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=Forti del gruppo di Rivoli e di Pastrengo=
 
I '''Forti del gruppo di Rivoli e di Pastrengo''', sono una serie di otto [[fortificazioni]] edificate dall'[[impero austriaco]] tra il [[1849]] e il [[1861]]. Quattro di essi posti sulle colline [[Morena|moreniche]] attorno al paese di Pastrengo e le altre quattro a difendere la stretta del fiume [[Adige]] tra [[Rivoli]] e Ceraino (comune di [[Dolcè]]).
 
Queste fortificazioni passarono al [[Regio Esercito]] del [[Regno d'Italia]] dopo l'annessione del [[Veneto]] nel [[1966]].
 
==Situazione storica==
 
[[File:MappaProvinciaVerona1948.jpg|200px|left|thumb|Mappa della provincia di Verona nel [[1848]]. Da questo momento gli austriaci potenziarono notevolmente le fortificazioni della zona]]
 
Durante la [[prima guerra d'indipendenza]], le truppe [[Regno di Sardegna (1720-1861)|sabaude]] si erano spinte fino ai territorio di [[Bussolengo]] e fin quasi a [[Rivoli]], minacciando così la città di [[Verona]] considerata strategica.
 
Il comando dell'esercito [[austria|austriaco]] si rese conto allora che le difese poste nella città di [[Verona]] potevano risultare non sufficienti. Anche grazie alla spinta data dal [[feldmaresciallo]] [[Josef Radetzky]], l'[[Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona|Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni]] progettò e costruì una serie di [[fortezze]] e [[bastioni]] che andarano a costituire i campi tricerati di Verona a cui successivamente vennero aggiunti i forti del gruppo di Rivoli e del gruppo di Pastrengo. La piazzaforte di verona era considerata infatti la più strategicamente importante delle quattro chiamate [[fortezze del Quadrilatero]].
 
==Scopo e caratteristiche==
 
Se i campi trincerati intorno a Verona servivano alla protezione della città, i forti del gruppo di Rivoli e di Pastrego avevano lo scopo di poter difendere le truppe austriache in caso di ritirata verso il nord della [[Valle dell'Adige]] e per evitare che le truppe nemiche arrivassero alla città di Verona aggirando la piazza di [[Peschiera del Garda|Peschiera]].
 
Tutti questi forti erano favoriti dal posizionamento su alture dominanti ed erano protetti da spessi muri e disponevano di ostazioni in [[barbetta]] e in [[casamatta|casematte]]. Alcuni di essi disponevano di [[artiglieria]] mobile che poteva essere utilizzata anche al di fuori del forte a seconda delle necessità.
 
Per tutti i forti sorprende la accuratezza dei particolari: le murature sono eseguite on cinci di pietra viva (spesso [[rosso ammonitico]]) di grosse dimensioni, ben allineati e con un sottile strato di [[Malta (materiale)|malta]], perfetti nella forma i contrni delle cannoniere, i portali, le scale e gli ingegnosi sistemi per la raccolta delle acque.
 
==I forti del gruppo di Rivoli==
 
[[File:ForteDiRivoli1.jpg|200px|right|thumb|Forte di Rivoli]]
[[file:ComandoMilitareCeraino.jpg|200px|right|thumb|Comando militare a Ceraino (abbandonato)]]
 
I Forti del gruppo di Rivoli sono una serie di fortificazioni costituite da 4 [[fortezze|forti]] edificati dagli [[impero austriaco|austriaci]], intorno al [[1850]], a difesa della stretta della [[Val d'Adige]] nei pressi di [[Rivoli Veronese]] e della [[Chiusa di Ceraino]].
 
Tre di essi si trovano sulla riva destra dell'[[Adige]]:
 
* [[Forte Hlawaty]] (chiamato in seguito ''Forte Ceraino''), nella frazione di Ceraino nel comune di [[Dolcè]] a 236 [[metro|m.]] [[Metri sul livello del mare|s.l.m]]
* [[Forte Mollinary]] (chiamato in seguito ''Forte Monte''), nella frazione di Monte nel comune di [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]], a 410 m. s.l.m
* [[Forte della Chiusa]], a Ceraino, in pianura a controllare il passaggio della strada e della [[ferrovia]] in direzione del [[Brennero]].
 
Un'altro forte si trovava invece sul lato destro dell'Adige:
 
* [[Forte Wohlgemuth]], (chiamato in seguito ''Forte Rivoli''), nel comune di [[Rivoli Veronese]], posto sul monte Castello a 227 m.
A Ceraino era presente inoltre un edificio adibito a comando dell'intera fortificazione.
 
Vicino si trova anche il [[Forte San Marco]] (riva destra dell'Adige) ma non può essere considerato facente parte del gruppo, in quanto costruito posteriormente (tra il [[1888]] e il [[1813]]) dall'[[Esercito Italiano]].
 
Questi forti presentano una tipologia costruttiva leggeremente antecedente a quella del gruppo di Pastrengo. Sono molto diversi tra di loro, in quanto le diverse asperità del terreno su cui sono edificati hanno costretto i porgettisti a creare delle piante irregolari per potersi adatttare.
 
Tutti i forti sono collegati tra di loro attraverso una strada militare che attraversava anche il fiume [[Adige]]. Di notevole pregio [[ingegneria|ingegneristico]] la strada che da Ceraino porta al forte omonimo e poi continua verso il forte Monte.
 
Il comando della zona era installato in un edificio posto nel paese di Ceraino, tuttora presente e in stato di abbandono.
 
===Il gruppo di Rivoli oggi===
 
Negli ultimi anni tutte queste fortificazioni sono state abbandonate dall'esercito italiano. Il forte di Rivoli è quello che oggi risulta essere il meglio conservato, anche in virtù del fatto di essere il più facile da raggiungere tra quelli posti in quota. Ristrutturato da una associazione [[no profit]] è sede di un museo di oggetti militari. Gli altri tre versano in condizioni di abbandono ed in particolare Forte della Chiusa e Forte Monte sono ormai diroccati.
 
La presenza di queste costruzioni ha fatto si che questa zona sia oggi conosciuta come ''Terra Dei Forti''.
 
== I forti del gruppo di Pastrengo ==
 
[[file:StazioneTelegraficaVistaDaForteNugentSfondoForteLeopold.jpg|right|thumb|200px|Postazioni in [[barbetta]] del [[forte Nugent]]]]
[[File:PonteSLuciaPol.jpg|right|thumb|200px|Esercitazione della costruzione di un ponte temporaneo a Santa Lucia di Pol. Foto del [[1866]]]]
 
I forti del gruppo di Pastrengo sono un gruppo di 4 forti, situati molto vicino, che si trovavano nel comune di [[Pastrengo]]. Sono tra le ultime fortificazioni, in ordine cronologico, edificate nella zona, infatti tutte risalgono a cavallo tra [[1859]] e il [[1861]].
 
Tutte queste costruzioni hanno molti elementi in comune. Tutti, infatti, presentano degli ampi piazziali su cui si affacciano i locali adibiti a casematte o uffici e magazzini. Essendo tutti posti abbastanza lontani dalla città, i forti avevano la possibilità di assicurare la vita autonoma, per lunghi periodi, alla [[guarnigione]]. Erano infatti presenti ampi e areati dormitori, magazzini, cucine e locali per il comando.
 
Il gruppo comprende i seguenti forti:
 
* [[Forte Degenfeld]] (chiamato in seguito ''Forte Piovezzano'')
* [[Forte Benedek]] (chiamato in seguito ''Forte Monte Bolega'')
* [[Forte Nugent]] (chiamato in seguito ''Forte Poggio Pol'')
* [[Forte Leopold]] (chiamato in seguito ''Forte Poggio Croce'')
 
Tutti i forti erano collegati da una strada militare. Era prevista la possibilità di attraversare l'[[Adige]], in caso che fosse stato necesario ripiegare a nord, grazie ad un ponte che poteva essere costruito all'occorrenza. Considerato strategico, spesso i [[pontiere|pontieri]] si esercitavano nella sua immediata e temporanea costruzione.
 
Nei pressi del forte era presente anche un [[telegrafo]] ottico, che permetteva di comunicare con la città di Verona e altre postazioni austriache (i dispacci potevano essere trasamessi fino a Rivoli, Peschiera e anche [[Mantova]].
 
===Il gruppo di Pastrengo oggi===
 
I forti del gruppo di Pastrengo godono tuttora di un buono stato di conservazione. Tutti di proprietà privata, mantengono tutti l'aspetto originario con poche modifiche non invasive. Nei forti di Poggio Pol e Poggio Croce ora sono presenti delle strutture di [[ristorazione]], e quindi accessibili. Il forte di Piovezzano è stato adibito a deposito di marmi, mentre il orte di monte Folaga è recintato in una proprietà privata. La faciltà di accesso a queste fortificazioni e la vicinanza all'abitato di Pastrengo, ha reso certamente possibile il loro buon mantenimento e il riutilizzo.
 
==Voci correlate==
* [[Elenco di fortificazioni]]
* [[Sistema difensivo di Verona]]
* [[Questione veneta]]
* [[Terza guerra di indipendenza]]
* [[Risorgimento]]
 
==Bibliografia==
 
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome=Garau|coautori=Augusto Garau|titolo=Forti - Rocche e Castelli della Provincia di Verona|editore=Provincia di Verona Turismo|città=Verona}}
* {{cita libro|nome=Vittorio|cognome=Jacobacci|titolo=La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866|editore=Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno|città=Verona|anno=1980|mese=dicembre}}
* {{cita libro|AA.|VV|Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell'Italia risorgimentale|1967|Comune di Verona|Verona}}
* {{cita libro|A. Sandrini|e P. Brugnoli|Architettura a Verona dal periodo napoleonico all'età contemporanea|1994|Banca popolare di Verona|Verona}}
* {{cita libro|AA.|VV|Verona. La città e le fortificazioni|2005|Roma}}
 
==Collegamenti esterni==
* http://www.terradeiforti.it/
* http://www.fortificazioni.net/
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{{Portale|Guerra|Verona|Storia}}
 
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=Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona=
 
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=Verona austriaca=
 
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=Ponte del Chievo=
 
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=Inondazione di Verona 1882=