizzata al recupero di un debito di 1.100 miliardi maturato a partire dal 1987 mai rimborsato dallo stato. La vertenza rischia di estendersi a tutta Italia dal momento che il ripianamento dei costi sanitari a livello nazionale è del 55% per il solo biennio 1987-1988 e che per il 1990 la spesa sanitaria ammonterà a 13.000 miliardi contro i 9.850 previsti. Dal ministero del tesoro [[Guido Carli]] getta benzina sul fuoco sostenendo che le USL dovrebbero ripianare i loro debiti vendendo gli immobili di loro proprietà.</br>Pressato da [[Alitalia]] e [[Ferrovie dello Stato]] il ministro dei trasporti, [[Carlo Bernini]], fa sapere che sono allo studio cospicui aumenti per le tariffe aeree e ferroviarie, che dovrebbero crescere, rispettivamente, del 6-8% e del 34%. Interpellato a margine del salonte internazionale dell'aeronautica afferma che i costi di esercizio sono in salita a causa del prezzo del petrolio.<ref>Il messaggero, 4 settembre 1990</ref>
*6 settembre: incalzato dai giornalisti all'inaugurazione della [[Fiera del Levante]] il presidente del consiglio risponde che per la finanziaria del 1991 il governo dovrà coprire un buco di almeno 50.000 miliardi. I tagli, precisa Andreotti, riguarderanno sanità, turismo, agricoltura, difesa, università e protezione civile ma a venti giorni dal termine per la presentazione del bilancio di previsione ammette che non sono state prese decisioni. L'esecutivo è al momento orientato solo a tagliare 10.000 miliardi dal bilancio dei ministeri e attende dai ministri le relative indicazioni. L'obiettivo principale del governo rimane comunque il contenimento dell'[[inflazione]], a rischio per la cascata di aumenti derivanti da quello del petrolio.<ref>Il messaggero, 7 settembre 1990</ref>
*10 settembre: il ministro della sanità, [[Francesco De Lorenzo]], annuncia un decreto legge per il ripianamento del disavanzo ancora scoperto del biennio 1987-1988, la vendita degli immobili inutilizzati delle USL per i ripianamenti del 1990 e l'autorizzazione di maggiori spese per le regioni dal 1991. Per quest'ultima opzione saranno introdotti dei meccanismi di controllo per fronteggiare gli imbrogli che aumentano a dismisura la spesa sanitaria.<ref>Il messaggero, 11 settembre 1990</ref>
*13 settembre: consiglio dei ministri: l'esecutivo ritratta il decreto per la defiscalizzazione degli aumenti dei prodotti petroliferi. E' approvato un decreto legge che aumenta di 10 lire la benzina (1.560 lire la super, 1.510 la senza piombo e la normale), di 15 lire il gasolio per auto (1.034 lire) di 26 lire quello per riscaldamento (991 lire) e di 17 lire l'olio combustibile (596 lire). E' approvato il decreto anticipato dal ministro della sanità con l'aggiunta di un addizionale di ulteriori 30 lire sulla benzina applicabile a discrezione dells ingole regioni. Il provvedimento è contestato dalle regioni che non sono soggette a disavanzo e viene minacciato un ricorso alla [[Corte costituzionale]] a favore dell'autonomia finanziaria regionale.</br>Muore [[Giancarlo Pajetta]].<ref>Il messaggero 14 settembre 1990</ref>
*15 settembre: parlando ad un convegno sul tema dell'energia il ministro dell'industria, [[Adolfo Battaglia]], annuncia che ai 50.000 miliardi da reperire per la manovra di fine anno si aggiungono i 5.000 legati all'aumento del petrolio, che potranno essere coperti soltanto con una stangata sul costo dei suoi derivati. Il ministro torna a ricordare la scelta repubblicana di difendere l'energia nucleare e gli fa eco Andreotti, anch'egli presente; il presidente del consiglio definisce un grave errore la rinuncia al piano energetico nucelare e non esclude di far tornare il paese sui propri passi.<ref>Il messaggero, 16 settembre 1990</ref>
*19 settembre: il miistro dell'industria si riunisce con i ministri del tesoro e del bilancio per decidere nuovi aumenti per la benzina (+60 lire) il gasolio (+50 lire) il metano (+35 lire), e la bolletta elettrica (tra le 15 e le 25 lire). Gli aumenti mirano a ridurre i consumi non necessari ma l'incontro è disertato dal ministro delle finanze. [[Rino Formica]] sostiene che Battaglia vuole assumersi la prerogativa dell'imposizione fiscale. L'incontro si risolve comunque in un nulla di fatto per l'impossibilità di prevedere l'andamento del prezzo del petrolio al medio e lungo periodo.<ref>Il messaggero, 20 settembre 1990</ref>
*23 settembre: dopo una serie di episodi criminali nel meridione, culminati con l'omicidio del giudice [[Rosario Livatino]], il presidente della repubblica invia un messaggio alle camere in cui sostiene che lo Sato si avvia a perdere il controllo di una parte del suo territorio. L'iniziativa precede di un giorno il dibattito parlamentare sulla criminalità organizzata e l'ordine pubblico, nel quale Andreotti viene pesantemente criticato dai socialisti e più ancora dai repubblicani. Per [[Giorgio La Malfa]] il governo non ha risposto alla denuncia del capo dello Stalo dando dimostrazione dell'impotenza della classe politica. La mozione di fiducia della maggioranza viene approvata con 295 voti a favore contro 148 contrari ma la proposta del presidente del consiglio di attuare una moratoria delle armi nelle regioni controllate viene considerata improponibile.<ref>Il messaggero, 24 settembre 1990</ref>
*28 settembre: consiglio dei ministri: viene approvato il disegno di legge per la finanziaria del 1991, che prevede 21.500 miliardi di nuove entrate e una riduzione di 19.500 miliardi alle uscite. I tagli maggiori riguardano la sanità (-7.000 miliardi più altri 20.500 dal blocco del turn over del personale), la previdenza (innalzamento dell'età pensionabile e 20.500 miliardi di uove entrate). Previsti aumenti su IVA, bolli e concessioni (+ 8.300 miliardi) e l'applicazione di nuove rendite catastali a partire dal 1 luglio 1991.(+700 miliardi).<ref>Il messaggero, 29 settembre 1990</ref>
 
==== Ottobre ====
*2 ottobre: il [Comitato interministeriale dei prezzi]] aumenta per la sesta volta in due mesi il prezzo dei carburanti; +30 lire per la benzina super, +47 lire per il gasolio auto, +68 lire per quello da riscaldamento, +30 lire per l'olio combustibile. L'aumemto coincide con l'avvio di uno sciopero di 24 ore dei benzinai. Gli esercenti minacciano una ulteriore serrata nel periodo delle festività se il governo non tratterà sulla richiesta di un aggio del 5% al litro sui 32.000 miliardi che la categoria anticipa allo stato sul venduto<ref>Il messaggero, 3 ottobre 1990</ref>
*4 ottobre: consiglio dei ministri: l'esecutivo nomina il socialista [[Gaetano Mancini]] presidente dell'[[EFIM]]. La scelta scatena la protesta del PSDI, che perde la presidenza dell'ente, e un conflitto interno al partito, dove l'operato del segretario, [[Antonio Cariglia]], è contestato dalla minoranza interna. Esprimono riserve anche i repubblicani: la nomina di Mancini e di [[Mauro Leone]] è stata decisa, sostiene [[Giorgio La Malfa]], da un accordo tra Andreotti e Craxi, raggiunto all'insaputa dei partner della maggioranza.</br>Durante una seduta della direzione [[Craxi]] annuncia il progetto dell'[[https://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Socialista_Italiano#Fine_del_comunismo_e_progetto_di_Unit%C3%A0_Socialista|unità socialista]]. La proposta è rivolta al PSDI, essendo ormai superate le motivazioni politiche della scissione di Palazzo Barberini del 1947, e alla componente migliorista del PCI, auspicando che quest'ultima riesca a convincere la maggioranza del partito ad aderire al progetto.<ref>Il messaggero, 5 ottobre 1990</ref>
*5 ottobre: nel corso di un convegno organizzato dal [[Centro studi di politica economica]] [[Nino Andreatta[]], [[Silvio Spaventa]] e [[Mario Pedone]] sostengono che per contenere a 132.000 miliardi il deficit per il 1991 sarà necessaria una manovra di almeno 50.000 miliardi nel corso dell'anno. La finanziaria da approvare, sostiene Andreatta, è motivata da considerazioni politiche prima che tecniche; l'incognita delle elezioni politiche anticipate ha spinto l'esecutivo a blandire l'elettorato procurandosi un anticipo di 7.000 miliardi sull'[[IVA]] e rinviando l'istituzione della tassa sulla casa all'autunno del 1991.<ref>Il messaggero, 6 ottobre 1990</ref>
*10 ottobre: direzione nazionale PCI: dopo un dibattito interno durato undici mesi [[Achille Occhetto]] annuncia che il nuovo soggetto politico, erede del PCI, si chiamerà [[Partito democratico della sinistra]]. La nuova denominazione scontenta il fronte del NO, che chiede il mantenimento della parola comunista per non arrivare ad una scissione, e i miglioristi di [[Giorgio Napolitano]], che avrebbero voluto la parola socialista. Occhetto esclude un referendum interno e rinvia la decisione al congresso nazionale.</br>A dodici anni dal rapimento e omicidio di [[Ado Moro]] nel covo brigatista di via Monte Nevoso sono trovati dietro un tramezzo fotocopie di lettere autografe dello statista democristiano, rimaste inedite, armi e 60 milioni di lire in banconoete fuori corso. Dai partiti viene chiesto che il contenuto dei documenti venga portato a conoscenza del parlamento. L'ex brigatista [[Lauro Azzolini]] sostiene che il materiale era stato occultato alla vista di visitatori occasionali e che la muratura è stata realizzata successivamente alla scoperta del covo.<ref>Il messaggero, 11 ottobre 1990</ref>
*11 ottobre: il governatore della [[Banca d'Italia]], [[Carlo Azeglio Ciampi]], riferisce alla commissione bilancio della camera che la finanziaria per il 1991 si rivelerà poco incisiva sul fronte del [[debito pubblico]], valutato in 1.300.000 miliardi per la fine del 1990. Per Ciampi il problema rimane l'aumento dell'inflazione, dovuto a cause interne prima che al conflitto in medio-oriente, un problema che potrebbe scoraggiare gli investimenti stranieri nelle emissioni dei [[titoli di stato]] che devono finanziare al breve termine 35.000 miliardi di interessi..<ref>Il messaggero, 12 ottobre 1990</ref>
*13 ottobre: in una intervista televisiva il Presidente della repubblica, [[Francesco Cossiga]], sostiene che dal 1948 l'Italia è profondamente cambiata e che occorre rimettere mano alla Costituzione per combattere criminalità, clientelismo e corruzione.</br>La [[Corte costituzionale|Consulta]] dichiara l'incostituzionalità di una legge regionale della Sicilia che affida la composizione delle commissione d'esame dei concorsi ai politici. Secondo la Consulta la norma viola l'art. 97 della Costituzione, che impone l'imparzialità nei confronti dei cittadini, e di conseguenza la competenza tecnica dei commissari, che la legge siciliana riduce ad un solo elemento su cinque. Al legislatore, sostiene la sentenza, spetta il compito di promulgare una normativa vincolante per tutte le regioni.<ref>Il messaggero, 14 ottobre 1990</ref>
*16 ottobre: [[Vincenzo Scotti]] è nominato ministro degli interni al posto di [[Antonio Gava]], che ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute. Il cambio della guardia prende corpo nelle stesse ore in cui il parlamento riceve dal governo la relazione semestrale sull'attività dei servizi segreti, nella quale è scritto a chiare lettere che nelle regioni meridionali il voto e la vita politica sono condizionati dalla criminalità organizzata. Al nuovo ministro viene chiesto di riferire al parlamento sulle iniziative che l'esecutivo intende prendere per arginare il fenomeno.<ref>Il messaggero, 1990</ref>
*18 ottobre: nonostante la ferma opposizione della famiglia le carte di [[Aldo Moro]], in parte costituite da lettere personali e un testamento, sono rese pubbliche. Destano particolare sconcerto 53 pagine ancora inedite del [[Memoriale Moro|memoriale]] scritto durante la prigionia, nel quale si parla dei finanziamenti occulti alla DC dalla [[Confindustria]] e dall'ambasciata americana in Italia e di un [[Francesco Cossiga]] che nel periodo del sequestro si sarebbe lasciato influenzare e guidare. Nei due rami del parlamento sono presentate decine di interrogazioni che chiamano il governo a riferire sull'accaduto, in particolare sulle affermazioni relative alle amicizie particolari di Andreotti con [[Michele Sindona]] e [[Gaetano Caltagirone]]. Il presidente del consiglio getta inoltre benzina sul fuoco affermando che il materiale scoperto a Milano è stato fatto ritrovare per destabilizzare l'esecutivo, mettere in cattiva luce il capo del governo e condizionare la sua eventuale candidatura al Quirinale.<ref>Il messaggero, 19 ottobre 1990</ref>
*20-24 ottobre: una intervista di Andreotti a [[la Repubblica]] sul tema della riforma elettorale apre un forte conflitto con i socialisti. Un fondo non firmato de [[l'Avanti]] critica le proposte del presidente del consiglio di introdurre il sistema maggioritario nei comuni fino a 30.000 abitanti e l'obbligo per i partiti di dichiarare prima delle elezioni politiche le future alleanze di governo. Secondo il PSI qualsiasi riforma deve partire da quella costituzionale per l'introduzione del [[Repubblica presidenziale|presidenzialismo]]. Il ritrovamento delle carte di Moro mette intanto in difficoltà la maggioranza. I repubblicani chiedono di affidare le indagini alla [[commissione stragi]]; una parte della DC condivide la proposta dei comunisti di istituire una nuova commissione Moro, che indaghi in particolare sull'operato del generale [[Carlo Alberto Dalla Chiesa]], che avrebbe celato una parte dei materiali sequestrati alle [[Brigate rosse]]; i liberali chiedono che il governo tolga il [[segreto di stato]] sull'intera vicenda Moro.</br>Rispondendo alle interrogazioni sul ritrovamento delle carte di Moro Andreotti conferma davanti al parlamento l'esistenza di [[Operazione Gladio|Gladio]]; il presidente del consiglio ne descrive lo scopo, sostiene che è ancora operante ma non fornisce dettagli sul destino delle armi e delle attrezzature a disposizione dell'organizzazione.<ref>Il messaggero, 21-25 ottobre 1990</ref>
*26-29 ottobre: Andreotti invia alla [[Commissione Stragi]] una relazione sul funzionamento dell'[[Organizzazione Gladio]]. Del documento sono fornite due versioni, ognuna con diverse omissioni sul coinvolgimento della [[CIA]] che- secondo varie testimonianze - ha fornito le armi celate nei depositi a disposizione della struttura. Nello stesso giorno il generale [[Vito Miceli]] sostiene in una intervista che Gladio era una struttura militare di guerra diretta dal servizio segreto, esclude il suo coinvolgimento nella [[strategia della tensione]] e la presenza nelle sue file di estremisti di destra coinvolti nelle cosiddette [[trame nere]].</br>I gruppi parlamentari comunisti di camera e senato chiedono che il presidente del consiglio e i ministri dell'interno e della difesa riferiscano sulle circostanze riferite dal capitano [[Angelo De Feo]] circa il coinvolgimento di Gladio in operazioni di disturbo e aggressioni in manifestazioni operaie volute dal generale [[Giovanni De Lorenzo]]. Secondo l'alto ufficiale l'organizzazione era predominata da ex fascisti - soprattutto provenienti dalla [[RSI]] - e l'attività nelle piazze faceva parte dell'addestramento.<ref>Il messaggero, 27-30 ottobre 1990</ref>
 
== Note ==