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{{vedi anche|Sistema difensivo di Verona}}
 
[[File:Forte Santa Caterina.jpg|thumb|250px|right|Il [[Forte Santa Caterina]] in una foto ottocentesca]]
 
Vista l'importanza strategica di Verona, l'austria si produsse in un ampio sforzo per la sua fortificazione. L'impulso a ciò venne sicuramente dal [[feldmaresciallo]] [[Josef Radetzky]], comandante dal [[1834]] dell'esercito austriaco in [[italia]].
Tra il [[1833]] e il [[1848]], grazie al piano dell'[[genio militare|ingegnere militare]] austriaco [[Franz von Scholl]], si provvedè a fortificare la città con l'ammodernamento dei [[bastione|bastioni]] di epoca [[repubblica veneziana|veneziana]] a proteggere il lato meridionale e con la costruzione di mura e [[fortezze|forti]] per la parte settentrionale. Tra i forti edificati in questo periodo ne ricordiamo alcuni: [[forte Sofia]], [[forte San Leonardo]], [[forte San Felice]].
 
Terminata la [[prima guerra d'indipendenza]], che nonostante la finale vittoria [[impero austriaco|austriaca]] aveva minacciato la città di Verona, le autorità occupanti decisero di fare del luogo ''una perfetta piazza d’evoluzione e di deposito per l’armata imperiale''. Si provvedè così a costruire una serie di forti esterni alla città, conosciuti come primo e secondo campo trincerato di Verona (ricordiamo, ad esempio: [[forte Santa Caterina]], [[forte Chievo]], [[forte Santa Lucia]], [[forte Dossobuono]], [[forte Azzano]], ecc..), . Ancora più lontani, atti a prevenire un aggiramento della fortezza di [[Peschiera del Garda|Peschiera]] e a proteggere la via per il [[Brennero]], furono edificati i [[forti del gruppo di Rivoli e di Pastrengo]].
 
===Logistica e apparati militari===